da Sorrentino | Apr 10, 2020 | Attualità, Industria, Missioni, Primo Piano
La sonda BepiColombo, frutto della collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea e l’Agenzia spaziale giapponese Jaxa nell’ambito della missione di esplorazione del pianeta Mercurio, ha effettuato alle 6:25 del mattino ora italiana il previsto passaggio ravvicinato alla Terra, dopo il lancio avvenuto il 20 ottobre 2018. Il cosiddetto flyby, che ha visto il transito della sonda a 12.677 km di distanza dalla superficie terrestre, è il primo dei nove sorvoli ravvicinati consentirà a BepiColombo di rallentare leggermente la sua corsa cambiando traiettoria puntando verso il Sistema solare centrale con l’obiettivo di raggiungere Mercurio nel dicembre 2025, dopo un viaggio di oltre sette anni. A causa delle misure di distanziamento sociale adottate in tutta Europa come risposta alla pandemia da nuovo coronavirus, le operazioni verranno seguite da un numero limitato di ingegneri e tecnici presso il Centro operativo spaziale europeo (ESOC) dell’ESA a Darmstadt in Germania. La missione BepiColomo vede il forte contributo dell’Italia che, grazie al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana e al contributo scientifico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, ha realizzato 4 dei 16 strumenti/esperimenti a bordo più una collaborazione internazionale.
BepiColombo si compone di due sonde, l’europea Mercury Planetary Orbiter (Mpo) e la giapponese Mercury Magnetospheric Orbiter (Mmo), che viaggiano a bordo di un modulo trasportatore, il Mercury Transfer Module (Mtm), che utilizzerà una combinazione di propulsione ionica e chimica in aggiunta a numerose spinte gravitazionali durante il lungo percorso. Oltre a quello intorno alla Terra, BepiColombo effettuerà altri due voli ravvicinati attorno a Venere, previsti a ottobre 2020 e ad agosto 2021, e sei attorno Mercurio prima di passare alle cruciali manovre di frenata e posizionamento orbitale.
A livello industriale un ruolo centrale ha avuto Thales Alenia Space coordinando coordinato il lavoro di 35 diverse società europee, sviluppando i sistemi di telecomunicazione, controllo termico e distribuzione dell’energia elettrica, insieme all’integrazione e al testing del Mercury Planetary Orbiter (MPO), del Mercury Transfer Module (MTM) e del satellite completo sino alla conclusione della campagna di lancio. Thales Alenia Space ha inoltre fornito il Transponder per lo Spazio Profondo (DST) in banda X e Ka, il computer di bordo, la memoria di massa e l’antenna ad alto guadagno, una parabolica orientabile di 1,1 metri da utilizzare per le comunicazioni satellite-terra, oltre che per l’esperimento di radio scienza della missione. Questa antenna a doppia banda deriva dall’antenna sviluppata per la missione Cassini-Huygens, un grande successo nell’avvicinarci a comprendere i misteri di Saturno. I diversi team di Thales Alenia Space impegnati nella missione hanno anche fatto squadra con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Università la Sapienza di Roma nello sviluppo di due payload scientifici: l’accelerometro ultra-sensibile ISA e l’esperimento di radioscienza MORE. Entrambi verranno utilizzati per lo studio del pianeta, così come per la conduzione di ulteriori test inerenti alla teoria della relatività di Einstein. Il Centro Europeo delle Operazioni Spaziali (ESOC) ha confermato che gli strumenti sono in ottime condizioni e pronti all’azione.
da Sorrentino | Apr 9, 2020 | Lanci, Missioni, Primo Piano, Stazione Spaziale
Dal cosmodromo russo di Baikonur, in Kazakhstan, è stato eseguito con successo il lancio della navetta Soyuz MS-16 diretta alla Stazione spaziale internazionale. A bordo, l’equipaggio di Expedition 63 composto dall’astronauta della Nasa Chris Cassidy e dai cosmonauti Anatoly Ivanishin e Ivan Vagner dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, la cui missione durerà 196 giorni, con rientro a terra previsto il 22 ottobre. Si è trattato del primo lancio di una navetta con equipaggio portata in orbita dal nuovo razzo vettore Soyuz-2.1a, primo veicolo spaziale costruito unicamente con componenti di fabbricazione russa, impiegato lo scorso agosto in un volo di prova. Finora le navette Soyuz erano state lanciate con il razzo Soyuz-FG dotato di sistema di controllo ucraino.
Ad attendere il nuovo equipaggio, a bordo della stazione spaziale internazionale, ci sono il comandante russo Oleg Skripochka, subentrato a Luca Parmitano il 5 febbraio 2020, e gli americani Andrew Morgan e Jessica Meir, che rientreranno sulla Terra il 17 aprile. Chris Cassidy, che fece parte dell’equipaggio in occasione della prima missione di Luca Parmitano nel 2013 a bordo della Iss, accoglierà insieme a Ivanishin e Vagner i gli astronauti della Nasa Bob Behnken e Doug Hurley che a fine maggio raggiungeranno il complesso orbitale con la missione SpaceX Demo-2. Si tratterà del primo volo umano nello spazio con lancio dagli Stati Uniti dopo il pensionamento degli Space Shuttle nel 2011.
da Sorrentino | Apr 8, 2020 | Astronomia, Primo Piano
Lo spettacolo della Superluna si è palesato nella serata del 7 aprile, quando l’orologio astronomico ha fatto coincidere la luna nella fase piena con la sua minore distanza con la Terra. Il perigeo si è verificato alle 20,10 del 7 aprile, quando la distanza si è ridotta a 356.908 chilometri contro la media di 384.000 chilometri. Ogni anno questo fenomeno, che genera la visione del disco lunare del 7% più grande della media e del 15% più luminoso, si manifesta dalle quattro alle sei volte. La terza del 2020 si è rivelata anche la più grande e brillante. La distanza della Luna dalla Terra varia ogni mese ed è compresa approssimativamente fra 356 410 km e 406 740 km a causa dell’eccentricità orbitale della Luna rispetto alla Terra. Il cielo limpido serale del 7 aprile ha favorito una visione di straordinario impatto e regalato scatti meravigliosi. Come quello del fotografo Alberto Mariani. Per attender una Superluna altrettanto grande e brillante bisognerà attendere il 21 gennaio del 2023, sperando ovviamente in un cielo libero da nubi.
da Sorrentino | Mar 26, 2020 | Attualità, Eventi, Primo Piano, Stazione Spaziale
L’Agenzia Spaziale Europea ha promosso dalle 16 alle 21 di giovedì 26 marzo un evento online su ESA WebTv e su ESA YouTube, in collaborazione con il suo partner Asteroid Day, per aiutare tutti coloro che sono in isolamento e distanziamento sociale, a godere della scienza, del nostro pianeta, e dei nostri sogni del cielo sopra di noi.
Si tratta di #SpaceConnectsUs – un’opportunità per comunicare attraverso i confini e sentire da esploratori dello spazio, artisti e scienziati come comportarci e come gestire il nostro ambiente mentre le comunità combattono una pandemia globale.Il programma include collegamenti da remoto con astronauti e ospiti da tutto il mondo, per parlare ai bambini, ai giovani e alle loro famiglie delle loro esperienze e tecniche in spazi confinati, di lezioni di vita dall’esplorazione spaziale, della loro fiducia nella scienza e delle loro fonti di ispirazione. Il programma è stato impostato in cinque segmenti linguistici con inizio alle ore 16:00 in olandese, seguito dal tedesco (alle 17:00), italiano (18:00), francese (19:00) e inglese (20:00).
Per saperne di più visita la pagina:
http://www.esa.int/Space_in_Member_States/Italy/Gli_astronauti_a_SpaceConnectsUs_per_offrire_ispirazione_durante_l_isolamento

da Sorrentino | Mar 12, 2020 | Industria, Missioni, Primo Piano, Programmi
Il lancio del rover ExoMars verso Marte, previsto per luglio 2020, slitta a ottobre 2022. Lo ha annunciato in una conferenza via streaming Jan Wörner, direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea. Il rinvio si è reso necessario a causa di problemi critici emersi durante i test con i paracadute ed è stato condiviso con l’agenzia spaziale russa Roscosmos.
Il rover, denominato Rosalind Franklin, è stato completato negli stabilimenti di Thales Alenia Space a Torino e sarebbe pronto al lancio, ma i due grandi paracadute del rover, indispensabili a garantire l’atterraggio morbido del lander sul pianeta rosso, necessitano di ulteriori modifiche e sviluppi per assicurarne la piena affidabilità.
Il ritardo di due anni rispetto alla data inizialmente prevista è dovuto a questioni di meccanica celeste e alla necessità di attendere l’allineamento di Terra e Marte, che avviene ogni 26 mesi, per sfruttare le finestre di lancio. Wörner ha spiegato che l’ESA ha assunto la decisione per non rischiare un nuovo crash dopo quello del lander Schiaparelli, avvenuto il 19 ottobre 2016, durante la prima parte della missione Exomars. I prossimi i test sui due paracadute, che dovranno rallentare la discesa del rover Rosalind Franklin, sono in programma a fine marzo 2020, un periodo troppo ravvicinato rispetto alla finestra di lancio programmata del 25 luglio.
La missione Exomars, che doveva iniziare per l’appunto il 25 luglio 2020, sarà ritardata di 780 giorni, quando Terra e Marte torneranno ad essere alla distanza minima. La necessità di maggiori tempi, da parte dei team russi ed europei coinvolti nel progetto, per completare test di controllo sul sistema dei paracadute che devono rallentare la discesa del rover Rosalind Franklin sul pianeta rosso, e le ragioni di meccanica celeste obbliga a spostare la data di lancio. Solo 18 giorni di finestra di lancio prevista tra poco più di quattro mesi si sono mostrati non compatibili con le attività finali dei test sulla sonda europea.
La decisione presa oggi congiuntamente dall’Agenzia Spaziale Europea e russa Roscosmos nasce dalla necessità di poter garantire una più alta probabilità di successo nelle operazioni atte a raggiungere e studiare la difficile superficie marziana. Per questo motivo è stato deciso di dare più tempo per le attività di completamento e controllo delle parti principali che compongono la missione (il modulo di discesa ed il rover). Tutto questo nonostante l’impegno dedicato dalle industrie europee ed italiane, messo in campo in particolare negli ultimi mesi, necessario a superare le ultime incertezze di sviluppo della missione. Ne sono un esempio gli ultimi test positivi effettuati sui paracadute che avranno il compito di far atterrare in sicurezza la piattaforma sulla superficie marziana. I test finali sono previsti entro la fine di marzo.
A complicare ulteriormente la situazione anche l’attuale contesto sanitario europeo che non permetterà di effettuare alcuni test finali a causa della richiamata in patria degli esperti russi attualmente al lavoro su ExoMars e delle difficili condizioni di lavoro dell’industria europea.
La scelta di ESA e Roscosmos di optare per la prossima finestra di lancio nel 2022 ha trovato concordi tutti i partner istituzionali e industriali, al fine di non compromettere la riuscita del programma, e portare con successo sul pianeta rosso la piattaforma, il rover e le altre attrezzature.
“La delusione è forte per la notizia di questo rinvio, ma, d’altra parte arrivare sulla superficie di Marte non è un’impresa semplice, in considerazione dell’enorme distanza che separa la Terra dal pianeta Rosso e del suo ambiente sfidante. Il programma ExoMars ha fatto straordinari progressi negli ultimi due anni – sottolinea il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia – grazie soprattutto al grande lavoro di tutti i team coinvolti e in particolare della nostra industria nazionale. Quest’ultima ha avuto un ruolo chiave nella conduzione del progetto a supporto di ESA: la nostra industria ha fornito un sostegno eccellente anche nella gestione dei rapporti con la controparte russa, che ha rappresentato anche una delle sfide più consistenti del progetto ed anche a causa di ritardi. Tali sono stati il contributo e il valore riconosciuto per questa missione del nostro capogruppo industriale, Thales Alenia Space, che l’ESA, in corso di progetto, ha ritenuto di spostare in Italia alcune attività di assemblaggio, integrazione e testing originariamente previste in Russia. Elevato è stato, anche, il numero di test suppletivi che sono stati realizzati con successo in Italia sugli hardware forniti dalla controparte russa.
Ciononostante, e anche in virtù del gran numero di attività aggiuntive inattese, tipiche però di un progetto di tale complessità, lo stato attuale di preparazione della missione non garantisce il grado di affidabilità richiesto per il successo di ExoMars. Arrivare sulla superficie di Marte in piena sicurezza – sottolinea il Presidente Saccoccia – con un progetto così interessante ed unico nel suo genere, presenta ancora alcuni rischi che potrebbero compromettere non solo la missione ExoMars, ma anche la credibilità e dunque il futuro ruolo dell’Europa nel programma di esplorazione del pianeta rosso. La recente emergenza sanitaria, poi, ha complicato ulteriormente la situazione generale. L’ASI continuerà sicuramente a garantire il massimo supporto dell’Italia quale Paese leader di questa missione, affinché il prossimo periodo, fino alla nuova opportunità di lancio nel 2022, venga utilizzato non solo per rimuovere al più presto tutte le criticità che ancora possono compromettere la missione, ma anche per apportare delle migliorie, e per preparare l’Europa al meglio alle prossime sfide dell’esplorazione spaziale”.
“Sebbene non felici di un rinvio, riteniamo che sia saggio posporre il lancio se questo ‘garantisce’ una missione con i rischi sostanzialmente nulli” – è il commento di Maria Cristina De Sanctis, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e responsabile scientifico dello strumento Ma_Miss (Mars Multispectral Imager for Subsurface Studies). Ma_Miss è uno spettrometro miniaturizzato integrato nel trapano di Exomars, e permetterà di caratterizzare la composizione del suolo marziano fino alla profondità di due metri. “Il nostro strumento Ma_MISS, che è stato il primo ad essere consegnato e quindi integrato con il trapano ed il resto del veicolo spaziale, ha superato tutti i test previsti. Siamo fiduciosi che il rinvio non porterà a nessun ‘degrado’ delle prestazioni del nostro strumento. Continueremo a lavorare per Ma_MISS, effettuando ulteriori test nei nostri laboratori e anzi ne approfitteremo per affinare le tecniche osservative ottimizzando la raccolta dati. Inoltre, analizzeremo campioni rappresentativi del sito di atterraggio con i ‘Ma_MISS’ di laboratorio per essere pronti all’interpretazione dei dati che arriveranno, per la prima volta, del sottosuolo di Marte”. 