da Sorrentino | Dic 14, 2013 | Attualità, Missioni, Primo Piano
La Cina è la terza potenza spaziale a sbarcare sulla luna. La sonda automatica Chang’e-3, lanciata il 2 dicembre 2013 dalla base dell’Agenzia Spaziale Cinese (CNSA) situata a Xichang nella provincia di Sichuan nel sud della Cina, è allunata con successo il 14 dicembre toccando il suolo all’interno del cratere denominato Sinus Iridium (Baia degli arcobaleni). La fase finale di discesa – iniziata a 15 chilometri di altezza – è durata dodici minuti. E’ il primo allunaggio dopo quello effettuato nel 1976 dalla sonda sovietica Luna 24. Nella mitologia cinese Chang’e è il nome di una fanciulla che abita in un palazzo di giada sulla Luna. La missione Chang’e-3, preceduta da quelle lanciate nel 2007 e 2010 che hanno permesso di trasferire in orbita le prime due sonde con la medesima denominazione, è stata concepita per fare scendere sulla superficie selenita un rover battezzato “Coniglio di giada”, come l’animale mitologico che accompagna Chang’e e le prepara l’elisir dell’immortalità.
Durante il viaggio dalla Terra alla Luna la sonda Chang’e 3 ha effettuato due correzioni di rotta, decelerando prima di immettersi in un’orbita circolare a una quota media di 100 km. Il 9 dicembre il propulsore è stato riacceso per consentire di immettere Chang’e 3 in un’orbita ellittica con una distanza massima di circa 100 km ed una minima di 15 km dalla superficie lunare. Da questa altezza è iniziata la manovra di discesa che ha avuto il suo momento cruciale una volta giunta a 100 metri dal suolo, quando Chang’e 3 si è diretta verso la zona ottimale del touch-down guidata dal sistema di controllo e dalla telecamera di bordo. A 4 metri dalla superficie, lo spegnimento del propulsore e la caduta a una velocità di 13 km/h ammortizzata dalle quattro zampe di cui è dotata la sonda. Le comunicazioni fra la sala di controllo della CNSA e la sonda Chang’e 3 sono avvenute con il supporto della nuova base dell’Agenzia Spaziale Europea di Norcia. Dopo l’allunaggio c’è l’attivazione del rover Yutu, a sei ruote, alimentato a energia solare e del peso di 140 kg, che inizierà a muoversi in superficie fotografando la sonda madre, da cui verrà ripreso a sua volta. Grazie a un braccio robotico, equipaggiato con uno spettrometro a raggi x che emette particelle alpha, il rover può studiare la composizione chimica di rocce e suolo.
Gli scienziati cinesi prevedono che il rover possa coprire una distanza di dieci chilometri, funzionando per almeno tre mesi, mentre la sonda dovrebbe trasmettere per un anno. Dopo questa missione, che mira a provare la capacità di analizzare gli aspetti geologici del satellite naturale della Terra, la Cina conta di effettuare un allunaggio con taikonauti entro il 2025, preceduto dalla costruzione di un laboratorio spaziale in orbita terrestre.
da Sorrentino | Nov 20, 2013 | Attualità, Primo Piano, Stazione Spaziale
20 novembre 2013: compie 15 anni la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), il più importante e ambizioso programma di cooperazione a livello mondiale nel campo scientifico e tecnologico mai intrapreso, considerato come la maggiore opera ingegneristica realizzata dall’uomo: l’Italia, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana e le industrie del settore, è senza dubbio uno degli architetti principali. La Stazione Spaziale Internazionale è stata costruita pezzo per pezzo nello spazio, si compone di moduli e nodi di collegamento contenenti alloggi e laboratori, oltre a elementi esterni per il supporto strutturale e la sperimentazione nello spazio esterno, e pannelli solari che forniscono energia. La ISS è un laboratorio scientifico unico al mondo per le sue due fondamentali condizioni sperimentali: l’ambiente di microgravità e la presenza umana. L’assemblaggio completo della Stazione ha richiesto più di 40 missioni.
“La storia della Stazione Spaziale Internazionale è un esempio – ricorda il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese – di grande impegno dell’uomo in un campo di elevata tecnologia. L’Italia ha contribuito a questa importante realizzazione con un coinvolgimento che ci vede attori di primo piano. La nostra è una partecipazione ad ampio raggio: realizzazioni industriali di eccellenza tecnologica, esperimenti e astronauti. Questo anniversario arriva a pochi giorni dal rientro di Luca Parmitano, che ha concluso la prima missione di lunga durata dell’ASI. In questi mesi Parmitano ha rappresentato l’elemento di punta di quello che il nostro Paese ha saputo e sa fare in campo spaziale. Con la prossima missione sulla ISS, che vedrà il coinvolgimento della prima italiana nello Spazio, Samantha Cristoforetti, confermeremo ancor di più questo risultato”.
Il primo modulo, il modulo russo Zarya, è stato lanciato nel 1998 e due mesi dopo il modulo americano Unity si agganciava a Zarya avviando la costruzione in orbita del più complesso sistema spaziale abitato; l’ultimo è stato l’italiano Permanent Multipurpose Module Leonardo, nel 2011. È previsto un altro modulo pressurizzato da collegare alla Stazione nel 2014, il russo Nauka Multipurpose Laboratory Module. L’idea di costruire una “stazione spaziale con equipaggio permanente” risale già al 1984, quando il presidente USA, Ronald Reagan, lanciò la proposta di una cooperazione internazionale per dare vita a questo ambizioso progetto. L’anno successivo, Giappone, Europa e Canada decidono di partecipare al programma. Nel 1988 viene avviata la fase di sviluppo con la firma del primo accordo intergovernativo tra Stati Uniti, Giappone, Canada e 9 paesi europei Stati membri dell’ESA.
Nel 1993 si unisce al progetto anche la Russia, facendo della ISS l’esempio della prima grande pacifica forma di collaborazione mondiale. Passano cinque anni e un secondo accordo intergovernativo tra USA, Giappone, Canada, 11 paesi europei Stati membri dell’ESA e la Federazione Russa, apre la strada al lancio da parte russa del primo modulo Zarya e da parte statunitense del primo nodo, Unity. Dal novembre del 2000 la ISS ha iniziato ad ospitare i suoi primi “inquilini” che la occuperanno almeno fino al 2020. La vera e propria ricerca scientifica prende inizio nel 2001, con il lancio del modulo statunitense Destiny Laboratory e di Leonardo, il primo modulo di supporto logistico per la stazione, MPLM – Multi-Purpose Logistics Module, sviluppato dall’Italia, trasportati fino alla ISS nella stiva dello Shuttle. Con Leonardo l’Italia è così diventata la terza nazione, dopo Russia e Stati Uniti, ad inviare in orbita un elemento della ISS. È la volta poi del Nodo 2 “Harmony” di costruzione italiana e successivamente del modulo europeo Columbus. Negli ultimi anni l’Italia ha consolidato sempre di più la sua presenza sulla Stazione Spaziale, con il Nodo 3 “Tranquillity” e la Cupola nel 2010 e con il PMM-Permanent Multipurpose Module Leonardo che dopo numerosi viaggi diviene elemento permanente nel 2011.
La ISS è aperta a tutti i ricercatori degli Stati partecipanti impegnati a studiare gli effetti che l’assenza di gravità ha sugli esseri umani e sui fenomeni naturali. Acquisire conoscenze su tali processi aiuta a preparare i futuri scenari di esplorazione umana nello spazio profondo e le missioni di lunga durata, e a progettare innovazioni scientifiche e tecnologiche per migliorare la qualità della vita sulla Terra, dalla salute alla tutela dell’ambiente, dalla produzione e gestione dell’energia a nuovi prodotti e processi industriali.
L’Italia ha realizzato circa metà della parte abitativa della Stazione; è nel nostro Paese infatti che sono stati costruiti i Nodi 2 e 3, la unica e ineguagliabile Cupola, il PMM Leonardo, derivato modificando il modulo logistico per renderlo adatto alla permanenza in orbita, e poi le strutture del laboratorio ESA Columbus, il modulo di trasporto delle navette ATV. Tutto nasce da un accordo bilaterale tra ASI e NASA stipulato il 9 ottobre 1997, il Memorandum of Understanding (MoU) in base al quale l’ASI ha fornito all’ente spaziale statunitense i tre moduli pressurizzati abitativi (MPLM – Multi Purpose Pressurized Module), uno dei quali è successivamente diventato il PMM (Permanent Multi Purpose Module) per la ISS. L’Italia inoltre è stata tra i primi Paesi europei ad aderire agli accordi intergovernativi di cooperazione per la realizzazione della ISS, e tra i principali Stati partecipanti ai programmi ESA di sviluppo e utilizzo del contributo europeo alla ISS. Grazie all’esperienza di questa attività, l’industria italiana è protagonista anche nella realizzazione dei moduli cargo della navicella di rifornimento della ISS Cygnus, sistema di trasporto commerciale dell’azienda american Orbital Sciences.
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In occasione del 15° anniversario della Stazione Spaziale Internazionale, la NASA ha organizzato una celebrazione allo Space Center di Houston: l’evento è aperto a chiunque voglia ripercorrere le tappe iniziali della storia della ISS e incontrare gli astronauti, e a tutti coloro che hanno reso possibile l’impresa con il proprio lavoro. Anche l’Agenzia spaziale russa, la Federal Space Agency – Roscosmos, celebra l’anniversario con un evento a Mosca nei primi giorni di dicembre, presso il Khrunichev Space Center.
da Sorrentino | Nov 11, 2013 | Attualità, Missioni, Primo Piano
Nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 novembre è giunta al termine la missione da record dell’Agenzia Spaziale Italiana che avuto come protagonista Luca Parmitano, astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea e maggiore dell’Aeronautica Militare. Dopo quasi sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale, oltre 30 esperimenti, due attività extra veicolari e l’attracco di tre navicelle, Luca Parmitano è tornato sulla Terra insieme all’astronauta della NASA Karen Nyberg e al comandante, il cosmonauta Fyodor Yurchikhin. Sganciandosi dalla Stazione ieri sera, il viaggio di rientro attraverso l’atmosfera è stato brevissimo: l’equipaggio ha ridotto la propria velocità di crociera da 28.800 Km/h in orbita, a zero, nel corso di poco più di tre ore, ed è arrivato a destinazione nelle steppe del Kazakistan, atterrando alle 3:50 ora italiana.
“Volare è stata una missione straordinaria, eccezionale sotto ogni punto di vista, che ci riempie di orgoglio e soddisfazione – ha dichiarato Enrico Saggese, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. Ancora una volta, oggi più che mai, il nostro Paese ha saputo dimostrare che sa funzionare e che è capace di realizzare importanti progetti di portata internazionale. La missione di Luca Parmitano rappresenta il connubio perfetto tra scienza e ricerca ed è il simbolo della nostra abilità tecnologica. Luca Parmitano è stato il primo italiano a fare attività extraveicolari e la sua è stata la prima missione di lunga durata per l’ASI: l’Agenzia Spaziale Italiana e tutta l’Italia devono esserne orgogliose. Ora attendiamo i risultati delle sperimentazioni effettuate da Parmitano sulla Stazione e nel frattempo, l’appuntamento è tra un anno, quando sulla casa orbitante approderà la prima italiana: Samantha Cristoforetti “.
Parmitano è stato il sesto astronauta italiano ad andare nello spazio e il quinto a mettere piede sulla ISS. Questa opportunità di volo è stata assegnata all’ASI dalla NASA grazie ad un accordo bilaterale diretto NASA/ASI (Memorandum of Understanding del 9 ottobre 1997), in base al quale ASI, a fronte della fornitura a NASA di tre moduli pressurizzati abitativi (MPLM – Multi Purpose Pressurized Module) e del PMM (Permanent Multi-purpose Module) per la ISS, ha accesso a quota parte delle risorse della ISS per effettuare esperimenti in microgravità e a opportunità di volo di astronauti italiani, sia di breve sia di lunga durata.
Durante il percorso di rientro, la Soyuz si è separata in tre parti, lasciando bruciare il modulo orbitale e quello di propulsione nell’atmosfera. Il modulo di discesa, con a bordo Luca, Karen e Fyodor, è arrivato a temperature fino a 1600 gradi Celsius, dovuti alla frizione con l’atmosfera che riscalda lo scudo di protezione. A circa 10 km sopra il livello del mare, un paracadute si è aperto automaticamente, rallentando la corsa da 864 Km/h a 324 Km/h. Lo scudo termico primario è stato poi espulso e si sono accesi i sei retrorazzi a propellente solido per rendere più morbido l’atterraggio.
Dopo il viaggio a bordo della Soyuz e l’atterraggio, la strada di Luca Parmitano verso casa è proseguita su un elicottero e poi in aereo verso Houston, negli Stati Uniti, dove è atteso da un periodo di riabilitazione per riadattarsi alla gravità terrestre, come tutti gli astronauti che rientrano dallo spazio.
La missione Volare è terminata, ma il lavoro dell’astronauta non è finito e adesso iniziano le analisi degli scienziati: molti esperimenti richiedono dati forniti dagli astronauti non appena atterrati e Luca Parmitano sarà sottoposto a questionari, biopsie muscolari e altri test medici. La prima uscita pubblica in videoconferenza da Houston mercoledì 13 novembre alle 14:00 (ora italiana).
da Sorrentino | Ott 3, 2013 | Attualità, Politica Spaziale, Primo Piano, Stazione Spaziale
“Penso sia davvero molto importante far conoscere il ruolo dell’Italia e dell’Agenzia Spaziale Italiana in queste missioni: forse avremmo più consapevolezza e orgoglio dell’importanza del nostro paese, più il senso di quello che siamo”. Così si è espresso Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano nel corso del collegamento avuto dal Quirinale con l’astronauta italiano dell’ESA Luca Parmitano. Il Capo dello Stato ha inoltre voluto cogliere l’occasione per rivolgere un sentito ringraziamento a tutto il personale dell’Agenzia Spaziale Italiana per “il lavoro che sta facendo per il nostro paese” in un momento così delicato della sua storia.
L’inflight-call è durato venti minuti, come è prassi dei collegamenti video/audio con la Stazione Spaziale Internazionale. L’astronauta, che ha compiuto gli anni sulla ISS, si è particolarmente soffermato su un piccolo strumento scientifico italiano dedicato allo studio dell’atmosfera, in procinto di essere utilizzato. Accanto al Capo dello Stato, che non ha voluto mancare all’appuntamento nonostante fosse visibilmente scosso per i drammatici aggiornamenti di cronaca della tragedia avvenuta al largo di Lampedusa, c’erano Enrico Saggese, presidente dell’ASI, e Volker Liebig, Direttore ESA del settore Osservazione della Terra e a capo di ESRIN in Italia. ”La sua presenza in orbita – ha detto Saggese a Parmitano durante il collegamento – dà ampio significato all’Italia della tecnologia. Grazie all’Asi, l’Italia dimostra un’eccellenza tecnologica e la capacità di imporsi a livello internazionale”.
Luca Parmitano, alla sua prima esperienza sulla ISS, è partito con la qualifica di Ingegnere di Volo per la missione di lunga durata Expedition 36/37 il 29 maggio scorso e farà ritorno sulla Terra, secondo il programma, l’11 novembre prossimo. L’astronauta italiano dell’ESA, impegnato in tutte le attività di routine sulla ISS, ha già all’attivo due passeggiate spaziali (la seconda è stata interrotta per un guasto lo scorso 16 luglio) e una gran mole di lavoro scientifico sui molteplici esperimenti a bordo della Stazione. (fonte: ASI)
da Sorrentino | Set 8, 2013 | Attualità, Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
Napoli ospita dal 9 al 12 settembre 2013 la XXII Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana d’Aeronautica ed Astronautica organizzata dalla sezione locale di AIDAA, dall’Università Federico II, dalla Sezione Ingegneria Aerospaziale del Dipartimento d’Ingegneria Industriale di Napoli, l’AIAN e l’Associazione Aeropolis. La città partenopea è ancora una volta protagonista nel comparto aerospaziale di un evento scientifico di livello internazionale. Aeropolis ha intervistato il Prof. Leonardo Lecce, presidente della sezione AIDAA di Napoli e chairman della Conferenza, una delle figure più note e apprezzate nel mondo accademico italiano.
Professor Lecce, quali sono gli obiettivi dell’AIDAA e i principali temi della Conferenza Nazionale dell’associazione?
“AIDAA , fondata nel 1922, è tra le più antiche associazioni di Ingegneria Aerospaziale del mondo. Oggi associa le più significative personalità del mondo accademico, degli enti di ricerca e dell’industria , afferenti al settore Aerospaziale. Con la XXII conferenza, la città di Napoli ospita, per la terza volta nella storia dell’associazione, l’assemblea generale. Le due precedenti edizioni, che si sono tenute in città negli anni settanta e novanta, si svolsero in Accademia Aeronautica e a Castel dell’Ovo. Quest’anno la manifestazione è organizzata all’interno della Facoltà d’Ingegneria di Piazzale Tecchio, dove nel corso di sessioni plenarie e di sezioni specifiche saranno discussi i lavori presentati da circa 200 tra scienziati e ricercatori”.
Parliamo di ricercatori del mondo accademico?
“Solo una parte degli iscritti alla Conferenza è di provenienza accademica. Le relazioni che saranno presentate nelle quattro sessioni tematiche sono di ricercatori provenienti dalle otto Università italiane che promuovono corsi d’Ingegneria Aerospaziale e sono sedi locali dell’AIDAA, ma anche dalle imprese e da enti del settore come ESA, da grandi aziende come Alenia Aermacchi, AgustaWestland e ThalesAlenia, MBDA e anche da PMI del comparto campano. Pur trattandosi di un congresso italiano, saranno presentati studi e ricerche di personalità di rilievo scientifico provenienti dagli Stati Uniti, Francia, Spagna, Germania, Belgio e anche da paesi lontani come Georgia e Corea. Al comitato organizzatore sono pervenute 170 memorie che saranno discusse nelle 28 sessioni nell’ambito delle seguenti quattro sessioni tematiche: Spazio e Sistemi spaziali, Strutture e Materiali, Tecnologia del Volo e Controllo del traffico aereo. Questi lavori rappresentano i risultati più aggiornati di progetti di studio e ricerca nell’ambito dell’esplorazione spaziale, delle tecnologie dei materiali, dell’aerodinamica, del controllo del volo, della simulazione, produzione e manutenzione delle strutture aerospaziali. Si discuterà anche di temi di recentissima attualità come il turismo spaziale. E’ prevista anche una sessione storica, dove sarà ripercorsa la storia dell’industria aeronautica in Campania nel corso dell’ultimo secolo e sarà rievocata l’impresa della prima trasvolata del Mediterraneo compiuta da Roland Garros il 23 settembre 1913. Molto atteso l’intervento del Prof. Luigi Pascale che è una delle figure storiche e più stimata nel mondo aeronautico italiano. Infine vorrei ricordare tra gli ospiti Eric Dautriat, Direttore Generale di Clean Sky che verrà dal Belgio per dibattere sugli aspetti della partecipazione dell’industria italiana al programma comunitario più importante di ricerca aerospaziale e di fondamentale importanza per il futuro delle imprese aeronautiche europee”.
Lei ha citato Clean Sky, un programma cofinanziato da aziende e comunità europea che dispone di rilevanti risorse finanziarie. Quali ricadute sono attese per le imprese aeronautiche e l’economia della Campania?
“L’avvio del programma Clean Sky 2 raddoppia le cifre disponibili per i programmi di ricerca in corso in molti paesi europei. Da circa 1,8 Miliardi di euro si passa a 3,5. I risultati delle attività di ricerca avranno riflessi importanti su quello che – a mio parere – è il più significativo programma aeronautico per il nostro Paese, e in particolare per la Campania e le regioni del Sud, il nuovo velivolo turboelica regionale. Per la prima volta, in un grande progetto internazionale, è stato dato ampio spazio al tema del velivolo da trasporto regionale, in particolare nella versione turboelica. Una scelta che è confermata con Clean Sky 2 che assegna allo sviluppo delle nuove tecnologie per velivoli regionali il doppio delle risorse precedentemente previste portando i finanziamenti a circa 300 milioni di euro”.
Un tassello fondamentale per l’avvio del programma del nuovo velivolo regionale che consentirà all’industria aeronautica meridionale di ritornare a crescere?
“Assolutamente sì. L’avvio del nuovo programma è fondamentale per il futuro dell’industria aeronautica meridionale che nel suo insieme sarà protagonista dello sviluppo e della produzione del nuovo aereo. Le imprese campane e pugliesi ritorneranno a crescere e ad assumere, questo consentirà alle nuove generazioni di laureati di maturare quell’esperienza che a partire dagli anni 80’ consolidò nelle regioni meridionali quelle competenze che hanno consentito il successo del programma ATR”.
L’Ad di Alenia Aermacchi, Giuseppe Giordo ha confermato anche recentemente che una decisione ci sarà entro l’anno.
“Lo spero vivamente, anche perché cresce l’interesse mondiale per i velivoli turboelica. Sono almeno altri quattro i programmi di nuovi aerei su cui stanno lavorando le aziende aeronautiche di altri paesi. ATR parte in notevole vantaggio e con solide possibilità di successo commerciale rispetto ad altri competitors. Sono condizioni positive e noi tutti lavoriamo perché restino tali”.
Alla Conferenza sono previsti interventi dei rappresentanti dei Distretti aerospaziali di Campania e Puglia. Una scelta di AIDAA per rappresentare il forte intreccio dell’industria aeronautica del Sud?
“La presenza di rappresentanti dei distretti e di Giovanni Bertolone, Presidente del Cluster Nazionale, è evidenza del crescente interesse verso il mondo dei Distretti e alle filiere PMI che in essi trovano un modo di interfacciarsi con le grandi imprese. La partecipazione di PMI a un congresso scientifico come quello di AIDAA è un modo per proporre loro quello stimolo a percorrere le strade dell’innovazione e della competitività. Questo perché riteniamo che il ruolo delle piccole imprese sia ormai fondamentale anche nel comparto industriale aeronautico soprattutto perché queste aziende possono più rapidamente portare innovazione in un sistema produttivo che cresce solo se riesce ad innovare i prodotti, le tecnologie e il sistema produttivo”.
da Sorrentino | Set 8, 2013 | Attualità, Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
A meno di un anno dalla celebrazione del Congresso della Federazione Internazionale di Astronautica, seguito a distanza di un mese dalla Conferenza dei Ministri dell’Agenzia Spaziale Europea, Napoli ospita dal 9 al 12 settembre 2013 la XXII Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica (AIDAA), evento che per contenuti e livello di partecipazione accademica, industriale e istituzionale, con oltre 200 iscritti italiani e stranieri, è di assoluto rilievo internazionale. La conferenza AIDAA, presieduta dal Prof. Leonardo Lecce, presidente della locale sezione che fa riferimento alla Sezione di Ingegneria Aerospaziale del Dipartimento d’Ingegneria Industriale dell’Università Federico II di Napoli, si avvale del supporto di Finmeccanica , attraverso Alenia Aermacchi , AgustaWestland, ThalesAlenia, MBDA e numerose altre aziende del settore aerospaziale.
Tanti gli specialisti del settore che presenteranno i risultati più aggiornati dei progetti di studio e ricerca nell’ambito dell’esplorazione spaziale, delle tecnologie, dei materiali, dell’aerodinamica e della simulazione, produzione e manutenzione della componentistica aerospaziale. Nel corso dei lavori saranno approfonditi anche i temi del nascente turismo spaziale. Di notevole interesse il dibattito sugli aspetti della partecipazione dell’industria italiana al programma comunitario di ricerca aerospaziale Clean Sky , finanziato con 1,6Mld di euro dall’industria e dalla Comunità Europea . In una sessione storica dedicata, verrà ripercorsa la storia dell’industria aeronautica in Campania nel corso dell’ultimo secolo e sarà rievocata l’impresa della prima trasvolata del Mediterraneo compiuta da Roland Garros il 23 settembre 1913.
Nella sessione d’apertura della XXII conferenza nazionale AIDAA in programma gli interventi di Guido Trombetti, Vicepresidente della Regione Campania, Massimo Marrelli, Magnifico Rettore dell’Università “Federico II” Massimo Marrelli, Enrico Saggese, Presidente dell’ASI, Massimo Lucchesini, Direttore Generale Operazioni di Alenia Aermacchi, Paolo GrazianoPresidente dell’Unione Industrial i di Napoli, e il Prof. Luigi Pascale, ancora oggi una delle figure più significative del mondo dell’aeronautica italiana. I lavori della conferenza saranno aperti da una relazione del Prof. Leonardo Lecce e da un intervento del Prof. Franco Persiani, presidente dell’AIDAA. Nel corso dei lavori sono previsti i contributi di Giovanni Bertolone, presidente del Cluster Nazionale Aerospazio, Piero Salatino, ultimo Preside della Facoltà di Ingegneria della Federico II, Antonio Moccia Direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale Federico II, Eric Dautriat , Direttore Generale di Clean Sky, Maurizio Rosini, responsabile dei programmi civili Alenia Aermacchi, in rappresentanza del Distretto Aerospaziale Campano, Giuseppe Acierno Presidente del Distretto Aerospaziale Pugliese e Franco Bernelli Zazzera del Consorzio Universitario Europeo PEGASUS, che consegnerà un prestigioso premio alla Sezione Aerospaziale della Federico II.