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Parmitano e il respiro della Terra

Parmitano e il respiro della Terra

Agli inizi del mese di maggio 2020, a tre mesi dalla conclusione della missione Beyond, che lo ha visto nel ruolo di comandante della stazione spaziale internazionale e protagonista di lunghe e impegnative attività extraveicolari per la riparazione del rivelatore di antimateria Ams-2 dell’ASI, l’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea Luca Parmitano è entrato nelle case degli italiani, ancora in lockdown, attraverso il piccolo schermo con il docufilm “Starman”. Una pellicola che delinea la figura dell’uomo impegnato a vivere e lavorare nello spazio, sdoganandola da quella del supereroe per rivelarne la componente umana e la capacità di osservazione e decisionale, caratteristiche dominanti sia nella fase di preparazione al volo, sia nell’esecuzione dei compiti e nel raggiungimento degli obiettivi durante la lunga permanenza in orbita. Il suo riferimento al respiro e al moto della Terra, che ha espresso nella conferenza stampa post-flight, richiama l’affascinante visione del pianeta culla della vita e la consapevolezza di doversi impegnare per la sua salvaguardia, guardando oltre.

Nell’intervista rilasciata a Orbiter, Luca Parmitano si sofferma sul ruolo dell’uomo nello spazio e sullo sguardo lanciato alla Terra dalla stazione orbitale, prefigurando il passaggio all’esplorazione lunare attraverso il lunar gateway.

Cosmo-SkyMed mappa centinaia di km

Cosmo-SkyMed mappa centinaia di km

Il primo satellite della costellazione COSMO-SkyMed di Seconda Generazione (CSG), lanciato lo scorso 18 dicembre, sta completando la fase di Test in Orbita che lo porterà a pieno titolo ad affiancarsi operativamente ai quattro satelliti COSMO-SkyMed di Prima Generazione, incrementando le capacità complessive del sistema. La missione CSG si avvicina dunque ad un importante traguardo in linea con gli obiettivi prefissati dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dal Ministero della Difesa, che ne hanno promosso, finanziato e diretto, nel ruolo di committenti, il programma di sviluppo.

Obiettivo primario di CSG è fornire ad un’utenza duale, civile e militare, i servizi di Osservazione della Terra attraverso un ampio portfolio di prodotti, ottenuti nelle diverse modalità operative del sensore SAR (Radar ad Apertura Sintetica), sia a campo stretto e risoluzione ultra-fine che a campo largo. Il progetto del sensore SAR di Seconda Generazione, unitamente alle caratteristiche di flessibilità assicurate dal Segmento di Terra, rappresenta oggi lo stato dell’arte dei sistemi di Osservazione della Terra basati su tecnologia radar, in termini di qualità dell’immagine, di versatilità di pianificazione e di ripresa, di agilità nell’acquisizione e di capacità di aggiornamento ed elaborazione a terra dell’informazione ottenuta.

Le caratteristiche di versatilità ed agilità elettronica del SAR di CSG hanno consentito di realizzare una nuova modalità operativa, che consente di acquisire simultaneamente due aree poste sulla superficie terrestre ad una distanza di centinaia di chilometri. Più in dettaglio, in tale modalità è possibile acquisire due immagini a doppia polarizzazione e nelle modalità a più alta risoluzione spaziale (Spotlight) contemporaneamente, superando i vincoli imposti dalle modalità tradizionali. Ciò permette un miglioramento nella qualità e nella tipologia del servizio consentendo, ad esempio, di servire le richieste di accesso su zone geograficamente separate e illuminate contemporaneamente dal satellite durante il passaggio. CSG è il primo sistema spaziale SAR al mondo in grado di acquisire contemporaneamente due immagini e quindi di servire due richieste che sarebbero state tra di loro in conflitto per qualsiasi altro sistema satellitare.

Il Sistema CSG è stato realizzato per l’Agenzia Spaziale Italiana e per il Ministero della Difesa in Italia con un importante contributo di Leonardo, attraverso le sue controllate e partecipate. In particolare, Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%) è responsabile del sistema End to End e dei satelliti Radar, mentre Telespazio, joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%) è responsabile del Segmento di Terra. Inoltre Leonardo contribuisce al programma fornendo i sensori di assetto stellare per l’orientamento del satellite, i pannelli fotovoltaici e unità elettroniche per la gestione della potenza elettrica.

(Nelle immagini ASI, due acquisizioni SAR Spotlight ad altissima risoluzione (sub-metrica), riprese simultaneamente dal primo satellite COSMO-SkyMed di Seconda Generazione il 25 aprile scorso sulle aree di Roma e di Altamura, elaborate da Telespazio presso il Centro Spaziale di Matera)

Crew Dragon ha attraccato alla ISS

Crew Dragon ha attraccato alla ISS

Diciannove ore dopo la partenza, avvenuta alle 21:22:45 ora italiana di sabato 30 maggio dalla rampa 39A di Cape Canaveral, la capsula Crew Dragon di SpaceX con a bordo gli astronauti Doug Hurley e Bob Behnken ha raggiunto la stazione spaziale internazionale effettuando il docking alle 16:27 di domenica 31 maggio.

Crew Dragon aveva già effettuato l’operazione di attracco alla stazione spaziale in occasione della missione Demo-1 senza equipaggio condotta nel marzo 2019. Operazione interamente gestita dai computer di bordo ma che i due astronauti hanno potuto controllare, avendo sempre a disposizione comandi manuali digitali.

Non è stato comunicato per quanto tempo i due astronauti resteranno a bordo della stazione spaziale, ma la permanenza dovrebbe essere non inferiore a 30 giorni potendo durare fino a quattro mesi, che corrisponde al tempo massimo previsto per soddisfare i parametri di efficienza dei pannelli solari della capsula. Nella prima missione dimostrativa, condotta in automatico e senza equipaggio, la Crew Dragon era rimasta attraccata per soli cinque giorni prima di rientrare in atmosfera e ammarare. Si completa, così, il successo della prima missione umana frutto della collaborazione tra SpaceX e NASA che consentirà all’agenzia spaziale americana di tornare a disporre di un sistema di lancio autonomo di astronauti.

Crew Dragon è in orbita

Crew Dragon è in orbita

La Crew Dragon di SpaceX, prima navicella privata con uomini a bordo, è stata lanciata da Cape Canaveral alle 21:22:45 ora italiana consentendo agli Stati Uniti e alla NASA di fare ripartire astronauti dal proprio territorio. Il 54enne Doug Hurley e il 50enne Bob Behnken, entrambi con esperienza ventennale da astronauti e già protagonisti di due missioni a testa dello Space Shuttle che fu pensionato nel 2011, hanno atteso il momento del lancio comodamente seduti a 70 metri d’altezza nell’abitacolo della capsula simbolo della new space economy. Hurley e Behnken raggiungeranno, dopo una serie di orbite, la stazione spaziale dove sono ad attenderli l’americano Chris Cassidy e i russi Ivan Vagner e Anatoli Ivanishin. Dopo il rinvio subito dalla missione Demo-2 di Crew Dragon mercoledì scorso, a causa di condizioni meteorologiche avverse con rischio di tempesta di fulmini, la partenza è stata riprogrammata per sfruttare la seconda finestra di lancio disponibile che consentisse di agganciare la stazione spaziale nel tempo più breve. Alle 21:37 ora italiana, 45 minuti prima dell’orario di lancio, il centro di controllo della missione a Houston, constatato il miglioramento delle condizioni meteorologiche, ha confermato di proseguire il countdown, dando inizio alle operazioni di carico del propellente che alimentano i motori del razzo Falcon 9. A lancio avvenuto, a cui ha assistito il presidente americano Trump, dopo 2 minuti e 33 secondo il primo stadio del Falcon 9 è rientrato dopo avere completato la prima fase di spinta per atterrare 9 minuti dopo la partenzaa su una piattaforma galleggiante al largo della Florida. Crew Dragon aggancerà la stazione spaziale internazionale alle 15:30 di domenica 31 maggio.

“Una giornata storica per gli Stati Uniti che dopo 9 anni tornano ad avere un accesso autonomo per gli astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale con il lancio della missione Crew Dragon Demo-2, grazie alla partnership pubblico-privato tra NASA e SpaceX  – ha commentato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia – Un passo significativo che segna  l’inizio di una nuova era commerciale  per i voli spaziali umani. C’è anche il  contributo dell’Italia a questo lancio, grazie  al supporto fornito dalla base dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) Broglio Space Center (BSC) di Malindi in Kenya, che fa parte delle stazioni di tracking che hanno seguito il volo della Crew Dragon verso la Stazione Spaziale. Un ringraziamento particolare a tutto lo staff dell’ASI, che ha garantito l’apertura e l’operatività della base durante questo periodo di emergenza Covid. Voglio, soprattutto, fare le congratulazioni alla NASA, nostro partner storico da più di 50 anni, per questo nuovo traguardo!”

 

Crew Dragon pronta al lancio

Crew Dragon pronta al lancio

#LaunchAmerica è l’hasthag che accompagna il ritorno in orbita di astronauti americani, lanciati per la prima volta dopo nove anni dal suolo americano. Sulla storica piattaforma 39A di Cape Canaveral, la stessa da cui sono partite le missioni Apollo per la Luna e gli Space Shuttle fino all’ultima missione datata luglio 2011, è stato posizionato il razzo Falcon 9 con la capsula Crew Dragon della società SpaceX di Elon Musk. A bordo gli astronauti Bob Behnken e Doug Hurley, entrambi con esperienza nel corpo astronauti della NASA, avendo portato a termine due missioni a testa con lo Space Shuttle. Hurley, comandante della missione Demo-2 con la Crew Dragon, ha partecipato all’ultimo volo della navetta americana prima del pensionamento. Il lancio è previsto alle 22:33 e 33 secondi (ora italiana). L’aggancio alla stazione spaziale internazionale è previsto dopo 19 ore dal lancio, alle 17:30 di giovedì 28 maggio (ora italiana). In caso di problemi è prevista una nuova finestra lancio sabato 30 maggio alle 19:22 italiane con attracco alle 14:20 di domenica 31 maggio. Le condizioni meteorologiche sono migliorate rispetto alla giornata di vigilia del lancio, quando si temeva che la base potesse essere investita da una tempesta tropicale. Al lancio di Crew Dragon assisteranno a Cape Canaveral presidente Usa Donald Trump con la first lady Melania e il vicepresidente Mike Pence.

Negli ultimi nove anni la dipendenza dai sistemi di lancio spaziali russi, per trasferire in orbita gli astronauti della Nasa, è costata agli Stati Uniti 4 miliardi di dollari. Se una missione dello Space Shuttle, però, costava l’equivalente di quasi 2 miliardi di dollari al valore attuale, la Nasa corrisponde ora a SpaceX 55 milioni per ogni astronauta trasportato a bordo della Crew Dragon.

 

On Monday, March 30, 2020 at a SpaceX processing facility on Cape Canaveral Air Force Station in Florida, SpaceX successfully completed a fully integrated test of critical crew flight hardware ahead of Crew Dragon’s second demonstration mission to the International Space Station for NASA’s Commercial Crew Program; the first flight test with astronauts onboard the spacecraft. NASA astronauts Bob Behnken and Doug Hurley participated in the test, which included flight suit leak checks, spacecraft sound verification, display panel and cargo bin inspections, seat hardware rotations, and more.

Missione Prisma per la comunità

Missione Prisma per la comunità

Tutto pronto per avviare lo sfruttamento dei dati della missione PRISMA dell’Agenzia Spaziale Italiana da parte della comunità utente. Completate con successo tutte le fasi di messa in orbita, verifiche del corretto funzionamento del satellite in volo, calibrazione del sensore, test delle procedure operative e dei sistemi di terra che consentono di mantenere il sistema in condizioni di funzionamento operativo nominale, il sistema PRISMA verrà aperto, a partire da giovedì 21 Maggio 2020 alle ore 15:00, alla comunità scientifica, istituzionale, industriale, italiana e straniera.

Attraverso il portale https://prisma.asi.it, con una semplice operazione di registrazione si potrà entrare a far parte della comunità degli utenti di PRISMA. L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ha deciso di adottare una politica di accesso ai dati con bassissime restrizioni: saranno forniti gratuitamente e a chiunque, tutti possono registrarsi come utenti!

Le uniche eccezioni riguarderanno il divieto di redistribuzione dei prodotti a terze parti e di utilizzo dei prodotti a fini commerciali. Questo perché la missione nasce come un dimostratore scientifico preoperativo.

Tali limitazioni saranno in ogni caso valutate criticamente da ASI e riviste al termine di un periodo di sperimentazione, dedicato sia ad acquisire informazioni statistiche sull’uso della missione da parte della comunità (ovviamente nel pieno rispetto della protezione dei dati personali) sia ad ottenere un feedback dagli utenti e dalle organizzazioni che si saranno rapportate con la missione “hands-on”.

Per accedere alle 27000 riprese già oggi disponibili nell’archivio di PRISMA o richiedere nuove acquisizioni iperspettrali della superfice terrestre è sufficiente collegarsi al sito indicato sul portale https://prisma.asi.it, registrarsi e ricevere le credenziali di accesso al sistema.

Il satellite PRISMA, di proprietà dell’ASI e realizzato da un RTI guidata da OHB Italia e Leonardo, è il primo sistema di osservazione della Terra europeo dotato di un sensore ottico iperspettrale innovativo, in grado di effettuare dallo Spazio un’analisi chimico-fisica delle aree sotto osservazione. I primi entusiasmanti risultati della missione confermano le capacità del sistema spaziale italiano, che ha acquisito un know how molto importante, ora a disposizione delle future missioni iperspettrali in Europa e nel mondo.