da Sorrentino | Mar 3, 2016 | Attualità, Eventi, Eventi Scientifici e Culturali, Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi, Stazione Spaziale
Un mese dopo la nascita della nuova ALTEC, la società specializzata nel supporto ingegneristico e logistico spaziale ed espressione della joint-venture Thales Alenia Space Italia e Agenzia Spaziale Italiana, che hanno deciso di trasformarla in una aerospace company in funzione di un allargamento dello spettro delle attività ad alto valore tecnologico per i diversi settori del mondo aerospaziale, Torino viene celebrata come città dello spazio. Avviene nel corso della visita dell’astronauta Samantha Cristoforetti, giunta a incontrare il team e la struttura che nel corso degli anni hanno consentito all’Italia di realizzare il 50% del volume abitabile della stazione spaziale internazionale dove lei ha vissuto per 200 giorni consecutivi, stabilendo il record di permanenza femminile in orbita. Un incontro esteso poi alla città per significare l’importanza del polo aerospaziale industriale e ingegneristico sviluppatosi all’ombra della mole Antonelliana, e che ha elaborato soluzioni avanzate per i programmi spaziali congiunti di ESA e NASA, a cominciare dallo Spacelab, il primo laboratorio spaziale progettato nella seconda metà degli anni ’70 dall’equipe diretta dall’ing. Ernesto Vallerani e che avrebbe volato nella stiva dello Space Shuttle effettuando la prima missione STS9 il 28 novembre 1983 con a bordo quattro esperimenti italiani. Da allora l’Italia, grazie soprattutto al ruolo del polo torinese e di Thales Alenia Space Italia, ha contribuito in modo significativo ai nuovi successi, fornendo alla complesso orbitale una serie di elementi cardine: il laboratorio europeo Columbus; due moduli di connessione (Nodo 2 e Nodo 3) che sono frutto dell’accordo trilaterale tra ASI, ESA e NASA; tre moduli logistici MPLM (Multi-Purpose Logistic Module, chiamati Leonardo, Raffaello e Donatello), realizzati sulla base di un accordo bilaterale tra l’Agenzia Spaziale Italiana e la NASA, uno dei quali (Leonardo) trasformato in modulo permanente attraccato alla ISS a conclusione delle missioni Shuttle; la Cupola, ovvero il modulo di osservazione dell’ambiente esterno, diventato l’iconografia della missione Futura che vede Samantha Cristoforetti affacciata a un’altezza di 400 km sul nostro pianeta che scorre rappresentandosi con sfumature di colori sempre diversi e mostrandosi naturalmente vivente.
A Torino sono stati costruiti anche i cinque Veicoli di Trasferimento Automatizzato (ATV), lanciati dal razzo vettore europeo Ariane-5, primi veicoli spaziali progettati per condurre operazioni di attracco automatizzate potendo sfruttare sistemi di navigazione ad altissima precisione.
Oltre ad avere un ruolo di primo piano nelle attività di supporto alla stazione spaziale internazionale e agli esperimenti scientifici in orbita, ALTEC è uno dei centri di controllo della missione ExoMars, prima missione dell’Agenzia Spaziale Europea sul Pianeta Rosso, con lancio previsto il 14 marzo da Baikonour. La prima fase prevede l’ingresso in orbita di Marte della sonda (TGO, Trace Gas Orbiter) che indagherà la presenza di metano e altri gas presenti nell’atmosfera, mentre il modulo denominato Schiaparelli, in onore dell’astronomo italiano che ha effettuato la prime osservazione dei ‘canali’ marziani, contenente la stazione meteo (Dreams) e altri strumenti, atterrerà su Marte anche per testare nuovi sistemi di discesa. La seconda parte della missione Exomars, in programma nel 2018, prevede lo sbarco sul Pianeta Rosso di un innovativo rover capace di muoversi e dotato di strumenti per penetrarne ed analizzarne il suolo.

Per questa seconda parte entra in gioco il Centro di Controllo del Rover Exomars (Rover Operations Control Centre – ROCC) di ALTEC a Torino, con annessa area di simulazione marziana, una delle tappe della visita dall’astronauta Samantha Cristoforetti, giunta a testimoniare il valore della ricerca spaziale e la stretta correlazione tra le attività sulla stazione orbitale, svolte in preparazione di periodi lunga permanenza in assenza di gravità, e le fase di avvicinamento alla prima missione umane su Marte.
TORINO CITTA’ DELLO SPAZIO
Giovedì 3 marzo 2016 – ore 19:00
Arsenale della Pace
www.sermig.org/diretta-streaming
da Sorrentino | Feb 22, 2016 | Eventi, Missioni, Primo Piano
Il 22 febbraio 1996 due astronauti italiani venivano lanciati a bordo dello Space Shuttle Columbia per la missione STS-75: Maurizio Cheli, colonnello dell’Aeronautica Militare, con il ruolo di specialista di missione, e Umberto Guidoni, specialista di carico utile rappresentato dal satellite a filo Tethered di progettazione italiana (che aveva già volato nella missione del primo italiano in orbita, Franco Malerba, nel 1992) e da una serie di esperimenti sulla microgravità. L’equipaggio del Columbia STS-75 era composto da: Andrew M. Allen (comandante), Scott J. Horowitz (pilota), Franklin R. Chang-Diaz (Comandante del Carico Utile), Maurizio Cheli (Specialista di Missione con il logo ESA), Jeffrey A. Hoffman (Specialista di Missione), lo svizzero Claude Nicollier (Specialista di Missione), Umberto Guidoni (Specialista del Carico Utile con il logo ASI).
Il lancio avvenne alle 21:18 (ora italiana) del 22 febbraio 1996 e il rientro alle 14:58 del 9 marzo 1996, per una durata di 15 giorni, 17 ore, 41 minuti e 25 secondi. In totale 251 orbite che corrispondono a oltre 10 milioni di km percorsi. L’obiettivo principale della missione era il portare in orbita il satellite italiano a filo TSS (Tethered Satellite System Reflight) e lo USMP-3 (United States Microgravity Payload) ideato per sperimentare in assenza di gravità. Il TSS-1R fu il secondo volo del satellite TSS-1, che avvenne nella missione STS-46 nel luglio/agosto 1992 e durante la quale il cavo a cui è appeso il satellite si srotolò di solo 250 metri circa contro i 20,7 chilometri previsti. Mentre il satellite orbita attorno alla Terra il lungo cavo taglia il campo magnetico del nostro pianeta e crea una corrente elettrica rilevabile con gli strumenti posti nel vano di carico della navetta. Questi studi si sono rivelati importanti per lo studio del campo magnetico e per le possibili applicazioni spaziali future quali produzione di corrente elettrica per stazioni spaziali. A bordo del Columbia, inoltre, c’erano vari esperimenti con i quali studiare la fusione dei metalli in microgravità, la crescita di cristalli e le accelerazioni a cui vengono esposti gli esperimenti a bordo della navetta.
In occasione del ventennale della missione STS-75, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale Squadra Aerea Pasquale Preziosa, ha incontrato Maurizio Cheli, primo dei quattro Ufficiali dell’Aeronautica Militare ad aver volato nello spazio testimonia l’interesse della Forza Armata per le attività del volo umano spaziale e sub-orbitale che rappresentano il nostro futuro. Un cammino cominciato più di 50 anni fa, grazie al genio e all’impegno del Generale Luigi Broglio, ingegnere dell’Aeronautica Militare, che permise all’Italia di accedere allo Spazio con un proprio satellite, il “San Marco”. Un successo che nel 1964 potevano condividere solo Unione Sovietica e Stati Uniti”. Maurizio Cheli non ha più volato nello spazio. Umberto Guidoni vi è tornato del 2001 a bordo dello Space Shuttle Endeavour, diventando il primo astronauta europeo a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), nella missione coincisa con il volo inaugurale del modulo italiano Raffaello.
da Sorrentino | Feb 13, 2016 | Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha concluso la sua visita negli Stati Uniti d’America recandosi a Houston, al Johnson Space Center, il centro di controllo delle missioni spaziali della NASA. Accolto al suo arrivo dal Capo del Protocollo della NASA, Susan Anderson, il Presidente Mattarella ha visitato il Centro accompagnato dal presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, e dagli astronauti Samantha Cristoforetti, Roberto Vittori, Paolo Nespoli e Luca Parmitano. Nel gruppo anche Walter Villadei, che sta svolgendo la fase di formazione. La visita è stata seguita da una rappresentanza del Sonny Carter Training Facility, del Neutral Buoyancy Laboratory, dello Space Vehicle Mockup Facility e del Christopher C. Kraft, Jr. Mission Control Centers.
“È una vista emozionante e affascinante ed è motivo di orgoglio per l’Italia, che ha una lunga storia” nell’attività spaziale. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, visitando oggi il centro spaziale della Nasa a Houston. Il Capo dello Stato ha ricordato come l’Italia partecipi nella costruzione di molte componenti delle navicelle e come si attiva la collaborazione con la Nasa. “C’è la suggestione – ha aggiunto Mattarella – di sentirsi ai confini della conoscenza, e c’è anche l’orgoglio”.
“Quel che viene fatto nello spazio è prezioso per il futuro del nostro Paese”, ha sottolienato il Capo dello Stato. Il Presidente, rispondendo ad una domanda dei giornalisti, si è anche augurato che l’Italia possa far crescere i suoi investimenti nella ricerca spaziale. Già oggi comunque l’Agenzia spaziale italiana (ASI) è una delle agenzie che collabora più intensamente con la Nasa e tantissime aziende italiane producono tecnologia avanzata per il settore spaziale.
Mattarella ha parlato di giornata storica, facendo riferimento all’articolo del New York Times sulla conferma delle onde gravitazionali, che cita in modo esplicito il contributo dell’Italia”, che si aggiunge al grandissimo impegno del nostro Paese nel settore astronautico.
Il Presidente ASI Battiston ha parlato anche della sfida di un lancio su Marte definendola anche un investimento per il mondo. Su questa futura missione, ha aggiunto, l’Italia è in prima fila ma è importante che tutti i Paesi del mondo si mettano insieme perché questa è una sfida di pace ed il mondo ne ha bisogno”. Battiston ha ricordato che “ogni euro speso in questo settore produce un ritorno da due a sei volte e quindi investire porta guadagno. L’Italia ha saputo farlo e continua a farlo. Noi abbiamo un’attività spaziale di altissimo livello e naturalmente, oltre al settore privato, serve il sostegno del governo”.
da Sorrentino | Feb 6, 2016 | Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano, Programmi, Stazione Spaziale
Nel prossimo decennio potremmo ritrovarci non solo a camminare di nuovo sulla Luna, ma vivere e lavorare in ambienti e spazi come quelli oggi disponibili sulla Stazione Spaziale Internazionale in orbita bassa terrestre. Creare un Moon Village, una base internazionale sulla Luna: è il sogno di Johann-Dietrich Worner, direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), ospite per la prima volta in Italia e intervenuto alla conferenza #Space 4.0. Enhancing Europe’s Competitiveness, organizzata a Roma alla facoltà di Ingegneria della Sapienza. Worner ha spiegato che dopo il successo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e prima di riuscire a superare gli ostacoli per andare su Marte, è il momento per creare una base lunare. “Per ora è solo un sogno, non abbiamo tempi e modalità definite ma è un sogno in cui crediamo e che può essere molto concreto”.
Il progetto della ISS è ormai stato completato da tempo e potrebbe essere abbandonato dopo il 2024 è quindi il momento di pianificare i prossimi progetti spaziali. La Luna non sarebbe un primo passo per poi andare su Marte, o un ripiego, “un Moon Village sarebbe un’opportunità per tutti. E’ vicina e abbiamo molte tecnologie già pronte, sarebbe non tanto una miniera da sfruttare ma piuttosto un grande laboratorio per sviluppare nuove tecnologie, dove ad esempio installare grandi telescopi”.
Roberto Battiston, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ritiene necessario che l’Italia abbia un ruolo sempre maggiore all’interno dello spazio europeo e ottenere, in particolare, rappresentanti italiani alla guida dei settori dei lanciatori e dei programmi di osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Europea: ”nei nostri incontri abbiamo parlato di tutti i piani spaziali dell’Italia all’interno della cooperazione con ESA che saranno al centro dell’incontro, previsto a fine anno, tra i responsabili del settore spaziale delle nazioni partecipanti” ha spiegato Roberto Battiston. Al centro dell’incontro il ruolo dell’Italia all’interno di ESA, la missione ExoMars 2018, il futuro della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e il programma dei lanciatori. Attenzione è stata posta anche al tema della selezione in corso per la nomina dei nuovi vertici nei direttorati ESA dell’Osservazione della Terra e quello dei Lanciatori. “Auspico – ha aggiunto Battiston – che italiani possano ricoprirne il ruolo”.
Del progetto del Moon Village il presidente dell’ASI ha raccolto la sfida: “Realizzare un Moon Villagge, un villaggio lunare, è un progetto che attira pienamente anche l’Agenzia Spaziale Italiana. Crediamo che l’obiettivo degli europei a lungo termine sia raggiungere Marte, ma la Nasa, nel suo programma verso il pianeta rosso, prevede anche fasi intermedie di atterraggi sulla Luna con robot e uomini, obiettivo a cui siamo interessati”.
“Credo – ha detto ancora Battiston – che l’Europa avrebbe tutta la capacità di attrarre l’interesse di grandi paesi come la Cina, l’India o i Paesi Arabi in questa sfida”. L’Esa, ha proseguito, “ha tutte le capacità e l’Italia ritiene che la sfida di Marte vada perseguita e rappresenti quel salto tecnologico e verso il progresso che ha rappresentato la conquista della Luna da parte dell’uomo”. E “su Marte -ha chiuso Battiston- ci si va tutti insieme”.
Il direttore generale dell’ESA ha avuto anche un incontro con il Ministro della Ricerca, Stefania Giannini, che ha offerto l’opportunità di confrontarsi sulla posizione italiana all’interno dell’Esa, essendo il nostro Paese terzo contributore dell’Agenzia Spaziale Europea. L’incontro con il ministro italiano è avvenuto nell’ambito del giro di capitali europee che Woerner sta visitando, per avviare la preparazione della prossima ministeriale dell’ESA che si terrà il 2 dicembre 2016.
da Sorrentino | Gen 16, 2016 | Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano
“Europe as a global Space player” recita il claim che per due giorni ha campeggiato a ogni panel dell’ottava Space Conference a Bruxelles. L’abituale appuntamento annuale della Commissione Europea in tema di ‘space policy’ ha proposto un agenda ‘globale’, mettendo sul piatto un pò tutti i temi caldi del momento: dall’esplorazione di Marte alla gestione dei Big Data di osservazione della Terra, dalle prospettive dei satelliti di telecomunicazioni a quelle, nuovissime, dei micro satelliti di nuova generazione. L’argomento che ha tenuto banco, in linea con l’ultima Ministeriale, è stato quello dei lanciatori. Non senza qualche apprensione per quanto sta avvenendo, in termini di passi avanti, Oltreoceano. Citatissima, per fare un esempio, l’americana Space X. E, soprattutto, il suo programma di sviluppo di un vettore ‘riutilizzabile’: il Falcon 9.
Philippe Brunet, a capo della DG Growth della Commissione UE, ha più volte sottolineato come la Commissione abbia il diritto di far sentire la propria, essendo diventata ormai il principale acquirente dei lanci di Arianespace con decine di missioni per le costellazioni Copernicus e Galileo. “Senza gli ordini che l’Unione Europea ha messo sul tavolo, non ci sarebbe nessun nuovo lanciatore” ha detto Brunet, aggiungendo “in quale altro settore il principale cliente non ha voce sui progetti in corso? Guardate bene, non ne troverete uno – se non il settore europeo dei lanciatori”. A Brunet ha fatto eco Franck Proust, membro francese del Parlamento Europeo e Vicepresidente della commissione parlamentare per lo Spazio e l’Aviazione, che ha specificato come, se è vero che il mercato europeo non è grande abbastanza da generare un ritmo di lancio capace di sviluppare tecnologie di razzi riutilizzabili, qualora questi ultimi dovessero prendere piede l’Ariane 6 rimarrebbe “nella polvere”.
Anche il presidente dell’ASI, Roberto Battiston, nel suo intervento, ha avvertito che l’Europa non può stare a guardare nella nuova corsa allo spazio. “Il fatto che da noi non ci siano i venture capitalist per seguire il modello americano da una parte, oppure che abbiamo costi più alti rispetto ai cinese dall’altra, non è un buon motivo per stare alla finestra. I cicli tecnologici – ha sottolineato il presidente ASI – sono sempre più rapidi e dobbiamo agire”. Battiston è poi intervenuto sui Big Data: “Anche qui è fondamentale fare in fretta e cercare vie nuove, perché senza un’efficiente e aperta gestione dei Big Data, non ci sarà la nuova Space Economy”. La due giorni si è chiusa con gli interventi del vice presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, e della direttrice della DG Growth Lori Evans, che ha incontrato a margine del convegno la delegazione dell’ASI guidata da Battiston.
(fonte: Asi)
da Sorrentino | Nov 23, 2015 | Eventi, Primo Piano, Programmi
La logica e naturale espansione delle attività umane nello Spazio prefigura uno scenario di progressivo e sempre più ampio coinvolgimento di vaste fasce professionali e nuove generazioni di popolazione, destinate a diventare al tempo stesso protagonisti e utenti dell’ambiente circumterrestre e lunare. Non si tratta di futuro lontano, ma di una tipologia di sviluppo che si prospetta molto più rapido di quanto si possa immaginare, al punto da suggerire una forte accelerazione degli studi sulla gestione del cosiddetto “Quarto Ambiente”. Il tema è uno dei tre scelti da trattare nel corso del terzo Congresso Nazionale di Futurologia in programma il 26 e 27 novembre a Napoli all’Università Suor Orsola Benincasa, promosso e organizzato dall’ Italian Institute for the Future (IIF).
Il panel dedicato alle sfide del Quarto Ambiente è gestito dal Center for Near Space (CNS), diretto da Rino Russo, che ha la finalità di contribuire ad una sempre maggiore diffusione della cultura spaziale tra le nuove generazioni e il grande pubblico, favorendo un positivo orientamento della società verso lo sviluppo del settore privato dell’Astronautica Civile. Il termine “Near” esprime il desiderio di incoraggiare l’utilizzo crescente della parte più vicina del Quarto Ambiente, ossia la regione compresa tra la stratosfera e l’orbita bassa terrestre, ma anche in generale l’obiettivo di avvicinare i cittadini e la società civile allo Spazio.
Il CNS apre la finestra sul futuro con la sessione in programma dalle 11:30 alle 13:00 del 26 novembre, immaginando l’architettura delle nuove infrastrutture orbitali, rese sempre più accessibili da veicoli di trasferimento e ratei di volo in grado di attenuare le sollecitazioni rispetto a quelle prodotte dai classici razzi vettori, ma anche offrendo lo scenario delle attività in corso di sviluppo in preparazione delle missioni umane su Marte. Chiamati a parlarne Ernesto Vallerani, il padre dei moduli-laboratorio da Spacelab a Columbus, e Italian Mars Society, relativamente al progetto ERAS che mira alla creazione di un centro di ricerca in Lombardia imperniato su ricerche di laboratorio e familiarizzazione all’ambiente e alla gravità ridotta del Pianeta Rosso attraverso strumenti di realtà virtuale avanzata.
Il panel successivo (14:00-15:30) è dedicato al turismo spaziale, alle sue interconnessioni con il trasporto intercontinentale e alle potenzialità dell’astronautica civile. Ne sono coinvolti l’Agenzia Spaziale Italiana, con il Distretto Virtuale Near Space, lo stesso CNS con il progetto Hyplane già oggetto di presentazione al congresso internazionale di astronautica 2013 a Pechino , il CESMA e il Politecnico di Torino con le prospettive del volo ipersonico, e l’Ente Nazionale Aviazione Civile in materia di volo suborbitale.
Nell’ambito della prima giornata del Congresso Nazionale di Futurologia, il Center for Near Space lancia una competizione tra gli studenti delle scuole medie superiori che si svilupperà durante l’anno scolastico 2015-2016, prevedendo una prima selezione delle idee concettuali ad inizio 2016, l’affiancamento dei team selezionati da parte di esperti di chiara fama, e la premiazione del vincitore prima della fine dell’anno scolastico. Future Low Orbit Resort 2050 mira ad individuare un habitat confortevole di un resort come parte di una infrastruttura spaziale di futura generazione per orbita LEO.
Appendice finale alla disamina delle sfide del Quarto Ambiente la sessione di venerdì 27 novembre (9:30-11:00) dedicata all’esplorazione spaziale con l’intervento di Agenzia Spaziale Italiana, Thales Alenia Space, INAF-Osservatorio di Capodimonte, Spaceland e Associazione Arma Aeronautica.