da Sorrentino | Mag 16, 2015 | Lanci, Primo Piano, Servizi Satellitari
Continuano i problemi legati ai lanciatori spaziali russi. Dopo la perdita della navetta cargo Progress, che avrebbe dovuto raggiungere la stazione spaziale internazionale e, in attesa di risalire alle cause e adottare i correttivi, ha costretto l’agenzia spaziale russa Roscosmos a rimandare di circa un mese il ricambio dell’ equipaggio di Spedizione 42 di cui fa parte Samantha Cristoforetti, nella serata di venerdì 14 maggio si è assistito al fallimento del razzo vettore Proton-M con a bordo il satellite messicano MexSat-1. In questo caso il problema è concentrato nel terzo stadio, la cui separazione sarebbe dovuta avvenire otto minuti dopo il lancio, avvenuto dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan. Invece i motori si sono spenti dopo 8 minuti e 19 secondi e il razzo, dopo aver raggiunto i 160 km di quota, non è mai entrato in orbita, ma dovrebbe essere precipitato in Siberia.
MexSat-1 era un satellite per telecomunicazioni del peso di 5.400 chili costruito dalla Boeing per il governo del Messico. Mexsat 1 era destinato a funzionare fino a 15 anni in orbita geostazionaria a 113 gradi di longitudine ovest. Per il razzo vettore Proton-M si tratta del terzo fallimento negli ultimi tre anni. Nell’agosto 2012 andarono persi due satelliti e nel luglio 2013 tre satelliti per il controllo della navigazione. Come allora, anche in questa occasione l’agenzia spaziale russa Roscosmos ha annunciato l’istituzione di una commissione d’inchiesta e la momentanea sospensione dei lanci in programma con il razzo Proton, in attesa di appurare le cause della mancata separazione del terzo stadio.
da Sorrentino | Mag 8, 2015 | Lanci, Politica Spaziale, Primo Piano, Servizi Satellitari
Quinto lancio in vista per il per Vega che dopo aver portato in orbita con successo il veicolo di rientro europeo IXV nel febbraio scorso, si prepara a lanciare Sentinel -2A il secondo della famiglia di sei satelliti del programma di monitoraggio ambientale europeo Copernicus.
Sentinel-2A ha raggiunto la sua destinazione finale, lo spazioporto di Kourou in Guyana Francese dove in è in corso il processo di assemblaggio verticale che verrà seguito dal posizionamento del satellite nell’ultimo stadio del lanciatore, AVUM. Il satellite offrirà una visione a colori dell’ambiente terrestre, unendo l’alta risoluzione insieme a nuove capacità multispettrali. L’obiettivo della missione è monitorare i cambiamenti nella copertura del suolo e il monitoraggio della vegetazione a livello globale.
VEGA è in grado di portare un carico utile, di massa tra i 300 e i 1500 Kg, destinato a un’orbita polare bassa a una quota di 700 km E’ stato ideato in Italia che gioca un ruolo chiave dal punto di vista industriale la ELV, una società per azioni partecipata al 70% dal gruppo AVIO e al 30% dall’Agenzia Spaziale Italiana, è responsabile dello sviluppo del lanciatore nel suo complesso. Avio è invece responsabile dello sviluppo e realizzazione dei quattro Infine, VITROCISET è responsabile della realizzazione del segmento di terra, dalla torre di lancio al banco di integrazione e test.
Il programma Copernicus è una partnership di ESA e Commissione Europea che mira a fornire all’Europa un accesso continuo, indipendente e affidabile a dati e informazioni relativi all’Osservazione della Terra. L’obiettivo è quello di garantire al nostro continente una sostanziale indipendenza nel rilevamento e nella gestione dei dati sullo stato di salute del pianeta, supportando così le necessità delle politiche ambientali pubbliche europee.
(fonte: ASI)
da Sorrentino | Mag 6, 2015 | Lanci, Primo Piano, Programmi
L’azienda spaziale privata americana SpaceX ha eseguito con successo il test sul sistema di salvataggio della capsula Dragon 2, che a partire dal 2017 dovrà consentire alla NASA di tornare a disporre di un proprio veicolo spaziale dedicato ai voli umani. Spinta dagli otto motori del razzo SuperDraco, rimasti accesi per soli 5 secondi, la capsula Dragon 2 si è sollevata dal complesso di lancio 40 nella base di Cape Canaveral e dopo 25 secondi, alla quota di 1.500 metri, si è sganciata dal suo truck (il modulo cilindrico di servizio), ha visto aprirsi i paracadute (due di frenata e stabilizzazione e poi i tre principali che ne hanno rallentato la discesa) effettuando lo splashdown nelle acque antistanti la costa della Florida.
Il test sul sistema di salvataggio è un passaggio fondamentale verso la qualifica del veicolo, destinato a trasportare sette astronauti, e presenta una novità fondamentale. I sistemi tradizionali di aborto al lancio (che hanno caratterizzato le navicelle Apollo, sono tuttora applicati alle Soyuz e previste anche per il programma Orion) vengono propulsi da un razzo montato sulla sommità del veicolo spaziale. In caso di emergenza, il motore posto sulla sommità della torre si accende nel giro di pochi secondi allontanando e mettendo in sicurezza il veicolo e il suo equipaggio. Tuttavia, questo sistema può essere utilizzato quando il veicolo spaziale è ancora sulla rampa di lancio e nei primi minuti della fase di spinta, dopodiché deve essere sganciato. Il sistema di aborto al lancio sviluppato aa SpaceX, è integrato direttamente nella capsula Dragon 2 e può funzionare fino all’arrivo in orbita. A bordo della Dragon 2, durante il test, è stato posto un manichino allo scopo di registrare le sollecitazioni a cui sarebbero sottoposti i componenti l’equipaggio in caso di aborto del lancio. Dragon 2 è destinata a trasportare gli astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale, sostituendo lo Space Shuttle pensionato nel 2011.
Guarda la sequenza di lancio e ammaraggio
da Sorrentino | Apr 28, 2015 | Attualità, Lanci, Primo Piano, Stazione Spaziale
Il cargo russo Progress M-27M, lanciato nella mattinata del 28 aprile 2015 da Baikonur e diretto alla stazione spaziale internazionale per conferire 3 tonnellate di rifornimenti e materiali vari, gira in modo vorticoso e incontrollato intorno al suo asse. Un imprevisto grave che ha reso impossibile la manovra di avvicinamento e aggancio al complesso orbitale, prevista 6 ore dopo il lancio. L’agenzia spaziale russa Roskomos ha dichiarato che sussistono difficoltà nel ricevere le telemetrie della navetta e i contatti sono affidati solo al collegamento radio. La telecamera di bordo mostra chiaramente il movimento di rotazione molto rapido.
Dal centro di controllo a terra hanno cercato di riprendere il controllo di assetto del cargo Progress per rimetterlo su un’orbita che consentisse, seppure in tempi più lunghi, di agganciare la ISS e salvare il carico. Purtroppo il tentativo di ripristinare il sistema di telemetria e controllo è fallito e la navetta cargo Progress è destinata a perdere quota progressivamente fino a bruciare nell’impatto con l’atmosfera.
Il 29 ottobre 2014 un’altra missione di rifornimento diretta verso la stazione orbitale si era conclusa con la perdita della navetta cargo Cygnus, che trasportava due dei dieci esperimenti affidati a Samantha Cristoforetti, la quale sarebbe partita un mese dopo, il 23 novembre. Quegli esperimenti sono stati rimpiazzati dai kit di riserva e la missione Futura ha potuto seguire il suo programma una volta che l’astronauta italiana è arrivata in orbita. Samantha Cristoforetti, il cui rientro a terra è programmato il 14 maggio, è in compagnia degli astronauti americani Virts e Scott Kelly e dei cosmonauti russi Anton Shkaplerov, Mikhail Kornienko e Jurij Lonaakov.
da Sorrentino | Apr 13, 2015 | Lanci, Primo Piano, Servizi Satellitari
E’ fissata il 24 aprile 2015 la messa in orbita del satellite per telecomunicazioni militari SICRAL 2. Il lift-off è programmato per le 21:43 (ora italiana) con il razzo vettore Ariane 5 dallo spazioporto europeo di Kourou, in Guyana francese. SICRAL 2 è un programma di cooperazione del Ministero della Difesa italiano e della Direzione Generale degli Armamenti francese (DGA), che partecipano con una quota rispettivamente del 62% e del 38%, ed è stato realizzato da Thales Alenia Space e Telespazio, le due aziende che compongono la Space Alliance tra Finmeccanica e Thales. Collocato su un’orbita geostazionaria a 36mila km, SICRAL 2 avrà una vita operativa di oltre 15 anni e potenzierà le capacità di comunicazioni satellitari già assicurate, per l’Italia, da SICRAL 1 e SICRAL 1B (lanciati nel 2001 e 2009) e, per la Francia, da Syracuse 3A e Syracuse 3B (lanciati nel 2005 e 2006).
SICRAL 2 si caratterizza per una flessibilità e versatilità d’impiego mai raggiunte in passato e garantirà l’interoperabilità con gli esistenti asset satellitari, con i terminali di traffico delle Nazioni Alleate (NATO) e con le esistenti reti di telecomunicazioni nazionali. Il satellite fornirà servizi di comunicazione satellitare di tipo strategico e tattico, supportando piattaforme militari terrestri, navali e aeree impiegate dalle Forze Armate nel garantire la sicurezza interna ed esterna.
Thales Alenia Space è il principale partner industriale del Ministero della Difesa nello sviluppo del programma e ha curato la progettazione dell’intero sistema SICRAL 2 e lo sviluppo, l’integrazione e le prove del satellite nei propri Centri Integrazione Satelliti di Roma, Torino e Cannes. Inoltre, Thales Alenia Space Italia è responsabile dell’architettura del segmento di Terra e ha progettato sviluppato e integrato i Centri di Controllo di Missione, mentre Thales Alenia Space France ha avuto un ruolo analogo per il Centro di Controllo di Missione Francese nell’Infrastruttura di Syracuse.
L’azienda ha realizzato gli equipaggiamenti tecnologicamente più evoluti del satellite, tra i quali processori e antenne dei carichi utili in banda UHF e SHF, e quindi i transponder per Telecomando Telemetria e Ranging con impiego di modulazioni a Spettro Espanso. Infine avrà in carico, subito dopo le fasi di lancio, l’esecuzione delle prove di verifica e validazione dell’intero Sistema SICRAL 2, fino alla consegna al Cliente.
Telespazio ha partecipato alla realizzazione dell’intero programma SICRAL e, in particolare, per SICRAL 2 ha curato le fasi di progettazione, realizzazione, integrazione e collaudo del Centro Controllo Satellite, presso il Centro Interforze di Gestione e Controllo (CIGC) di Vigna di Valle (Roma) per quanto concerne il sistema principale, e presso il Centro Spaziale del Fucino (L’Aquila) per il sistema di back-up. Inoltre è responsabile del sistema di interconnessione tra i centri missione italiani e francesi.
Telespazio gestirà il servizio di lancio di SICRAL 2 dallo spazioporto di Kourou e le fasi LEOP e IOT, le prime prove di funzionamento del satellite in orbita, dal Centro Spaziale del Fucino. Come per SICRAL 1B, Telespazio ha partecipato agli investimenti per la realizzazione di SICRAL 2 e ne dispone quindi di parte della capacità trasmissiva per offrire servizi di comunicazioni alle Forze Armate dei Paesi della NATO.
da Sorrentino | Apr 10, 2015 | Lanci, Missioni, Primo Piano, Stazione Spaziale
Più di due tonnellate di rifornimenti ed esperimenti, tra cui tre dei dieci progetti scientifici selezionati dall’ASI per la missione FUTURA: questo il preziosissimo carico affidato alla capsula Dragon per il trasferimento sulla Stazione Spaziale Internazionale, con partenza dallo Space Launch Complex 40 di Cape Canaveral con il vettore Falcon 9 inizialmente fissata alle 22:33 ora italiana di lunedì 13 aprile e poi rinviata per le condizioni meteorologiche sulla base alle 22:10 di martedì 14 aprile, con aggancio al Nodo 2 “Harmony”.
Con il supporto di Terry Virts della NASA, sarà proprio la nostra Samantha Cristoforetti, astronauta dell’ESA e capitano pilota dell’Aeronautica Militare, ad azionare e manovrare dalla Cupola il braccio robotico di quasi 18 metri della Stazione per raggiungere e “catturare” Dragon. Si tratta del settimo viaggio della capsula verso la ISS: dopo circa 5 settimane sulla Stazione, Dragon tornerà sulla Terra con un carico di materiali dell’equipaggio, hardware ed esperimenti scientifici.

“Questo ultimo carico è particolarmente importante – ha detto il presidente dell’ASI, Roberto Battiston – perché arriva quasi a coronamento della missione FUTURA e porta sulla ISS tre esperimenti molto significativi che confermano il ruolo leader del nostro Paese anche nella ricerca in condizioni di microgravità. Esperimenti – ha sottolineato Battiston – che impegneranno la nostra Samantha Cristoforetti in questo mese di lavoro che ha ancora davanti sulla Stazione prima del rientro a Terra e da cui ci aspettiamo ricadute importanti”.
Uno dei tre esperimenti italiani a bordo di Dragon è Cell Shape and Expression (Cytospace). Realizzato dalla Kayser Italia S.r.l. e dal Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare dell’Università La Sapienza di Roma, è un esperimento di biologia che ha l’obiettivo di definire un modello in grado di descrivere l’influenza del fattore fisico microgravità sull’espressione genica, influenza che si esercita attraverso la modificazione della forma cellulare. Il modello microgravitazionale costituisce una opportunità unica per capire in che modo le forze fisiche siano in grado di determinare il destino dei sistemi biologici complessi. Queste forze, infatti, interferiscono con il citoscheletro della cellula e lo modificano, determinando stravolgimenti di forma e una lunga cascata di reazioni che interessano pressoché tutte le principali funzioni cellulari. Per quanto riguarda le ricadute, è verosimile che il progresso nelle conoscenze di questi meccanismi si possa tradurre in un progresso nella terapia di numerose affezioni in cui il citoscheletro e la forma cellulare sono coinvolti, quali le patologie del connettivo, l’osteoporosi, il cancro.
A bordo di Dragon, anche ISSpresso, un prodotto interamente italiano, realizzato da ARGOTEC con il supporto di Lavazza e in partenariato con l’ASI: non si tratta di una semplice “macchinetta del caffè”, quanto di un complesso esperimento di fisica dei fluidi che impiega un dimostratore tecnologico estremamente sofisticato per validare un sistema in grado di garantire la difficile gestione in un ambiente spaziale di liquidi ad alta pressione e alta temperatura.
ISSpresso è una macchina a capsule multifunzione in grado di servire bevande calde, tra le quali anche il tipico “caffè espresso italiano”. L’esperimento consiste in una serie di cicli di erogazione di caffè, espresso o americano, e in un flush di pulizia finale del sistema. Sarà anche possibile preparare tè, tisane e vari tipi di brodo, consentendo la reidratazione degli alimenti. ISSpresso è stato progettato per servire numerose bevande calde e per rimanere a lungo operativo a bordo della Stazione, se, una volta completato il ciclo di dimostrazione tecnologica, dovesse essere acquisito dalla NASA come sistema di bordo.
L’obiettivo principale è quello di dimostrare la corretta funzionalità di un sistema a capsule in assenza di peso, offrendo allo stesso tempo la possibilità di migliorare il benessere dell’equipaggio. Si tratta di un importante supporto psicologico per gli astronauti, che così possono sentirsi meno “lontani” da casa, avvicinarsi alle abitudini terrestri e affrontare al meglio la loro missione.
Gli obiettivi scientifici previsti si focalizzano principalmente sul miglioramento della conoscenza del comportamento dei fluidi e delle miscele in condizioni di microgravità, raccogliendo anche le opportune evidenze sperimentali sulla formazione della schiuma generata durante la preparazione del caffè. In generale, inoltre, ISSpresso è in grado di arricchire l’apporto nutrizionale degli astronauti che operano a bordo della ISS.
Presso i laboratori di ARGOTEC sono stati effettuati tutti i controlli funzionali e di sicurezza necessari per mandare in orbita ISSpresso mentre Finmeccanica-Selex ES ha collaborato alle attività di qualifica. Il raggiungimento degli obiettivi può portare a nuove importanti conoscenze sulla fluidodinamica e sul comportamento delle schiume nello spazio. I numerosi benefici, tecnici e di supporto psicologico per gli astronauti, sono facilmente applicabili a future missioni di lunga durata. Inoltre, lo studio ha già prodotto alcune innovazioni e brevetti industriali per immediate applicazioni terrestri.
Il terzo esperimento italiano in partenza con Dragon è Nanoparticles and Osteoporosis (NATO) e riguarda la ricerca sulla osteoporosi, una malattia scheletrica multifattoriale che può essere correlata a diversi fattori di rischio. Il progetto è stato realizzato dal Dipartimento di Medicina Molecolare, Unità di Biochimica, Laboratorio di Nanotecnologie, dell’Università degli Studi di Pavia, dal Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, Facoltà di Farmacia, dell’Università degli Studi di Milano, dall’Istituto di Cristallografia del CNR e dalla Kayser Italia S.r.l. ed ha l’obiettivo di verificare l’efficacia dell’impiego di alcune nanoparticelle sulle cellule ossee come contromisura per attivare la formazione di tessuto osseo e ridurne il processo di riassorbimento. La particolare condizione di assenza di peso che si realizza in orbita favorisce l’insorgenza di questa patologia anche in soggetti sani, in forma però reversibile, rendendo la ISS un ambiente ideale per il suo studio. La comprensione della patologia e dei meccanismi biochimici e biomolecolari sottostanti è notevolmente importante per lo sviluppo di nuove strategie sui protocolli terapeutici o farmacologi per la prevenzione e lo sviluppo di contromisure efficaci. Le ricadute di questo esperimento sono innanzitutto scientifico-tecnologiche, per la ricerca delle misure di contrasto alle problematiche inerenti la riduzione di massa minerale ossea, indotta dalla permanenza nello spazio o per invecchiamento sulla terra. Naturalmente, lo studio di tali contromisure è destinato ad avere sia ricadute sociali, per la riduzione dei costi e il miglioramento della qualità della vita di coloro che invecchiano così come di coloro che lavoreranno nello spazio, sia anche economiche, per i possibili trasferimenti tecnologici alle industrie di settore, che potranno così accrescere la propria competitività a livello internazionale.