Seleziona una pagina
Parmitano è in orbita

Parmitano è in orbita

Expd 36 Crew with ESA astroanaut Luca Parmitano, Russian Fyodor Yurchikhin and NASA Karen L. Nyberg.Con il decollo della Soyuz Expedition 36/37 alle 22:31 ora italiana di martedì 28 maggio dalla base russa di Baikonur, in Kazakhstan, ha preso il via la missione VOLARE che segna il ritorno di un astronauta italiano sulla Stazione Spaziale Internazionale. La capsula con i tre cosmonauti (Luca Parmitano, il comandante russo Fyodor Yurchikhin e l’americana Karen Nyberg) si e’ agganciata alla ISS alle 4:16 di mercoledì 29 maggio dopo meno di sei ore di volo. VOLARE è una missione di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana con la quale Luca Parmitano, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea e pilota sperimentatore dell’Aeronautica Militare, sarà in orbita per circa 178 giorni. Parmitano, maggiore dell’Aeronautica Italiana, è il primo della nuova generazione degli astronauti dell’ESA a essere stato assegnato a una missione sulla ISS. Durante la sua permanenza in orbita, avrà il compito di promuovere il futuro dell’esplorazione spaziale dell’Europa.

‘Volare’, un nome fortemente evocativo dell’Italia nel mondo, è il nome assegnato alla missione, che sarà ricordata per importanti primati. Assegnata all’Agenzia Spaziale Italiana dalla NASA, è la prima di lunga durata per l’ASI: la permanenza sulla Stazione si concluderà con il rientro sulla Terra tra circa sei mesi, al momento pianificato per il novembre prossimo. Questa opportunità di volo nasce da un Memorandum bilaterale diretto NASA/ASI, in base al quale ASI ha fornito all’ente spaziale statunitense tre moduli pressurizzati abitativi (MPLM – Multi Purpose Pressurized Module) e il PMM (Permanent Multi Purpose Module) per la ISS. Durante la missione, Luca sarà impegnato in più di 20 esperimenti scientifici per ESA e ASI, molti dei quali sono basati sul know how italiano: dovrà svolgere come membro di equipaggio della ISS un’ampia e articolata attività di sperimentazione, pianificata dal crew office della NASA.

“La missione ‘Volare”, che sarà condotta dal Maggiore Parmitano, con le altre che sono in programma con uomini e donne italiani, selezionati per diventare astronauti, rappresentano un importante patrimonio di conoscenze ed esperienze spaziali di cui il nostro Paese beneficerà”. Ad affermarlo è il Ministro della Difesa Mario Mauro, che sottolinea: “I principali attori spaziali europei – l’Unione Europea (UE), l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ed i rispettivi Stati membri – sono chiamati a dare un chiaro indirizzo politico, industriale e tecnologico per permettere di consolidare la Politica Spaziale Europea. Nel quadro del rilancio dell’economia nazionale,  e attraverso un indirizzo strategicamente mirato degli investimenti e in sinergia con altri dicasteri – aggiunge e conclude il Ministro Mauro – la Difesa partecipa attivamente alla politica spaziale, stimolando la domanda interna. Lo fa generando un indotto occupazionale e sviluppando il know how per le industrie nazionali e la loro competitività – anche tecnologica – sul mercato internazionale, con la valorizzazione delle tecnologie e produzioni duali, cioè utilizzabili per progetti civili e militari”.

“C’è oggi l’orgoglio di una Italia spaziale che sa funzionare e che è capace di realizzare – ricorda il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese –  importanti progetti di impatto internazionale. La missione di Parmitano è il trionfo della nostra abilità tecnologica e la conferma del riconoscimento al nostro Paese in un settore all’avanguardia. Per l’Agenzia Spaziale Italiana è entusiasmante che Luca si appresta a fare una missione che lo porterà anche a essere il primo italiano a fare le attività extraveicolari. La scelta della Nasa di affidargli questa attività testimonia la fiducia che l’ente spaziale statunitense ripone nell’ASI”.

Luca Parmitano sarà il primo astronauta italiano protagonista di due “passeggiate spaziali” (attività extraveicolari EVA, Extra Vehicle Activity), in programma nel mese di luglio, quando uscirà con l’astronauta americano Chris Cassidy. Durante la sua permanenza in orbita, l’astronauta italiano, sarà al contempo uno scienziato e un manutentore della Stazione. Durante le sue due ‘passeggiate’ Parmitano si occuperà di importanti lavori di manutenzione sulle ‘mura’ esterne della ISS, sposterà e collocherà strumentazioni scientifiche poste al di fuori della Stazione e realizzerà attività preparatorie per l’arrivo nel prossimo anno del modulo russo MLM.

Parmitano è stato anche il primo astronauta tricolore ad arrivare sulla ISS in poche ore, in un tempo record. È la seconda missione a bordo di una capsula Soyuz ad impiegare sei ore, anziché due giorni, per arrivare a destinazione. La missione di Parmitano ha tra gli altri obiettivi quello di diffondere la conoscenza e di avvicinare le nuove generazione al settore spaziale e da quelli ad alta tecnologia e diffondere messaggi positivi per le giovani generazioni. Per questo Parmitano è ambasciatore di Intercultura. Sulla ISS porta la volontà di diffondere la conoscenza e l’importanza gli scambi e le esperienze tra studenti di tutto il mondo. Ma non solo, a bordo della Stazione sbarca con Luca con sé, tra l’altro, la cuffia di nuoto della medaglia d’oro alle paraolimpiadi di Londra 2012, Cecilia Camellini. Simboli della forza, tenacia e della volontà come elementi per superare ogni ostacolo e raggiungere l’obiettivo.

Parmitano pronto al lift-off

Parmitano pronto al lift-off

Expedition_36_37_crew_largeTutto pronto per il lift-off dal cosmodromo di Baikonour della navetta Soyuz TMA-09M con a bordo Luca Parmitano, sesto astronauta italiano ad andare nello spazio. La sua missione, denominata “Volare”, gli permetterà di trascorrere sei mesi a bordo della stazione spaziale internazionale e rappresenta la prima di lunga durata per l’Agenzia Spaziale Italiana (seconda per un astronauta italiano dopo quello di Paolo Nespoli) in base ad un Memorandum bilaterale con la NASA, che prevede la fornitura da parte dell’ASI di tre moduli pressurizzati abitativi (MPLM – Multi Purpose Pressurized Module) e il PMM (Permanent Multi Purpose Module) per la ISS. Dell’equipaggio fanno parte il comandante russo Fijodor Jurchikhin, che alla partenza siede al centro, e la statunitense Karen Nyberg, seduta a destra. Luca Parmitano è sistemato sul sedile di sinistra e ha il ruolo di ingegnere di bordo, con l’incarico di gestire tutte le funzioni operative della Sojuz, e di copilota. I comandi dell’astronave russa, infatti, si trovano proprio tra il sedile di sinistra, e quello di centro, del comandante. Il programma di volo prevede che i tre astronauti raggiungano in circa sei ore la Stazione Spaziale Internazionale. Arrivata alla quota orbitale nove minuti dopo il lancio, la Soyuz effettuerà quattro orbite attorno alla Terra, invece di 34, prima di attraccare alla stazione. Maggiore e pilota sperimentatore dell’Aeronautica Militare, selezionato dall’Agenzia Spaziale Europea e inserito nel gruppo dei nuovi astronauti insiema a Samantha Cristoforetti, Luca Parmitano è il quinto italiano a salire a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e sarà impegnato in una serie di esperimenti scientifici per conto di ESA e per ASI. In particolare, condurrà gli esperimenti Diapason e ICE (Italian Combustion Experiment) che fanno parte del programma Green Air.

++ DUE PASSEGGIATE SPAZIALI PER ITALIANO PARMITANO ++Diapason, realizzato dall’italiana DTM, riguarda la rilevazione nell’aria, tramite una specifica apparecchiatura, della presenza di particelle di dimensione di pochi nanometri che avrà applicazioni in studi sull’inquinamento atmosferico. Lo studio di combustibili innovativi a basso impatto ambientale è il fulcro dell’esperimento ICE. In particolare, verrà analizzato il comportamento di un biocombustibile la cui composizione è stata definita e proposta dall’Istituto Motori del CNR di Napoli. Green Air è un programma realizzato nell’ambito di una joint venture tra l’ASI e la PMI romana AGT Engineering, basata – primo esempio nella storia dell’Agenzia – sulla formula della partecipazione “pubblico – privato” per l’utilizzo della ISS.

“Svolgeremo diversi test di fisiologia” – spiega Luca Parmitano – “e procederemo con gli studi già avviati su come reagisce in generale il nostro fisico alle lunghe permanenze spaziali. Ci sono 130 esperimenti sulla ISS che sono già attivi da tempo. Noi dovremo proseguire con il loro monitoraggio e dovremo lavorare su alcuni di essi. Io sarò impegnato in uno studio che, se avrà successo, potrà permettere in futuro di studiare la spina dorsale non più solo attraverso la risonanza magnetica, che necessita di macchinari costosi, complessi e di grandi dimensioni, bensì con un piccolo e versatile strumento ad ultrasuoni tramite una normale ecografia. In orbita lo si può sperimentare con continuità, perché lassù la colonna vertebrale subisce delle alterazioni”.

Oltre a occuparsi delle manovre del braccio robotico della stazione spaziale, Parmitano si è addestrato per effettuare attività extraveicolari nel periodo di permanenza a bordo della ISS ed è previsto che ne effettui due nel mese di luglio. Sarà il primo italiano a cimentarsi in una passeggiata spaziale. Nel corso della missione, inoltre, gli astronauti a bordo della ISS gestiranno anche l’arrivo della navicella automatica europea ATV-Einstein.

logo-volareIl logo della missione “Volare” è una Soyuz che avvolge la Terra con una scia tricolore e traccia il percorso della ISS. E’ stato scelto nel settembre 2012 grazie al concorso nazionale “Disegna e Designa” bandito dall’ASI. I due giovani vincitori, Norberto Cioffi (scelto per il nome) e Ilaria Sardella (scelta per il logo) hanno potuto visitare nel mese di aprile 2013 la Star City alle porte di Mosca e assistere ad alcune fasi finali di preparazione di Parmitano allo Yuri Gagarin Cosmonaut Training Centre. Nell’ultima videoconferenza con l’Italia il nuovo astronauta tricolore ha sottolineato quanta importanza rivesta il nostro Paese, che ha realizzato oltre il 50% del volume abitabile della ISS e ricopre un ruolo fondamentale nel settore del volo umano spaziale.

Astrofisici italiani prevedono esplosione supernova

Astrofisici italiani prevedono esplosione supernova

supernovaPrevedere l’esplosione di una supernova poteva sembrare, fino a qualche decenni addietro, materia da fantascienza. Se poi un tale evento si è verificato dieci miliardi di anni fa, ben prima della formazione del nostro sistema solare che vanta un’età di cinque miliardi di anni, si intuisce come la capacità di annunciare un fenomeno basando su osservazioni rivoluzioni di fatto l’astrofisica. A riuscirci è stato il Centro Internazionale di Astrofisica Relativistica (Icra), con sede all’Università La Sapienza di Roma e guidato dall’astrofisico Remo Ruffini, che ha pubblicato le conclusioni sulla rivista scientifica online ArXiv basandosi sulle osservazioni condotte con il Gran Telescopio Canarias. Un lavoro magistrale condotto da gruppo di giovani ricercatori e studenti – sotto la direzione scientifica del prof. Remo Ruffini e appartenenti al dottorato internazionale di Astrofisica Relativistica. Si tratta di un primato assoluto per il giovane gruppo di astrofisici italiani, capaci di intravedere con largo anticipo quello che sarebbe stato visibile nel giro di quindici giorni come atto finale della vita di una stella gigantesca, mettendo in relazione i lampi di raggi gamma e il sopraggiungere dell’esplosione connesso al massimo splendore. E’ la prima volta nella storia dell’astrofisica e dell’astronomia che si e’ in grado di prevedere un simile fenomeno. La stella che ha originato la supernova faceva parte di un sistema binario, la cui stella compagna era una stella di neutroni. L’esplosione della supernova ha generato trasferimento di massa stellare sulla stella compagna, che e’ collassata trasformandosi in un ‘buco nero’ ed emettendo un Gamma Ray Burst. Grazie all’allertamento fornito dal gruppo del prof. Ruffini, i telescopi spaziali hanno potuto osservare con nitidezza il fenomeno, nella direzione della costellazione del Leone, avendone conferma alle 22:21 (ora italiana) del 14 maggio 2013 dal Gran Telescopio Canarias (GTC) dove operava  Anna Penacchioni, studentessa del dottorato internazionale Icranet a Roma.

Analisi dei rischi dallo Spazio

Analisi dei rischi dallo Spazio

https://www.dreamstime.com/royalty-free-stock-photos-earth-moon-sun-all-art-elements-made-me-image29795238Gli effetti delle grandi tempeste solari, l’impatto con la Terra di meteoriti e asteroidi, l’aumento dei detriti spaziali in orbita e gli attacchi del cyber-terrorismo. Questi i temi al centro della 17th International Space Conference, ospitata a Roma sul tema: “The impact of Space Weather and Space Exploitation on modern society – Hazards’ forecasting, prevention, mitigation and insurance at international level”. L’evento, organizzato da Pagnanelli Risk Solutions Ltd, vede la presenza di circa 300 esperti provenienti da 21 Paesi del mondo, tra cui tutta l’Europa (Italia compresa), Stati Uniti, Canada, Federazione Russa, Ucraina, Giappone, Cina, Hong Kong, Singapore, Corea del Sud, India e Arabia Saudita. In particolare, valutati i rischi per la popolazione civile e per le grandi reti ed infrastrutture a terra dovuti agli “space storms” e alla crescente presenza di “space debris” in orbita terrestre, oltre ad illustrare quali sono le contromisure adottate nel mondo, le procedure di protezione civile e le coperture assicurative. “Il nostro scopo è di estendere le conoscenze su quei rischi, di origine naturale o umana, che potrebbero avere effetti anche catastrofici sulle nuove tecnologie e sulle grandi reti”, ha spiegato Benito Pagnanelli, fondatore e presidente dell’International Space Conference. “Questa Conferenza è anche l’occasione per favorire un migliore coordinamento tra i vari Paesi del mondo per affrontare questo genere di rischi e per valutare l’opportunità di costituire un Ente internazionale, di cui faccia parte anche l’Italia, per la sorveglianza di questi fenomeni e la gestione delle grandi emergenze”.

Alla Conferenza partecipano i rappresentanti delle maggiori Organizzazioni e Agenzie spaziali internazionali (Nasa, Esa, Inmarsat, Arianespace, la francese Cnes, la tedesca Dlr, la britannica Uk Space Agency e la norvegese Nsc). Presenti anche esponenti del Parlamento e della Commissione Europea e alcune primarie compagnie di assicurazione e riassicurazione, come Swiss Re, Munich Re, AIG, PICC cinese, Mitsui giapponese, Samsung coreana, Partner Re, XL Insurance, Aspen, Brit Insurance e Insurance Center Sputnik russo. Nutrita pure la partecipazione da parte dell’Italia: Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Dipartimento della Protezione Civile, Aeronautica Militare, Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), industrie specializzate come Thales Alenia Space e Telespazio.

Il programma dell’International Space Conference prevede due sessioni. La prima dedicata ai “rischi di origine naturale”, come i pericoli dovuti all’esposizione alle tempeste spaziali di origine solare degli organismi viventi (passeggeri ed equipaggi di aeroplani e astronauti) e anche di complessi sistemi tecnologici in orbita (satelliti, stazioni spaziali, ecc.) e sulla Terra (sistemi di fornitura di energia elettrica, trasporti, banche, ecc.). Sul tavolo anche gli effetti dell’eventuale impatto catastrofico sulla superficie terrestre di meteoriti e asteroidi. La seconda sessione della Conferenza è dedicata ai “rischi di origine umana”, tra cui i pericoli relativi al gran numero di “detriti spaziali” (vecchi satelliti, frammenti di satelliti e di vettori, ecc.) presenti intorno alla Terra, oltre ai rischi dovuti al cyber-terrorismo. A conclusione della Conferenza, venerdì 10 maggio, prevista una tavola rotonda dal titolo “Oltre i confini della Terra. Vivere e viaggiare nel Sistema Solare”, aperta al pubblico. Altre informazioni su www.prsforspace.com.

Vega pronto al primo volo commerciale

Vega pronto al primo volo commerciale

razzo-vegaTutto pronto per la seconda missione di Vega, il lanciatore dell’Agenzia Spaziale Europea frutto della tecnologia italiana, la cui partenza dallo spazioporto di Kourou, nella Guyana Francese, è fissata nella notte tra il 3 e il 4 maggio 2013. Si tratta del primo dei cinque lanci di test che fanno parte del programma VERTA (VEga Research and Technology Accompaniment) e hanno valore propedeutico rispetto all’inizio delle missioni commerciali. Il primo volo con payload era stato previsto inizialmente il 19 aprile, ma si è preferito rimandare per consentire una serie di verifiche di funzionamento di alcuni sistemi che regolano il controllo dei flussi di propellente. In particolare si è provveduto alla sostituzione di un regolatore di pressione. Quindici mesi dopo il successo del lancio dimostrativo, avvenuto il 13 febbraio 2012, Vega porterà in orbita tre carichi commerciali: il satellite Proba-V dell’Esa, il satellite vietnamita Vnredsat e il mini-satellite dell’Estonia ESTCube-1. Due i payload principali: Proba-V, satellite dell’ESA che trasporta la versione ridotta dello strumento Vegetation dedicato al monitoraggio della crescita mondiale della vegetazione e destinato a integrare la missione pluriennale dei satelliti francesi Spot, e VNREDSAT (Vietnam Natural Resources Environment and Disaster Monitoring Satellite) satellite ottico, in grado di riprendere immagini con risoluzione di 2,5 metri, dedicato al monitoraggio delle risorse naturali e dei disastri costruita da Astrium per conto del governo vietnamita. Il terzo carico è il minisatellite ESTCube-1 progettato in Estonia, un cubo di 10 cm di lato pesante un chilo e mezzo di peso), costruito con il concorso di Tartu University, Estonian Aviation Academy, Tallinn University of Technology e University of Life Sciences, con l’obiettivo di testare la propulsione a mezzo di vela solare. Vega i suoi due carichi principali su due orbite con orientamenti diversi e a quote differenti: il satellite vietnamita in orbita sincrona a 660 km di altezza, quello dell’ESA a 800 km. Il software di volo di VEGA è stato sviluppato interamente in Italia da ELV (società che gestisce i lanci, partecipata al 70% da Avio e 30% da ASI) e aziende aerospaziali italiane. L’Italia contribuisce al programma Vega con una quota del 65%, seguita da Francia con il 12 e Spagna con il 7 per cento. AVIO, che costruisce i due grandi booster a combustibile solido e i principali componenti del propulsore a combustibile liquido “Vulcain” del razzo Ariane 5, ha un ruolo fondamentale nello sviluppo di Vega. Alto 30 metri e con un diametro alla base di 3 metri, il lanciatore europeo di piccoli satelliti pesa 137 tonnellate sulla rampa, può trasportare fino a 2.000 kg di carico utile e parte alla piattaforma 1 di Kourou, che tenne a battesimo il primo Ariane nel dicembre 1979. Il primo stadio di Vega, denominato p-80, è un autentico gioiello tecnologico, costituito dal più grande cilindro in composito a base di fibra di carbonio per uso spaziale. I primi tre motori spingono il razzo fino all’orbita, dove il quarto stadio Zefiro 9, in grado di essere spento e riacceso fino a cinque volte, provvede al corretto assetto per consentire la precisa collocazione dei satelliti alla quota prevista.

SpaceShipTwo, primo test di volo

SpaceShipTwo, primo test di volo

spaceshiptwoVirgin Galactic ha completato con successo il primo volo di prova del suo veicolo spaziale SpaceShipTwo (SS2).  Il test di volo è stato condotto in collaborazione con Scaled Composites, l’azienda del progettista Burt Rutan, e Mojave Air and Space Port in California. Il decollo della navetta, destinata a trasportare turisti spaziali, è avvenuto per mezzo del WhiteKnightTwo (WK2), il veicolo della Virgin Galactic con cui ha raggiunto dopo circa 45 minuti la quota di 14mila metri prima di staccarsi e accendere per 16 secondi il motore a razzo che ha permesso raggiungere la velocità supersonica di 1.2 Mach a 16.700 metri di altitudine. Lo SpaceShipTwo, pilotato da Mark Stucky e Mike Alsbury, è stato fatto planare sulla pista del Mojave Air and Space Port concludendo con successo il primo test di qualifica. Nel corso dei prossimi voli il motore a razzo resterà acceso progressivamente più a lungo fino ad effettuare la missione completa che ne prevede l’accensione per una durata di 70 secondi e il raggiungimento di Mach 4, velocità che permette di portare il veicolo a 100 km di altezza. A questa che rappresenta la soglia dello spazio è già arrivata nel 2004 la navicella SpaceShipOne, progenitrice di quella che accompagnerà i turisti nel volo suborbitale. La prima missione commerciale, in un primo tempo annunciata per il 2008, si effettuerà a fine 2013, con a bordo il fondatore di Virgin Galactic, Sir Richard Branson, con famiglia. Nel 2014, secondo i programmi, il via ai voli con clienti a bordo. Le prenotazioni, al costo di 200 mila dollari (153 mila euro) sono oltre 500 e corrispondono a persone ovviamente facoltose oltre che in buono stato di salute. Lo SpaceShipTwo ospita due piloti e sei passeggeri. Il servizio commerciale sarà svolto dallo Spaceport America, nel New Mexico.

“E’ una giornata storica – ha dichiarato Richard Branson, che ha assistito da terra allo svolgimento e al successo del test di volo – Per la prima volta, siamo stati in grado di dimostrare il perfetto funzionamento del sistema e riteniamo di portare il motore a pieno regime in modo da effettuare il primo volo suborbitale entro la fine dell’anno”.