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La NASA pronta a ripartire verso la Luna, cinquant’anni dopo l’ultima missione umana di Apollo 17. Stavolta non con obiettivo di conquista, ma per farvi ritorno e realizzare una base permanente in orbita e sulla superficie selenita. Un primo passo verso un programma di esplorazione dello spazio destinato a portare l’uomo su Marte. Data storica quella del 29 agosto 2022. Allo Space Launch System (Sls), il più grande razzo mai costruito, alto 111 metri e dal diametro di 8,4, spinto da propellente a idrogeno e ossigeno liquido, il compito di lanciare sulla traiettoria lunare la capsula Orion. La prima missione del programma Artemis si svolge senza equipaggio e serve a testare tutte le fasi del volo, così come le tecnologie sviluppate anche da Europa e Italia. A tale proposito, il direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, Josef Aschbacher ha sottolineato in un tweet che si tratta di un momento storico per l’Europa, con l’ESA che partecipa alla realizzazione del Modulo di Servizio europeo (Esm) della capsula Orion, alcuni elementi del quale sono stati realizzati in Italia dalla Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), così come alla futura stazione spaziale in orbita lunare, Lunar Gateway. Il tutto finalizzato allo sbarco e dunque al ritorno del genere umano sulla Luna entro il 2025. A scendere per prima sarà una donna, ma è prevista anche la presenza nelle future missioni di tre astronauti europei destinati a raggiungere l’orbita lunare, con la possibilità di camminare sulla Luna.

Luca Parmitano, astronauta italiano dell’ESA che si trova in Florida per assistere al lancio della missione Artemis 1 insieme ai colleghi Thomas Pesquet e Alexander Gerst, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’agenzia Ansa, descrivendo l’atmosfera che si vive al Kennedy Space Center, dove – ha detto – “c’è la sensazione che stiamo per assistere a qualcosa di straordinario che cambierà la storia”. “Per tutti quelli come me e anche più giovani che non hanno assistito all’esperienza del programma Apollo, questo è l’inizio di una nuova esperienza esplorativa che sarà molto più complessa e avvincente, perché pensata in modo internazionale e con finalità diverse”, ha sottolineato Parmitano, con riferimento all’obiettivo di creare un avamposto lunare. “Questo ritorno sulla Luna non sarà una semplice ripresa di quello che è successo negli anni Sessanta e Settanta, ma davvero un nuovo inizio. Per la mia generazione di astronauti il successo di questo lancio significherebbe la possibilità per alcuni di noi di avere un’esperienza mai vissuta da un europeo: quella di essere parte di un equipaggio che andrà intorno alla Luna e in futuro vedere addirittura una bandiera europea sulla superficie lunare”.

(photocredits: NASA)