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Schiaparelli in caduta libera

Schiaparelli in caduta libera

MRO EDMIl satellite della NASA Mars Reconnaissance Orbiter ha identificato sulla superficie del Pianeta Rosso, i punti di impatto del lander Schiaparelli e dell’ampio paracadute supersonico rilasciato durante la discesa e poco prima del malfunzionamento dei sistemi di comando automatico che hanno causato la caduta libera invece che controllata. La fotocamera CTX a bassa risoluzione a bordo della sonda MRO ha scattato immagini del sito di atterraggio del modulo europeo nella regione Meridiani Planum. L’immagine, che ha una risoluzione di 6 metri per pixel, mostra due punti sulla superficie non presenti rispetto a un’immagine scattata nel maggio di quest’anno. Uno appare più luminoso e può essere associata con il diametro del paracadute di 12 metri utilizzato nella seconda fase della discesa di Schiaparelli. L’altra evidente presenza è una macchia scura sfumata di circa 15 x 40 metri di dimensione, situata a circa 1 km a nord del paracadute. Questo può essere interpretato come l’effetto dell’impatto al suolo del modulo Schiaparelli, che ha iniziato a precipitare dopo che i propulsori sono stati spenti prematuramente, da un’altezza compresa tra i 2 e i 4 chilometri. Si stima che l’impatto sia avvenuto a una velocità superiore a 300 km / h. In tali condizioni tutto lascia ritenere che il lander sia esploso al momento dell’impatto. Un successivo passaggio sull’area permetterà di riprendere maggiori dettagli attraverso l’obiettivo di HiRISE, la fotocamera a più alta risoluzione a bordo MRO.

DREAMS si era svegliato

DREAMS si era svegliato

DreamsL’Istituto Nazionale di Astrofisica annuncia importanti novità su una delle strumentazioni scientifiche più importanti della missione Exomars collocate sul lander Schiaparelli. In attesa di capire cosa sia accaduto a questo modulo durante la sua discesa verso la superficie di Marte, Francesca Esposito dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Capodimonte, Principal Investigator della stazione meteorologica DREAMS rivela che lo strumento ha effettivamente funzionato. Mentre gli esperti dell’Agenzia Spaziale Europea continuano ad analizzare i dati ricevuti dal Trace Gas Orbiter per capire cosa sia successo al lander nella sua fase di atterraggio, la piccola stazione meteorologica DREAMS (Dust Characterisation, Risk Assessment, and Environment Analyser on the Martian Surface), nata dalla collaborazione tra INAF, ASI e CISAS di Padova, si è attivata durante la discesa del lander e ha inviato dati relativi al suo stato di funzionamento. In quei pochi secondi di trasmissione, DREAMS ha comunicato attivamente con il lander Schiaparelli. Tutti questi dati, insieme a quelli sulla discesa, ora in mano agli scienziati e ai tecnici della missione, rappresentano un prezioso bagaglio di informazioni per la seconda fase del programma Exomars, ovvero la prossima missione prevista in partenza per Marte il 2020.

«Eravamo pronti – afferma Francesca Esposito – Lo strumento DREAMS si è acceso, ha avuto il consumo di corrente previsto e, perfettamente comunicante con Schiaparelli, sarebbe stato immediatamente pronto per acquisire i dati dalla superficie marziana.» La fase di progettazione e realizzazione di DREAMS ha offerto ai ricercatori un’opportunità unica per comprendere i fenomeni presenti su Marte e la loro formazione. «Parte della scienza di DREAMS, assieme ad alcuni sensori già testati, sarà comunque riutilizzata per la prossima missione ExoMars2020 – aggiunge Esposito. Stiamo continuando a lavorare e analizzare i dati e l’INAF – Osservatorio di Capodimonte sarà responsabile dello strumento MicroMed per misurare le polveri in atmosfera marziana e i campi elettrici associati».

Schiaparelli is landed (?)

Schiaparelli is landed (?)

segnaleIl lander Schiaparelli, rilasciato nel pomeriggio di domenica 16 ottobre dal veicolo orbitale della sonda Exomars, è entrato nell’atmosfera di Marte alle 16:42 di mercoledì 19 ottobre. La sua discesa programmata e gestita autonomamente dal computer di bordo, della durata di quasi sei minuti, dovrebbe essersi conclusa con l’atterraggio nella zona di Meridiani Planum. Il segnale è arrivato effettivamente alle 18:33, come previsto, raccolto dalla sonda europea Mars Express. Successivamente al centro di controllo della missione Exomars all’ESOC di Darmstadt si è appurato che il segnale è stato perso un minuto prima del touchdown. La risposta su come si sia concluso l’avvicinamento alla superficie è affidata all’analisi dei dati processati nel corso della notte, mentre il direttore delle operazioni di volo dell’ESA, Paolo Ferri, ha potuto annunciare soddisfatto il regolare ingresso in orbita del Trace Gas Orbiter che seguirà un orbita ellittica con perigeo di 400 km e apogeo di 100.000 km, che sarà progressivamente circolarizzata fino a stabilizzarsi a una quota paragonabile a quella in opera la stazione spaziale interno alla Terra. Per il direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, Jan Woerner, la discesa del lander Schiaparelli è da considerarsi in ogni caso un test fondamentale per acquisire i dati su come atterrare su Marte. Il primo segnale c’è stato, trasmesso da Mars Express al Giant Metrewave Radio Telescope di Pune in India. L’ESA si affida allo stesso Trace Gas Orbiter, oltre alle altre sonde intorno al Pianeta Rosso, come Mars Reconnaissance Orbiter della NASA.

 

Cygnus torna in orbita

Cygnus torna in orbita

CygnuisLanciata con successo con un vettore Antares, alle 1:45 ora italiana dalla base di Wallops Island in Virginia,  la navicella Cygnus ( Missione Orbital OA-5)  per il rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale. La navicella Cygnus è costituita da due componenti base: il modulo di servizio e il modulo cargo pressurizzato (Pressurized Cargo Module-PCM) realizzato da Thales Alenia Space, joint venture tra Thales 67% e Leonardo-Finmeccanica 33%, per conto di Orbital ATK. Il modulo PCM, ospita un carico di 3500 kg comprendente rifornimenti per l’equipaggio, parti di ricambio e attrezzature scientifiche. Raggiunta la Stazione Spaziale Internazionale, la navicella Cygnus sarà catturata dal braccio robotico e agganciata alla porta Nadir del Nodo 1. Completata la sua permanenza sulla ISS la navicella Cygnus sarà sganciata dal Nodo 1 per iniziare la fase di rientro, disintegrandosi durante l’ingresso in atmosfera e bruciando una massa di detriti equivalente approssimativamente al carico trasportato alla Stazione. Recentemente Thales Alenia Space ha siglato un nuovo contratto con Orbital  ATK per la fornitura di ulteriori nove moduli pressurizzati Cygnus PCM, naturale conseguenza della  capacità finora dimostrata nel soddisfare le necessità “last minute” delle missioni di rifornimento alla ISS, nonché dell’esperienza e delle competenze messe a disposizione per realizzazione di missioni per la Stazione Spaziale a supporto dell’esplorazione dello spazio.

Taikonauti in orbita

Taikonauti in orbita

taikonauti 17octPerfettamente riuscito il lancio di due taikonauti, ovvero astronauti cinesi, diretti verso la stazione spaziale Tiangong-2. Chen Dong e Jing Haipeng, quest’ultimo considerato già un veterano essendo alla sua terza missione spaziale, sono stati lanciati in orbita a bordo della navicella Shenzhou-11, con il razzo vettore Lunga Marcia 2-F, dalla base di Jiuquan, in Mongolia. Dopo l’aggancio di Shenzhou-11 al piccolo laboratorio orbitale, previsto 48 ore dopo la partenza, i due taikonauti resteranno a bordo per 30 giorni per un totale di 33 giorni di missione, realizzando così la missione più lunga mai compiuta da un equipaggio cinese. Il 50enne comandante Jing Haipeng e Chen Dong, 38 anni, sono chiamati a svolgere un intenso programma di esperimenti in microgravità, le cui fasi potranno essere seguite e condivise attraverso sistemi di messaggistica, audio e video. L’avvio della missione coincide con il 20esimo lancio spaziale, comprendendo satelliti e carichi utili, da parte della Cina, anche questo già record dal momento che nel 2015 sono stati complessivamente 19. L’agenzia spaziale cinese insegue il sogno di sbarcare con propri taikonauti sulla Luna, dopo il successo della missione automatica che ha consentito il 14 dicembre 2013 alla sonda cinese Chang’E 3 di effettuare uno storico allunaggio, peraltro ripreso dalla sonda della NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO). La Cina, quarto paese a toccare la superficie della Luna, ha in programma una missione automatica per esplorarne la faccia nascosta nel 2018, mentre il primo allunaggio di un equipaggio dovrebbe avvenire nel 2025. Nel 2018 la Cina prevede di inviare in orbita terrestre la Tianhe-1, una stazione permanente più grande e sofisticata, mentre la Tiangong-1, con cui si sono persi i contatti da marzo del 2016, è destinata a un rientro incontrollato nell’atmosfera nel corso del 2017.

Exomars: separazione ok

Exomars: separazione ok

lander separatoLa missione Exomars, realizzata dall’Agenzia Spaziale Europea in collaborazione con l’agenzia spaziale russa Roscosmos, ha tagliato un importante traguardo in prossimità di Marte, con la puntuale separazione del lander Schiaparelli dal modulo principale della sonda, il Trace Gas Orbiter, avvenuta come previsto alle 16:42 ora italiana di domenica 16 ottobre. I due veicolo viaggiano verso l’atmosfera marziana: mercoledì 19 ottobre, da una quota di 120 km, l’inizio della discesa di Schiaparelli verso la superficie del Pianeta Rosso con atterraggio programmato nella regione Meridiani Planum, indicativamente in un punto di area ellittica di 50 km per 10. Sei minuti e mezzo per consentire all’Europa di toccare il suolo di Marte e testare le tecnologie adottate per controllare la discesa, che comprendono lo scudo termico del lander Schiaparelli, il paracadute, l’apparato di propulsione e la struttura alveolare deformabile studiata per attutire l’impatto dopo lo spegnimento dei retrorazzi da un’altezza di circa due metri. Sul lander, costruito da Thales Alenia Space Italia, tanta tecnologia italiana: il Radar Doppler Altimeter (RDA) in banda Ka che permetterà di gestire in completa autonomia la brevissima fase finale, della durata inferiore a 100 secondi, necessaria a raggiungere la superficie di Marte; lo strumento DREAMS (Dust characterization, Risk assessment and Environment Analyser on the Martian Surface) dell’Agenzia Spaziale Italiana e di cui è responsabile scientifico Francesca Esposito dell’ INAF – Osservatorio Astronomico di Napoli Capodimonte; AMELIA (Atmospheric Mars Entry and Landing Investigation and Analysis), di cui è responsabile scientifico Francesca Ferri dell’Università di Padova, concepito per creare un modello dell’atmosfera marziana sfruttando i dati raccolti dai sensori durante la discesa del lander Schiaparelli.

Il modulo principale TGO resterà per 4 anni a ruotare in orbita marziana, inizialmente ellittica, e comincerà la sua missione scientifica alla fine del 2017, dopo un anno di complesse manovre di “aerobraking” (aerofrenaggio, per la riduzione della velocità) fino a rendere circolare la propria orbita. Il giorno più lungo della missione Exomars è mercoledì 19 ottobre con TGO avviato a inserirsi correttamente in orbita e il lander Schiaparelli pronto a tuffarsi nell’atmosfera marziana a circa 21.000 km all’ora. La conferma del touchdown di Schiaparelli è alle 18.33 ora italiana, mentre il TGO dovrebbe comunicare il corretto inserimento in orbita a partire dalle 20:25. Il programma ExoMars è frutto di una cooperazione internazionale tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Russa (Roscosmos), fortemente sostenuto anche dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Il Programma è sviluppato da un consorzio Europeo guidato da Thales Alenia Space Italia realizzato da Thales Alenia Space (joint venture tra Thales 67% e Leonardo-Finmeccanica 33%), che coinvolge circa 134 aziende spaziali dei Paesi partner dell’ESA. Thales Alenia Space Italia, prime contractor del programma ExoMars, è responsabile della progettazione di entrambe le missioni 2016 e 2020. Telespazio (Leonardo-Finmeccanica 67%, Thales 33%) è infine responsabile dello sviluppo di alcuni sistemi chiave del segmento di terra della missione, tra cui il Mission Control System, usato per monitorare e controllare il TGO nel 2016. Leonardo contribuisce inoltre alla missione 2016 fornendo molte delle tecnologie a bordo di ExoMars: dai sensori di assetto ai generatori fotovoltaici e alle unità per la trasformazione e la distribuzione della potenza elettrica, fino al cuore optronico dello strumento di osservazione CASSIS.