Partito alla volta della Stazione spaziale internazionale l’osservatorio CALET, CALorimetric Electron Telescope, a cui l’Italia ha fornito un grande contributo scientifico e tecnologico. Si tratta di una missione scientifica della JAXA, l’agenzia spaziale giapponese, realizzata in collaborazione con Agenzia Spaziale Italiana (ASI ) e la statunitense NASA. Il lancio è avvenuto mercoledì 19 agosto dalla base spaziale nipponica di Tanegashima a bordo del Cargo HTV5. Calet va ad affiancarsi all’altro grande osservatorio, AMS-02, installato sulla Stazione nel 2011. Una volta ancorato sulla piattaforma esterna JEM-EF del laboratorio giapponese Kibo, inizierà la sua attività, prevista per la durata di almeno cinque anni, di ricerca e di studio della materia oscura, lo studio dei spettri dei nuclei di origine cosmica e la rivelazione dei gamma-ray, ovvero dei lampi di luce di altissima energia ed intensità emessi nel corso di fenomeni particolarmente violenti che hanno luogo in alcune sorgenti astrofisiche.
“La missione CALET riveste un grande interesse – ricorda Barbara Negri, responsabile Unità osservazione ed esplorazione dell’universo dell’Agenzia Spaziale Italiana – non solo per gli aspetti scientifici, ma anche per quelli tecnologici, che sono estremamente avanzati. La partecipazione a questo progetto internazionale dell’agenzia spaziale giapponese JAXA vede coinvolti istituti scientifici italiani e industria nazionale, e rappresenta un’importante ricaduta per le attività spaziali portate avanti nel nostro Paese”.
“Si tratta di un sofisticato apparato sperimentale in grado di identificare le particelle e i fotoni di alta energia che provengono dal cosmo – spiega il Prof Pier Simone Marrocchesi dell’Università di Siena e INFN-Pisa responsabile scientifico della partecipazione italiana a CALET e co-Principal Investigator della collaborazione internazionale. Da anni si sospetta che gli elettroni di alta energia che raggiungono la Terra siano accelerati da una o più sorgenti astrofisiche relativamente “vicine” (a distanza di qualche migliaio di anni luce). CALET potrebbe essere in grado di effettuare per la prima volta la loro identificazione studiando lo spettro in energia degli elettroni al di sopra di 1 TeV.”
Oltre all’Università di Siena, capofila della partecipazione italiana alla missione CALET, finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana, fanno parte del team italiano ricercatori delle università di Pisa, Firenze, Padova, Tor Vergata e del IFAC-CNR di Firenze. L’esperimento CALET gode dello status di Recognized Experiment presso in CERN di Ginevra che ha fornito fasci di particelle accelerate per le calibrazioni dello strumento.









