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perihelion_630x360Alle 4:03 ora italiana di giovedì 13 agosto la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ha raggiunto il perielio, vale a dire il punto di massimo avvicinamento al Sole, alla distanza di 186 milioni di km. E per la prima volta nella storia dell’esplorazione del sistema solare, gli strumenti a bordo della sonda Rosetta hanno consentito di acquisire immagini uniche a una distanza di 327 km dal nucleo cometario. Siamo ai massimi livelli di intensità di emissione dei getti ghiacciati che, per effetto del crescente riscaldamento provocato dalla radiazione solare, si addensano formando la chioda e la coda, che secondo le osservazioni effettuate dai telescopi terrestri si estende per oltre 120mila km. Dal momento del rendez-vous siderale, avvenuto il 6 agosto 2014, la sonda Rosetta ha viaggiato a fianco della cometa per 750 milioni di chilometri. I responsabili delle operazioni di volo dell’ESA hanno fatto allontanare la sonda Rosetta a una distanza di sicurezza dalla cometa per evitare che le polveri interferissero con i sistemi di navigazione compromettendo la missione. Si stima, infatti, che il nucleo rilasci quasi una tonnellata di polvere al secondo. I dati raccolti da Rosetta mostrano che la cometa emette fino a 300 kg di vapore acqueo al secondo, circa mille volte più di quando è stata intercettata dalla sonda.

La temperatura media sulla superficie della cometa, che era intorno ai -70° C all’arrivo di Rosetta a sopra lo zero Celsius, è destinata a raggiungere il suo picco nel mese di settembre 2015 attestandosi qualche decina di gradi sopra lo zero. Intanto prosegue la mappatura geologica e chimico-fisica della cometa, che, una volta allontanatasi dal sole, potrà essere analizzata per evidenziarne le trasformazioni subite per effetto della forza influenza della radiazione solare. Non va dimenticato che il lander Philae è sempre ancora sulla superficie cometaria, con la fondata speranza di riprendere le osservazioni scientifiche in situ. Intanto, grazie a Philae, entrato in stand-by il 9 luglio 2015, si sa che la superficie della cometa 67/P è ricca d’idrogeno, ossigeno, carbonio e molecole organiche.