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Perseverance viaggia verso Marte

Perseverance viaggia verso Marte

La missione Mars 2020 della NASA, la 22esima lanciata dagli americani verso Marte, ha preso regolarmente il via alle 13:50 ora italiana di giovedì 30 luglio da Cape Canaveral con il razzo Atlas V-541. La sonda con il rover Perseverance impiegherà 213 giorni per coprire una distanza di 497 milioni di chilometri fino a Marte, tenuto conto che al momento della finestra di lancio i due pianeti sono separati da 105 milioni di chiometri. La discesa del rover nell’area del cratere marziano Jezero, dove si ritiene ci sia stato un antico bacino di acqua risalente eatre miliardi e mezzo di anni fa, è prevista il 18 febbraio 2021. Perseverance, con a bordo sette strumenti scientifici, opererà almeno per un interno anno marziano, corrispondente a 687 giorni terrestri. Pesante una tonnellata e equipaggiato con una serie di camere e sensori, il nuovo rover a stelle e strisce è un autentico esploratore, in grado di analizzare l’ambiente e rilevare tracce di composti chimici organici, ed è munito di radar per testare l’eventuale presenza di acqua e ghiaccio nel sottosuolo. Inoltre, sperimenterà un’apparecchiatura (Moxie) studiata per ricavare ossigeno dall’atmosfera marziana, in cui prevale in termini di concentrazione il CO2, con l’obiettivo di sviluppare la tecnologia che permetta di utilizzarlo anche come carburante. Il lander di Mars 2020 porterà in superficie il Mars Helicopter, ribattezzato Ingenuity, che diventerà il primo velivolo a volare nell’atmosfera marziana estremamente rarefatta e avrà dalla sua la gravità ridotta a 1/3. Il piccolo elicottero, equiparabile a un drone, agirà in un raggio di un centinaio di metri intorno al rover. La missione Mars 2020 è a sua volta propedeutica a Mars Sample Return, che sarà condotta insieme all’Agenzia Spaziale Europea e dovrà permettere di trasferire sulla Terra i campioni di rocce marziane che saranno raccolti da Perserverance per rintracciare eventuali segni di vita microbica passata.

Amal in viaggio verso Marte

Amal in viaggio verso Marte

E’ già in viaggio verso Marte la sonda Amal (Speranza), Hope in lingua occidentale, protagonista della prima missione degli Emirati Arabi Uniti lanciata verso il Pianeta Rosso con il potente razzo vettore giapponese H-2° dalla base spaziale di Tanegashima. Programmata inizialmente per il 15 luglio, la partenza è avvenuta con successo dopo due rinvii e precede quella di altre due sonde: la cinese Tianwen-1, previsa il 23 luglio, l’americana Mars 2020 in programma il 30 luglio e destinata a trasferire sulla superficie marziana il rover Perseverance, il quinto nella storia della NASA.

Il razzo vettore H-2A ha collocato regolarmente la sonda Amal in orbita terrestre per poi accendere i motori per la spinta sulla traiettoria che le farà raggiungere l’orbita marziana nel febbraio 2021. L’arrivo è previsto in coincidenza con il 50° anniversario di costituzione degli Emirati Arabi Uniti. La prima missione di un Paese arabo verso Marte si prefigge l’obiettivo di studiarne il clima e misurare la concentrazione di idrogeno e di ossigeno nella sua atmosfera.

Amal si collocherà in un’orbita che permette di completare un giro intorno a Marte in 55 ore. La durata della missione, a cui hanno collaborato il Giappone e tre università statunitensi, sarà di un anno marziano, corrispondente a circa 700 giorni terrestri. L’ambizione dichiarara degli Emirati Arabi Uniti è la creazione di una colonia su Marte nel 2071, in occasione del centenario della nazione.        

 

Vega torna a volare

Vega torna a volare

La riapertura della base di lancio europea della Guyana Francese è affidata al lanciatore dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) VEGA, vettore di concezione italiana realizzato dalla società AVIO di Colleferro alle porte di Roma il cui lancio, inizialmente programmato a marzo e rinviato a causa della pandemia Covid-19, è previsto alle 3.51 (ora italiana) del 19 giugno.

La missione VV16 non segna solo il ritorno al volo di Vega, ma anche l’esordio del sistema di distribuzione di satelliti dell’ESA, Small Spacecraft Mission Service (SSMS), un dispenser che consentirà di mettere in orbita 53 tra nano, micro e minisatelliti (da 1kg a 400kg) a beneficio di 21 clienti di 13 Paesi. Un nuovo strumento che consentirà di moltiplicare la capacità di lancio di Vega. La realizzazione della piattaforma SSMS è il risultato di una collaborazione tra società italiane e della Repubblica Ceca che vede l’Italia come capofila.

Il lancio del Vega rappresenta simbolicamente la ripartenza dell’Italia dello spazio dopo il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19, che ha rallentato la produzione ma non ha spento la creatività e la voglia di innovare di questo importante comparto dell’economia italiana. Ora, l’Italia dello spazio ha ripreso a correre. Una storia di grande successo quella del Vega che ha inanellato 14 lanci di successo di fila, un fatto assolutamente non scontato nel trasporto spaziale. Grazie poi al SSMS, Vega sarà ancora più competitivo e versatile ed avrà la capacità di portare in orbita una grandissima quantità e varietà di piccoli satelliti per fare fronte alla crescente richiesta da parte dell’utenza istituzionale e commerciale”, è il commento del presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Giorgio Saccoccia.

Sostanziosa la parte del carico utile che vede coinvolta l’Italia che con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) porterà in orbita un cubesat DIDO-3 contenente un laboratorio per esperimenti in microgravità a controllo remoto frutto di un accordo internazionale tra ASI, Agenzia Spaziale Israeliana (ISA), Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e Ministero della Scienza e Tecnologia (MOST).

A bordo di DIDO-3 quattro esperimenti congiunti italo-israeliani nei settori della ricerca biologica e farmacologica – controllati da terra attraverso un’applicazione mobile – che vedono, per la parte italiana, il coinvolgimento dell’Università Federico II di Napoli, dell’Università di Roma 3, dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università di Bologna. Tra i piccoli satelliti che saranno messi in orbita anche un altro contributo italiano: ION CubeSat Carrier (In Orbit NOW) – sviluppato dalla società D-Orbit – si tratta di un vero e proprio satellite, di ingombro ridotto e del peso di circa 150 kg di massa complessiva, che ha la funzione di trasportatore di cubesats.

Sintesi degli esperimenti italo-israeliani

ARGTM (Università Federico II di Napoli)

Studio dell’effetto della microgravità sulla resistenza agli antibiotici di agenti patogeni di rilevanza clinica e sulla loro patogenicità in microgravità. Una migliore comprensione dell’effetto delle condizioni ambientali, inclusa la microgravità sulla diffusione di geni resistenti agli antibiotici, può portare allo sviluppo di nuove e migliorate terapie e misure di prevenzione per trattare e prevenire le infezioni resistenti agli antibiotici anche a terra

MAMBO (Università di Roma 3)

Valuterà la gestione terapeutica dei farmaci durante i voli spaziali, ed in particolare se la microgravità influisce sul loro rilascio a livello plasmatico alterandone i livelli di disponibilità con effetti avversi per il paziente.

SPACELYS (Università di Bologna)

SpaceLysis ha lo scopo di studiare come la microgravità influenza l’attività del lisozima (una proteina presente nel sangue che partecipa alla risposta immunitaria) in cellule di uno specifico substrato batterico. In questo modo si andranno ad investigare in maniera più approfondita le modalità di risposta agli agenti patogeni nello spazio.

NOGQUAD (Università di Tor Vergata)

L’esperimento fornirà informazioni sul ruolo della microgravità nell’assemblaggio del quadruplex G, una struttura facente parte del DNA che svolge un ruolo di controllo dell’espressione genica e che è implicata nell’insorgenza di diverse malattie, come ad esempio disturbi neurologici quali sclerosi laterale amiotrofica (SLA), o la sindrome dell’X Fragile.

Crew Dragon è in orbita

Crew Dragon è in orbita

La Crew Dragon di SpaceX, prima navicella privata con uomini a bordo, è stata lanciata da Cape Canaveral alle 21:22:45 ora italiana consentendo agli Stati Uniti e alla NASA di fare ripartire astronauti dal proprio territorio. Il 54enne Doug Hurley e il 50enne Bob Behnken, entrambi con esperienza ventennale da astronauti e già protagonisti di due missioni a testa dello Space Shuttle che fu pensionato nel 2011, hanno atteso il momento del lancio comodamente seduti a 70 metri d’altezza nell’abitacolo della capsula simbolo della new space economy. Hurley e Behnken raggiungeranno, dopo una serie di orbite, la stazione spaziale dove sono ad attenderli l’americano Chris Cassidy e i russi Ivan Vagner e Anatoli Ivanishin. Dopo il rinvio subito dalla missione Demo-2 di Crew Dragon mercoledì scorso, a causa di condizioni meteorologiche avverse con rischio di tempesta di fulmini, la partenza è stata riprogrammata per sfruttare la seconda finestra di lancio disponibile che consentisse di agganciare la stazione spaziale nel tempo più breve. Alle 21:37 ora italiana, 45 minuti prima dell’orario di lancio, il centro di controllo della missione a Houston, constatato il miglioramento delle condizioni meteorologiche, ha confermato di proseguire il countdown, dando inizio alle operazioni di carico del propellente che alimentano i motori del razzo Falcon 9. A lancio avvenuto, a cui ha assistito il presidente americano Trump, dopo 2 minuti e 33 secondo il primo stadio del Falcon 9 è rientrato dopo avere completato la prima fase di spinta per atterrare 9 minuti dopo la partenzaa su una piattaforma galleggiante al largo della Florida. Crew Dragon aggancerà la stazione spaziale internazionale alle 15:30 di domenica 31 maggio.

“Una giornata storica per gli Stati Uniti che dopo 9 anni tornano ad avere un accesso autonomo per gli astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale con il lancio della missione Crew Dragon Demo-2, grazie alla partnership pubblico-privato tra NASA e SpaceX  – ha commentato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia – Un passo significativo che segna  l’inizio di una nuova era commerciale  per i voli spaziali umani. C’è anche il  contributo dell’Italia a questo lancio, grazie  al supporto fornito dalla base dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) Broglio Space Center (BSC) di Malindi in Kenya, che fa parte delle stazioni di tracking che hanno seguito il volo della Crew Dragon verso la Stazione Spaziale. Un ringraziamento particolare a tutto lo staff dell’ASI, che ha garantito l’apertura e l’operatività della base durante questo periodo di emergenza Covid. Voglio, soprattutto, fare le congratulazioni alla NASA, nostro partner storico da più di 50 anni, per questo nuovo traguardo!”

 

Rinviato lancio Crew Dragon

Rinviato lancio Crew Dragon

Un improvviso peggioramento delle condizioni meteorologiche su Cape Canaveral e nella regione della Florida ha imposto lo stop al lancio della Crew Dragon con a bordo gli astronauti Bob Behnken e Doug Hurley, i primi due americani pronti a partire dal territorio degli Stati Uniti nove anni dopo il pensionamento degli Space Shuttle. A fare decidere per il rinvio (il distacco dalla rampa era previsto alle 22:33 e 33 secondi ora italiana) sono stati i dati relativi ai venti in quota, che non avrebbero garantito al razzo Falcon 9 di seguire in sicurezza la traiettoria di salita. Troppo stretta la finestra di lancio per consentire una riprese immediata del count-down. La seconda opportunità è fissata sabato 30 maggio alle 19:22 italiane con aggancio alla stazione spaziale alle 14:20 di domenica 31 maggio.

Crew Dragon pronta al lancio

Crew Dragon pronta al lancio

#LaunchAmerica è l’hasthag che accompagna il ritorno in orbita di astronauti americani, lanciati per la prima volta dopo nove anni dal suolo americano. Sulla storica piattaforma 39A di Cape Canaveral, la stessa da cui sono partite le missioni Apollo per la Luna e gli Space Shuttle fino all’ultima missione datata luglio 2011, è stato posizionato il razzo Falcon 9 con la capsula Crew Dragon della società SpaceX di Elon Musk. A bordo gli astronauti Bob Behnken e Doug Hurley, entrambi con esperienza nel corpo astronauti della NASA, avendo portato a termine due missioni a testa con lo Space Shuttle. Hurley, comandante della missione Demo-2 con la Crew Dragon, ha partecipato all’ultimo volo della navetta americana prima del pensionamento. Il lancio è previsto alle 22:33 e 33 secondi (ora italiana). L’aggancio alla stazione spaziale internazionale è previsto dopo 19 ore dal lancio, alle 17:30 di giovedì 28 maggio (ora italiana). In caso di problemi è prevista una nuova finestra lancio sabato 30 maggio alle 19:22 italiane con attracco alle 14:20 di domenica 31 maggio. Le condizioni meteorologiche sono migliorate rispetto alla giornata di vigilia del lancio, quando si temeva che la base potesse essere investita da una tempesta tropicale. Al lancio di Crew Dragon assisteranno a Cape Canaveral presidente Usa Donald Trump con la first lady Melania e il vicepresidente Mike Pence.

Negli ultimi nove anni la dipendenza dai sistemi di lancio spaziali russi, per trasferire in orbita gli astronauti della Nasa, è costata agli Stati Uniti 4 miliardi di dollari. Se una missione dello Space Shuttle, però, costava l’equivalente di quasi 2 miliardi di dollari al valore attuale, la Nasa corrisponde ora a SpaceX 55 milioni per ogni astronauta trasportato a bordo della Crew Dragon.

 

On Monday, March 30, 2020 at a SpaceX processing facility on Cape Canaveral Air Force Station in Florida, SpaceX successfully completed a fully integrated test of critical crew flight hardware ahead of Crew Dragon’s second demonstration mission to the International Space Station for NASA’s Commercial Crew Program; the first flight test with astronauts onboard the spacecraft. NASA astronauts Bob Behnken and Doug Hurley participated in the test, which included flight suit leak checks, spacecraft sound verification, display panel and cargo bin inspections, seat hardware rotations, and more.