da Sorrentino | Lug 30, 2014 | Missioni, Primo Piano, Programmi
Successo per il primo esempio di esperimento relativo all’onda chimica in microgravità. E’ denominato Chemical Wave In Soret effect (CWIS) l’esperimento proposto da un gruppo di studenti campani di ingegneria aerospaziale per il programma REXUS (Rocket Experiments for University Students – https://www.rexusbexus.net), organizzato da SNSB (Swedish National Space Board) e DLR (German Aerospace Center) in collaborazione con ESA (European Space Agency) e EuroLaunch, che consente di compiere test a bordo di un razzo sonda in grado di raggiungere una quota di 90 km.
L’esperimento per il lancio del vettore ESA è stato selezionato nel Dicembre 2012 e si è svolto nella campagna di lancio a Kiruna (Svezia) alla fine di maggio 2014. La presentazione dei risultati dell’esperimento, e dello strumento ingegneristico attraverso il quale è stato realizzato, è avvenuto nella sede del CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) di Capua, con la partecipazione di Luigi Carrino, Presidente del CIRA e del Distretto Aerospaziale della Campania, Raffaele Savino, docente del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, e del team degli ingegneri e ricercatori.
La missione si è svolta con successo: il razzo sonda è atterrato con l’ausilio di un paracadute a circa 40 km dal luogo del lancio (Kiruna in Svezia) ed il modulo è stato recuperato in perfette condizioni. Il team di CWIS ha potuto acquisire immagini e dati registrati dal computer collocato a bordo del modulo ed avviare, quindi, la complessa fase di analisi dei risultati ottenuti. L’esperimento scientifico riguardava lo studio della variazione della concentrazione dei componenti costituenti una miscela binaria, per effetto di un gradiente termico. L’utilizzo di un razzo sonda ha consentito di ridurre gli effetti dovuti all’accelerazione gravitazionale che disturbano la visualizzazione del fenomeno. Il progetto di valenza internazionale pluripremiato, nel settembre del 2013, nel corso di del convegno internazionale EOS Topical Meetings, svoltosi a Capri e dedicato ai microsistemi ottici, ha ricevuto anche il riconoscimento da parte del Distretto Aerospaziale della Campania(DAC) che ha messo a disposizione la consulenza scientifica, gli spazi ed i laboratori della rete DAC, oltre ad un sostegno economico, per consentire loro di continuare la ricerca.
“Il risultato ottenuto da questi ragazzi in un contest internazionale con il quale si sono misurati, dimostrando non solo di avere un’ottima idea scientifica, ma anche di essere capaci di progettarla, realizzarla e gestirla, rende orgoglioso tutto il mondo aerospaziale campano, confermando la tradizionale vocazione della nostra Regione in questo settore. Questi brillanti studenti rappresentano un’eccellenza che va sostenuta e valorizzata per aiutarla a consolidarsi” – ha dichiarato Luigi Carrino nel corso della conferenza.
Il Team CWIS è costituito da studenti e ricercatori dell’Università di Napoli Federico II (UniNa) e dell’Université libre de Bruxelles (ULB): Wassilis Tzevelecos (ULB – UniNa), Santolo Manzone (UniNa), Antonio Pugliese (UniNa), Luigi De Filippis (UniNa), Bruno Alfano (UniNa), Fabrizio Mancino (UniNa), Valerio Cestrone (UniNa), William Runge (ULB), Olivier Desenfans (ULB). La realizzazione dell’esperimento è stata resa possibile nell’arco di circa 18 mesi grazie al supporto di un network di enti ed aziende private del settore che hanno creduto nel progetto finanziando parte delle spese oppure fornendo componenti di alta qualità. La lista completa è consultabile al link: https://cwis.altervista.org/index.php?q=partners
da Sorrentino | Lug 11, 2014 | Lanci, Primo Piano, Programmi
Il secondo gruppo di quattro satelliti della costellazione O3b a orbita terrestre media (MEO), gestiti da O3b Networks, è stato lanciato con successo venerdì 11 luglio da Arianespace in Guyana francese, a bordo del razzo Soyuz. I primi quattro satelliti sono in orbita da un anno, offrendo servizi eccellenti, a riprova delle caratteristiche di alta velocità e bassa latenza promesse da O3b.
Posizionati ad un’altitudine di 8.063 km, quattro volte più vicini alla Terra dei satelliti geostazionari, questi satelliti a banda Ka saranno in grado di offrire alta velocità, costi contenuti, Internet e servizi di telecomunicazione a bassa latenza ai mercati dei paesi emergenti. O3b Networks fornirà connettività e trunking per reti mobili a operatori di telecomunicazione e provider di servizi, con prestazioni di velocità simili alle reti in fibra ottica. Thales Alenia Space è il prime contractor dei 12 satelliti di questa costellazione ad alta velocità, basso costo e latenza
Jean Loïc Galle, CEO di Thales Alenia Space, ha affermato: “Quello di oggi costituisce un importante passo avanti verso il completamento della costellazione, grazie al lancio del secondo gruppo di satelliti, che sarà seguito dal terzo gruppo all’inizio del 2015. Siamo molto orgogliosi di far parte di questa impresa, caratterizzata da una flessibilità operativa e di raggio senza precedenti, e potenzialmente in grado di collegare miliardi di persone che finora hanno avuto un accesso ristretto alla banda larga.”
da Sorrentino | Giu 27, 2014 | Astronomia, Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
Con una decisione presa all’unanimità, lo Science Programme Committee dell’Agenzia Spaziale Europea ha selezionato e di fatto ufficialmente dato il via alla missione Athena, un sofisticatissimo osservatorio orbitante nei raggi X. Athena, che verrà lanciata nel 2028, indagherà i fenomeni più energetici che avvengono nell’universo, come il plasma caldo negli ammassi di galassie e gli oggetti celesti più estremi che si conoscano, ovvero i buchi neri e i lampi gamma, spingendosi fino all’epoca in cui si sono formate le prime stelle supermassicce, a 150 milioni di anni dal Big Bang. L’Italia con INAF, ASI e numerose Università avrà un ruolo determinante nel progetto, sia per la parte scientifica che per lo studio del concetto di satellite e dei suoi strumenti.
“Athena è uno dei quattro pilastri del futuro osservativo a multilunghezza d’onda di INAF, con SKA nella radioastronomia, E-ELT nell’ottico e CTA nei raggi gamma” dice il presidente dell’INAF Giovanni Bignami. “Conquistata la possibilità di una presenza italiana ora dobbiamo concretizzarla. Saremo aiutati in questo dalla grande tradizione nazionale nella astronomia X dallo spazio, cominciata da Riccardo Giacconi 50 anni fa e continuata in Italia con le brillanti missioni BeppoSax, EPIC XMM e IBIS INTEGRAL”.
L’ Universo è permeato di un plasma caldissimo, che si estende in una ragnatela cosmologica e al cui centro risiedono gli ammassi di galassie. I buchi neri di ogni taglia, i più grandi dei quali risiedono al centro di ogni galassia, sono l’altra componente fondamentale per comprendere come “funziona” l’universo che noi conosciamo. L’energia espulsa dal buco nero è in grado di influenzare la formazione e la vita delle stelle e della galassia che lo ospita. I primi buchi neri si sono formati dall’esplosione delle prime stelle dell’Universo, circa 150 milioni di anni dopo il big bang. Queste stelle primordiali sono evolute molto rapidamente, in “solo” un milione di anni dalla nascita hanno esaurito il loro combustibile e sono esplose, formando e poi espellendo nello spazio i primi elementi chimici più pesanti dell’idrogeno e dell’elio – come ad esempio carbonio, ossigeno e ferro, necessari per le generazioni seguenti di stelle – e generando i primi buchi neri dell’Universo, i ‘semi’ dei buchi neri supermassicci che oggi si trovano al centro di ogni galassia. Il modo di scoprire queste stelle primordiali è osservare e studiare la loro esplosione, che è accompagnata da un lampo di raggi gamma.
“Con la selezione di Athena si aggiunge un altro elemento al programma scientifico dell’ESA”, ha dichiarato Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. “Questa missione, la seconda selezionata della classe di missioni Large, rappresenta la seconda pietra angolare della costruzione europea del programma Cosmic Vision che vede l’ASI e con essa la comunità scientifica italiana, ma anche quella industriale, chiamate a mantenere il livello di eccellenza raggiunto in molti anni di impegno continuo. Un impegno che necessita di spalle più solide di quelle che sono state disponibili negli ultimi anni”.
“L’Europa con Athena conquista di fatto il primato negli studi dell’universo nei raggi X per i prossimi trent’anni. E sarà un’importante facility su cui potrà formarsi la nuova generazione di ricercatori in questo settore” commenta Luigi Piro dell’INAF-IAPS di Roma, il coordinatore della parte italiana del team che ha proposto la missione Athena.
La selezione della missione Athena giunge a valle della scelta dell’ESA, lo scorso novembre, del tema scientifico per la sua prossima grande missione spaziale, dal titolo “L’Universo caldo ed energetico”, che vede il supporto di oltre 1200 ricercatori in tutta Europa con il coinvolgimento di numerosi Istituti e Osservatori dell’INAF (IAPS/Roma, IASF di Milano, Bologna, Palermo, Osservatori di Milano, Trieste, Torino, Bologna, Arcetri, Padova, Roma, Napoli, Palermo ) e le Università di Roma (I, II e III), Milano, Trieste, Bologna, Palermo, l’Università e sezione INFN di Genova e l’IFN del CNR.
da Sorrentino | Apr 3, 2014 | Lanci, Primo Piano, Programmi, Servizi Satellitari
L’Europa ha messo in orbita il primo di una costellazione di satelliti che avranno il compito di guardiani del clima. Sentinel 1A, sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea ededicato alla sorveglianza ambientale nell’ambito programma europeo di Osservazione della Terra Copernicus, è stato lanciato con successo alle ore 23:02 (ora italiana) del 3 aprile dalla base di lancio di Kourou, in Guyana francese, a bordo di un lanciatore SOYUZ-Fregat A. Progettato e integrato da Thales Alenia Space, ed equipaggiato con un radar ad apertura sintetica in banda C, con Astrium Germany responsabile del payload C-SAR, Sentinel 1A verrà seguito da altri quattro satelliti gemelli. Il secondo di questi, Sentinel-1B, è in fase di integrazione presso il Centro Integrazioni Thales Alenia Space di Roma, e sarà consegnato all’ESA nell’ultimo trimestre del 2015, mentre il satellite Sentinel 3-A, di cui Thales Alenia Space è prime contractor, sta per terminare la prima fase di integrazione e test.
Basato sulla piattaforma PRIMA, sviluppata da Thales Alenia Space per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana, Sentinel-1A, con un peso al lancio di circa 2200 Kg osserverà il nostro pianeta da un’ altezza di circa 700 Km con una risoluzione tra i 5 e i 25 metri, a seconda della modalità operativa selezionata, e fornirà agli utenti immagini continue, giorno e notte, in tutte le condizioni meteorologiche.
Sentinel opererà principalmente in due modalità: Interferometric Wide Swath e Wave, ed effettuerà il monitoraggio continuo in qualunque condizione meteorologica e di illuminazione solare della terra e del mare. I dati di Sentinel 1A, una volta in orbita, saranno ricevuti, archiviati e distribuiti dai centri del Core Ground Segment di Copernicus, tra i quali figura come centro di acquisizione il Centro Spaziale di Matera, dove peraltro avrà sede la componente italiana del sistema di terra Copernicus, l’Italian Collaborative Ground Segment, il cui compito è quello di distribuire agli utenti nazionali istituzionali, industriali e scientifici, i dati delle Sentinel.
La missione andrà ad alimentare numerosi servizi, sia nel programma Copernicus che nell’ambito dei singoli Paesi, tra cui l’Italia. Permetterà il monitoraggio e la mappatura dei ghiacci Artici, la sorveglianza del mare, l’individuazione delle eventuali macchie di petrolio e l’identificazione delle navi, il monitoraggio dei movimenti del terreno con l’analisi dei relativi rischi, la mappatura delle foreste, delle acque e del suolo e l’acquisizione delle informazioni di supporto alla gestione delle crisi umanitarie, dei disastri, della sorveglianza del territorio.
La “Sentinella” 1A è la primogenita della famiglia di satelliti Copernicus, il complesso programma europeo, coordinato dalla Commissione Europea, e per il quale l’Agenzia Spaziale Europea è responsabile della componente spaziale,.che intende fornire all’Europa un accesso continuo, indipendente e affidabile a dati e informazioni di Osservazione della Terra utili per la gestione dell’ambiente e la sicurezza del cittadino, a supporto delle politiche ambientali pubbliche europee.
Il satellite Sentinel-1A, è stato realizzato ed integrato presso lo stabilimento Thales Alenia Space di Roma, mentre le tecnologie fondamentali, come i moduli T/R e gli Electronic Front Ends per l’antenna del radar ad apertura sintetica in banda C, oltre ai sottosistemi avanzati di gestione e trasmissione dati e il computer di bordo, sono stati realizzati nei siti italiani di L’Aquila e Milano. I moduli T/R e gli Electronic Front Ends sono il “cuore” dell’antenna radar ad apertura sintetica in banda C sviluppata da AIRBUS Space & Defence su specifiche Thales Alenia Space Italia. Il satellite ha inoltre effettuato e superato i test di verifica nelle camere pulite Thales Alenia Space a Cannes.
da Sorrentino | Mar 12, 2014 | Attualità, Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
Firmato a Washington, nella sede dell’Ambasciata d’Italia negli Stati Uniti, un Memorandum di cooperazione tra ENAC e Federal Aviation Administration, per lo sviluppo del trasporto commerciale sub spaziale. Il Presidente dell’ENAC, Vito Riggio, in delegazione ufficiale negli Stati Uniti con il Vice Direttore Generale Benedetto Marasà, ha sottoscritto un importante accordo con l’FAA, la Federal Aviation Administration, rappresentata dall’Amministratore Michael P. Huerta. Il memorandum riguarda l’elaborazione della normativa nazionale sui temi della ricerca e dello sviluppo dei voli commerciali suborbitali. A seguire, inoltre, il Presidente e il Vice Direttore hanno partecipato a un workshop incentrato proprio su questa materia.
Grazie al memorandum odierno, di cui l’ENAC in veste di prima autorità per l’aviazione civile europea si farà promotore presso le altre autorità comunitarie, tra qualche anno sarà possibile collegare, ad esempio, la costa est degli Stati Uniti con l’Italia in un’ora circa. Inizialmente i collegamenti interesseranno il trasporto merci per prevedere un ampliamento in una fase successiva. L’Italia è stata scelta come primo Paese europeo per la realizzazione di normativa armonizzata con quella americana in quanto già da diversi anni tra i due Paesi vi è una forte sinergia in ambito spaziale, grazie anche alla fiorente collaborazione con l’industria nazionale, fatta di ricerche, innovazione e iniziative riconosciute a livello internazionale.
Il ruolo dell’ENAC, che si inserisce quale organismo di regolazione del settore dell’aviazione nazione, nell’ambito di un accordo tra il Governo italiano e quello statunitense, è proprio quello di elaborare e attuare delle norme ad hoc per la sperimentazione dei voli suborbitali, con l’obiettivo di arrivare alla fine del percorso ad avere regole comuni tra l’Europa e gli Stati Uniti. Per l’attuazione del memorandum di cooperazione, in ambito nazionale saranno coinvolti l’Aeronautica Militare, l’Agenzia Spaziale Italiana, vari organismi di ricerca e gruppi industriali già attivi nel settore aerospaziale.
Il Presidente Vito Riggio ha dichiarato: “La sperimentazione di voli suborbitali che verrà avviata grazie a questo accordo tra ENAC e FAA, di cui sono particolarmente orgoglioso, apre scenari di rilievo per l’intera industria italiana con un altissimo potenziale di business internazionale: in pochi anni potrebbe aprirsi un mercato enorme, in grado di rivoluzionare il commercio internazionale. Siamo ancora all’inizio, ma le frontiere si conquistano con intelligenza, competenza e pazienza”.
Il memorandum è stato firmato alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti, Claudio Bisogniero, che ha sottolineato il ruolo fondamentale che il settore privato sta acquisendo nel volo spaziale ed evidenziato l’importanza dell’intesa ENAC-FAA nel favorire collaborazioni tra le imprese di Italia e USA in questo ambito.
da Sorrentino | Nov 8, 2013 | Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi
Il lander della missione ExoMars 2016 è stato dedicato all’astronomo italiano Giovanni V. Schiaparelli, il primo a mappare le caratteristiche della superficie del pianeta rosso nel XIX secolo. “Questa scelta ci onorgoglisce e consacra – afferma il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese – il ruolo degli studi e delle ricerche italiani su Marte. L’Italia è il paese che maggiormente contribuisce alla missione europea sul pianeta rosso. La decisione dell’Esa di accettare la proposta di chiamare il modulo di discesa di ExoMars Schiaparelli, in onore dell”astronomo italiano Giovanni Schiaparelli famoso per i suoi grandi studi e osservazioni di Marte e dei suoi Canali, riconosce questo ruolo. L’ASI, con grande fierezza, si è fatta portavoce della proposta proveniente dal mondo scientifico italiano di far battezzare il modulo di discesa della missione marziana 2016. Il grande Schiaparelli potrà in questo modo atterrare e osservare da vicino il pianeta da lui tanto studiato”.
“Tutta l’astronomia italiana è fiera di questo riconoscimento storico e scientifico. Schiaparelli ha fatto tantissimo per l’astronomia e per la fantasia di molte generazioni, adesso ci farà sognare ancora di più” dice il Presidente dell’INAF, Giovanni Bignami. “Al momento buono, l’Europa sa riconoscere le eccellenze del nostro paese, per fortuna. Gli astronomi italiani di oggi sentono il peso e l’orgoglio di questo nome che tra qualche anno camminerà su Marte per davvero”.
ExoMars è un programma congiunto tra l’ESA e Roscosmos, l’Agenzia Spaziale Russa e si compone di due missioni, la prima fissata per il 2016 e la seconda per il 2018. L’Italia ha un ruolo guida e attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana rappresenta il maggior contribuente europeo al programma ExoMars . Il Trace Gas Orbiter e il lander Schiaparelli comporranno la missione del 2016, mentre il rover ExoMars, con il suo vettore e la piattaforma di superficie, sarà lanciato nel 2018. Lavorando insieme, l’orbiter e rover cercheranno segni di vita, passati e presenti, sul pianeta rosso. Schiaparelli rappresenterà un test chiave per la tecnologia europea, con il previsto atterraggio controllato su Marte. Schiaparelli entrerà nell’atmosfera marziana a 21000 km/h e grazie all’uso di paracadute e dei propulsori frenanti la sua velocità all’atterraggio otto minuti più tardi sarà di soli 15 chilometri orari. Il modulo raccoglierà dati sul clima durante l’ingresso e la discesa e con I suoi strumenti effettuerà misurazioni ambientali locali nel sito di atterraggio che si trova in una pianura conosciuta come Meridiani Planum.
La missione 2016 arriverà su Marte durante il periodo in cui le stagionali tempeste di polvere globali saranno più probabili. Le misure così ottenute forniranno informazioni importanti per migliorare gli attuali modelli sul clima marziano e ad individuare i meccanismi legati alle tempeste di polvere.
Molto emozionato si dice Giovanni Pareschi, direttore dell’Inaf Osservatorio Astronomico di Brera “per questo riconoscimento a Schiaparelli, uno dei più grandi astronomi italiani, direttore dell’Osservatorio di Brera per quarant’anni nella seconda metà dell”800. Proprio da Palazzo Brera a Milano, nella sede dell’Osservatorio esiste ancora il telescopio con cui Schiaparelli ha osservato Marte, tracciando le prime mappe del pianeta rosso e facendo nascere in questo modo la moderna planetologia”.
Il nome è stato suggerito – ricorda Enrico Flamini Coordinatore Scientifico dell’ASI – per la prima volta alcuni anni fa alla conferenza Schiaparelli and his legacy organizzata a Milano e Torino, in occasione del centenario della morte e poi reiterato nel Convegno Nazionale dei planetologi italiani svoltosi a Bormio nel 2012. ASI ha immediatamente recepito questa richiesta e portata all’ESA. Su questo nome c’è stata subito convergenza e ora finalmente c’è stato l’atteso l’annuncio.