Seleziona una pagina
Premio “Capo d’Orlando” a sei donne

Premio “Capo d’Orlando” a sei donne

La 22esima edizione del Premio Scientifico internazionale “Capo d’Orlando” premia l’ingegno femminile. I riconoscimenti delle sei sezioni vanno solo a donne che si sono distinte nei rispettivi campi. Per la cerimonia di conferimento, slittata causa emergenza Covid-19 dalla primavera scorsa a venerdì 9 ottobre nella cornice di Vico Equense, è stata scelta la Sala delle Colonne del Complesso Monumentale della SS.Trinità e Paradiso, lo stesso che ospita la prestigiosa collezione del Museo Mineralogico Campano, al cui direttore Umberto Celentano si vede l’ideatore del premio. La targa d’argento, riproducente uno dei pesci fossili del Cretaceo rinvenuto nell’Ottocento a Capo d’Orlando (Vico Equense), sarà assegnata alla Prof.ssa May Britt Moser (nella foto), Premio Nobel per la Medicina nel 2014, direttrice del Kavli Institute  di Trondheim (Norvegia), autrice della scoperta dei meccanismi neurologici che regolano i campi della memoria visiva nel cervello umano.

“La designazione della illustre scienziata e quelle delle altre personalità insignite del riconoscimento – afferma Umberto Celentano – è un’attestazione della stima da parte degli organizzatori al ruolo fondamentale della donna nel mondo scientifico, culturale ed industriale”.  Per il “Management Culturale” insignita la Prof.ssa Annamaria Colao dell’Università Federico II, ricercatrice di fama internazionale e presidente designata dall’Associazione Italiana di Endocrinologia, mentre per la sezione “Scienza  e Alimenti” la Prof.ssa Elisabetta Bernardi dell’Università “La Sapienza” di Roma, nutrizionista e curatrice della rubrica “La Scienza in Cucina” nella trasmissione “Superquark”.

Per la sezione “Divulgazione Scientifica” targa d’argento a Silvia Bencivelli, giornalista e scrittrice. Per “Scienza e Industria” riconoscimento all’Ing. Sonia Bonfiglioli, Presidente di Bonfiglioli Spa, azienda leader a livello mondiale nel settore della meccanica di precisione. Infine, per la sezione “Comunicazione Multimediale” premiata la dott.ssa Beatrice Mautino, ideatrice di un seguito blog scientifico. In occasione della cerimonia di conferimento si annunciano importanti novità sulla Fondazione Discepolo, che ha dato vita nei decenni scorsi al museo mineralogico, e sull’organigramma del Premio Capo d’Orlando. Proprio da questa località di Vico Equense proviene il pesce fossile della specie Stemmatadus rhombus, databile al Cretaceo inferiore, che ha ora arricchito il Museo Mineralogico Campano grazie alla donazione di Alda Guida, appassionata divulgatrice culturale. Il raro esemplare è una delle nove specie ittiche, vissute tra i 124 ed i 128 milioni di anni fa, nell’antico bacino costiero, oggi geosito, compreso tra Capo la Gala (Vico Equense) e Pozzano (Castellammare di Stabia).  Una peculiarità oggetto di divulgazione da parte del Prof. Filippo Barattolo dell’Università “Federico II”.

Il Premio Capo d’Orlando, a cui è dedicato il sito www.premiocapodorlando.it, è stato consegnato finora a Vico Equense a quindici premi Nobel, tra essi John F. Nash, la cui storia ha ispirato il film “A Beautiful Mind”, James D.Watson, co-scopritore della struttura del DNA, Paul Krugman, Andre Geim, Venki Ramakrishnan, Presidente della Royal Society, Paul Nurse.

 

Spazio frontiera della conoscenza

Spazio frontiera della conoscenza

Condivisione e consapevolezza delle competenze e delle risorse per stimolare al meglio tutte le capacità e le eccellenze che il settore spaziale italiano è in grado di mettere in campo. Questo l’obiettivo della Giornata della Ricerca Accademica Spaziale realizzata dall’Agenzia Spaziale Italiana alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi.

Le sfide poste dalla New Space Economy e i mutamenti che stanno interessando il settore spaziale richiamano la necessità di una maggiore collaborazione tra tutti gli attori e la ricerca, in questi ultimi mesi, si è dimostrata ancora una volta elemento chiave per la vita di tutti giorni.

“La pandemia è stata anche un’occasione per riflettere sul futuro. Ed il futuro è nella ricerca e soprattutto nella sua velocità. – ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi – Per questo abbiamo bisogno di strategie che mettano a sistema ricerca pubblica e privata, sia industriale che universitaria. Dobbiamo valorizzare le idee per mantenere alto il livello di innovazione e seguire le esigenze del mercato: così si trasforma un’idea in progetto concreto. Per stare al passo con le rinnovate dinamiche di sviluppo occorrono visioni globali, sistematiche e integrate, come finora ha fatto l’ASI affermandosi a livello internazionale”.

“L’Agenzia Spaziale Italiana punta a fare da catalizzatore favorendo un utilizzo sinergico delle diverse competenze del mondo accademico e degli enti di ricerca – ha sottolineato il presidente dell’ASI Giorgio Saccoccia -. Lo spazio è sinonimo di innovazione e ricerca. È importante investire nelle idee originali soprattutto dei giovani per trasferirle al mondo dell’industria e fare avanzare il nostro Paese sia tecnologicamente che economicamente. Oggi inauguriamo sul nostro sito web il portale della ricerca spaziale che ospiterà le iniziative di università ed enti di ricerca. La sfida è quella di stimolare ed investire nel capitale umano: quello che serve a creare il futuro dello spazio a beneficio di tutti.”

Il sito istituzionale dell’Agenzia (www.asi.it) dispone di una sezione ad hoc, una vera e propria vetrina permanente per università ed Enti di ricerca che potranno farsi conoscere attraverso dei video-pitch. La giornata è stata anche l’avvio alla costituzione di tavoli tematici con l’obiettivo di raccogliere nuove idee e proposte di progetti di ricerca tra università ed imprese.

L’obiettivo è quello di favorire le attività di ricerca, base ed elemento motore degli sviluppi tecnologici e dei processi di innovazione; realizzare  mappatura delle competenze e infrastrutture di ricerca supportare un coordinamento nazionale facilitando le sinergie, il dialogo e la collaborazione tra soggetti della comunità spaziale nazionale anche al fine di individuare nuovi temi di ricerca; potenziare i network di ricerca esistenti e favorire la creazione di reti di infrastrutture di ricerca; promuovere attività di ricerca interdisciplinari, nonché processi di spin-in da settori non-Spazio al settore spaziale attraverso iniziative per favorire uno scambio di competenze e di capacità di ricerca anche in settori apparentemente lontani (ma che possono contribuire trasversalmente al settore spaziale). Non ultimo anche lo scopo di contribuire a potenziare il ciclo della formazione qualificante e dell’alta formazione, agendo da collante tra scuole di dottorato o tra percorsi di formazione (es master, summer school), ampliare la collaborazione con il maggior numero di università possibili. Infine, supportare/rafforzare le connessioni tra la ricerca, formazione delle nuove generazioni di ricercatori ed i programmi spaziali.

Il trentennale di Hubble

Il trentennale di Hubble

Il 24 aprile 1990 lo Space Shuttle Discovery (missione STS-31, il cui pilota era Charlie Bolden, che sarebbe diventato amministratore della Nasa) metteva in orbita il telescopio spaziale Hubble, lo strumento sviluppato da Agenzia Spaziale Europea e NASA che ha permesso di osservare l’universo senza il filtro dell’atmosfera terrestre. Tre anni dopo, nel corso di un’altra missione dello Shuttle, con cinque attività extraveicolari, venne effettuata una delle più complesse operazioni spaziali per porre rimedio all’aberrazione ottica dovuta a un difetto nelle lenti, a cui furono aggiunti apparati correttivi proprio come si fa con gli occhiali. Il telescopio spaziale Hubble è stato visitato altre due volte, sempre per missioni di riparazione, l’ultima nel maggio 2009, con la missione STS-125 dello Space Shuttle.

La missione trentennale di Hubble ha prodotto finora 1,4 milioni di osservazioni, fornendo una enorme mole di dati convogliati in oltre 17.000 pubblicazioni scientifiche. Ogni anno il team misto di ESA e NASA che gestisce il telescopio spaziale riceve oltre mille proposte di utilizzo, ma solo un quarto di esse vengono accolte per il tempo necessario a svolgere le osservazioni. Tante le scoperte prodotte attraverso Hubble, a cominciare dall’età dell’universo, stabilita in 13.7 miliardi di anni dal momento del Big Bang. Ha reso possibile l’osservazione della galassia più lontana, GN-z11, distante 32,1 miliardi di anni luce. Storica quella del 1994 relativa all’impatto della cometa Shoemaker-Levy 9 su Giove. Spettacolari le osservazioni di ammassi stellari, come i Pilastri della Creazione nella Nebulosa dell’Aquila, e i dischi protoplanetari attorno alle giovani stelle. Combinando i dati di Hubble e dell’osservatorio Gaia dell’ESA, nel 2019 è stato possibile affinare le dimensioni della Via lattea: 1,5 mila miliardi di masse solari con un raggio di 129mila anni luce.

 

Russia premia “Luna Italiana”

Russia premia “Luna Italiana”

Il documentario Luna Italiana – Rocco Petrone e il viaggio dell’Apollo  di Marco Spagnoli, prodotto da Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con History Channel e con il patrocinio di Agenzia Spaziale Italiana e NASA, ha vinto il Premio ex – aequo come Miglior documentario al Tsiolkovsky Space Fest, il più importante festival della russo sullo Spazio, legato al Museo permanente dell’Esplorazione spaziale, e uno dei principali del mondo dedicato al settore. Il documentario di Marco Spagnoli ha condiviso il Gold Prize dello Tsiolkovsky per il Miglior Documentario di oltre 50 minuti, insieme ai registi Maxim Vasûnov e Roman Naumenkov (Russia) autori del film “Baikonur. La caduta di Babbo Natale”. “In tempi come questi la figura di Rocco Petrone ci ricorda come si possano superare tutti gli ostacoli anche nei momenti più difficili e duri.” commenta Marco Spagnoli.

«È un grande risultato per un documentario dedicato alla corsa alla Luna e che ci fa sentire orgogliosi, perché incentrato su un grande italiano, figlio di emigrati in America – commenta il Presidente dell’Agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia – Una storia come tante che descrive il genio e la passione di tantissimi italiani nel mondo. Un prestigioso premio che sentiamo un po’ nostro per aver creduto, come ASI, in questo progetto e averlo sostenuto». “Nessuno potrà mai dire abbastanza bene di Rocco Petrone. Non saremmo mai arrivati sulla Luna in tempo o, forse, non ci saremmo mai arrivati senza Rocco“. Con queste poche parole Isom “Ike” Rigell, ingegnere capo del Kennedy Space Center e addetto alle operazioni di lancio, restituisce tutto il peso di una figura rimasta a lungo in ombra, ma che ha avuto un ruolo centrale nel lungo e difficile percorso che ha portato, il 20 luglio del 1969, alla discesa dell’uomo sulla Luna: Rocco Petrone (1926-2006), un uomo timido e ombroso, inflessibile, infaticabile, che si è guadagnato il soprannome di “tigre di Cape Canaveral”.

Il documentario Luna italiana, ricostruisce la vita e la personalità di Rocco Petrone, direttore delle operazioni di lancio dell’Apollo, collaboratore chiave di Wernher Von Braun, che ha svolto un ruolo chiave nella conquista del cosmo. Ispirato dal libro di Renato Cantore, Dalla Terra alla Luna, Rocco Petrone, l’Italiano dell’Apollo 11, edito in Italia da Rubbettino, il documentario ricostruisce la vita di questo figlio di emigranti della Basilicata: nato negli USA e, grazie allo Ius Soli, cittadino americano, poté frequentare l’Accademia di West Point, laureandosi poi in ingegneria al MIT. Entrato nel leggendario gruppo di ingegneri che ad Hunstville in Alabama fondarono il nucleo di quella che nel 1958 sarebbe diventata la NASA, realizzò con loro la promessa di John Fitzgerald Kennedy di portare l’uomo sulla Luna prima della fine degli anni Sessanta.

Grazie a rare immagini di repertorio provenienti dagli archivi dell’Istituto Luce, Teche Rai, Associated Press, BBC e NASA, Luna Italiana racconta la storia della corsa allo spazio, ovvero il duello tra America e Unione Sovietica, in un viaggio attraverso la scienza, la cultura pop e la vita politica di quegli anni. Una storia emozionante che, oltre alla viva voce di Petrone e di altri protagonisti di quell’epoca straordinaria e irripetibile, si avvale della testimonianza di scienziati, studiosi e giornalisti per ricostruire non soltanto la sfida tecnologica per la conquista dello spazio, ma anche il contesto culturale in cui questo avvenne. Tra gli intervistati: Tito Stagno, Piero Angela, Oscar Cosulich, l’astrofisico Amedeo Balbi, l’ingegnere aerospaziale Roberto Somma, la regista Susanna Niccharelli ed altri. A dare la voce a Rocco Petrone è Francesco Montanari, mentre Laura Morante è la voce narrante del documentario.

 

ESA: come stare in isolamento

ESA: come stare in isolamento

L’Agenzia Spaziale Europea ha promosso dalle 16 alle 21 di giovedì 26 marzo un evento online su ESA WebTv e su ESA YouTube, in collaborazione con il suo partner Asteroid Day, per aiutare tutti coloro che sono in isolamento e distanziamento sociale, a godere della scienza, del nostro pianeta, e dei nostri sogni del cielo sopra di noi.

Si tratta di #SpaceConnectsUs – un’opportunità per comunicare attraverso i confini e sentire da esploratori dello spazio, artisti e scienziati come comportarci e come gestire il nostro ambiente mentre le comunità combattono una pandemia globale.Il programma include collegamenti da remoto con astronauti e ospiti da tutto il mondo, per parlare ai bambini, ai giovani e alle loro famiglie delle loro esperienze e tecniche in spazi confinati, di lezioni di vita dall’esplorazione spaziale, della loro fiducia nella scienza e delle loro fonti di ispirazione. Il programma è stato impostato in cinque segmenti linguistici con inizio alle ore 16:00 in olandese, seguito dal tedesco (alle 17:00), italiano (18:00), francese (19:00) e inglese (20:00).

Per saperne di più visita la pagina:

http://www.esa.int/Space_in_Member_States/Italy/Gli_astronauti_a_SpaceConnectsUs_per_offrire_ispirazione_durante_l_isolamento

Luna e Parmitano al MAXXI

Luna e Parmitano al MAXXI

L’Agenzia Spaziale Italiana celebra al MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, il 50esimo anniversario del primo allunaggio con un triplice evento che prevede la diretta del lancio di Luca Parmitano, protagonista della missione Beyond, previsto alle 18,28 ora italiana. Dopo il decollo della capsula Soyuz, alle 20,00 il pubblico potrà assistere all’inaugurazione della mostra Lunar City, a cura di Alessandra Bonavina: fotografie e video che raccontano l’esplorazione del nostro satellite, esposizione realizzata anche in collaborazione con INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) ed ESA, con il supporto della NASA e dell’Ambasciata Americana in Italia. A conclusione della serata, alle 21,00, nella piazza del MAXXI proiezione del trailer del docufilm Lunar City, sempre di Alessandra Bonavina.

“L’allunaggio è stato davvero un enorme passo per l’umanità che ha dato – sottolinea il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia – un forte impulso internazionale allo sviluppo e alla tecnologia dedicata alla vita quotidiana. Ha aperto le porte a un nuovo mondo che oggi ci permette di guardare ancora più in là. Al di là delle celebrazioni dobbiamo, ora, puntare lo sguardo verso le prossime sfide a cui il mondo spaziale è chiamato. La coincidenza dell’anniversario dei 50 anni della conquista umana della Luna e l’avvio della seconda missione di Luca Parmitano ci permette di focalizzare il ruolo dell’Italia nell’ambito di un settore all’avanguardia ed economicamente strategico. Gli astronauti sono tra gli ambasciatori del protagonismo italiano internazionale in un settore alla frontiera della conoscenza, della scienza e dalla forte valenza economica. La spinta economica, la cosiddetta Space Economy, è una leva finanziaria fondamentale e strategica per la crescita del paese che in questo comparto si posiziona tra le grandi potenze dello spazio a livello mondiale, con una presenza e una tecnologia avanzata in tutti gli ambiti. Guardando oltre, come suggerisce il nome della missione di Parmitano, facciamo a lui i nostri auguri per l’avvio della missione dell’ESA Beyond anche come momento per ricordare che si stanno muovendo prossimi passi che porteranno a nuove e imminenti missioni verso la luna”.

Luca Parmitano, che nel corso della missione assumerà il ruolo di comandante (terzo europeo), si aggancerà alla Stazione Spaziale Internazionale dopo circa sei ore dal decollo previsto dal cosmodromo di Baikonur e resterà a bordo della stazione fino al 6 febbraio 2020. Nel corso della sua missione, Parmitano avrà il compito di seguire oltre 200 esperimenti, 6 dei quali proposti dall’ASI. Con questa missione Parmitano farà salire a 12 il numero dei voli che hanno avuto a bordo i 7 astronauti italiani che fino ad oggi sono stati lanciati nello spazio. Gli esperimenti dell’Agenzia Spaziale Italiana sono realizzati con la collaborazione di diversi enti e università italiane e internazionali e sono: NUTRISS; ACOUSTIC DIAGNOSTICS; XENOGRISS; LIDAL; Mini-EUSO; Amyloid Aggregation.