da Sorrentino | Mag 3, 2014 | Eventi, Primo Piano
Lo sviluppo del turismo spaziale come tappa di avvicinamento all’espansione della civiltà nello spazio geo-lunare, il futuro dell’esplorazione del sistema solare, l’affermazione della nuova cultura astronautica sostenuta da una visione scientifica ed umanistica. Questi i temi portanti del Congresso Nazionale di Space Renaissance Italia, dal titolo “Spazio senza frontiere: un mondo più grande è possibile“, in programma nei giorni 8 e 9 maggio 2014 al Campus Bovisa del Politecnico di Milano, che vedrà miscelati generi e linguaggi diversi, dalla scienza all’arte, dalla tecnologia alla musica, dai sistemi spaziali alla filosofia, all’etica e alla pittura.
Un originale concorso di idee, valori e conoscenza, propedeutico alla formulazione di un vero e proprio rinascimento spaziale, in grado di promuovere le potenzialità offerte dallo Spazio, i sistemi a disposizione e quelli in studio o sviluppo, per consentire alle persone di prendere confidenza con il mondo astronautico e sentirsi sempre più turisti e utenti delle rotte spaziali. Obiettivo racchiuso nel Piano Strategico di Space Renaissance Italia, che sarà illustrato nella mattinata di giovedì 8 maggio, nel corso delle due sessioni di apertura del Congresso, e il cui filo logico è la risposta alla crisi di crescita e sostenibilità che la nostra civiltà si trova a fronteggiare sul fronte della gestione delle poche risorse naturali disponibili sulla Terra.
“Space Renaissance Italia identifica nel Turismo Spaziale il catalizzatore di un nuovo sviluppo industriale e di un decisivo cambio di paradigma – sottolinea Gennaro Russo, ingegnere aerospaziale e presidente dell’associazione, sezione italiana di Space Renaissance International – L’attività umana nello spazio non può più restare appannaggio esclusivo della sperimentazione scientifica. Soltanto allargando il perimetro di utilizzo del cosiddetto “Quarto Ambiente” al cittadino e alle imprese, ovvero sviluppando l’astronautica civile, si darà inizio alla nuova rivoluzione industriale, in grado di produrre milioni di posti di lavoro sia a terra che nello spazio, creando le condizioni per usufruire delle immense risorse naturali disponibili al di là dell’atmosfera terrestre“.
Il comitato organizzatore del congresso di Space Renaissance Italia ha optato per massimizzare il mix di linguaggi evitando di costruire sessioni tematiche che avrebbero attirato volta per volta i soli cultori di quel linguaggio specifico. Gli interventi di carattere tecnico si alternano quindi agli interventi umanistici, in un gioco di sensazioni, stimoli e provocazioni che promettono di accendere il dibattito e la curiosità del pubblico, stimolando la volontà di proseguire la sperimentazione. La prima parte dei lavori congressuali, moderata da Giovanni Caprara, caporedattore scientifico del Corriere della Sera e presidente dell’UGIS (Unione Giornalisti Italiani Scientifici), è dedicata alla presentazione dei progetti cardine di Space Renaissance Italia: Outreach, Education, Enjoy the Experience, Design the Future, quest’ultimo con enfasi su HyPlane, un velivolo ipersonico in grado di portare sei passeggeri alle soglie dello spazio (70 km di quota) dando inizio ai voli sub-orbitali punto-a-punto, ciò che si può definire Turismo Spaziale 2.0.
La due giorni del congresso di Space Renaissance Italia comprende 38 interventi tra presentazioni, filmati, poster, e mostre, suddivisi equamente tra mondo scientifico e mondo umanistico. Rappresentanti di importanti istituzioni accademiche, della ricerca, dell’industria, del mondo dell’associazionismo, dell’imprenditoria, della letteratura e della filosofia. E tra le attività artistiche, da segnalare il concerto “Ad una stella…….Tra la Terra ed il Cielo, suggestioni musicali per un nuovo Umanesimo”, che sarà eseguito dall’Ensemble La Variazione a conclusione della prima giornata di lavori.
da Sorrentino | Apr 2, 2014 | Eventi

“Spazio senza Frontiere:
un mondo più grande è possibile!”
Primo congresso nazionale
Space Renaissance Italia
Milano, 8-9 maggio 2014
da Sorrentino | Mar 15, 2014 | Astronomia, Eventi, Primo Piano
Il telescopio spaziale Hubble festeggia i 25 anni di attività celebrando i grandi traguardi conseguiti nella scienza dell’universo. A questo straordinario osservatorio, precursore del James Webb Space Telescope annunciato nel 2018, è dedicato il quarto congresso che l’Accademia dei Lincei di Roma ospita dal 17 al 20 marzo 2014. Il tema dell’evento (Science with the Hubble Space Telescope) presenta il sottotitolo emblematico “Guardando al Futuro” e intende illustrare gli aspetti scientifici che l’astrofisica sarà chiamata a sviluppare nei prossimi decenni grazie alla migliore conoscenza del cosmo profondo.
Il congresso, organizzato dall’Agenzia Spaziale Europea e dallo Space Telescope Science Institute della NASA con il supporto dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’INAF, affronta le tematiche di maggiore interesse: dalla fisica del Sistema Solare, alla ricerca di esopianeti, dalle popolazioni stellari alle galassie più remote dell’Universo. Figure di riferimento dell’evento scientifico sono John Grunsfeld, capo delle missioni scientifiche della Nasa, e Adam Reiss, premio Nobel per il suo studio sull’espansione accelerata dell’Universo, a cui è ispirata l’installazione artistica Heaven’s Carousel (letteralmente “Giostra dei Cieli”), un’opera del tedesco Tim Otto Roth che lega arte e astronomia, installata in occasione del congresso nei giardini dell’Accademia dei Lincei e visitabile fino a giovedì 20 marzo, dalle 18:30 alle 19:30. Di grande interesse il seminario pubblico, in programma martedì 18 marzo alle ore 19, tenuto da John Grunsfeld astrofisico e astronauta, veterano di cinque voli spaziali, tra cui tre missioni di servizio del telescopio spaziale Hubble (STS-103 nel dicembre 1999; STS-109 nel marzo 2002 e STS-125 nel maggio 2009), il quale ha sommato oltre 835 ore nello spazio, tra cui quasi 60 ore di attività extraveicolare durante otto passeggiate spaziali. A Grunsfeld è affidato il compito di raccontare come è cambiata la nostra visione dell’Universo grazie al telescopio spaziale Hubble e come ci aspettiamo cambierà grazie il suo successore, il James Webb Space Telescope.
Si parlerà anche di Kepler, il telescopio lanciato dalla Nasa nel 2009 e costretto a ridurre la propria attività a causa di un malfunzionamento che ne ha limitato le capacità di funzionamento. Grazie a Kepler sono stati scoperti 715 pianeti extrasolari, che ruotano attorno a 305 stelle, ma molte altre scoperte sono ancora possibile con la progressiva elaborazione dei dati raccolti da questo osservatorio.
E’ emerso che per il 95% sono più piccoli di Nettuno, che è quasi quattro volte la Terra. Ci sono inoltre quattro pianeti più piccoli, dalle dimensioni di circa 2 volte e mezza rispetto a quelle della Terra, che si trovano nella cosiddetta ”zona abitabile”, ossia ad una distanza dalla loro stella tale da permettere l’esistenza di acqua allo stato liquido e, forse, anche di forme di vita. Sono oltre 1700 i pianeti extrasolari finora scoperti in totale e il loro numero aumenta man mano che gli strumenti si affinano. L’oggetto ritenuto più interessante è Kepler-296f, un pianeta grande il doppio della Terra, in orbita intorno ad una stella grande la metà del nostro Sole.
da Sorrentino | Feb 27, 2014 | Attualità, Eventi, Primo Piano
La trama della fortunata pellicola “Gravity”, candidata a 10 premi Oscar, ha fatto da sfondo all’incontro che la facoltà di ingegneria aerospaziale dell’Università La Sapienza di Roma ha promosso con l’astronauta Luca Parmitano, protagonista della missione Volare con due attività extraveicolari nei 166 giorni di permanenza a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, e Charles Elachi, direttore del Jet Propulsion Laboratory della NASA. Primo italiano a compiere una passeggiata nello spazio, Luca Parmitano è sembrato la persona più adatta a battezzare l’uscita della versione home video del film diretto da Alfonso Cuaròn e interpretato da George Clooney e Sandra Bullock. L’astronauta giudica Gravity un ottimo lavoro, realistico nei colori e nelle luci e contribuisce ad avvicinare la gente comune alla straordinaria realtà delle attività spaziali. Nel caso di Parmitano, la seconda uscita gli ha riservato un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze più gravi senza la grande capacità di autocontrollo a cui l’ufficiale dell’Aeronautica Militare possiede per formazione. Un’avaria ha fatto sì che il liquido di raffreddamento della tuta entrasse nel casco di Parmitano, impedendogli di vedere e sentire e provocandogli difficoltà a respirare. La prontezza di riflessi e l’aiuto dei colleghi di equipaggio all’interno della ISS hanno fatto in modo che Parmitano potesse rientrare rapidamente e senza conseguenze. Nella stessa giornata dell’incontro a La Sapienza, la NASA ha diffuso le motivazioni dell’incidente, riconoscendo l’errore e le proprie responsabilità attraverso le dichiarazioni dell’ingegnere capo Chris Hansen. A causa di una perdita, il liquido ha invaso il sistema di aerazione. Un analogo problema era emerso il 9 luglio 2013 senza che le circostanze fossero riportate ai responsabili della missione. Un problema semplicemente sottovalutato. Comunque, la prima delle due passeggiate è stata per Luca Parmitano uno dei momenti più emozionanti della sua carriera. Un pò diversa da quella di Matt Kowalsky, aliase George Clooney.
L’evento svoltosi all’Università La Sapienza, su iniziativa del prof. Marcello Onofri, è stata anche l’occasione per annunciare una borsa di studio che intende premiate uno studente di Ingegneria Aerospaziale che presenterà la migliore proposta di studio sul tema della Gravità. Il concorso, promosso da Warner Bros Entertainment Italia in collaborazione con L’Università di Roma La Sapienza, è aperto a tutti gli studenti di Ingegneria Aerospaziale degli Atenei Italiani. Per partecipare basterà collegarsi all’indirizzo www.warnerhomevideo.it/gravity. Le edizioni Blu-rayTM e Blu-rayTM 3D di Gravity contengono circa tre ore di imperdibili contenuti speciali, tra cui il documentario “Collision Point: The Race to Clean Up Space”, in cui viene approfondito il reale problema dei detriti spaziali in orbita intorno al nostro pianeta, e “Aningaaq”, un cortometraggio di Jonas Cuarón sull’emozionante scena che vede la Dott.ssa Stone nello spazio dialogare con Aningaaq sulla Terra.
Grande seguito e interesse anche per l’intervento di Charles Elachi, direttore del Jet Propulsion Laboratory della NASA, il quale ha illustrato le prospettive dell’esplorazione robotica dello spazio nei prossimi vent’anni e sottolineato l’importante collaborazione tra Agenzia Spaziale Italiana e NASA iniziata 35 anni fa, non senza aver ricordato il decimo anniversario dell’esplorazione di Marte da parte dei rover. Molti i progetti in cantiere, tutti propedeutici alle future missioni umane sul Pianeta Rosso. Si tratta di indagare ancora a fondo le caratteristiche marziani, capire cosa c’è sotto la superficie.
Ecco l’intervista a Charles Elach raccolta da Enrico Massidda
da Sorrentino | Gen 30, 2014 | Eventi, Politica Spaziale, Primo Piano, Servizi Satellitari
Compie trent’anni di attività il Centro di Geodesia Spaziale (CGS) di Matera dell’Agenzia Spaziale Italiana, dedicato al professor Giuseppe “Bepi” Colombo. La struttura venne inaugurata nel 1983 grazie a uno sforzo congiunto del Piano Spaziale Nazionale del CNR, della Regione Basilicata e della NASA, è stato gestito operativamente da Telespazio (Finmeccanica/Thales) fino al 2009 e in seguito da e-GEOS (Telespazio 80%, ASI 20%).Dal 1994 è operativo, nella stesso sito, il Centro spaziale di Telespazio, oggi gestito dalla controllata e-GEOS, dedicato alle attività di Osservazione della Terra.Il Centro spaziale di Matera è una delle principali strutture di ricerca e trasferimento tecnologico del Mezzogiorno, si estende su una superficie di 55.000m2 (5000m2 coperti) con 8 antenne operative e circa 105 addetti. Il CGS è dedicato principalmente alla geodesia spaziale e al telerilevamento, ma negli anni ha ospitato anche altre linee di attività, tra cui la robotica spaziale e le missioni interplanetarie.
Tutte le attività sono svolte in un contesto di collaborazione internazionale. Il Centro, infatti, è una delle stazioni più importanti del Global Geodetic Observing System (GGOS) e fornisce da 30 anni alla comunità scientifica internazionale dati osservativi e risultati scientifici di altissima precisione. Il “global change” e fenomeni naturali, come ad esempio i terremoti, provocano piccoli effetti, ma misurabili sulla dinamica della Terra su diverse scale temporali. Grazie alla geodesia spaziale, oggi è possibile misurare, con sorprendente accuratezza, l’evoluzione di fenomeni quali la deformazione tettonica della crosta terrestre, il rimbalzo post-glaciale, la rotazione della Terra e la variazione del suo campo gravitazionale. Nel 2004, ad esempio, il CGS mise in evidenza un piccolo ma significativo spostamento dell’asse terrestre in concomitanza con il terremoto di Sumatra.
Il Centro spaziale di e-GEOS gestisce invece l’acquisizione, l’elaborazione e l’archiviazione dei dati telerilevati dai principali satelliti di osservazione della Terra, la produzione e distribuzione di immagini e prodotti, lo sviluppo di applicazioni e servizi per il monitoraggio ambientale. Il Centro riceve i dati del segmento civile del sistema satellitare italiano COSMO-SkyMed ed è una delle stazioni del Core Ground Segment di Copernicus, il programma di osservazione della Terra europeo, di cui riceverà i dati radar e ottici dei satelliti Sentinel 1A e 2A.
Per la ricorrenza è stata indetta una cerimonia celebrativa venerdì 31 gennaio, con gli interventi del Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese, dell’Amministratore Delegato di Telespazio, Luigi Pasquali, e di e-GEOS, Marcello Maranesi, insieme ai Presidenti della Regione Basilicata, Marcello Pittella, della Provincia di Matera, Franco Stella, al Sindaco di Matera, Salvatore Adduce, al Rettore dell’Università della Basilicata, Mauro Fiorentino, al Presidente del Distretto tecnologico TERN, Antonio Colangelo, e al professor Luciano Guerriero, primo presidente dell’ASI e fondatore del Centro spaziale. Una targa celebrativa sarà dedicata a Rocco Petrone, uomo chiave dello sbarco sulla luna del 1969.
da Sorrentino | Gen 22, 2014 | Eventi, Missioni, Primo Piano, Stazione Spaziale
La silohuette della stazione spaziale sullo sfondo del cielo stellato e l’azzurro del nostro pianeta con i raggi del sole che si espandono all’orizzonte. E’ il logo ufficiale della missione Futura dell’Agenzia Spaziale Italiana, svelato nel corso della conferenza stampa ospitata a Palazzo Chigi, alla presenza di Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea e pilota dell’Aeronautica Militare che parteciparà alla Spedizione 42/43 sulla Stazione Spaziale Internazionale; Enrico Saggese, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana; Maria Cecilia Guerra, sottosegretario del Ministero del Lavoro; Gen. Pasquale Preziosa, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare. Il logo è stato scelto dal grande pubblico ed è caratterizzato dal nome della missione: FUTURA. Il simbolo della missione oltre a contenere il nome FUTURA, ricorda anche i concetti di ricerca, scoperta, esplorazione, entusiasmo e meraviglia, per una missione che avrà l’obiettivo di valorizzare il ruolo femminile nello spazio, e le capacità nazionali di eccellenza di fare ricerca e innovazione tecnologica sulla ISS.
Samantha Cristoforetti è stata selezionata dall’Agenzia Spaziale Europea nel 2009 insieme ad altri cinque astronauti, tra cui Parmitano. Dei sei astronauti scelti in quella circostanza, tre erano militari e tre civili. I due italiani appartengono entrambi all’Aeronautica Militare Italiana. La data di partenza della missione Futura è fissata per il 24 novembre 2014. Samantha Cristoforetti vivrà sei mesi sulla stazione orbitale, non effettuerà attività extraveicolare come ha fatto Parmitano ma utilizzerà il braccio robotico adibito allo spostamento di carichi esterni e alle operazioni di aggancio. La preparazione al volo è a buon punto. A fine maggio l’equipaggio di cui fa parte Samantha Cristoforetti fungerà da riserva a Bajkonur in occasione del lancio che precede la missione Futura. Nei prossimi mesi l’astronauta italiana si concentrerà sul programma di esperimenti che l’Italia trasferirà a bordo della ISS. Si tratta di test che prospettano importanti ricadute sia per i futuri viaggi di lunga durata nello spazio, sia per i risultati che potranno tornare utili nel campo della clinica medica. Tra gli esperimenti previsti figurano lo studio sulla decalcificazione ossea condotte con nanoparticelle in vitro, che potrà contribuire a contrastare meglio l’osteoporosi, un metodo di valutazione non invasivo basato sulla saliva per determinare la decalcificazione negli astronauti, lo studio sul ritorno del sangue venoso dal cervello che si propone di approfondire il campo delle malattie neurodegenerative, l’osservazione della capacità di adattamento del cervello alla microgravità, uno studio sui disturbi del sonno attraverso la meccanica cardiaca. Di grande interesse l’esperimento sull’uso della stampante 3D nello spazio, che in futuro dovrebbe permettere agli astronauti di stampare componenti direttamente a bordo. Il presidente ASI Enrico Saggese ha ricordato che Samantha Cristoforetti parla anche cinese. Un riferimento non casuale, perché l’Italia aspira a partecipare al network di attività a bordo della stazioni spaziali, oltre alla ISS che resterà attiva almeno fino al 2024 (l’annuncio è stato dato dalla NASA il 9 gennaio a Washington in occasione della conferenza mondiale delle agenzie spaziali di 35 nazioni) anche quella che la Cina ha in programma di mettere in orbita nel 2020. “Se ci fosse un G8 dello spazio, l’Italia ne farebbe parte” ha dichiarato Saggese, ricordando come durante la missione Volare di Parmitano sulla ISS fossero presenti ben sette moduli costruiti in Italia, aggiungendo che “il nostro Paese si candida con la propria tecnologia a produrre cibo nello spazio”. I successi odierni dell’Italia derivano dalla visione di lungo termine che ebbero i pionieri delle scienze spaziali, a cominciare dal prof. Luigi Broglio, padre del progetto San Marco. L’omonima piattaforma al largo di Malindi in Kenia, oggi utilizzata come stazione di trekking in occasione dei lanci dalla base europea di Kourou, ha rappresentato anche il primo contributo dell’Aeronautica Militare allo spazio italiano. Lo ha ricordato il generale Preziosa, che ha sottolineato l’importanza della competenza nelle scienze astronautiche e il valore strategico ed economico che l’avventura spaziale garantisce alla società, che si misura con una ricaduta valutata in 3,57 euro per ogni euro investito. Per il capo di stato maggiore dell’Aeronautica lo spazio rappresenta l’occasione per vincere il futuro. E Samantha Cristoforetti, forte di un curriculum con pochi eguali, ne è un esempio tangibile. Di lei ha parlato la Vice Ministro Guerra: “è sempre una gioia quando una donna si fa strada in un mondo genericamente maschile, contando sulle sue competenze intellettuali e sulle capacità fisiche. Lo considero un successo per l’Italia e per tutte le donne”. In realtà l’Italia arriva in ritardo ad annoverare una donna astronauta, ma vista l’elevata competenza di Samantha Cristoforetti diremmo che la sua esperienza potrà fare scuola e da traino a quante, forti della preparazione, determinazione e requisiti psicofisici indispensabili, aspirano a vivere l’avventura spaziale FUTURA.