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L’eredità di Keplero

L’eredità di Keplero

Dr. Roger C. Hunter, NASA

L’eredità della Missione Keplero e il punto sul futuro dell’esplorazione spaziale sono stati oggetto del seminario organizzato dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Napoli Federico II e dal Center for Near Space dell’Italian Institute for the Future, alla facoltà di ingegneria dell’Università Federico II di Napoli, che ha visto relatore Roger C. Hunter, direttore NASA per il programma “Small Spacecraft Technology”. Hunter è stato il program manager della famosa missione Keplero della NASA, che ha portato alla scoperta di numerosi esopianeti nella via Lattea. Il telescopio Keplero è stato lanciato nello spazio nel 2009 con un vettore Delta da Cape Canaveral ed è ancora oggi in orbita intorno al Sole puntando con sofisticati strumenti ottici un incredibile numero di stelle della nostra galassia per identificare pianeti potenzialmente abitabili con caratteristiche simili alla Terra. Ad oggi più del 70% degli esopianeti classificati è stato identificato e confermato grazie a questo telescopio.

Ad introdurre i lavori è stato il professore Raffaele Savino dell’Università di Napoli Federico II, esperto di tematiche spaziali, il quale ha ricordato come questo sia un momento particolarmente interessante per l’esplorazione spaziale in Europa e nel mondo, soprattutto dopo la positiva conclusione della missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea, che ha portato dopo un viaggio di oltre 12 anni e 6 miliardi di chilometri la sonda Philae sulla cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko, e alla vigilia della fase cruciale della missione europea ExoMars, con il distacco dell’orbiter dal modulo che attraverserà l’atmosfera marziana per poi “ammartare” sulla superficie del pianeta rosso e inviare sulla terra, attraverso l’orbiter, i dati scientifici raccolti. Altri interessanti programmi in corso negli Stati Uniti comprendono la missione Osiris-Rex, lanciata meno di un mese fa, che raggiungerà l’asteroide 101955 Bennu nel 2019 per eseguire studi ed il prelievo di campioni di materiale da riportare a terra per la successiva analisi. Senza dimenticare i programmi di cooperazione internazionale per l’utilizzo dell’orbita bassa, le iniziative commerciali tra cui i programmi di Space X e di altri privati come Sierra Nevada che stanno radicalmente cambiando la visione di accesso e utilizzo dello spazio. A seguire, Antonio Moccia, direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale della Federico II, ha sottolineato come la scuola aerospaziale napoletana abbia una lunga tradizione di attività cominciata con gli storici programmi di esplorazione polare del generale Umberto Nobile e proseguite con il prof. Luigi Napolitano, autore di numerosi esperimenti in microgravità, continuando a svolgere programmi su microgravità, aerotermodinamica e telerilevamento. L’ing. Gennaro Russo, direttore del Center for Near Space, centro di competenza dell’Italian Institute for the Future, ha posto l’accento sulla necessità di stimolare la nascita e la crescita in Italia dell’Astronautica Civile, ovvero di un settore commerciale con tanto di imprenditori privati capace di rendere lo spazio accessibile e fruibile per tutti. Per fare ciò è indispensabile diffondere il più possibile la conoscenza e la consapevolezza di ciò che significa “spazio”, e di quanto questo sia molto più raggiungibile di quanto non di creda. Ispirare i giovani ed attrarli verso le attuali attività spaziali è un must, non meno di quanto non lo sia stato agli albori dell’aviazione civile nella prima metà del secolo scorso.

kepler_0Roger Hunter ha raccontato il significato della ricerca di pianeti simili alla terra in una porzione della regione della Via Lattea più vicina a noi. Si tratta di una zona in prossimità della costellazione del Cigno dove sono state monitorate con continuità oltre 140.000 stelle. Grazie al programma Keplero, cercando periodiche diminuzioni di luminosità delle stelle, si è passati dai tre esopianeti conosciuti nel 2009 prima del lancio della sonda agli oltre 5000 candidati pianeti oggi catalogati. Molto interessante è l’aver scoperto che quasi la metà di questi pianeti è caratterizzato da una dimensione che non ha riscontro tra i pianeti del sistema solare. Quasi a dire che è il sistema dove viviamo ad essere un’anomalia!

Durante i sette anni di vita della missione fin qui passati, i tecnici e scienziati della NASA hanno dovuto affrontare dei problemi tecnici per niente insignificanti. Il fatto più eclatante è stato che due delle quattro ruote di inerzia, sottosistemi utilizzati per il controllo fine dell’assetto della sonda e quindi per il puntamento accurato del telescopio, si sono guastate a distanza di circa sei mesi l’una dall’altra. Sembrava che la missione fosse destinata a concludersi anzitempo con la perdita di ingenti risorse. E invece gli specialisti hanno trovato il modo di procedere; sfruttando il vento solare sono riusciti a garantire una sufficiente accuratezza di puntamento tale che il telescopio ha continuato a prendere immagini e raccogliere dati. Una recentissima scoperta di Keplero di particolare curiosità ed importanza è quella di un corpo celeste delle dimensioni di Giove che orbita intorno a due stelle nella costellazione del Cigno. Così, ancora una volta, la fantascienza è diventata realtà; il riferimento è ad alcune scene immaginate molti lustri fa da George Lucas nel suo Star Wars in cui la vita su un pianeta extrasolare era illuminata da due soli. Immaginate che in quella situazione, oggi dimostrata essere reale, la nostra ombra non è più sola, ha rilevato Hunter! Un altro importante aspetto evidenziato dal Dr. Hunter è il tempo. Tutte le osservazioni di Keplero sono relative ad oggetti risalenti a migliaia di anni luce di distanza; quindi, qualunque deduzione possiamo fare sull’abitabilità di eventuali esopianeti, essa é relativa a situazioni ampiamente passate. Ma molte sono le domande aperte che facilmente passano dalla sfera scientifica a quella filosofica: questi pianeti potrebbero essere (stati) abitati da specie viventi? Cosa dobbiamo pensare per specie viventi? Dato che le osservazioni basate sulla tecnologia odierna sono relative a passati assai remoti, come potrebbero essere evoluti questi altri mondi? Queste domande sono destinate a restare tali per lunghissimo tempo ancora, anche se l’umanità sta facendo passi enormi verso lo spazio e sappiamo per certo che il primo uomo e la prima donna che metteranno piede su Marte sono già nati. Dopo l’interessante presentazione dell’ospite della NASA il convegno è stato caratterizzato da un interessante dibattito fra i partecipanti con numerose domande tecniche, scientifiche e filosofiche. Siamo soli nell’universo? Quasi certamente no, ma con le tecnologie odierne non abbiamo alcuna possibilità di raggiungere il più vicino degli esopianeti rilevati. Missioni come Keplero sono costose? Certo, ma molto meno di quanto si pensi; 500 milioni di euro, ovvero una caffè e mezzo per ogni statunitense!

Il Center for Near Space incontra la NASA da sinistra: Vincenzo Torre, Roberto Paura, Gennaro Russo, Roger Hunter, Raffaele Savino

Il seminario ha rappresentato un’ulteriore dimostrazione della vivacità della comunità spaziale napoletana e della Campania che, nell’attuale tendenza dei giovani ad emigrare verso altri paesi, è un segnale evidente della necessità di ampliare la sfera di influenza non solo agli addetti ai lavori (ingegneri aerospaziali, professori, ricercatori, dottorati e studiosi Post doc) ma anche professionisti di altre discipline (fisici, architetti, umanisti), giovani in senso ampio, studenti delle scuole secondarie, entusiasti dello Spazio.

(Il Center for Near Space incontra la NASA. Da sinistra: Vincenzo Torre, Roberto Paura, Gennaro Russo, Roger Hunter, Raffaele Savino)

XIV edizione di BergamoScienza

XIV edizione di BergamoScienza

BergamoScienceCenterDa sabato 1 ottobre sedici giornate all’insegna di conferenze, laboratori, mostre e spettacoli con la presenza di scienziati di fama internazionale, tra cui il Premio Nobel per la Chimica (2011) Dan Shechtman. E’ il riassunto della la XIV edizione di BergamoScienza, che tratta la molteplicità di temi come sempre con un linguaggio divulgativo, indagandoli in modo interdisciplinare: neuroscienze, chimica, fisica, spazio, tecnologia, robotica, neurobiologia, arte, lingua e narrazione, sociologia, musica e suono. Apertura della manifestazione all’insegna dei giovani, con l’evento La Scuola in Piazza, vera e propria fiera scientifica on the road al Quadriportico del Sentierone sabato pomeriggio (dalle 14,30 alle 18,30) e domenica (dalle 10 alle 18), che vede gli studenti di 34 scuole offrire ai passanti un assaggio dei laboratori in programma per le due settimane successive. L’inaugurazione del festival coincide con quello del ciclo di conferenze, concentrate al Teatro Donizetti di Bergamo. “Manager confusi tra algoritmi e neuroscienze” è il tema del primo appuntamento aperto al pubblico, sabato 1 ottobre alle 17,30, con due uomini d’impresa: Pier Luigi Celli e Andrea Moltrasio. Sul palco per aprire la festa della scienza anche il divulgatore scientifico Luca Perri, autore di un post sulle onde gravitazionali divenuto virale su Facebook. Domenica 2 ottobre alle 14,30, di scena il chirurgo belga Benoît Lengelé, noto per aver effettuato il primo trapianto di faccia del mondo undici anni fa a Amiens, protagonista di “FACE/OFF: l’avventura scientifica del trapianto facciale e della bioingegneria”, in dialogo con il nefrologo Giuseppe Remuzzi per cercare di rispondere al difficile interrogativo: qual è la vera natura del volto umano? A seguire, alle 16,30, l’ingegnere nucleare Mario Rasetti riflette su un fatto cruciale della storia della scienza e della tecnologia contemporanea: lo tsunami dei big data. Infatti, oggigiorno, la scienza non è più spinta soltanto da nuove scoperte o teorie, ma ha a disposizione una quantità di dati senza precedenti, ancora tutti da esplorare e non sempre risultanti da esperimenti scientifici pianificati e ripetibili. Compito e sfida per gli scienziati sarà dunque trasformare questa incredibile mole di dati in informazione organizzata, in conoscenza e successivamente in sapere. Rasetti è attualmente presidente dell’ISI (Institute for Scientific Interchange).

Dopo la panoramica iniziale dei workshop scientifici regalata dalla Scuola in Piazza, a partire da lunedì 3 ottobre porte aperte ai numerosi laboratori realizzati e organizzati da oltre 50 scuole bergamasche. Al BergamoScienceCenter è stata ricreata una realtà virtuale che propone un’esperienza 3D su Marte e sulla cometa osservata dalla sonda Rosetta. Sfruttando immagini ad alta definizione, il pubblico può immergersi in un vero e proprio viaggio nello spazio. Sempre al BergamoScienceCenter è installata la mostra di immagini astroplanetarie dal titolo “Visioni cosmiche, aberrazioni spaziali”, a cura dell’Associazione culturale scientifica e spaziale Orbiter, che propone immagini ritratte dagli osservatori astronomici spaziali e terrestri, per mostrare come, nella storia delle osservazioni dei corpi celesti, gli astronomi si siano imbattuti in forme strane e singolari, ma anche gli effetti della pareidolia, che induce a riconoscere su altri pianeti forme e figure antropomorfe.

www.bergamoscienza.it

Mars Society in conferenza

Mars Society in conferenza

interno-stationStato di preparazione e prospettive dell’esplorazione umana di Marte saranno al centro della Conferenza Europea della Mars Society, che si terrà al Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo dal 14 al 16 ottobre 2016. Un appuntamento su cui convergono le attenzioni degli scienziati spaziali e che cade nei giorni precedenti la fase ultima della missione europea Exomars, di ESA e Roscosmos, che culminerà con la discesa del lander Schiaparelli sulla superficie di Marte prevista il 19 ottobre. Mars Society è l’organizzazione non profit internazionale fondata alla fine degli anni ‘90 negli Stati Uniti da Roberto Zubrin, con lo scopo di promuovere a livello politico l’esplorazione del Pianeta Rosso e sostenere le azioni volte ad acquisire le necessarie conoscenze scientifiche e logistiche propedeutiche allo sbarco di astronauti. L’assegnazione della sede di conferenza europea a Bergamo non è casuale, perché in questa provincia ha sede la Italian Mars Society (www.marsplanet.org), sezione nazionale dell’organizzazione internazionale, che progetta di realizzare un centro di ricerca spaziale, denominato Mars City (www.mars-city.org ), in Lombardia e più specificamente sul territorio orobico.

Nella giornata di apertura dei lavori interverranno il presidente di Mars Society USA, Robert Zubrin, gli astrofisici Giovanni Bignami, accademico dei Lincei, e Marcello Coradini, uno dei padri fondatori della Planetologia e dei programmi europei di esplorazione del Sistema Solare, Richard Heidman e Antonio Del Mastro, rispettivamente presidenti di French e Italian Mars Society. La seconda giornata dei lavori sarà introdotta da Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana, cui seguiranno gli interventi di Vincenzo Giorgio, amministratore delegato di ALTEC (centro di Eccellenza nazionale con sede a Torino per il supporto delle operazioni e dell’utilizzazione della Stazione Spaziale Internazionale e alle missioni per l’esplorazione spaziale), e Carlo Mirra, di Airbus Defence and Space, in relazione alle tecnologie a supporto delle missioni planetarie. Nel corso della giornata di sabato 15 ottobre spazio alle presentazioni dei progetti relativi alla mobilità sulla superficie marziana, con particolare riferimento ai rover, ai sistemi di sopravvivenza, alla biorigenerazione e alle possibili colture orticole in situ, e allo studio dei fattori umani e sociali che si accompagnano alla prospettiva di colonizzazione del Pianeta Rosso. L’ultima sessione sarà riservata a una riflessione affidata a Giovanni Caprara, presidente dell’Unione Giornalisti Italiani Scientifici e redattore scientifico del Corriere della Sera, sui programmi di avvicinamento alle missioni umane su Marte.

EMC16_logo4-640x300Nella mattinata di domenica 16 ottobre in programma un focus sulle strutture abitative e i laboratori che costituiranno i componenti delle basi su Marte (con interventi di Gennaro Russo del Center for Near Space, Valfredo Zolesi di Kayser Italia e Jean-Marc Salotti di French Mars Society), e un’ampia disamina delle tecnologie di simulazione attraverso l’impiego di sistemi di realtà virtuale avanzata, in grado di misurare la capacità di adattamento e lo stress in ambiente remoto come quello in cui gli astronauti esploratori di Marte si troveranno a operare, con illustrazione degli sviluppi e delle esperienze di Italian Mars Society e Spaceland. I lavori della European Mars Society Conference si concluderanno con una tavola rotonda sul ruolo dell’Europa nei futuri programmi di esplorazione di Marte.

Un viaggio lungo un anno

Un viaggio lungo un anno

Hyplane-Artistic-View-600x400Il Center for Near Space, centro di competenza spaziale dell’Italian Institute for the Future (IIF), ha celebrato il suo primo anno di attività con un evento svoltosi il 4 luglio alla Città della Scienza di Napoli. Il CNS è nato il 14 luglio 2015 nella cornice della Reggia di Caserta, suscitando grande interesse e partecipazione, con il duplice obiettivo di contribuire alla diffusione della cultura spaziale e stimolare nascita e crescita del settore privato dell’Astronautica Civile. La diffusione della cultura viene vista in modo innovativo al fine di far percepire sempre più al grande pubblico che lo spazio non è appannaggio esclusivo di pionieri o scienziati, ma alla portata di tutti molto più di quanto non si creda. D’altra parte, l’accesso allo spazio e il suo utilizzo non possono basarsi sui fondi istituzionali delle agenzie spaziali che sono molto più esigui di quanto non si pensi, ma devono poter far conto su una moltitudine di attori, fattori ed elementi in grado di far sviluppare un settore merceologico ad alto contenuto tecnologico.

Il CNS, così come l’IIF, non mira a prevedere il futuro né tanto meno a disegnarlo; ha invece l’obiettivo di immaginare futuri ingegneristicamente possibili. Con questo approccio, il presidente di IIF Roberto Paura ha illustrato nel corso dell’incontro l’antologia Segnali dal Futuro di recente pubblicazione, una raccolta di racconti di speculative fiction con associati saggi di approfondimento.

Il direttore generale del Center for Near Space (CNS) e vice-presidente di IIF, ing. Gennaro Russo, ha trattato del setup dell’organizzazione, dall’organigramma al regolamento, dal codice etico alle prospettive strategiche, puntando a diventare in tempi brevi un riferimento nazionale in tema di evoluzione spaziale. I progetti avviati in questo anno riguardano lo studio di un’infrastruttura spaziale di futura generazione denominata SpaceHub, e dell’accesso allo spazio “vicino” con sistemi alati (spazioplani) di piccole dimensioni che sono tecnologicamente e finanziariamente fattibili in tempi brevi e che consentono già di parlare di Turismo Spaziale 2.0. Parallelamente, il CNS ha firmato una serie di accordi con altre entità come la sezione napoletana di Euroavia, associazione europea degli studenti di ingegneria aerospaziale, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il Project Management Institute Southern Italy Chapter, Amici di Città della Scienza, Trans-Tech srl, il Distretto Aero Spaziale della Sardegna e il Distretto Tecnologico Aerospaziale della Campania (in finalizzazione). Significativa è stata l’attenzione verso gli studenti delle scuole medie superiori a cui è dedicato il progetto EduSpace ed il contest Future Low Orbit Resort (FLOR2050).

Ospite d’onore il Dr. Pietro Schipani dell’INAF Osservatorio Astronomico di Capodimonte, componente del team partenopeo responsabile dell’esperimento DREAMS che sta attualmente viaggiando verso Marte a bordo della sonda europea ExoMars, e che metterà i suoi piedi metallici sul suolo marziano il prossimo 19 ottobre. Le problematiche astrofisiche del Pianeta Rosso, le caratteristiche ed i dettagli della missione ExoMars insieme alla seconda prevista per il 2020, e la centralina meteorologica di DREAMS hanno suscitato grande interesse nel pubblico e numerose domande. Al suggerimento di predisporre i visti per Marte si è sommato quello di dare uno sguardo alle previsioni meteo marziane prima di imbarcarsi verso il nuovo mondo!

L’architetto Pica Ciamarra, noto a livello internazionale per le sue realizzazioni, ha offerto la visione del CNS su una possibile architettura spaziale futura. Il progetto Orbital Architecture (OrbiTecture) sta consentendo lo sviluppo di un concept di hub spaziale (SpaceHub). Posizionata in orbita terrestre o in un lagrangiano come parte di un villaggio spaziale ben più complesso, SpaceHub integrerà le funzione di molo di attracco ovvero nodo di interscambio per viaggi dalla Terra verso altri pianeti e viceversa, di hangar di manutenzione e costruzione in orbita, di laboratorio scientifico e di resort per le circa 100 persone sistematicamente a bordo. L’architettura è del tutto diversa dall’attuale ISS e si basa su forme molto più naturali nello spazio, come sfere ed anelli. La rotazione sul proprio asse e la giusta dimensione degli anelli consente di avere nello stesso tempo ambienti a gravità lunare ed ambienti a gravità marziana. SpaceHub è basato anche sul concetto di massima autonomia possibile in termini di produzione a bordo di cibo con la realizzazione di grosse serre e produzioni idroponiche. Questo progetto, ampiamente basato sull’impiego di fabbricazione in orbita con stampanti 3D, sarà presentato ufficialmente al grande pubblico entro la fine dell’anno.

spaceshiptwo-featheringIl Turismo Spaziale 2.0 ha visto la presentazione degli ultimi sviluppi del progetto HYPLANE, uno spazioplano da sei posti capace di raggiungere i 100 km di quota e velocità 4-5 volte superiori a quella del suono. Al salto fino a 100 km garantito dallo SpaceShipTwo di Virgin Galactic, HYPLANE contrappone la possibilità di effettuare durante uno stesso volo fino a tre salti offrendo una nuova e prolungata capacità di fare esperienze in microgravità, ma offre anche la possibilità di un trasporto intercontinentale veloce, percorrendo ad esempio la tratta Napoli-New York in meno di 2 ore e al costo non esorbitante di un biglietto di prima classe. Il progetto, ideato da Trans-Tech e Università di Napoli, ha recentemente riscosso diverso consenso tanto che sia a livello nazionale che regionale il volo ipersonico suborbitale di un velivolo piccolo è stato inserito nelle proposte di nuove strategie. E sono stati lanciati alcuni progetti collaterali fondamentalmente di tipo Educational, condotti e realizzati da giovani ingegneri e studenti universitari.

Il progetto ultimo nato è JumpinFuture, dedicato ad offrire opportunità a basso costo di assaggiare le condizioni di microgravità. Voli sportivi su aerei ultraleggeri che eseguono particolari manovre lungo traiettorie paraboliche in cui di producono fino a 5 secondi di bassa gravità. Sono state effettuate già due campagne pilota e si prevede una frequenza media di una campagna al mese. Il prossimo autunno, in occasione del Leadership Workshop di Euroavia (21-30 nov 2016), sarà organizzata una campagna europea con giovani provenienti da diversi Paesi.

L’evento di è concluso con la presentazione e la premiazione dei partecipanti al concorso FLOR2050, associato al tema Extra Terrestrial Architecture Solution del contest Scintille del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Al Team Echelon di studenti dell’Istituto Tecnico Industriale “A. Righi” di Napoli è andata la targa di primo classificato con il progetto di Pontile Gravitazionale, una terrazza magnetica per stazioni spaziali per potersi affacciare nello spazio. Al Team Sfogliatella to Mars di studenti di ingegneria della Università Federico II è andata la targa di secondo classificato con il progetto Spider Robot Suit Explorer, una sorta di esoscheletro da indossare per muoversi più facilmente sulla superficie di Marte.

 

Maturandi spaziali

Maturandi spaziali

Guidoni e SamanthaIl tema di maturità 2016 promuove le attività spaziali all’attenzione degli studenti e del mondo della scuola. Una delle tracce richiama espressamente «l’uomo e l’avventura dello spazio» nella tipologia saggio breve in ambito tecnico-scientifico, con chiaro riferimento alle esperienze di due astronauti italiani, Umberto Guidoni e Samantha Cristoforetti. Non è un caso che siano citati proprio loro due, probabilmente coloro che più di ogni altro tra gli italiani andati in orbita si sono dedicati alla divulgazione della vita e del lavoro nello spazio, approfondendo il significato dei programmi di esplorazione del cosiddetto quarto ambiente dell’uomo e l’importanza della ricerca scientifica al di fuori della Terra. Sia Umberto Guidoni che Samantha Cristoforetti hanno pubblicato libri a carattere divulgativo. Guidoni, in particolare, che nel 1996 è stato il secondo italiano nello spazio ma soprattutto nel 2001 il primo europeo a bordo della stazione spaziale internazionale, ha firmato una ricca bibliografia sulla vita in orbita e sulle future tappe dell’astronautica. Lo ha fatto rivolgendosi anche alle generazioni di giovani e giovanissimi. Lo stesso Guidoni è impegnato da anni in una serie di seminari aperti al grande pubblico che riscuotono larga partecipazione. AstroSamantha, che condotto la sua spedizione sulla ISS per 200 giorni consecutivi dal 23 novembre 2014 all’11 giugno 2015 battendo il record femminile di permanenza nello spazio, si è affidata al blog e ai social network per disseminare i contenuti della sua avventura in orbita, riassumendo in un film l’intero capitolo della missione comprendendo il lungo periodo di preparazione al lancio e i momenti salienti del volo spaziale. Proprio in vista della maturità 2016, Samantha Cristoforetti è stata intervistata nel corso dello speciale di Radio 24, intitolato “Notte prima degli esami” invitando il mezzo milione di studenti alle prese con il tema di italiano a fare del proprio meglio senza pensare che il loro futuro dipenda dal quel voto. AstroSamantha non poteva sapere che sarebbe stata oggetto di una delle tracce proposte dal Miur ai maturandi. Questo il commento di Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana: “La conoscenza dello straordinario rapporto tra l’uomo è lo spazio è ormai patrimonio di tutti. La decisione di farne una delle tracce dei temi di maturità significa che deve anche essere parte della preparazione di base dei nostri ragazzi, che sono poi tra i principali destinatari del nostro lavoro. L’impegno di un grande Paese come l’Italia per la conquista dello spazio serve a dare alle nuove generazioni la chiave del loro futuro.  È una cosa molto bella, perché è un tassello in più della promozione della cultura spaziale che è tra i compiti istituzionali dell’Agenzia Spaziale Italiana”.

 

 

Fashion design in orbita

Fashion design in orbita

Couture_in_OrbitMateriali innovativi ed estro creativo, con lo sguardo proiettato verso le immensità dello spazio e le tecnologie che da esso derivano: sono questi gli ingredienti alla base dei modelli realizzati nell’ambito del progetto “Couture in Orbit”, lanciato dall’ESA e dal Museo delle Scienze di Londra a dicembre 2015. E a cinque mesi dall’inizio di questa sfida, mirata ad abbinare arte e innovazione, la moda spaziale ha vissuto la sua consacrazione nella sfilata che si è tenuta lo scorso 25 maggio proprio al Museo delle Scienze. A impegnarsi per ideare e confezionare abiti ad alta tecnologia, ma che siano anche gradevoli nel look e di utilizzo pratico nel quotidiano, sono stati gli studenti di quattro scuole europee di moda e design, scelte nei paesi di origine degli astronauti ESA che dal 2014 in poi hanno soggiornato a bordo della Stazione Spaziale, come la nostra Samantha Cristoforetti.

L’Italia è stata rappresentata dal Politecnico di Milano, che ha un’offerta formativa specifica nell’ambito del fashion design, con particolare riferimento alle caratteristiche dei materiali, alle tecniche sartoriali e ai processi di lavorazione. Le altre scuole coinvolte sono state la Fashion Design Akademiet di Copenaghen, la Ravensbourne di Londra e l’École supérieure des arts et techniques de la mode (ESMOD) per la Francia e la Germania.

Gli aspiranti couturier hanno accolto con fervore la sfida e hanno lavorato alacremente riferendosi ai temi che l’ESA ha assegnato a ogni scuola, tratti dalle strategie dell’agenzia nei settori della sostenibilità, della tutela del clima e del riutilizzo. Tecnologia, ambiente, innovazione, salute e sport sono stati i ‘fari’ ispiratori per i giovani designer, coordinati da docenti altrettanto entusiasti e curiosi di sperimentare l’interazione alta moda-alta tecnologia. Il défilé, che ha visto lo staff del museo indossare trenta creazioni degli studenti e calcare poi la passerella, è stato introdotto da un video di saluto di Tim Peake, l’astronauta inglese dell’ESA che al momento è in orbita sulla ISS. L’evento è stato particolarmente seguito sui social network, soprattutto su Twitter dove ha spopolato l’hashtag #CoutureInOrbit.

Impressions_of_Couture_in_Orbit_at_ESMOD_Berlin_node_full_image_2Il processo creativo che ha portato la linea di abbigliamento spaziale dall’immaginario degli studenti-stilisti alla realizzazione effettiva può essere seguito sulla pagina Tumblr dedicata al progetto (cliccare qui), ricca sia di schizzi e bozzetti, sia di immagini e video dell’evento finale, dal backstage, alle prove sino alla passerella.

(fonte: Asi)