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In orbita due nuovi satelliti Galileo

In orbita due nuovi satelliti Galileo

VS03 SZ09 IOV-2&3 Lift offIl settimo e l’ottavo satellite del sistema europeo di navigazione e localizzazione satellitare Galileo sono stati lanciati con successo alle 22:46 (ora italiana) del 27 marzo, con un vettore Soyuz, dallo spazioporto europeo di Kourou, in Guyana francese.  Dopo questo lancio perfetto, i due nuovi satelliti del sistema europeo di navigazione  Galileo, sono ora nella loro posizione di lavoro. La coppia numero 7 e 8 è la prima di tre che saranno messe in orbita nel 2015 e daranno un forte impulso al cammino del completamento della costellazione satellitare europea. “Il nuovo lancio è un passo decisivo  – sottolinea il professor Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana – per  il percorso dell’autonomia europea nel  campo della navigazione satellitare, che con questo lancio riprende a pieno ritmo. L’Italia è sempre stata tra i paesi che hanno spinto per la realizzazione di Galileo, per questo motivo assistiamo con grande interesse alla messa in opera di questo ambiziosissimo programma”. I prossimi lanci sono attesi a settembre e dicembre 2015, da quel momento la costellazione sarà a metà della sua minima configurazione, quando nel 2020 avremo in orbita 24 satelliti che permetteranno al sistema di iniziare ad avere capacità di offerta dei servizi. Il gruppo Finmeccanica ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del programma Galileo, con le sue aziende Telespazio, Thales Alenia Space e Selex ES. Telespazio svolge un ruolo di primaria importanza in Galileo, avendo realizzato presso il Centro Spaziale del Fucino uno dei due centri di controllo (GCC) che gestiscono la costellazione e la missione del programma. Inoltre, attraverso Spaceopal – società costituita in joint venture paritetica con DLR/GfR – Telespazio è responsabile delle operazioni e della logistica integrata dell’intero sistema garantendo la gestione e il coordinamento dei servizi.

Dopo il lancio, il Centro di Controllo Galileo del Fucino sarà coinvolto nelle attività IOT (In Orbit Test) del programma, volte a verificare le funzionalità e le prestazioni dei payload a bordo dei satelliti. Nelle operazioni di lancio un ruolo importante è stato rivestito da Telespazio France che da Tolosa e da Kourou ha supportato il CNES e Arianespace nella gestione del Centro di lancio in Guyana e nelle operazioni di lancio e messa in orbita dei satelliti. Infine, Telespazio è impegnata nella fase di validazione degli early services del programma e nella realizzazione di applicazioni basate su Galileo, che favoriranno lo sviluppo e la diffusione di servizi innovativi in molteplici settori: trasporti, telecomunicazioni, geodesia, esplorazioni petrolifere e minerarie.

Thales Alenia Space è stato un partner fondamentale del Programma Galileo fin dal suo inizio: quale responsabile del Galileo System Support Contract, l’azienda fornisce un supporto industriale all’Agenzia Spaziale Europea (ESA) svolgendo attività di sistema relative alla progettazione, alla prestazione, integrazione e validazione del sistema. Inoltre, Thales Alenia Space è primo contraente per lo sviluppo del Galileo Mission Segment e del Galileo Security Facility che garantiranno il controllo dell’intero sistema satellitare di navigazione. L’Azienda fornisce anche alcuni elementi chiave come le unità di generazione del segnale e le antenne per i primi 22 satelliti della fase FOC (Full Operation Capability) della Costellazione. Thales Alenia Space ha inoltre eseguito l’assemblaggio, l’integrazione e i test del gruppo dei 4 satelliti IOV (In Orbit Validation) presso il sito di Roma.

Selex ES contribuisce al sistema di navigazione satellitare europeo Galileo fin dalle prime fasi del programma, con lo sviluppo e la produzione del sensore IRES-N2 (Infrared Earth Sensor) e dell’orologio atomico all’idrogeno PHM (Passive Hydrogen Maser). IRES–N2 è un sensore di assetto particolarmente avanzato e affidabile, utilizzato per il controllo della posizione dei veicoli spaziali, che prende come riferimento l’orizzonte terrestre. Il PHM è l’orologio di bordo più stabile mai realizzato per applicazioni spaziali, caratterizzato da una straordinaria precisione nella misurazione del tempo con uno scarto di un secondo ogni tre milioni di anni. L’orologio atomico garantisce al sistema di navigazione Galileo una precisione nel rilevamento della posizione mai ottenuta prima ed è stato integrato sia nella fase IOV (In Orbit Validation) sia nella fase FOC (Full Operational Capability) del sistema satellitare. Complessivamente Selex ES fornisce per il sistema di navigazione satellitare oltre cinquanta sensori IRES-N2 e altrettante unità del PHM, determinanti per la qualità delle operazioni e dei servizi che saranno forniti dal sistema Galileo.

Il programma Galileo nasce dalla collaborazione dell’Unione Europea con l’ESA per migliorare l’autonomia tecnologica dell’Europa e definire gli standard internazionali per i sistemi globali di navigazione satellitare. Scopo del programma è la realizzazione di un sistema di navigazione satellitare, capace di fornire un servizio di posizionamento globale affidabile e ad alta precisione interoperabile con il sistema statunitense GPS e il sistema russo GLONASS. Galileo, a regime, sarà costituito da una costellazione di 30 satelliti in orbita MEO (Medium Earth Orbit) e da numerose infrastrutture terrestri.

Il satellite SICRAL 2 giunto a Kourou

Il satellite SICRAL 2 giunto a Kourou

SICRALll satellite per telecomunicazioni SICRAL 2, per il Ministero della Difesa italiana e per  la Direzione Generale degli Armamenti francese (DGA), è giunto alla base di lancio di Kourou, in Guyana francese, da dove verrà lanciato il 15 Aprile 2015. Il satellite, sviluppato negli Stabilimenti di Roma, L’Aquila, Cannes e Tolosa, è stato integrato negli stabilimenti di Roma e Torino di Thales Alenia Space, ed ha successivamente effettuato tutte le prove ambientali presso il sito francese di Cannes. Prima della sua messa in orbita con il vettore Ariane 5 di Arianespace, il satellite sarà sottoposto ai test e alle finalizzazioni pre-lancio presso la base di Kourou.

SICRAL 2 rappresenta un tassello fondamentale ed essenziale per la cooperazione italo-francese nel settore della Difesa e costituisce un Sistema spaziale all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, in grado di potenziare la capacità di comunicazioni satellitari militari già offerte dai satelliti nazionali SICRAL 1 e SICRAL 1B per L’Italia e dal sistema francese Syracuse. SICRAL 2 è un programma di cooperazione dei Ministeri della Difesa italiana e francese con una partecipazione finanziaria  rispettivamente del 68% e del 32%, nell’ambito di un Accordo Quadro più ampio tra i due Paesi, che coinvolge anche le rispettive Agenzie Spaziali ed ha portato nel recente passato al lancio del Satellite duale per comunicazioni a banda larga denominato Athena Fidus. Il satellite SICRAL 2 è caratterizzato da una massa di 4360Kg ed una potenza di 7KW; sono imbarcati due payload italiani in banda SHF e UHF, un payload francese in banda SHF, un payload per la ricezione dei telecomandi e la trasmissione delle telemetrie con protezione spread spectrum.

Thales Alenia Space è il principale partner industriale del Ministero della Difesa nello sviluppo del programma SICRAL2. In continuità con il ruolo ricoperto nelle missioni precedenti SICRAL 1 e SICRAL 1B, l’Azienda ha avuto la responsabilità del Segmento spaziale, l’architettura di Sistema del Segmento di terra, con lo sviluppo del centro di  controllo della missione e delle comunicazioni. Telespazio ha partecipato agli sviluppi del Ground Segment curando  le fasi di progettazione, realizzazione, integrazione e collaudo del Centro di Controllo Satellite a Vigna di Valle e del Fucino.

Telespazio in particolare,  ha partecipato attivamente alla realizzazione di SICRAL 2 finanziandone una quota dei costi di sviluppo e ricevendo in cambio l’utilizzo di parte della capacità trasmissiva del satellite, che le permetterà di offrire servizi di comunicazioni alle Difese dei Paesi membri della NATO. La società gestirà anche il servizio di lancio di SICRAL 2 dallo Spazioporto europeo di Kourou, e le fasi LEOP (Launch and Early Orbit Phase) e IOT (In Orbit Test) dal Centro Spaziale del Fucino.

Il Sistema SICRAL 2 potenzierà le telecomunicazioni satellitari di tipo strategico e tattico della Difesa italiana e francese, garantendo l’interoperabilità con gli esistenti asset satellitari, con i terminali di traffico delle Nazioni Alleate (NATO) e con le esistenti reti di telecomunicazioni nazionali.

Pieno successo missione IXV

Pieno successo missione IXV

Intermediate_eXperimental_Vehicle_IXVPieno successo del lancio dimostrativo della navetta sperimentale europea Ixv (Intermediate eXperimental Vehicle), progettata per raggiungere lo spazio e rientrare a Terra. Il suo primo volo, a bordo del lanciatore Vega, è iniziato alle 14:40 (ora italiana) di mercoledì 11 febbraio dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana Francese. Un ritardo di 40 minuti rispetto all’orario previsto. Il countdown è stato interrotto a 4 minuti dal GO, per effettuare controlli ai sistemi di telemetria, ed è ripreso alle 14:36 ora italiana. La sequenza di lancio è stata dettata da Laura Appoloni, direttore delle operazioni nel centro di controllo di Arianespace a Kourou. Il volo di IXV, veicolo spaziale sperimentale delle dimensioni di un automobile e il peso di 1.844 kg, è durato appena 100 minuti e si è concluso con un ‘tuffo’ nell’Oceano Pacifico.

Un’altra giornata storica per l’Europa dello spazio, che ha portato a termine con precisione una missione fondamentale per dotare l’Europa di una propria capacità di rientro orbitale e un proprio sistema riusabile di trasporto spaziale. Una nuova occasione per celebrare il ruolo primario dell’Italia, protagonista sia nello sviluppo del lanciatore che del veicolo di rientro atmosferico. Il volo di IXV è servito a validare gli aspetti innovativi del progetto, la forma del veicolo, la sua semplicità e la performance delle sue ali, nonché la sua manovrabilità per un atterraggio di precisione. Un progetto innovativo, di cui è ‘prime contractor’ Thales Alenia Space Italia, coadiuvata da circa 40 altre aziende europee, con il contributo allo sviluppo da parte del CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) di Capua. Gli ultimi test sul veicolo sono stati effettuati presso gli stabilimenti Thales Alenia Space di Torino, dove sono state verificate tutte le strutture e i materiali. Il CIRA ha qualificato, attraverso una serie di prove tecniche, sia la stabilità di carico sia i sottosistemi di recupero e di galleggiamento.  La missione è stata controllara dal centro ALTEC (Advanced Logistics Technology Engineering Centre) di Torino. Dopo essersi separato dall’ultimo stadio del vettore Vega, che lo ha spinto fino all’inserimento nella traettoria suborbitale a 320 km di quota, 19 minuti dopo la partenza dal complesso ELA-1 di Kourou, IXV ha raggiunto la quota di 413 km prima di iniziare la discesa ed il rientro nell’atmosfera terrestre fino allo splash-down. Nella fase di discesa IXV ha raggiunto i 7,5 chilometri al secondo all’ingresso in atmosfera, riducendo progressivamente la velocità. A 30 km di altezza l’apertura in sequenza dei paracadute che ne hanno attutito l’ammaraggio. IXV effettuerà rimane a galla grazie a quattro galleggianti, per poi essere messo in sicurezza dalla nave attrezzata per il suo recupero. L’elevata aerodinamicità che caratterizza l’Intermediate eXperimental Vehicle è ottenuta sfruttando la forma della fusoliera che massimizza la portanza e la manovrabilità. IXV è provvisto di un sistema di guida, navigazione e controllo ad alte prestazioni che utilizza superfici aerodinamiche controllate automaticamente, ed è dotato di uno scudo termico per sostenere le temperature elevate che si svilupperanno durante il rientro in atmosfera. Una missione di successo anche per Avio, responsabile del lanciatore Vega che, per soddisfare i requisiti del volo sperimentale, ha realizzato per la prima volta una complessa traiettoria est-equatoriale. L’Italia è presente anche con l’Università la Sapienza di Roma.

La ricostruzione del volo di IXV

La traiettoria di lancio e quella del volo suborbitale sono state seguite con i sistemi di telemetri dalle stazioni di terra, la prima delle quali collocata a Libreville e gestita da CNES, utilizzata per tracciare l’ultimo stadio del lanciatore di IXV, il cosiddetto AVUM (Attitude Vernier Upper Module. La seconda stazione fissa è collocata a Malindi, gestita dall’ASI, ed è utilizzata per il tracciamento della traiettoria di IXV all’inizio della fase balistica. La terza Ground Station è stata posizionata a Tarawa, atollo corallino della Repubblica di Kiribati nell’Oceano Pacifico. La nave per il recupero di IXV ospita un’antenna trasportabile per l’esatta individuazione del punto di ammaraggio. Alle 16:01 il centro di controllo della missione ha comunicato che la nave aveva agganciato il segnale di telemetria di IXV in fase di avvicinamento al punto prestabilito di caduta. Alle 16:10 la conferma dell’apertura del sistema di paracadute. Alle 16:19 le telecamere della nave di recupero hanno immortalato in lontananza lo splash-down.

“Quattro successi in 4 orbite diverse – ha commentato il numero uno dell’ESA, Jean-Jacques Dordain – dimostrano non solo l’affidabilità, ma anche la straordinaria flessibilità di VEGA”.  “Il quarto successo di VEGA in altrettanti tentativi è una ulteriore conferma dell’eccellenza italiana nel settore dei lanciatori – ha aggiunto Stèphane Israel, CEO e Chairman di Arianespace.

Il presidente ASI, Roberto Battiston, ha parlato di giornata storica per l’Italia, che conferma tutta la sua competenza e capacità internazionale nel settore Spaziale. Vega si è dimostrato un vero cavallo di razza: quatto lanci, quattro successi. Una soddisfazione rinforzata dalla presenza a bordo della navicella IXV. “L’Europa – ha aggiunto Battiston – sta cercando la sua strada nel settore del rientro dallo Spazio e l’Italia, che sta fornendo le tecnologie necessarie, è in prima linea su questo. Non si tratta di un progetto visionario, ma di qualcosa di estremamente concreto, che mette immediatamente a fuoco cosa serve per permettere all’Europa di avere le tecnologie necessarie a sviluppare sistemi di ritorno a terra di missioni spaziali”.

Soddisfazione anche al CIRA, dove il presidente Luigi Carrino si è detto orgoglioso per il contributo decisivo dato dal nostro Centro alle fasi di progettazione, test e assistenza alla missione. Nell’ambito di questo progetto il CIRA, forte delle competenze e dei risultati acquisiti con le due missioni eseguite nell’ambito del programma nazionale USV (Unmanned Space Vehicle), ha svolto un ruolo significativo. Oltre agli studi in materia di aerodinamica e aerotermodinamica, alle attività di qualifica del sistema di protezione termica, il CIRA ha progettato ed eseguito il drop test da elicottero di un prototipo in scala reale del velivolo IXV per la sperimentazione del sistema di discesa e di recupero. Ed anche nella attuale fase di esecuzione della missione finale, il CIRA fornisce assistenza tecnica all’ESA attraverso la partecipazione di propri ricercatori al Team di Progetto impegnato nelle operazioni di lancio presso la Base di Kourou.

La missione IXV seguita da ALTEC

La missione IXV seguita da ALTEC

Vega padLa trasmissione della sequenza di lancio del razzo Vega, dallo spazioporto dell’ ESA in Guyana francese, vede presenti i ministri per la ricerca di Francia e Italia, Geneviève Fioraso e Stefania Giannini, all’Altec di Torino, centro di controllo della missione dimostratore europeo di rientro atmosferico IXV, situato presso gli stabilimenti torinesi di Thales Alenia Space.

Ad accogliere i ministri di Francia e Italia, presso la sede ALTEC, Jean-Loïc Galle, Presidente e CEO di Thales Alenia Space, il quale ha sottolineato come lo stabilimento di Torino sia tra i gioielli della società aerospaziale, in particolar modo per lo sviluppo delle speciali tecnologie necessarie alle missioni automatizzate su Luna e Marte, così come per le attività legate alla Stazione Spaziale Internazionale e ai sistemi di rientro atmosferico, con e senza equipaggio.

Thales Alenia Space è prime contractor di questo programma dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), a capo di un consorzio di aziende, centri di ricerca e università europei. L’Italia, con un grande supporto da parte dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), ricopre un ruolo guida nell’ambito del programma.

Il progetto IXV mira a sviluppare un sistema di rientro atmosferico autonomo per l’Europa, oltre a convalidare le tecnologie necessarie a raggiungere tale obiettivo. La missione, della durata di 1 ora e 40 minuti, viene fatta concludere con una discesa con paracadute e ammaraggio nell’Oceano Pacifico, dove il veicolo viene recuperato da una nave appositamente attrezzata.

“Con questa missione, Francia e Europa confermano l’eccellenza nell’esplorazione dello spazio, una delle sfide maggiori che ci attendono negli anni a venire,” – ha detto Geneviève Fioraso, Ministro francese per l’Istruzione Superiore e la Ricerca – “Ci stiamo confrontando con sfide di carattere scientifico, tecnologico e strategico, oltre che con la questione della sovranità francese ed europea. Allo stesso modo, questi progetti scientifici ci fanno sognare, portano alla ribalta le nostre ricerche sulle origini dell’universo e  spingono i giovani a scegliere una carriera tecnica o scientifica, aree in cui abbiamo gran bisogno di risorse umane. Per affrontare queste sfide dobbiamo acquisire know-how nelle tecnologie abilitanti, specialmente quelle necessarie ai vettori spaziali, con e senza equipaggio, per rientrare in sicurezza sulla Terra. Ciò di cui sono stata testimone oggi presso lo stabilimento Thales Alenia Space di Torino, insieme alla mia controparte italiana Stefania Giannini, dimostra che l’Europa possiede tutto il necessario per fronteggiare queste sfide emozionanti.”

“L’Italia è la grande protagonista del lancio del dimostratore europeo di rientro atmosferico IXV sviluppato da Thales Alenia Space per conto dell’ESA, con l’apporto tecnico-scientifico dell’ASI, del CIRA e delle Università italiane – ha affermato Stefania Giannini, Ministro italiano dell’Istruzione, Università e Ricerca, che si è detta “orgogliosa di questo nuovo passo dell’avventura italiana nello spazio che dimostra l’eccellenza italiana nel settore spaziale”.

I dati raccolti nel corso di questa missione daranno un contributo senza precedenti allo sviluppo delle future generazioni di sistemi di trasporto spaziale con fase di rientro atmosferico. Jean Jacques Dordain, direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, ha sottolineato da Kourou che l’11 febbraio è giorno di due grandi avvenimenti: il lancio del razzo Vega e la missione sperimentale del dimostratore di rientro atmosferico IXV, frutto interamente della tecnologia europea, caratterizzata dal forte contributo italiano. Accanto a lui, nella sala controllo di Arianespace, il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston.

 

IXV: 100 minuti di missione

IXV: 100 minuti di missione

ixv1La nuova era per il futuro del trasporto spaziale inizia ancora una volta dallo spazioporto di Kourou, nella Guyana Francese, da dove mercoledì 11 febbraio il dimostratore europeo di rientro atmosferico IXV (Intermediate eXperimental Vehicle) inizia la sua prima missione sperimentale a bordo del lanciatore europeo Vega. Il veicolo è frutto del programma dell’Agenzia Spaziale Europea, che lo gestisce con un forte supporto dell’Italia che, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana, detiene la leadership nel progetto finanziando circa il 40% dei costi delle attività.Per Vega, il lanciatore europeo che per soddisfare i requisiti di missione realizza per la prima volta una complessa traiettoria est-equatoriale, si tratta del primo lift-off del 2015.

IXV è destinato a raggiungere una altitudine di 320 km, dove viene inserito sulla sua traiettoria suborbitale, per poi salira fino a 412 km di altitudine e iniziare il rientro verso la Terra, effettuando alcune manovre che permettono di ridurre la propria velocità da ipersonica a supersonica, fino all’apertura dei paracadute a circa 30 km di altitudine. La missione, che dura in totale un’ora e quaranta minuti circa, si conclude con lo splash-down nell’Oceano Pacifico: il Descent System di IXV prevede  3 paracadute (supersonico, subsonico e principale)  che hanno la funzione di decelerare e stabilizzare il veicolo attraverso i regimi di flusso supersonico, transonico e subsonico, e garantirne il corretto assetto e velocità (pari a 6 m/s) al momento dello splash down. IXV resta sulla superficie marina grazie a quattro galleggianti e viene messo in sicurezza da una nave di recupero appositamente attrezzata.

“È la prima volta nella storia – ha dichiarato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, professor Roberto Battiston – che un velivolo europeo effettua un rientro controllato e manovrato  nell’atmosfera terrestre: IXV rappresenta un passo fondamentale per il futuro del trasporto spaziale e una conquista, sia per l’Italia sia per l’ESA. Con la missione IXV si avvia lo sviluppo di futuri veicoli di rientro riutilizzabili , destinati al volo orbitale e suborbitale, che vede l’Italia al primo posto in Europa grazie ai contributi del sistema della ricerca, con il CIRA a Capua, e dell’industria nazionale, con Thales Alenia Space Italia a Torino, città nella quale dal centro di controllo di Altec seguirà l’andamento della missione”.

La missione del veicolo IXV è stata programmata allo scopo di raccogliere dati scientifici, testare tecnologie e validare approcci progettuali. I dati saranno fondamentali per la concezione e realizzazione dei futuri sistemi di rientro riutilizzabili, destinati allo svolgimento di diverse attività nello spazio ‘vicino’, come ad esempio il recupero di detriti oppure il trasporto di rifornimenti e astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale.

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Le attività industriali di progettazione e realizzazione della missione del veicolo IXV sono guidate dalla società Thales Alenia Space – Italia. Nel ruolo di primo contraente e system design authority, Thales Alenia Space Italia ha coordinato dal punto di vista tecnico e programmatico le attività di una compagine industriale di circa 40 aziende in tutta Europa, portando il progetto fino all’importante traguardo della sperimentazione in volo.

L’ASI ha supportato il programma attraverso attività di assistenza tecnica svolte, con il coinvolgimento del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA), nelle aree della sperimentazione in volo, della aerodinamica e aero termodinamica e delle operazioni. CIRA ha inoltre guidato il “drop and recovery system test” che ha testato nel Mar Mediterraneo il paracadute principale, il funzionamento dei sistemi di galleggiamento e la sequenza di recupero del veicolo.

ASI ha messo a disposizione del progetto IXV la rete ASInet e la strumentazione del centro di controllo ALTEC di Torino, che seguirà il veicolo IXV per tutta la durata della sua missione. ALTEC avrà anche il compito di coordinare le attività del segmento di terra, comprese quelle delle stazioni di Libreville nel Gabon e del centro ASI di Malindi in Kenya oltre alla stazione navale che si occuperà del recupero del veicolo nell’Oceano Pacifico.

 

Samantha Cristoforetti è in orbita

Samantha Cristoforetti è in orbita

equipaggio 42Lancio perfetto da Baikonour. Il razzo Soyuz ha portato in orbita Samantha Cristoforetti, ingegnere di bordo della missione Expedition 42 e prima donna astronauta italiana. Con lei ci sono l’astronauta statunitense Terry W. Virts e il cosmonauta russo Anton Shkaplerov, pronti a unirsi agli altri tre astronauti che vivono da qualche mese sulla Stazione Spaziale Internazionale. La partenza è avvenuta alle 22:01 e alla 22:10 le telecamere all’interno della capsula hanno mostrato il pupazzo mascotte galleggiare, a conferma del raggiungimento dell’orbita e dello stato di assenza di gravità. La missione Futura inizia cinquant’anni dopo il lancio del satellite San Marco che segnò l’ingresso dell’Italia nell’Olimpo dello spazio dopo l’allora Unione Sovietica e gli Stati Uniti. Meno di nove minuti dopo la partenza, la Soyuz era a 208 chilometri dalla Terra, quota alla quale è avvenuta la separazione del terzo stadio e l’inserimento in orbita, alla velocità di 25mila chilometri all’ora. Subito dopo l’inizio della rincorsa alla Stazione Spaziale Internazionale, che si trova a un’altezza di circa 400 chilometri e viaggia a 28mila chilometri l’ora. Dopo aver girato per quattro volte intorno alla Terra, in circa sei ore, l’approdo della Soyuz alla Iss previsto alle 3:53 del mattino in Italia. Dopo l’aggancio alla Stazione Spaziale Internazionale, i tre astronauti equilibreranno la pressione nella navicella con quella della Iss, si toglieranno le tute spaziali e faranno il loro ingresso in quella che per i prossimi sei mesi sarà la loro casa. “Con valore verso le stelle” si legge nella bandiera celebrativa mostrata dal gen. Preziosa, capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana, nel corso della diretta tv dalla sede dell’Agenzia Spaziale Italiana, presenti il presidente Roberto Battiston, il ministro della ricerca Giannini, il Direttore dei Voli abitati dell’ESA Thomas Reiter e gli astronauti italiani Luca Parmitano, Roberto Vittori e Paolo Nespoli. Un buon auspicio per la missione di lunga durata che attende Samantha Cristoforetti.

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