da Sorrentino | Mag 18, 2017 | Industria, Primo Piano, Servizi Satellitari
Thales Alenia Space fornirà uno strumento Argos Neo per il dimostratore nanosatellitare Angels (Argos Neo on a Generic Economical and Light Satellite). Il satellite per questa missione dell’agenzia spaziale francese CNES è in fase di costruzione da parte di Nexeya. Argos Neo è uno strumento di raccolta dati in miniatura sviluppato da Thales Alenia Space come primo contraente insieme a Syrlinks, società produttrice di strumentazione per comunicazioni radio e geolocalizzazione, come sottocontraente principale. Lo scopo di Argos Neo è di dimostrare la capacità operativa di uno strumento in miniatura complesso che offra alte prestazioni su una piattaforma nanosatellitare. Gli strumenti Argos hanno stabilito lo standard globale per aiutarci a comprendere i cambiamenti climatici, migliorare le previsioni del tempo e degli oceani, proteggere la vegetazione e il mondo animale, monitorare le risorse idriche, gestire e proteggere gli ecosistemi marini e rintracciare i navigatori nel corso di regate a lungo raggio.
“Questa soluzione, grazie al supporto di un consorzio interamente impegnato nella tecnologia avanzata e relativi prodotti, funge da ponte tra passato e futuro del sistema Argos, oltre a riflettere l’eccellenza francese nella raccolta dati via satellite. – Ha dichiarato Philippe Blatt VP della Navigazione di Thales Alenia Space di Thales Alenia Space – Thales Alenia Space è orgogliosa di essere protagonista in questo ambizioso programma.”
L’emergere di nuovi requisiti per sistemi satellitari e l’esperienza nelle soluzioni operative incentrate sui nanosatelliti porterà a un cambiamento nel panorama della raccolta dei dati satellitari negli anni a venire. Grazie all’ambizione e al supporto dell’agenzia spaziale francese, il sistema Argos e i suoi strumenti di terza o quarta generazione sono sempre stati all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. Al momento rappresenta il sistema civile con a bordo il più potente software al mondo, in grado di processare anche i segnali più deboli e di fornire accuratezza di posizionamento senza pari, essendo al contempo l’unico sistema compatibile con segnalatori ad efficienza energetica molto piccoli. Nel corso degli anni queste capacità hanno reso Argos pioniere nei sistemi di raccolta dati per lo spazio e, più in generale, pioniere nei sistemi macchina a macchina che non richiedono l’intervento umano.
Facendo leva sul suo ruolo di fornitore di processori per Argos 3 e di strumenti per Argos 4, e su questo recente contratto per lo sviluppo di Argos Neo, Thales Alenia Space è stata selezionata anche dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per condurre uno studio progettuale per il segmento spaziale del VDES Marittimo (VHF Data Exchange System), dopo aver contribuito a un numerosi studi e dimostratori per AIS (Sistemi di Identificazione Automatica) via satellite. Inoltre, Thales Alenia Space partecipa a vari progetti nel campo delle telecomunicazioni, in modo particolare con capacità 5G e IOT (Internet Of Things), compreso il primo dimostratore Argos-Neo, che è precursore e allo stesso tempo rappresenta il futuro.
da Sorrentino | Mag 16, 2017 | Industria, Primo Piano, Servizi Satellitari
Componenti 3D nello Spazio. Accade da due anni che Thales Alenia Space spedisca in orbita componenti metalliche realizzate con produzione additiva (stampa 3D). Ben 79 da aprile 2015, quando sul satellite TurkmenAlemMonacoSat è stato montato il supporto per antenna in alluminio a stampa 3D, a cui si aggiungono 350 supporti dei tubi polimerici per i sistemi di propulsione chimica. Numeri raggiunti con il recente lancio dei satelliti Telkom 3S, SGDC e KOREASAT-7, oltre ai satelliti della costellazione Iridium Next. Da aprile 2015 tutti i satelliti per telecomunicazioni realizzati da Thales Alenia Space sono dotati di supporti per antenna a stampa 3-D leggeri e adatti per riflettori.A metà Gennaio 2017, in seguito al lancio di successo dei primi satelliti Iridium NEXT, Thales Alenia Space ha anche inviato in orbita satelliti con supporti dei tubi del sistema di propulsione, la prima applicazione di produzione termoplastica additiva per il lancio.
“Thales Alenia Space continuerà in questa direzione producendo componenti sempre più grandi utilizzando questo processo che rappresenta un reale passo in avanti dal punto di vista della fabbricazione – ha dichiarato Florence Montredon, Manager per lo Sviluppo della Tecnologia di Produzione Additiva di Thales Alenia Space – “I nostri sforzi di sviluppo si stanno concentrando sulle diverse funzioni di un singolo componente, quali le funzioni meccaniche, termiche e di radiofrequenza. La sfida consiste tanto nella progettazione quanto nella produzione tecnica di per sé.”
La produzione additiva apporta vantaggi concreti ai prodotti per lo spazio. Consente, ad esempio di progettare e produrre strutture mono-componente, contrariamente ad un approccio convenzionale che implica l’assemblaggio di diversi componenti per creare una struttura. Il risultato è una riduzione significativa in termini di peso, oltre a un risparmio sui costi. Il supporto per tubi mostra perfettamente la capacità di sostituire diversi componenti con una struttura mono-componente, grazie alla produzione additiva, introducendo al contempo nuove funzioni. La produzione additiva implica anche una maggior libertà di progettazione e l’assenza di attrezzatura, che la rende la tecnologia perfetta per componenti complessi – con curve, buchi o parti cave – che sono prodotti in volumi ridotti o una tantum. Su un totale di 79 componenti, 47 hanno design diversi e sono impiegati sui satelliti sopramenzionati, dove compiono 13 diverse funzioni (alcune di questi componenti sono varianti di progettazione per una specifica funzione). I supporti per tubo sono costruiti con un polimero e sono tutti identici, 35 di questi sono impiegati su ognuno dei dieci satelliti lanciati ad oggi.
Thales Alenia Space si concentra di solito sui materiali metallici per questo processo, inclusi alluminio e titanio. La tecnica impiegata più comune è la fusione laser (LBM) su un letto di polvere metallica. Uno dei diversi laser fonde progressivamente la polvere, strato a strato, in un’atmosfera controllata. Questa tecnologia richiede un livello di esperienza di altissimo livello al fine di avere il controllo delle diverse limitazioni della progettazione e delle impostazioni complesse della “stampante”. Produrre un componente può richiedere diverse ore o anche giorni di stampa continua.
da Sorrentino | Mag 6, 2017 | Industria, Lanci, Primo Piano, Servizi Satellitari
Ariane 5 ha messo in orbita con successo i satelliti per telecomunicazioni SGDC e KOREASAT-7, realizzati da Thales Alenia Space, rispettivamente per il Brasile e per la Corea del Sud. Il lancio è avvenuto dallo spazioporto europeo Kourou, in Guyana Francese, alle 23:51 ora italiana di giovedì 4 maggio. Si è trattato della missione n. 236 del lanciatore europeo Ariane 5, supportato dai motori a propulsione solida e dalla turbopompa a ossigeno liquido sviluppati e costruiti da Avio. SGDC (Geostationary Defence and Strategic Communications Satellite) è un satellite duale (a uso civile-militare) per il cliente Visiona, joint venture tra l’azienda aeronautica Embraer e l’operatore di telecomunicazioni Telebras. Il satellite soddisferà le esigenze di telecomunicazioni satellitari sicure della difesa brasiliana e aiuterà anche a ridurre il divario digitale in Brasile. Questo programma riflette la stretta collaborazione tra Thales Alenia Space e il Brasile, includendo la formazione di 30 ingegneri brasiliani sulle tecniche dell’industria aerospaziale e l’integrazione sul satellite di un pannello realizzato dalla società brasiliana CENIC. KOREASAT-7 lanciato per il cliente sudcoreano KT Sat, fornirà l’accesso a Internet, a servizi multimediali, di trasmissione e di comunicazione fissa in Corea del Sud, nelle Filippine, in Indonesia e in India. Il satellite KOREASAT-5A è attualmente in fase di integrazione da parte di Thales Alenia Space e, successivamente, entrerà a far parte della flotta KT Sat. “Questo doppio lancio riflette l’eccellente lavoro di squadra tra Thales Alenia Space e i nostri clienti Visiona e KT SAT” – ha dichiarato Bertrand Maureau, Vice Presidente per le Telecomunicazioni di Thales Alenia Space – “Esso dimostra peraltro la nostra abilità nel realizzare campagne di lancio congiunte per clienti diversi, oltre alla pluralità dei nostri servizi, l’ampia gamma dei nostri satelliti per le telecomunicazioni e il nostro profilo di business globale”. Nell’ambito del Programma SGDC, in Italia sono sati realizzati numerosi equipaggiamenti di bordo e del sottosistema di Telemetria, Comando e Ranging operante in modalità “sicura”. Tale sottosistema è stato progettato per garantire l’operatività del satellite SGDC anche in presenza di elevati livelli di interferenze sia naturali che intenzionali (jamming) ed è costituito da una coppia di stazioni GMBB (Ground Military Base Band) installate presso i due Centri di Controllo Satellite Brasiliane e da due unità SST (Spread Spectrum Trasponder) operanti in banda Ka, installate a bordo del satellite. Telespazio per la missione SGDC ha supportato Thales Alenia Space nell’installazione, configurazione e messa in servizio delle antenne da 13 metri per le attività di TT&C nonché per gli equipaggiamenti dei centri di controllo a Brasilia e Rio de Janeiro. Il Centro Spaziale del Fucino ha gestito in coordinamento con lo stabilimento di Thales Alenia Space a Cannes, le attività di messa in orbita di entrambi i satelliti.
da Sorrentino | Mag 3, 2017 | Astronomia, Primo Piano, Programmi, Servizi Satellitari
Il telescopio di CHEOPS, la missione europea per lo studio dei pianeti di altre stelle che sarà pronta al lancio entro la fine del 2018, è stato trasferito dall’Italia a Berna, dove sarà completata l’integrazione dello strumento. CHEOPS, CHaracterizing ExOplanet Satellite, è la prima delle missioni di classe S (Small) del programma “Cosmic Vision 2015-2025” dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), destinata a misurare con precisione le caratteristiche fisiche ancora sconosciute di pianeti in sistemi planetari diversi dal Sistema Solare. Sviluppata congiuntamente con l’Ufficio Svizzero dello Spazio, il programma vede la guida dell’Università di Berna in consorzio con altri 11 paesi europei, tra cui spicca il contributo dell’Italia che ha disegnato gli specchi raccoglitori e l’ottica a ridosso del piano focale e che è stata responsabile dell’integrazione e del collaudo del telescopio, la cui struttura meccanica è stata fornita dall’Università di Berna.
Sotto la guida dell’ASI e dell’INAF, il telescopio è stato realizzato nei laboratori della Leonardo S.p.A. di Firenze, con la collaborazione di Thales Alenia Space di Torino e Medialario di Bosisio Parini. Il team italiano, di cui fanno parte anche ricercatori dell’Università di Padova e lo Space Science Data Center dell’ASI, ha contribuito alle attività scientifiche necessarie a definire i requisiti, a verificare le performance strumentali, a preparare l’analisi dei dati. Il piccolo satellite dal peso di 250 kg, inizierà la sua missione con un lancio del razzo Soyuz dalla base europea di Kourou, Guyana Francese, che lo porterà in un’orbita a 700 km di altezza con un’inclinazione di 98° rispetto all’equatore, dove opererà per almeno quattro anni.
“Fornito di un paraluce di lunghezza pari al tubo, il telescopio è stato progettato in modo di ottenere la massima riduzione della luce diffusa possibile per generare un’immagine volutamente de-focalizzata e sparpagliata su un’area di circa 765 pixel” osserva Roberto Ragazzoni dell’Osservatorio Astronomico INAF di Padova, Instrument Scientist del telescopio di CHEOPS. “In questo modo è possibile raggiungere una precisione elevatissima nelle misure fornite”.
Le misure di CHEOPS, molto precise, essendo scevre del nocivo effetto della scintillazione della nostra atmosfera, forniranno le informazioni mancanti per determinare ad esempio quale sia la struttura interna dei pianeti, se rocciosa o gassosa, oppure se vi siano nei sistemi planetari investigati altri corpi non visti in precedenza, come altri pianeti oppure lune e eventuali anelli planetari.
Una parte del tempo del satellite sarà dedicata a completare e migliorare le misure fatte dal satellite TESS della NASA, un cacciatore di pianeti che sarà messo in orbita nel 2018, e che fornirà a CHEOPS molti oggetti da investigare con maggiore precisione. “I dati raccolti aiuteranno a comprendere i meccanismi di formazione ed evoluzione delle super-terre e dei pianeti di massa nettuniana, e per identificare un numero rilevante di pianeti con atmosfere in un ampio intervallo di masse, distanze dalla stella ospite, e parametri stellari”, osserva Isabella Pagano dell’Osservatorio Astrofisico INAF di Catania, responsabile scientifico in Italia per CHEOPS. “Questi dati saranno preziosi per la programmazione delle osservazioni mirate a comprendere la composizione e la struttura delle atmosfere planetarie, uno degli obiettivi del James Webb Space Telescope (JWST) che la NASA e l’ESA lanceranno sempre nel 2018”.
“CHEOPS è solo il primo di una serie di missioni spaziali dell’ESA che cambieranno radicalmente la nostra visione dei mondi al di fuori del nostro Sistema Solare” conclude Giampaolo Piotto dell’Università di Padova, membro del Team Scientifico di CHEOPS che sta selezionando i sistemi esoplanetari che CHEOPS dovrà osservare.
“La filosofia delle missioni Small dell’ESA è realizzare esperimenti scientifici dallo spazio di costo contenuto e con una tempistica relativamente breve, ma non per questo meno ambiziosi ed importanti di altre missioni che fanno parte del Programma Scientifico” sottolinea Barbara Negri, responsabile dell’Unità Esplorazione e Osservazione dell’Universo dell’ASI.
“Fare in modo che il telescopio, una volta in orbita, garantisca le prestazioni richieste dagli scienziati ha richiesto la produzione di diversi modelli di sviluppo su cui sono stati effettuati test e verifiche all’interno di una pianificazione temporale particolarmente sfidante. Ciò ha consentito che l’ottica del telescopio sia pronta, a meno di 4 anni dall’inizio delle attività industriali” aggiunge Mario Salatti, Program Manager ASI del progetto.
da Sorrentino | Mag 2, 2017 | Industria, Primo Piano, Servizi Satellitari
Thales Alenia Space ha annunciato la costruzione di un nuovo sito a Hasselt, in Belgio, per l’assemblaggio automatizzato di celle fotovoltaiche ( PVA) sui pannelli solari per la generazione di energia. Con un budget globale di circa 20 Milioni di Euro, il nuovo sito, primo nel suo genere in Europa, intende divenire una vetrina per l’approccio produttivo Industria 4.0 di Thales Alenia Space. Il sito è complementare con le attività del centro PVA di Leonardo a Nerviano dove sono progettati e realizzati assemblaggi di pannelli fotovoltaici per i maggiori programmi dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). La nuova industria 4.0 permetterà alla Space Alliance e ai suoi azionisti di fornire soluzioni altamente competitive per l’assemblaggio fotovoltaico per tutti segmenti di satelliti. Thales Alenia Space ha deciso di sviluppare la produzione di assemblaggi fotovoltaici attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate, capitalizzando al contempo le competenze dei team che sono alla base del processo. Le nuove tecniche includono l’assemblaggio robotizzato dei pannelli, la digitalizzazione del processo produttivo con la conseguente gestione digitale dei dati e della tracciabilità, incluso i test e le verifiche online, e utilizzo di tecnologie di realtà aumentata. Persone e macchine condividono l’ ambiente lavorativo, in un connubio armonioso tra capacità fisiche e cognitive, aprendo così nuove possibilità in termini di maggiore efficienza e flessibilità. L’acquisizione e la rapida analisi dei dati provenienti da diverse sorgenti forniscono valore aggiunto e competitività: Thales Alenia Space pone attenzione alla gestione competente dei dati provenienti dai suoi processi di Ingegneria e di Produzione. L’industria spaziale sta subendo una profonda trasformazione, che comprende l’avvento di nuovi operatori e nuove iniziative che portano a un significativo cambiamento industriale. Mentre l’innovazione continua a giocare un ruolo strategico in un contesto competitivo, le società devono imprescindibilmente ottimizzare i loro processi e trasformare i piani della produzione per rispondere alle esigenze di mercato in termini di costo e ritmi di produzione accelerati.
“Con la costruzione di un centro di eccellenza di produzione automatizzata, Thales Alenia Space conferma la sua posizione all’avanguardia nell’innovazione e la sua capacità di accompagnare i propri partner nella significativa evoluzione dell’industria spaziale. Il sito sarà il primo ad essere dotato di un software automatizzato, unico al mondo per questo tipo di prodotti spaziali ” – ha dichiarato Jean Loïc Galle, CEO di Thales Alenia Space – “ Questo progetto è la messa in atto di una strategia aziendale orientata ad aumentare la nostra presenza in Europa, in piena complementarità con i siti già esistenti. Ampliamo la nostra offerta globale, trasformiamo i nostri metodi di produzione e acquisiamo la capacità di rispondere rapidamente alle necessità del mercato in veloce evoluzione nel quale operiamo”. Gli assemblaggi fotovoltaici saranno realizzati direttamente all’interno della nuova struttura di Hasselt e saranno poi integrati nei pannelli solari nello stabilimento di Cannes, in Francia.I pannelli solari sono un parte essenziale dei satelliti di telecomunicazione che imbarcano la piattaforma Spacebus realizzati da Thales Alenia Space. Gli operatori delle telecomunicazioni di oggi esigono soluzioni snelle e flessibili, prodotti innovativi e affidabili, monitoraggio in tempo reale del processo di produzione, un alto grado di tracciabilità e cicli di lavoro più brevi. Essi stanno lanciando su larga scala progetti come le mega-costellazioni che richiedono tecnologie dirompenti e implicano sfide senza precedenti sia in termini di tecnologia che di tassi di produzione. Attraverso il suo approccio Industria 4.0, Thales Alenia Space si sta preparando ad raccogliere queste sfide. La costruzione di questo nuovo sito, inoltre, si inquadra perfettamente nel piano strategico di Thales Alenia Space, che include un incremento della propria presenza in quei Paesi chiave che stanno investendo molto nel settore spaziale.
da Sorrentino | Apr 28, 2017 | Astronomia, Missioni, Primo Piano, Programmi, Servizi Satellitari
L’Italia avrà un importante ruolo scientifico e industriale nella missione Solar Orbiter, il satellite dell’Agenzia Spaziale Europea, che osserverà il Sole ad una distanza ravvicinata senza precedenti e il cui lancio è previsto nel 2019. Thales Alenia Space ha annunciato il completamento dello scudo termico del satellite Solar Orbiter, realizzato per conto di Airbus Defence and Space, e la consegna dello strumento Metis (Multi Element Telescope for Imaging and Spectroscopy) dell’Agenzia Spaziale Italiana. Solar Orbiter investigherà in dettaglio i principali fenomeni legati al Sole ed alla corona solare. Inserito nell’ orbita ellittica intorno al Sole, questo satellite così avanzato osserverà per la prima volta il Sole e il suo ambiente circostante ad una distanza molto ravvicinata Terra-Sole, inferiore alla distanza dal Sole del pianeta Mercurio. Come in tutte le principali missioni ESA di esplorazione del Sistema Solare, il puntamento del satellite sarà garantito dai sensori stellari realizzati da Leonardo.
Solar Orbiter ospiterà dieci strumenti scientifici, tra cui Metis, promosso da un consorzio scientifico internazionale a guida italiana e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, prodotto Thales Alenia Space Italia in consorzio con la società OHB Italia. Per la prima volta questo strumento davvero innovativo produrrà immagini della corona solare ad alta risoluzione in luce visibile polarizzata e nell’ultravioletto. Queste informazioni acquisite da Metis permetteranno agli scienziati di caratterizzare completamente due delle più importanti componenti del plasma della corona solare e del “vento solare” (elettroni e protoni) e di rispondere a questioni fondamentali sull’origine e sui meccanismi di riscaldamento ed accelerazione del “vento solare”, l’origine delle particelle energetiche del sole, nonché l’eruzione e la prima evoluzione della massa delle eruzioni coronali.
Lo scudo termico, interamente progettato e realizzato da Thales Alenis Space per conto di Airbus Defence and Space, sarà spedito verso il centro ESA IABG, in Germania, dove saranno eseguite le prove finali di termo-meccanica. La sfida tecnologica dello scudo consiste proprio nella sua funzione, quella di proteggere il satellite dalla intensissima radiazione solare presente ad una distanza cosi ravvicinata, creando un ambiente termico favorevole ad operare la strumentazione di bordo. Le sue dimensioni sono tali da mantenere in ombra tutto il satellite, irradiando il calore accumulato verso lo spazio profondo. In particolare, lo strato più esterno in Titanio è progettato per resistere a temperature fino a 600 ºC.
Con queste due milestone, Thales Alenia Space conferma ancora una volta il suo expertise tecnologico in missioni di esplorazione spaziale all’avanguardia. L’azienda ha già sviluppato strumenti scientifici avanzati per le missioni Planck e GOCE e fornirà sofisticati strumenti di Radio-scienza per le future missioni BepiColombo, per l’esplorazione di Mercurio, ed Euclid, per la geometria dell’“universo oscuro”.