da Sorrentino | Ott 5, 2015 | Eventi Scientifici e Culturali
“La malnutrizione infantile rappresenta uno dei problemi sanitari prioritari a livello mondiale: più di 200 milioni di bambini soffrono di qualche forma di malnutrizione; circa il 45% delle morti infantili ha come causa concomitante la malnutrizione, cioè quasi la metà dei 5,9 milioni di decessi infantili sotto i 5 anni registrati nel 2015” ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera, in apertura del Convegno organizzato al Padiglione Italia di EXPO Milano 2015 su “0 to 10 Feeding – UNICEF. Nutrizione e malnutrizione, dal concepimento ai primi 10 anni di vita. Il lavoro dell’UNICEF”, in cui sono stati affrontati tre momenti importanti per la vita di un bambino da 0 a 10 anni: gravidanza e allattamento; svezzamento, verso una sana e corretta alimentazione; corretti stili di vita. L’evento è patrocinato dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e dal Ministero della Salute. Anche grazie al contributo dell’UNICEF, tra il 1990 e il 2014 i tassi di malnutrizione cronica sono diminuiti dal 39,4% al 23,8%, con i tassi di malnutrizione acuta che si attestano all’8%. Nel 2014, l’UNICEF ha fornito più di 30.440 tonnellate di alimenti terapeutici pronti per l’uso, 346 milioni di bustine di micronutrienti in polvere e 514 milioni di capsule di vitamina A, per un valore di oltre 154 milioni di dollari. Nel 2014, l’UNICEF ha fornito il 39% delle scorte di alimenti terapeutici pronti per l’uso da fornitori con sede nei paesi beneficiari dei programmi di intervento. Negli ultimi 5 anni, l’UNICEF ha investito più di 1,1 miliardi di dollari per i programmi di nutrizione in tutto il mondo.
Il Presidente di UNICEF Italia ha ricordato che dalla fine del 2010, – grazie alle generosità dei donatori italiani – sono stati sostenuti 10 progetti UNICEF contro la malnutrizione: 9 in Africa – Camerun, Ciad, Eritrea, Madagascar, Repubblica Centrafricana, Zambia, Repubblica Democratica del Congo, Costa d’Avorio – e uno in Asia, il Myanmar. Negli ultimi cinque anni UNICEF ha trasferito oltre 27,7 milioni di euro. Lo scorso anno scolastico l’UNICEF ha sviluppato e messo in pratica con 150 bambini di 7 classi elementari di 4 città (Roma, Rieti, Milano, Taranto), un progetto pilota, che ha previsto attività di laboratorio nelle mense . Per i bambini è stato fondamentale essere protagonisti del percorso alimentare, ponendosi in modo attivo nei confronti di una sana e corretta alimentazione. Il progetto verrà rilanciato quest’anno scolastico con il contributo di tipo metodologico, legato allo studio e all’attivazione di percorsi formativi efficaci da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.
da Sorrentino | Ott 4, 2015 | Astronomia, Eventi Scientifici e Culturali, Primo Piano

Nell’era dei telescopi spaziali, iniziata un quarto di secolo fa, gli osservatori terrestri continuano a svolgere una funzione di massimo rilievo nello studio dell’universo e, grazie a progetti sempre più ambiziosi e tecnologie ottiche adattive avanzate, sono destinati a diventare strumenti in grado di scandagliare con grande definizione le regioni cosmiche più profonde. Una prospettiva resa possibile dalla scelta oculata dell’insediamento. Non è un caso che l’ESO (European Southern Observatory) abbia scelto il Cile come base per installare i propri telescopi più importanti dell’emisfero australe. Il Paese sudamericano possiede infatti le condizioni climatiche ideali, in particolare nell’altopiano desertico di Atacama, sufficientemente distante dai centri urbani e dall’inquinamento luminoso, dove si contano 330 notti di cielo sereno durante l’anno. All’osservatorio di Paranal, a 2600 metri di altitudine, è installato il Very Large Telescope, il telescopio terrestre più potente del mondo, composto da quattro telescopi gemelli, ciascuno con uno specchio di 8,2 metri di diametro. Nella stessa regione cilena sorgono l’osservatorio di La Silla (specchio da 3.5 metri di diametro) e ALMA, radioosservatorio composto da 66 antenne a 5mila metri di quota.
L’astronomo Massimo Tarenghi, già project manager e poi direttore sia di Paranal che di ALMA, ne ha parlato a BergamoScienza 2015 anticipando l’appuntamento dal 5 all’8 ottobre a EXPO 2015 per celebrare il Cile “paese della astronomia”, destinato tra una decina di anni a ospitare il 70% della capacità di osservazione del cosmo profondo. Il freddo oceano Pacifico solcato dalla corrente che viene dall’Antartico e la cordigliera delle Ande che impedisce all’umidità di entrare nel Paese hanno creato nel deserto di Atacama le condizioni ideali per ammirare con eccezionale nitidezza le meraviglie della volta celeste. Inevitabile che la scelta del sito dove costruire il nuovo e potente E-ELT (European Extremely Large Telescope), che diventerà il più grande telescopio ottico del mondo, sia caduta su una sommità a 20 km ad est dell’osservatorio di Cerro Paranal, dove è posto il VLT. E_ELT avrà uno specchio principale di oltre 39,3 metri di diametro, formato da 798 segmenti di 1,45 metri di larghezza ciascuno. “Nessun telescopio può esulare dal controllo attivo degli specchi – sottolinea Tarenghi – Si tratta di adattare ogni singolo specchio in modo che l’ottica sia perfetta”. Nel caso del VLT, che ha una precisione di 5 nanometri, le correzioni sono gestite dal computer a intervalli di 60 secondi. Di fatto il telescopio ottico a terra può funzionare come fosse nello spazio, grazie alla tecnica interferometrica che, nel caso dell’avamposto ESO cileno, consente di lavorare con un diametro di 200 metri.
“L’entrata in funzione del supertelescopio E-ELT, che opererà nell’ottico e nell’infrarosso, è prevista nel 2024 – spiega Tarenghi – Esso permetterà di effettuare straordinarie scoperte scientifiche nel campo degli esopianeti, anche di tipo terrestre, della composizione di stelle appartenenti a galassie vicine e dell’Universo profondo”. Quanto al nuovo avamposto spaziale di osservazione astronomica, JWST (James Webb Space Telescope), il cui lancio è previsto nel 2018, avrà caratteristiche diverse da Hubble Space Telescope: sarà posizionato nel punto di equilibrio di Lagrange invece che in orbita terrestre e opererà con uno specchio di 6.5 metri di diametro contro i 2.4 del predecessore. Niente di paragonabile alla vita e al punto di osservazione di un astronomo che si trovi nella regione di Atacama, a cui è dato di vedere il cielo come in nessuna altra parte del mondo.
da Sorrentino | Ott 4, 2015 | Biologia, Eventi Scientifici e Culturali, Medicina
L’umanità deve prestare attenzione alla velocità con cui virus e agenti patogeni possono propagarsi da un continente all’altro, ma il rischio di pandemie devastanti come quelle che si sono manifestate dal secolo XIV a quello scorso è assai improbabile perché la scienza affina incessantemente i metodi per riconoscere e prevenire le forme potenzialmente letali. Così l’immunologo australiano Peter Charles Doherty, Premio Nobel per la Medicina 1996 per aver scoperto come il sistema immunitario riconosce le cellule infettate dai virus, il quale ha tenuto a BergamoScienza 2015 la “Rita Levi Montalcini Memorial Lecture” sottolineando la necessità di dedicare la ricerca allo sviluppo di vaccini nuovi e sempre più efficaci per contrastare le patologie virali.
Nel corso del XX secolo la popolazione mondiale è aumentata di quattro volte e in più viaggia rapidamente da un punto all’altro del pianeta, trasportando inevitabilmente agenti virali. Le figure dell’infettivologo e dell’epimediologo sono in prima linea e occorre un’allerta costante per evitare il proliferare e il propagarsi di nuovi tipi di infezioni. I virus più aggressivi e contagiosi sono quelli che si diffondono per via respiratoria. Indossare le mascherine, pratica ricorrente nei Paesi d’oriente, serve a evitare che l’individuo affetto diffonda la patologia. La pandemia di SARS, che ebbe il suo focolaio in Cina tra il 2002 e il 2003, ha provocato un numero esiguo di vittime (basti pensare che ogni anno negli USA 35mila persona muoiono di influenza) ma è costata 50 miliardi di dollari, perché la gente ha smesso di viaggiare.
Ci siamo resi conto che i pipistrelli della frutta trasportano tanti virus pericolosi: non solo la rabbia ma anche l’Ebola. Oggi potremmo scoprire un virus sconosciuto in poche settimane anziché in mesi come nel caso della SARS. Certo – osserva Doherty – se si fosse manifestata nell’era prescienza sarebbe diventata virulenta come la peste. Anche MERS, virus correlato della SARS arriva ancora dai pipistrelli della frutta, portatori di coronavirus, henipavirus, filovirus.
Il nostro sistema immunitario si basa su una capacità di difesa innata e sul sistema adattivo emerso nei vertebrati 400 milioni di anni fa. Sviluppiamo anticorpi e una memoria immunitaria di lungo termine e tutte le azioni immunitarie funzionano con le interazioni tra proteine. Abbiamo bisogno di sviluppare nuovi vaccini (per fermare il virus HIV di cui sono affette 35 milioni di persone disponiamo solo di un farmaco), ma dobbiamo fare attenzione alle patologie autoimmuni. Abbiamo cancellato il pericolo del vaiolo, siamo sul punto di eradicare la polio grazie alla grande azione planetaria del Rotary International, eppure ci ritroviamo a combattere contro ingiustificati pregiudizi che minano il piano di vaccinazione contro le malattie esantematiche facendo rischiare il ritorno del morbillo.
da Sorrentino | Ott 2, 2015 | Eventi, Eventi Scientifici e Culturali, Primo Piano
Diciassette giorni di conferenze, spettacoli, mostre e laboratori e tre Premi Nobel, Così la XIII edizione di BergamoScienza (2- 18 ottobre 2015) dopo il record di 152mila presenze del 2014.
Si parte con Peter Charles Doherty, immunologo australiano, Premio Nobel per la Medicina (1996) per i suoi studi sulla specificità della difesa immunitaria, poi invitato a tenere la 3° Levi Montalcini’s Memorial Lecture in onore della grande scienziata già presidente onorario di BergamoScienza. Altrettanto attesi il Premio Nobel per la Chimica (1991) Richard Robert Ernst, che ha contribuito allo sviluppo del metodo spettroscopico ad alta risoluzione della risonanza magnetica nucleare, e il Premio Nobel per la Fisica (2010) Konstantin Novoselov, scopritore del grafene.
Sul tema dell’astronomia e dello spazio da segnalare la conferenza di Paolo Salucci della SISSA di Trieste su materia oscura wormholes traversabili, cioè di ipotetici tunnel tra regioni lontane della galassia, quella di Massimo Tarenghi, astronomo, emerito dell’ESO, e il capitolo finale dedicato alla ricerca della vita extraterrestre con Barry Goldstein, manager della missione NASA CLIPPER, svelerà i segreti di questo affascinante viaggio spaziale su Europa, satellite di Saturno.
14 miliardi di anni di storia in 80 minuti è il viaggio proposto dallo scrittore Antonio Pascale e dall’astrofisico Amedeo Balbi nella conferenza/spettacolo “Dal Big bang alla civiltà, in sei immagini”. L’ottica del disordine, gli esperimenti ottici che riescono a spiegare fenomeni fisici complessi, le applicazioni che vanno dalle immagini di parti del corpo umano, al miglioramento delle celle solari, e nuove sorgenti luminose sono gli argomenti della conferenza di Diederik Sybolt Wiersma (Dipartimento di Fisica e Astronomia, Università degli Studi di Firenze) “Luce sul disordine”. Il festival chiude con la lectio del Premio Nobel Konstantin Novoselov “Materiali a Flatlandia”, in cui il fisico parlerà della sua ricerca sul grafene, il primo materiale in assoluto a due dimensioni, che gli è valsa il Premio Nobel per la Fisica nel 2010.
Sono più di 100 i laboratori di sperimentazione scientifica che spaziano dalla matematica alla biologia, dalla robotica alla geometria, che avranno luogo negli spazi più belli e nelle scuole di città e provincia. Sono stati progettati da 48 scuole, grazie all’impegno di più di 240 insegnanti e di oltre 1500 studenti che offriranno la loro sapiente guida ai partecipanti.
Novità di questa edizione è l’apertura del BergamoScienceCenter, nuova sede dell’Associazione BergamoScienza, un centro permanente di scienza sempre aperto a tutti, un luogo d’incontro e aggregazione dove fare divulgazione e sperimentare, per dare vita a un progetto di scienza continuativo, rivolto a studenti, scuole e cittadini.
da Sorrentino | Ott 1, 2015 | Attualità, Eventi Scientifici e Culturali, Primo Piano
Il Sopravissuto – The Martian, la nuova pellicola di Ridley Scott che rilancia il filone dell’avventura spaziale dopo Gravity e Interstellar, approda nelle sale cinematografiche dopo una speciale anteprima nella sede dell’Agenzia Spaziale Italiana alla presenza del ministro Stefania Giannini dell’astronauta Samantha Cristoforetti e del presidente Roberto Battiston. Un film e una trama certamente diversi, che ripercorrono fedelmente il romanzo omonimo pubblicato nel 2011 a firma del biologo Andy Weir. La traduzione cinematografica, sostenuta e supervisionata dalla NASA, descrive uno scenario che vuole apparire un capitolo di scienza ma concede qualcosa con gli inevitabili sconfinamenti nella fantascienza. Detto di Matt Damon, bravo a interpretare il protagonista Mark Watney un anno dopo Interstellar, avendo sempre a fianco Jessica Chastain, gli addetti ai lavori sono consapevoli che si tratta di un racconto costruito per farci amare il Pianeta Rosso visto come frontiera anche con i suoi aspetti ostili. Il sopravvissuto su Marte non è il Jim Lovell di Apollo 13 ma un essere umano che resiste a un ambiente inospitale come quello del pianeta più simile alla Terra. In una delle recensioni postate dalla critica cinematografica, che hanno preceduto l’uscita dl film, si riconosce l’abilità nel riuscire a filtrare in modo intelligente l’impostazione scientifica del romanzo, In The Martian non può che prevalere la drammatizzazione della vicenda in perfetto stile hollywoodiano. Watney diventa un intelligente botanico spaziale che si organizza e non cede al panico, accettando la sfida impossibile. Il merito maggiore del film di Ridley Scott è tenere viva l’attenzione sulla frontiera dell’esplorazione interplanetaria. Il romanzo di Andy Weir nasce dal voler dimostrare come un astronauta abbandonato sulla superficie di Marte, conoscenze tecnologiche alla mano così come con la strumentazione che potrebbe essere disponibile quando l’uomo approderà sul Pianeta Rosso, possa sopravvivere un tempo piuttosto lungo, un anno e mezzo nel caso specifico, in attesa di essere salvato da una nuova missione. E lo fa con una sorta di manieristica attenzione ai dettagli, restando in buona parte dentro la scienza, anche se appare azzardato definire il film un’opera di divulgazione scientifica.
da Sorrentino | Set 18, 2015 | Eventi, Eventi Scientifici e Culturali, Politica Spaziale, Primo Piano
La città di Milano ospita in esclusiva dal 18 settembre al 4 ottobre 2105 presso i Giardini Indro Montanelli la mostra europea itinerante “European Space Expo”. L’esposizione ha già raccolto 800mila visitatori in 28 città europee. L’obiettivo è di quello di illustrare – attraverso display interattivi, educativi e ludici appositamente realizzati – come lo spazio, nonché le attività e le applicazioni spaziali, abbiano ripercussioni dirette sulla vita quotidiana dei cittadini europei. L’esposizione spaziale europea è organizzata dalla DG Growth– la Direzione generale del Mercato Interno, dell’Industria, dell’Imprenditoria e delle Pmi della Commissione europea, in collaborazione con l’Agenzia del GNSS europeo (GSA), l’Agenzia spaziale europea (ESA), i programmi spaziali europei EGNOS, Galileo e Copernicus. L’edizione di Milano si sviluppa in partenariato con il Comune di Milano, EXPO in Città, l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Aeronautica Militare e Thales Alenia Space e Telespazio.
All’inaugurazione hanno partecipato, tra gli altri: Antonio Tajani, primo Vice Presidente del Parlamento Europeo, Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano, Roberto Maroni, Presidente Regione Lombardia, Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria, Philippe Brunet, Direttore della Commissione europea responsabile per la Politica spaziale, Copernicus e difesa, Carlo des Dorides, Direttore esecutivo Agenzia europea GSA, Volker Liebig, Direttore dei Programmi di Osservazione della Terra dell’Agenzia spaziale europea (ESA), Alessandro Aresu, Consigliere Agenzia Spaziale Italiana, Donato Amoroso, Amministratore Delegato Thales Alenia Space Italia, Antonio Preto, Commissario AGCOM, Giancarlo Caratti, Vice Commissario Generale Padiglione Unione europea EXPO 2015, Fabrizio Spada, Direttore dell’Ufficio di Milano della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Padrino dell’evento Paolo Nespoli, Astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, che volerà per la sua terza missione in orbita nel 2017 a bordo della stazione spaziale internazionale.
Grazie al ricco materiale esposto, si scoprono le diverse applicazioni delle tecnologie satellitari. Attraverso esempi tratti dalla vita di tutti i giorni, viene illustrati come le tali tecnologie siano in grado di contribuire alla protezione dell’ambiente, monitorare il cambio climatico, fornire aiuto nel gestire situazioni di emergenza (causate da disastri naturali o industriali), ma anche supporto alle missioni di aiuto umanitario e aumentare la sicurezza dei cittadini Europei ed infine di aumentare l’ l’efficienza di agricoltura e acquacoltura. Grazie agli investimenti in programmi faro dell’UE, come Galileo e Copernicus, (già GMES, monitoraggio globale per l’ambiente e la sicurezza), i cittadini europei beneficeranno di numerosi servizi e applicazioni, che creeranno opportunità sui mercati mondiali e contribuiranno alla creazione di posti di lavoro nonché alla crescita economica. Con Galileo l’Europa è oggi più vicina al suo sistema di navigazione satellitare intelligente, che apporterà numerosi benefici alle nostre economie e alle nostre vite quotidiane. A partire dal 2016 la nuova costellazione di satelliti consentirà di migliorare una serie di servizi il cui corretto funzionamento dipende sostanzialmente dalle tecnologie di navigazione satellitare: dai navigatori satellitari per le automobili, che diventeranno più precisi, alla gestione efficace dei trasporti su strada, ai servizi di ricerca e salvataggio, alle operazioni bancarie, che saranno più sicure, all’affidabilità della fornitura di elettricità. Il mercato delle applicazioni globali di navigazione satellitare raggiungerà un giro d’affari di 240 miliardi di euro entro la fine del decennio: il 7 % del prodotto interno lordo – pari a 800 milioni di euro – dipenderà dai sistemi di navigazione satellitare. Studi indipendenti hanno evidenziato che Galileo potrebbe contribuire all’economia europea in ragione di un massimo di 90 miliardi di euro durante i suoi primi 20 anni di attività. Copernicus è il programma di osservazione della terra dell’ Unione europea che utilizza dati raccolti dai satelliti, nonché strumenti di misurazione terrestri, contribuendo alla protezione dell’ambiente e alla sicurezza dei cittadini. I servizi Copernicus supportano una vasta gamma di applicazioni ambientali e di sicurezza, tra cui il monitoraggio del cambiamento climatico, lo sviluppo sostenibile, i trasporti e la mobilità, la pianificazione regionale e locale, la sorveglianza marittima, l’agricoltura e la salute garantendo al tempo stesso ai cittadini preparazione e protezione in caso di crisi e catastrofi naturali o provocate dall’uomo. Secondo l’OCSE, il mercato mondiale dei dati commerciali di osservazione della Terra potrebbe raggiungere i 3 miliardi di euro nel 2017. Si prevede che Copernicus genererà benefici per un valore pari ad almeno dieci volte gli investimenti consentiti. Attualmente l’industria spaziale europea registra un fatturato annuale di 5,4 miliardi di euro e occupa una manodopera altamente qualificata, garantendo oltre 31,000 posti di lavoro.
L’ingresso è gratuito. L’esposizione è accessibile nei seguenti orari: da lunedì a venerdì 9-20; sabato e domenica 10-21.
E’ richiesta la prenotazione per gruppi scolastici: https://spaceexpo.spacetecpartners.eu/
In calendario il 28 settembre il seminario per le scuole dal titolo “Studiare il mare attraverso i dati previsionali: che mare farà?”.