da Sorrentino | Ott 3, 2013 | Attualità, Politica Spaziale, Primo Piano, Stazione Spaziale
“Penso sia davvero molto importante far conoscere il ruolo dell’Italia e dell’Agenzia Spaziale Italiana in queste missioni: forse avremmo più consapevolezza e orgoglio dell’importanza del nostro paese, più il senso di quello che siamo”. Così si è espresso Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano nel corso del collegamento avuto dal Quirinale con l’astronauta italiano dell’ESA Luca Parmitano. Il Capo dello Stato ha inoltre voluto cogliere l’occasione per rivolgere un sentito ringraziamento a tutto il personale dell’Agenzia Spaziale Italiana per “il lavoro che sta facendo per il nostro paese” in un momento così delicato della sua storia.
L’inflight-call è durato venti minuti, come è prassi dei collegamenti video/audio con la Stazione Spaziale Internazionale. L’astronauta, che ha compiuto gli anni sulla ISS, si è particolarmente soffermato su un piccolo strumento scientifico italiano dedicato allo studio dell’atmosfera, in procinto di essere utilizzato. Accanto al Capo dello Stato, che non ha voluto mancare all’appuntamento nonostante fosse visibilmente scosso per i drammatici aggiornamenti di cronaca della tragedia avvenuta al largo di Lampedusa, c’erano Enrico Saggese, presidente dell’ASI, e Volker Liebig, Direttore ESA del settore Osservazione della Terra e a capo di ESRIN in Italia. ”La sua presenza in orbita – ha detto Saggese a Parmitano durante il collegamento – dà ampio significato all’Italia della tecnologia. Grazie all’Asi, l’Italia dimostra un’eccellenza tecnologica e la capacità di imporsi a livello internazionale”.
Luca Parmitano, alla sua prima esperienza sulla ISS, è partito con la qualifica di Ingegnere di Volo per la missione di lunga durata Expedition 36/37 il 29 maggio scorso e farà ritorno sulla Terra, secondo il programma, l’11 novembre prossimo. L’astronauta italiano dell’ESA, impegnato in tutte le attività di routine sulla ISS, ha già all’attivo due passeggiate spaziali (la seconda è stata interrotta per un guasto lo scorso 16 luglio) e una gran mole di lavoro scientifico sui molteplici esperimenti a bordo della Stazione. (fonte: ASI)
da Sorrentino | Set 8, 2013 | Attualità, Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
Napoli ospita dal 9 al 12 settembre 2013 la XXII Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana d’Aeronautica ed Astronautica organizzata dalla sezione locale di AIDAA, dall’Università Federico II, dalla Sezione Ingegneria Aerospaziale del Dipartimento d’Ingegneria Industriale di Napoli, l’AIAN e l’Associazione Aeropolis. La città partenopea è ancora una volta protagonista nel comparto aerospaziale di un evento scientifico di livello internazionale. Aeropolis ha intervistato il Prof. Leonardo Lecce, presidente della sezione AIDAA di Napoli e chairman della Conferenza, una delle figure più note e apprezzate nel mondo accademico italiano.
Professor Lecce, quali sono gli obiettivi dell’AIDAA e i principali temi della Conferenza Nazionale dell’associazione?
“AIDAA , fondata nel 1922, è tra le più antiche associazioni di Ingegneria Aerospaziale del mondo. Oggi associa le più significative personalità del mondo accademico, degli enti di ricerca e dell’industria , afferenti al settore Aerospaziale. Con la XXII conferenza, la città di Napoli ospita, per la terza volta nella storia dell’associazione, l’assemblea generale. Le due precedenti edizioni, che si sono tenute in città negli anni settanta e novanta, si svolsero in Accademia Aeronautica e a Castel dell’Ovo. Quest’anno la manifestazione è organizzata all’interno della Facoltà d’Ingegneria di Piazzale Tecchio, dove nel corso di sessioni plenarie e di sezioni specifiche saranno discussi i lavori presentati da circa 200 tra scienziati e ricercatori”.
Parliamo di ricercatori del mondo accademico?
“Solo una parte degli iscritti alla Conferenza è di provenienza accademica. Le relazioni che saranno presentate nelle quattro sessioni tematiche sono di ricercatori provenienti dalle otto Università italiane che promuovono corsi d’Ingegneria Aerospaziale e sono sedi locali dell’AIDAA, ma anche dalle imprese e da enti del settore come ESA, da grandi aziende come Alenia Aermacchi, AgustaWestland e ThalesAlenia, MBDA e anche da PMI del comparto campano. Pur trattandosi di un congresso italiano, saranno presentati studi e ricerche di personalità di rilievo scientifico provenienti dagli Stati Uniti, Francia, Spagna, Germania, Belgio e anche da paesi lontani come Georgia e Corea. Al comitato organizzatore sono pervenute 170 memorie che saranno discusse nelle 28 sessioni nell’ambito delle seguenti quattro sessioni tematiche: Spazio e Sistemi spaziali, Strutture e Materiali, Tecnologia del Volo e Controllo del traffico aereo. Questi lavori rappresentano i risultati più aggiornati di progetti di studio e ricerca nell’ambito dell’esplorazione spaziale, delle tecnologie dei materiali, dell’aerodinamica, del controllo del volo, della simulazione, produzione e manutenzione delle strutture aerospaziali. Si discuterà anche di temi di recentissima attualità come il turismo spaziale. E’ prevista anche una sessione storica, dove sarà ripercorsa la storia dell’industria aeronautica in Campania nel corso dell’ultimo secolo e sarà rievocata l’impresa della prima trasvolata del Mediterraneo compiuta da Roland Garros il 23 settembre 1913. Molto atteso l’intervento del Prof. Luigi Pascale che è una delle figure storiche e più stimata nel mondo aeronautico italiano. Infine vorrei ricordare tra gli ospiti Eric Dautriat, Direttore Generale di Clean Sky che verrà dal Belgio per dibattere sugli aspetti della partecipazione dell’industria italiana al programma comunitario più importante di ricerca aerospaziale e di fondamentale importanza per il futuro delle imprese aeronautiche europee”.
Lei ha citato Clean Sky, un programma cofinanziato da aziende e comunità europea che dispone di rilevanti risorse finanziarie. Quali ricadute sono attese per le imprese aeronautiche e l’economia della Campania?
“L’avvio del programma Clean Sky 2 raddoppia le cifre disponibili per i programmi di ricerca in corso in molti paesi europei. Da circa 1,8 Miliardi di euro si passa a 3,5. I risultati delle attività di ricerca avranno riflessi importanti su quello che – a mio parere – è il più significativo programma aeronautico per il nostro Paese, e in particolare per la Campania e le regioni del Sud, il nuovo velivolo turboelica regionale. Per la prima volta, in un grande progetto internazionale, è stato dato ampio spazio al tema del velivolo da trasporto regionale, in particolare nella versione turboelica. Una scelta che è confermata con Clean Sky 2 che assegna allo sviluppo delle nuove tecnologie per velivoli regionali il doppio delle risorse precedentemente previste portando i finanziamenti a circa 300 milioni di euro”.
Un tassello fondamentale per l’avvio del programma del nuovo velivolo regionale che consentirà all’industria aeronautica meridionale di ritornare a crescere?
“Assolutamente sì. L’avvio del nuovo programma è fondamentale per il futuro dell’industria aeronautica meridionale che nel suo insieme sarà protagonista dello sviluppo e della produzione del nuovo aereo. Le imprese campane e pugliesi ritorneranno a crescere e ad assumere, questo consentirà alle nuove generazioni di laureati di maturare quell’esperienza che a partire dagli anni 80’ consolidò nelle regioni meridionali quelle competenze che hanno consentito il successo del programma ATR”.
L’Ad di Alenia Aermacchi, Giuseppe Giordo ha confermato anche recentemente che una decisione ci sarà entro l’anno.
“Lo spero vivamente, anche perché cresce l’interesse mondiale per i velivoli turboelica. Sono almeno altri quattro i programmi di nuovi aerei su cui stanno lavorando le aziende aeronautiche di altri paesi. ATR parte in notevole vantaggio e con solide possibilità di successo commerciale rispetto ad altri competitors. Sono condizioni positive e noi tutti lavoriamo perché restino tali”.
Alla Conferenza sono previsti interventi dei rappresentanti dei Distretti aerospaziali di Campania e Puglia. Una scelta di AIDAA per rappresentare il forte intreccio dell’industria aeronautica del Sud?
“La presenza di rappresentanti dei distretti e di Giovanni Bertolone, Presidente del Cluster Nazionale, è evidenza del crescente interesse verso il mondo dei Distretti e alle filiere PMI che in essi trovano un modo di interfacciarsi con le grandi imprese. La partecipazione di PMI a un congresso scientifico come quello di AIDAA è un modo per proporre loro quello stimolo a percorrere le strade dell’innovazione e della competitività. Questo perché riteniamo che il ruolo delle piccole imprese sia ormai fondamentale anche nel comparto industriale aeronautico soprattutto perché queste aziende possono più rapidamente portare innovazione in un sistema produttivo che cresce solo se riesce ad innovare i prodotti, le tecnologie e il sistema produttivo”.
da Sorrentino | Set 8, 2013 | Attualità, Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
A meno di un anno dalla celebrazione del Congresso della Federazione Internazionale di Astronautica, seguito a distanza di un mese dalla Conferenza dei Ministri dell’Agenzia Spaziale Europea, Napoli ospita dal 9 al 12 settembre 2013 la XXII Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica (AIDAA), evento che per contenuti e livello di partecipazione accademica, industriale e istituzionale, con oltre 200 iscritti italiani e stranieri, è di assoluto rilievo internazionale. La conferenza AIDAA, presieduta dal Prof. Leonardo Lecce, presidente della locale sezione che fa riferimento alla Sezione di Ingegneria Aerospaziale del Dipartimento d’Ingegneria Industriale dell’Università Federico II di Napoli, si avvale del supporto di Finmeccanica , attraverso Alenia Aermacchi , AgustaWestland, ThalesAlenia, MBDA e numerose altre aziende del settore aerospaziale.
Tanti gli specialisti del settore che presenteranno i risultati più aggiornati dei progetti di studio e ricerca nell’ambito dell’esplorazione spaziale, delle tecnologie, dei materiali, dell’aerodinamica e della simulazione, produzione e manutenzione della componentistica aerospaziale. Nel corso dei lavori saranno approfonditi anche i temi del nascente turismo spaziale. Di notevole interesse il dibattito sugli aspetti della partecipazione dell’industria italiana al programma comunitario di ricerca aerospaziale Clean Sky , finanziato con 1,6Mld di euro dall’industria e dalla Comunità Europea . In una sessione storica dedicata, verrà ripercorsa la storia dell’industria aeronautica in Campania nel corso dell’ultimo secolo e sarà rievocata l’impresa della prima trasvolata del Mediterraneo compiuta da Roland Garros il 23 settembre 1913.
Nella sessione d’apertura della XXII conferenza nazionale AIDAA in programma gli interventi di Guido Trombetti, Vicepresidente della Regione Campania, Massimo Marrelli, Magnifico Rettore dell’Università “Federico II” Massimo Marrelli, Enrico Saggese, Presidente dell’ASI, Massimo Lucchesini, Direttore Generale Operazioni di Alenia Aermacchi, Paolo GrazianoPresidente dell’Unione Industrial i di Napoli, e il Prof. Luigi Pascale, ancora oggi una delle figure più significative del mondo dell’aeronautica italiana. I lavori della conferenza saranno aperti da una relazione del Prof. Leonardo Lecce e da un intervento del Prof. Franco Persiani, presidente dell’AIDAA. Nel corso dei lavori sono previsti i contributi di Giovanni Bertolone, presidente del Cluster Nazionale Aerospazio, Piero Salatino, ultimo Preside della Facoltà di Ingegneria della Federico II, Antonio Moccia Direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale Federico II, Eric Dautriat , Direttore Generale di Clean Sky, Maurizio Rosini, responsabile dei programmi civili Alenia Aermacchi, in rappresentanza del Distretto Aerospaziale Campano, Giuseppe Acierno Presidente del Distretto Aerospaziale Pugliese e Franco Bernelli Zazzera del Consorzio Universitario Europeo PEGASUS, che consegnerà un prestigioso premio alla Sezione Aerospaziale della Federico II.
da Sorrentino | Ago 27, 2013 | Politica Spaziale, Primo Piano
Orbiter riprende e ospita una interessante riflessione a quattro mani, scritta da Adriano Autino, presidente di Space Renaissance International, e Gennaro Russo, presidente di Space Renaissance Italia, che prende spunto dalle “turbolenze sociali in Egitto” interpretate come “nuove evidenze del rischio di implosione dell’umanità”. Gli autori, a loro volta, fanno riferimento all’articolo apparso sulla prima pagina de La Repubblica di giovedì 8 agosto 2013, scritto da Ian Buruma ed intitolato “Se il mondo applaude il golpe in Egitto”. L’articolo discute due casi politici simili, quello dell’Egitto e quello della Tailandia, Paesi in cui, in epoche diverse, cittadini istruiti, democratici e liberali hanno applaudito dei colpi di Stato militari contro dei governi democraticamente eletti. In Tailandia nel 2006 ed in Egitto nel luglio 2013, i leader eletti e poi destituiti manu militari, Thaksin Shinawatra e Mohamed Morsi, sono stati secondo l’analisi di Buruma dei democratici reazionari, tendenti a considerare la propria vittoria elettorale come un mandato assoluto, che avrebbe permesso loro di manomettere la Costituzione e comportarsi da despoti. Anche il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, asserisce ancora Buruma, “appartiene alla stessa specie”, così come probabilmente sarebbe stato per i leader del Fronte Islamico di Salvezza algerino (Fis) se nel 1991 fossero saliti al potere.
Senza volerci addentrare troppo nell’analisi dei processi politici discussi nell’articolo, dobbiamo però rilevare che, in tutti i casi analizzati, si tratta di Paesi che non hanno vissuto una vera rivoluzione industriale, e sono tuttavia pervasi, come del resto è logico aspettarsi — nel mondo della comunicazione e dell’informazione globale — da una diffusa aspirazione alla crescita sociale, nonché alla democrazia, intesa come stato di diritto dove i cittadini siano finalmente cittadini, e non sudditi. Tra l’aspirazione di cui sopra, certo già presente nei paesi occidentali ai tempi della grande rivoluzione borghese, e la democrazia, c’è però stato di mezzo quel vasto processo che va sotto il nome di rivoluzione industriale. Lo sviluppo industriale infatti, oggi tanto criticato ed enormemente sottovalutato in modi diversi da tutte le parti politiche, è stato nel bene e nel male la culla della democrazia, poiché ha permesso lo sviluppo di una vasta maggioranza di cittadini mediamente informati ed istruiti, capaci di orientarsi e di scegliere (e qui ovviamente vanno considerate tutte le eccezioni che purtroppo ben conosciamo!!) in modo laico e consapevole, senza farsi influenzare esageratamente da pensieri religiosi integralisti.
E’ questo aspetto, per noi essenziale, dello sviluppo industriale, che l’articolista evita di toccare, per perdersi quindi in ipotesi più o meno bizantine circa i possibili metodi per aggiungere il “sale” della democrazia a società che escono direttamente da regimi tribali, senza essere toccate da una rivoluzione industriale, dai sistemi di istruzione di massa, dalla sanità pubblica ne’ da quello che in occidente si chiama “welfare”. Si tratta quindi di un’analisi tutta interna e tutta ripiegata sulla politica contingente, e pertanto in grado di individuare forse qualche problema, ma non certo le possibili soluzioni.
Del resto i grandi processi sociali che attraversano le regioni africane e medio-orientali non sono certo dei processi isolati, ma si collocano in un percorso di sviluppo sociale, già teorizzato da oltre due secoli, che sta dando vita oggi ad un quadro mondiale sempre più caratterizzato da uno stato di decadimento/involuzione specie nella sua componente più avanzata. L’aumento della popolazione, la scarsezza delle risorse naturali e l’attuale incapacità dell’uomo di trovare nuovi stimoli o di indirizzarsi verso nuovi percorsi lasciano presagire una prospettiva macroscopicamente negativa: la probabile implosione della civiltà umana. La storia non si ripete mai esattamente, una riaffermazione oggi dei valori della rivoluzione borghese — libertà, uguaglianza delle opportunità, laicismo, l’ossigeno della democrazia — è possibile solo aprendo un nuovo orizzonte di sviluppo, il Rinascimento Spaziale. In fondo anche la prima rivoluzione borghese venne dopo il rinascimento e la scoperta del nuovo mondo…
Sul fronte industriale, se si guarda al ciclo di vita della diffusione delle grandi tecnologie, tipicamente caratterizzato da un periodo di 100-200 anni, ci si accorge che dopo le Età del Tessile e dei Canali, del Vapore e delle Ferrovie, dell’Acciaio e dell’Ingegneria Pesante, del Petrolio e dell’Automobile, del Digitale e della Banda Larga (ancora nel pieno della diffusione), l’umanità è oggi in attesa della prossima rivoluzione industriale. C’è chi intravede nella Manipolazione Molecolare il nuovo motore. Noi di Space Renaissance crediamo che il nuovo ciclo non possa che essere quello dell’Età dell’Industria Spaziale.
Qualsiasi linea di sviluppo, infatti, basata su risorse esclusivamente terrestri, potrebbe forse garantire qualche decennio di respiro, ma arriverebbe presto comunque a scontrarsi con i limiti delle risorse terrestri, come già sta accadendo per la rivoluzione industriale Cinese ed Indiana. Contiamo fortissimamente nell’Umanesimo Astronautico e intravediamo un Rinascimento Spaziale; ma questo deve passare gioco forza per la consapevolezza dell’uomo che il mondo in cui viviamo non è un sistema chiuso, bensì la culla nella quale abbiamo passato la prima parte della nostra vita. Siamo ormai maturi, sociologicamente e tecnologicamente parlando, per espandere il nostro campo di azione oltre i confini dell’amata Madre Terra ed espanderci nello Spazio dove le risorse disponibili sono praticamente infinite.
All’attuale disperato bisogno di sviluppo industriale delle regioni definite “pre-industriali” come l’Egitto, fa infatti da contraltare l’altrettanto disperato bisogno di nuovo sviluppo industriale delle regioni definite, peraltro con molta presunzione e faciloneria, “post-industriali”. Non c’è alcun metodo valido per aggiungere il sale della democrazia ai paesi caratterizzati da forte aspirazione alla crescita! Come già osservato dal Nobel Amartya Sen, l’informazione è molto più importante delle cannoniere, ed i popoli poveri e sottosviluppati si “svegliano” quando arriva loro l’informazione del livello di vita più elevato che esiste in altri Paesi… Certo dal punto di vista etico fa impressione che l’esercito egiziano, per difendere la democrazia contro l’integralismo islamico, si macchi dell’assassinio di centinaia di persone. Ma non deve stupire. Si tratta infatti di paesi in cui la considerazione per il valore della vita non ha neppure ancora raggiunto il livello sia pure infimo (ed in declino) che vige nei paesi industrializzati. Anche nei paesi industrializzati, infatti, la democrazia versa in uno stato di forte crisi, laddove i partiti politici e le diverse correnti ideologiche non riescono ad esprimere progetti di vero e forte sviluppo. Ecco perché la civiltà versa in condizioni che preludono ad una gravissima involuzione dei valori civili ed etici generali: a causa dei processi sociali in atto, che si scontrano con leadership politiche del tutto incapaci di garantire l’industrializzazione dei paesi emergenti, e nuova industrializzazione dei paesi avanzati.
Un esempio particolarmente appropriato per rappresentare l’attuale status della civiltà è quello della rana nella pentola. Se mettiamo una rana in una pentola piena di acqua bollente, la rana immediatamente salterà fuori salvando la sua vita; ma se la mettiamo in una pentola di acqua fredda su un fuoco acceso, la rana resterà nella pentola e lentamente morirà. La nostra civiltà è come la rana e la pentola in cui siamo immersi sta diventando via via più pericolosa, ma lentamente. Progressivamente ci abituiamo al peggioramento delle condizioni e, in assenza di un’azione drastica, ci troveremo in condizioni insostenibili e la civiltà imploderà.
Lo sviluppo dell’economia industriale è un fattore chiave. Senza crescita non c’è speranza per la democrazia, la pace, la libertà: un concetto inizialmente proposto da Adam Smith in “The Wealth of the Nations” nel 1776. Smith notò che il benessere delle classi meno abbienti di una nazione dipende dalla crescita economica, e notò che la stagnazione e la decrescita economica possono dar luogo ad un inasprimento della povertà. In un’economia statica (condizione del tutto teorica) l’unica opportunità per migliorare le proprie condizioni di vita è quella di rimpiazzare qualcun altro (mors tua vitae mea). Un modo, per altro del tutto illusorio, di mantenere la società in uno stato stabile sarebbe la dittatura. Esempio estremo fu quello dei Khmer Rossi in Cambogia, ma ce ne sono tanti altri nella storia recente, nessuno dei quali, per altro, è mai riuscito a mantenere la società in stato stabile per più di qualche anno.
Il problema di fondo è che i 7 miliardi di persone sono ormai troppi per il nostro pianeta, e qualsiasi politica di riduzione o decrescita non può che portare all’implosione della civiltà. La Terra, checche’ ne dicano gli ecologisti radicali ed i fautori della decrescita, non è malata: è incinta! Il feto (la civiltà umana) è ormai grande ed ha bisogno di uscire dall’utero della Madre Terra, ovvero di nascere in un contesto più grande: il nostro sistema solare. Il parallelo suggerisce immediatamente che l’uscita dall’utero materno (l’ambiente chiuso della nostra amata Terra) debba rappresentare l’espansione dell’umanità nello spazio. Da qui ha preso spunto il movimento della Space Renaissance. Qualsiasi sviluppo industriale necessita infatti di due fattori primari: materie prime ed energia. Due elementi che possiamo trovare in stragrande abbondanza appena fuori dell’orbita terrestre. Gli asteroidi vicini alla Terra (Near Earth Asteroids) rappresentano una vastissima miniera di metalli quasi allo stato puro, e di elementi pre-organici, ghiaccio, e tutto quanto necessita per costruire l’infrastruttura nel sistema geo-lunare, in quella che è stata definita “Greater Earth”, la magnetosfera terrestre, avente un raggio di 3,5 milioni di chilometri. L’energia solare che scorre da miliardi di anni in tale regione ed ancora scorrerà per altri miliardi di anni (sia che ne approfittiamo sia che continuiamo a non curarcene), può risolvere il problema energetico per centinaia di miliardi di persone per molti millenni. Si tratta di energia pulita, rinnovabile, e costante: 1400 watt continui per metro quadro, contro i 700 watt/mq a terra nelle regioni di maggior insolazione, solo di giorno e con il cielo sereno!
Quell’agognato sviluppo industriale, di cui tanto necessitano sia i Paesi sviluppati sia quelli emergenti, è possibile solo se la nostra civiltà saprà imboccare decisamente l’unica strada che garantisce possibilità di sviluppo industriale a due cifre per secoli a venire: l’espansione oltre l’atmosfera terrestre. Negli ultimi quarant’anni le maggiori agenzie spaziali hanno puntato strategicamente sulla sperimentazione, l’esplorazione, le telecomunicazioni, l’osservazione della Terra, spendendo oltre un trilione di dollari. Tutte attività interessantissime ma che purtroppo non hanno sinora portato allo sviluppo dell’astronautica civile generale, ne’ abbassato il costo dell’accesso all’orbita, rimasto costante a circa ventimila dollari al chilogrammo sin dai tempi dello sbarco sulla Luna. E’ ormai tempo, anzi siamo in grave ritardo, di puntare decisamente sulla industrializzazione dello spazio, sviluppando tecnologie (peraltro in gran parte esistenti o quasi) terra-orbita a basso costo, condizione essenziale per lo sviluppo dell’astronautica civile, del turismo spaziale, di grandi insediamenti industriali e commerciali in orbita, sulla Luna, nei punti di librazione di Lagrange. La Space Renaissance International fa appello alla più vasta collaborazione tra i governi, possibilmente sotto l’egida di un’organizzazione di livello mondiale come l’ONU, perché sia favorito lo sviluppo della nuova industria del turismo spaziale e dell’astronautica civile in generale. Spetta ovviamente ai paesi più avanzati, già detentori di molto know-how scientifico, tecnologico ed ingegneristico, guidare questo processo, riconquistando la vera leadership dello sviluppo civile, che non è affatto quella militare, bensì quella culturale. Sarà solo assistendo alla nascita di grandi progetti spaziali, capaci di creare milioni di nuovi posti di lavoro qualificati, che anche i giovani islamici troveranno un modo più umanista di sviluppare la loro cultura ed anche, perché no, la loro fede, inserendosi in un vasto processo di crescita dell’intera umanità. Il rispetto per tutte le fedi e l’etica, la vera democrazia, faranno quindi dei passi avanti sostanziali. Sarà solo quando i genitori torneranno ad avere speranza in un futuro migliore per i loro figli e nipoti, che un nuovo spirito di collaborazione si potrà sviluppare tra i popoli di buona volontà. E’ quindi interesse di qualsiasi governo istituire politiche di agevolazione fiscale e sostegno nei confronti delle imprese che decidono di investire nell’astronautica, a qualsiasi titolo.
La Space Renaissance International rivolge quindi appello a tutti, per la creazione di sezioni o capitoli nazionali, secondo quanto definito dallo statuto internazionale, finalizzati alla promozione continua del programma sopra accennato e del proprio manifesto filosofico.
La sezione Space Renaissance Italia è nata ufficialmente il 22 marzo 2013 assumendo spirito, linee guida ed obiettivi di alto livello del movimento madre. Ha peraltro il compito di tradurre in azioni concrete la filosofia di fondo che anima Space Renaissance International. Il programma strategico di Space Renaissance Italia è appunto lo strumento concreto di identificazione degli obiettivi e della rotta da seguire per raggiungerli; esso è finalizzato alla diffusione delle conoscenze e della cultura del movimento e intende stimolare la nascita di un vero e proprio Space Tourism Business italiano di tipo privato, includendo in esso varie componenti: Scienza, Tecnologia, Turismo, Education (Formazione), Cultura. Si punta cioè a sensibilizzare imprenditori e amministratori pubblici ad attivare linee di azione che SR Italia cercherà di identificare, motivare e sviluppare. Allo stesso tempo l’azione di SR Italia sarà orientata alla diffusione tra la popolazione, a partire dalle giovani generazioni, dei contenuti del suo pensiero, delle potenzialità offerte dallo spazio, degli strumenti disponibili e di quelli che verranno per acquisire sempre più confidenza con lo spazio e sentirsi sempre più suoi turisti ed utilizzatori.
La focalizzazione sul Turismo Spaziale discende ad due punti essenziali: il primo è che qualsiasi attività umana nello spazio e quindi anche l’espansione della civiltà nello spazio necessita di una capacità ruotinaria ed economicamente sostenibile di accesso allo spazio; l’avvicinamento dell’aeronautica allo spazio rappresenta ormai con chiarezza la strada maestra e il turismo spaziale lo sta dimostrando. Il secondo è che in Italia c’è una storia notevole di capacità ed adeguate competenze scientifiche, industriali ma anche imprenditoriali, solo apparentemente lontane da ciò di cui necessita lo sviluppo del turismo spaziale; ed il concetto di turismo si sposa bene con una vocazione nazionale troppe volte maltrattata ma inconfutabilmente esistente ed apprezzata in tutto il mondo.
Le attività del Programma Strategico sono raggruppate in capitoli ai quali sono stati assegnati titoli capaci di trasmettere sin da subito i rispettivi messaggi fondamentali. Ed allora parliamo di Imagine The Future per contribuire allo sviluppo della Vision filosofica di Space Renaissance e trattare di futurologia; parliamo di Scientific View, Artistic View e Cultural View per elaborare momenti di diffusione della Vision verso il pubblico; parliamo di Space Learning e di SR Academy per trattare la formazione dei giovani della scuola primaria e secondaria da un lato e i giovani universitari dall’altro; parliamo di Make It Possible in Italy per sviluppare una capacità tecnica e di business italiana sulla scia di quello che si sta facendo negli Stati Uniti e da qualche altra parte; e parliamo infine di Enjoy the Experience proprio per stimolare la commercializzazione dell’accesso allo spazio in ottica di un avvicinamento dell’uomo comune al Quarto Ambiente.
da Sorrentino | Mag 15, 2013 | Politica Spaziale, Primo Piano, Stazione Spaziale
Utilizzo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), osservazione terrestre per il monitoraggio di calamità naturali, scienza e tecnologia: questi sono i settori in cui Italia e Giappone hanno intensificato i loro rapporti negli ultimi anni. Il seminario celebrato iall’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo “Italy and Japan: Space Cooperation Frontiers” evidenzia le eccellenti relazioni bilaterali tra i due Paesi in tale ambito, e la proficua e consolidata collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) e quella che sta nascendo con il CIRA, il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, per lo sviluppo di un unmanned space vehicle (USV3) di nuova generazione.
Il seminario rientra tra le iniziative della rassegna “Italia in Giappone 2013” coordinata dall’Ambasciata d’Italia a Tokyo il cui “Focus su Scienza, Tecnologia e Innovazione” inaugurato lo scorso 16 aprile si snoda per diverse settimane con numerosi appuntamenti dedicati alla ricerca, alla scienza e alle capacità industriali del nostro Paese. In questa cornice si inserisce inoltre la firma del Decimo Programma Esecutivo dell’Accordo di cooperazione bilaterale in ambito scientifico e tecnologico, attivo tra Italia e Giappone dal 1988. L’ambasciatore italiano in Giappone, Domenico Giorgi, ha aperto i lavori e i presidenti di ASI e CIRA, Enrico Saggese, e della JAXA, Naoki Okumura, hanno illustrato le attività delle due agenzie spaziali. Un momento di particolare interesse sarà l’intervento dei due astronauti, l’italiano Roberto Vittori e il giapponese Soichi Noguchi, che hanno lavorato insieme nella Stazione Spaziale Internazionale, e condivideranno con il pubblico le rispettive esperienze professionali. Le attività sulla Stazione Spaziale hanno una forte valenza scientifica sia per l’Italia che per il Giappone. L’impiego del laboratorio orbitante coinvolge i due Paesi in differenti campi di applicazione, tra cui il sistema di osservazione di raggi cosmici con il progetto CALET (Calorimetric Electron Telescope) che è un significativo esempio di collaborazione a bordo della ISS. Il seminario sarà anche un’occasione per fornire i risultati e le informazioni più recenti ottenute grazie a questo esperimento. Inoltre, Italia e Giappone presentano similitudini in termini di rischio sismico: il monitoraggio delle calamità naturali attraverso sistemi satellitari rappresenta un rilevante punto di interesse per la cooperazione in questo settore.
da Sorrentino | Mag 6, 2013 | Attualità, Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
Gli effetti delle grandi tempeste solari, l’impatto con la Terra di meteoriti e asteroidi, l’aumento dei detriti spaziali in orbita e gli attacchi del cyber-terrorismo. Questi i temi al centro della 17th International Space Conference, ospitata a Roma sul tema: “The impact of Space Weather and Space Exploitation on modern society – Hazards’ forecasting, prevention, mitigation and insurance at international level”. L’evento, organizzato da Pagnanelli Risk Solutions Ltd, vede la presenza di circa 300 esperti provenienti da 21 Paesi del mondo, tra cui tutta l’Europa (Italia compresa), Stati Uniti, Canada, Federazione Russa, Ucraina, Giappone, Cina, Hong Kong, Singapore, Corea del Sud, India e Arabia Saudita. In particolare, valutati i rischi per la popolazione civile e per le grandi reti ed infrastrutture a terra dovuti agli “space storms” e alla crescente presenza di “space debris” in orbita terrestre, oltre ad illustrare quali sono le contromisure adottate nel mondo, le procedure di protezione civile e le coperture assicurative. “Il nostro scopo è di estendere le conoscenze su quei rischi, di origine naturale o umana, che potrebbero avere effetti anche catastrofici sulle nuove tecnologie e sulle grandi reti”, ha spiegato Benito Pagnanelli, fondatore e presidente dell’International Space Conference. “Questa Conferenza è anche l’occasione per favorire un migliore coordinamento tra i vari Paesi del mondo per affrontare questo genere di rischi e per valutare l’opportunità di costituire un Ente internazionale, di cui faccia parte anche l’Italia, per la sorveglianza di questi fenomeni e la gestione delle grandi emergenze”.
Alla Conferenza partecipano i rappresentanti delle maggiori Organizzazioni e Agenzie spaziali internazionali (Nasa, Esa, Inmarsat, Arianespace, la francese Cnes, la tedesca Dlr, la britannica Uk Space Agency e la norvegese Nsc). Presenti anche esponenti del Parlamento e della Commissione Europea e alcune primarie compagnie di assicurazione e riassicurazione, come Swiss Re, Munich Re, AIG, PICC cinese, Mitsui giapponese, Samsung coreana, Partner Re, XL Insurance, Aspen, Brit Insurance e Insurance Center Sputnik russo. Nutrita pure la partecipazione da parte dell’Italia: Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Dipartimento della Protezione Civile, Aeronautica Militare, Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), industrie specializzate come Thales Alenia Space e Telespazio.
Il programma dell’International Space Conference prevede due sessioni. La prima dedicata ai “rischi di origine naturale”, come i pericoli dovuti all’esposizione alle tempeste spaziali di origine solare degli organismi viventi (passeggeri ed equipaggi di aeroplani e astronauti) e anche di complessi sistemi tecnologici in orbita (satelliti, stazioni spaziali, ecc.) e sulla Terra (sistemi di fornitura di energia elettrica, trasporti, banche, ecc.). Sul tavolo anche gli effetti dell’eventuale impatto catastrofico sulla superficie terrestre di meteoriti e asteroidi. La seconda sessione della Conferenza è dedicata ai “rischi di origine umana”, tra cui i pericoli relativi al gran numero di “detriti spaziali” (vecchi satelliti, frammenti di satelliti e di vettori, ecc.) presenti intorno alla Terra, oltre ai rischi dovuti al cyber-terrorismo. A conclusione della Conferenza, venerdì 10 maggio, prevista una tavola rotonda dal titolo “Oltre i confini della Terra. Vivere e viaggiare nel Sistema Solare”, aperta al pubblico. Altre informazioni su www.prsforspace.com.