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L’emozione ha preso il volo alle 10:31 ora italiana dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakhistan, quando il razzo russo Proton Breeze M si è sollevato dalla rampa di lancio trasportando nella sua ogiva la sonda europea Exomars e il lander Schiaparelli. E’ iniziata così la missione dell’Agenzia Spaziale Europea, congiunta con Roscosmos, destinata a culminare con l’arrivo nell’orbita del pianeta rosso il 16 ottobre 2016, dopo sette mesi di viaggio lungo 496 milioni di km, e lo sgancio del modulo di “ammartaggio” che toccherà il suolo il 19 ottobre eseguendo una manovra automatica di discesa, a partire da una quota di 120 km, frenata prima dal sistema di paracadute e poi da nove piccoli retrorazzi a idrazina, suddivisi in tre cluster, ma soprattutto guidata dal computer di bordo e dal radar altimetro che rileverà l’altezza, comandando lo spegnimento dei motori a poco meno di due metri dalla superficie. A quel punto lo scudo protettivo, che avrà preservato la preziosa strumentazione del modulo Schiaparelli, farà anche da attenuatore dell’impatto, ridotto anche per effetto della gravità marziana che è un terzo di quella terrestre. L’arrivo sarà nel pieno della stagione delle tempeste di sabbia e la stazione meteolorogica, denominata Dreams e che ha come principal investigator l’italiana Francesca Esposito dell’Istituto di Astrofisica di Capodimonte, permetterà di studiare il vento e le polveri che, interagendo tra loro, provocano scariche elettriche. Un altro strumento, denominato Amelia, rileverà la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera durante la fase di discesa e i dati saranno elaborati dal Cisas di Padova. Alla sonda madre Exomars, che passerà progressivamente, da un’orbita ellittica a una circolare a 400 km di quota, la funzione di analizzare le sorgenti di metano oltre che fungere da ripetitore dei segnali tra il lander e le stazioni di Terra. C’è tanta Italia nella prima tappa dell’avventura europea su Marte, che ha l’obiettivo di studiarne l’atmosfera e dimostrare la fattibilità di diverse tecnologie fondamentali per l’ingresso in atmosfera, discesa e atterraggio sul pianeta. Un programma che coinvolge 300 addetti alla Thales Alenia Space di Torino e in totale 5mila con l’indotto industriale e scientifico.

ExoMarslaunchTecnicamente il successo del lancio e l’inizio del viaggio coincidono con l’avvenuta separazione dell’ultimo stadio del veicolo e l’acquisizione del segnale, alle 22:28 ora italiana. Il programma ExoMars è frutto di una cooperazione internazionale tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Russa (Roscosmos), fortemente sostenuto anche dall’ Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Il programma è sviluppato da un consorzio Europeo guidato da Thales Alenia Space Italia che coinvolge circa 134 aziende spaziali dei Paesi partner dell’ ESA. Thales Alenia Space Italia, prime contractor del programma ExoMars, è responsabile della progettazione di entrambe le missioni 2016 e 2018. Il veicolo che ha iniziato il viaggio verso il Pianeta Rosso è composto dal modulo orbitante, chiamato TGO “Trace Gas Orbiter”, integrato presso lo stabilimento Thales Alenia Space di Cannes e dal modulo di discesa chiamato EDM “Entry descent landing Demonstrator Module”, interamente costruito nelle speciali camere pulite di Thales Alenia Space di Torino, appositamente realizzate per preservarlo da contaminazioni batteriologiche pericolose per la sua delicata missione. Quest’ultimo modulo è chiamato Schiaparelli in onore di Giovanni Virginio Schiaparelli, una delle più grandi figure dell’ astronomia Italiana dell’800, a cui si devono le osservazioni di Marte condotte dal 1866 al 1890 all’Osservatorio di Brera.