Non c’è che dire. Le affinità tra il mese di marzo è il pianeta Marte sono evidenti. In pieno countdown per la partenza di Exomars, il programma di esplorazione lanciato dall’Europa con il supporto dell’agenzia spaziale russa, la NASA festeggia il decimo anniversario dell’arrivo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter intorno al Pianeta Rosso. Era il 10 marzo 2006 quando MRO entrava in orbita e da allora ha contribuito in modo rilevante ad accrescere il bagaglio di conoscenze del pianeta dal punto di vista climatico e geologico. Lanciata da Cape Canaveral il 12 agosto 2005 a bordo di un vettore Atlas V, MRO ha raggiunto la sua destinazione in poco meno di sette mesi di viaggio. In dieci anni, a una quota compresa tra il 250 e i 316 km, ha completato 45mila orbite. Dotata di una mezza dozzina di strumenti, la sonda ha contribuito a delineare caratteristiche e dinamiche di Marte, soprattutto in relazione alla presenza nel passato di acqua in superficie e della comparsa di rigagnoli a intervalli legati alle stagioni. Inoltre, MRO ha mappato le strutture geologiche sotterranee e analizzato l’atmosfera studiando clima e meteorologia del pianeta. I dati raccolti da MRO hanno consentito di ricostruire le ere geologiche marziane. Le osservazioni condotte sulle superfici più antiche mostrano che sono esistiti diversi tipi di ambienti in cui era presente l’acqua, alcuni di essi con condizioni più favorevoli ad accogliere la vita.
In tempi più recenti, l’acqua è passata allo stato di vapore tra i depositi di ghiaccio polare e quelli di neve e ghiaccio a latitudini più basse, creando dei fenomeni connessi a cambiamenti ciclici simili a quelle delle ere glaciali sulla Terra. Il pianeta odierno, infine, è caratterizzato da una notevole e varia attività dinamica, che include crateri di recente formazione, valanghe, tempeste di polvere, gelate stagionali e scioglimento di strati di biossido di carbonio, e, durante l’estate marziana, il gocciolamento di acqua salmastra.
La sonda, che ha largamente superato il periodo di funzionamento minimo previsto, invia settimanalmente alla stazione di controllo della missione al Jpl di Pasadena una grande quantità di dati, svolgendo anche un prezioso lavoro di valutazione delle zone più adeguate ai futuri sbarchi di veicoli automatici.