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ARTE sulla Stazione Spaziale

ARTE sulla Stazione Spaziale

ARTEAlle 04:05 ora italiana di mercoledì 23 marzo, l’esperimento Thermal Exchange ha intrapreso il volo verso la Stazione Spaziale Internazionale a bordo dal cargo Cygnus CRS OA-6 della compagnia Orbital/ATK. Questo payload, un dimostratore tecnologico di heat pipe, è stato progettato e realizzato da Argotec, e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), nell’ambito del bando “Volo Umano Spaziale per Ricerche e Dimostrazioni Tecnologiche sulla ISS” promosso dall’Agenzia Spaziale Italiana. Il Politecnico di Torino è intervenuto nella fase iniziale di progettazione dell’elettronica con la messa a punto di un prototipo volto a validarne l’architettura.

L’esperimento, individuato dall’acronimo ARTE (Advanced Research for passive Thermal Exchange), è in programma per il 5 aprile, dopo l’avvenuta installazione all’interno della Microgravity Science Glovebox (MSG) presente nel modulo americano Destiny. Gli ingegneri di Argotec hanno l’incarico di supportare le operazioni in tempo reale presso il Mission Control Centre dell’azienda, a Torino, in collegamento con i centri di controllo della NASA.

Pensando alle missioni future, in cui l’esplorazione umana si spingerà sempre più lontano, cresce in parallelo l’attenzione verso sistemi semplici, affidabili e che richiedano poca manutenzione. In questo contesto, le heat pipe si configurano come una valida soluzione per il trasferimento del calore poiché sono sistemi passivi, il cui utilizzo non richiede un intervento umano o un controllo esterno. Infatti le heat pipe sono dispositivi che sfruttano il passaggio di fase del fluido, che contengono al loro interno, per trasferire il calore da una zona calda ad una zona fredda, senza l’uso di pompe o dispositivi che richiedano energia elettrica.

Nello Spazio le superfici dei moduli sono soggette a temperature molto differenti, in quanto esposte in parte direttamente al Sole e in parte verso lo Spazio profondo. In condizioni di microgravità, inoltre, l’aria presente all’interno del modulo abitato non si muove naturalmente, ma deve essere forzatamente tenuta in movimento per mezzo di ventole al fine di raffreddare tutti i dispositivi che producono calore a bordo. Il controllo termico è, quindi, uno dei sistemi fondamentali per la riuscita di una missione per mantenere le temperature di tutti i sistemi di bordo all’interno del loro intervallo operativo.

Al momento non ci sono heat pipe collocate all’interno degli ambienti abitati dagli astronauti, poiché i fluidi utilizzati sono tossici e un loro eventuale rilascio comporterebbe un rischio catastrofico. Il progetto ARTE (Advanced Research for passive Thermal Exchange) rappresenta, quindi, una svolta, poiché la ricerca è stata incentrata su fluidi che garantiscano le prestazioni richieste e al contempo siano caratterizzati da una bassa tossicità.

L’attività scientifica svolta in microgravità e i risultati ottenuti rappresenteranno un valido contributo per le possibili applicazioni terrestri di questi dispositivi innovativi.

”Quest’esperimento rappresenta l’ennesima ricaduta positiva del Memorandum of Understanding stipulato fra NASA ed ASI nel 1997 e relativo alla fornitura dei tre moduli logistici MPLM” commenta Marino Crisconio, dell’unità Microgravità e Volo Umano dell’ASI. “Grazie ai diritti di utilizzazione delle risorse sperimentali a bordo della ISS ottenuti in cambio di quella fornitura (upmass, volume, crew time, down mass), è possibile per l’ASI mettere tali risorse a disposizione della comunità scientifica ed industriale nazionale mediante bandi.”

“Il futuro dell’esplorazione e il successo delle missioni spaziali sarà sempre più legato a sistemi in grado di ridurre il controllo e l’intervento umano per la loro manutenzione – dichiara David Avino, Managing Director di Argotec. – Con il progetto ARTE, tra qualche giorno andremo a sperimentare alcune heat pipe sulla Stazione Spaziale Internazionale, che rispecchiano perfettamente queste caratteristiche e che costituiscono il primo passo per la certificazione di una categoria di sistemi termici che in Italia non sono ancora in produzione. Argotec da diversi anni sta studiando e mettendo a punto alcuni dispositivi che potrebbero essere utilizzati non solo in ambito spaziale, ma anche in applicazioni terrestri”.

Lanciata con successo Cygnus

Lanciata con successo Cygnus

CygnusLa navicella Cygnus per il rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale è stata lanciata con successo dalla base di Cape Canaveral, in Florida, tramite il razzo vettore Atlas V. Cygnus è costituita da due componenti base: il modulo di servizio e il modulo cargo pressurizzato (Pressurized Cargo Module -PCM ) realizzato da Thales Alenia Space, che ospita un carico di 3600 kg (7900 libre) comprendente rifornimenti per l’equipaggio, parti di ricambio e attrezzature scientifiche. Come nella missione precedente di Dicembre 2015, il PCM presenta una soluzione più leggera ed efficiente per l’alloggiamento del carico al suo interno, aumentando  la capacità di trasporto del carico verso la ISS, sia in termini di massa che di volume. L’architettura dell’alloggiamento, inoltre, è in grado di contenere borse di forma irregolare e con diversi livelli di rigidità. Raggiunta la Stazione Spaziale Internazionale, la navicella Cygnus viene catturata dal braccio robotico e agganciata alla porta Nadir del Nodo 1. Completata la sua permanenza sulla ISS la navicella Cygnus viene sganciata dal Nodo 1 per iniziare la fase di rientro, disintegrandosi durante l’ingresso in atmosfera e bruciando una massa di detriti equivalente approssimativamente al carico trasportato alla Stazione. Questa missione è caratterizzata anche dalla presenza all’interno del PCM di SAFFIRE (Space Fire Experiment), l’esperimento sviluppato dalla NASA  per lo studio della combustione e della propagazione del fuoco in assenza di gravità. Dopo il distacco di Cygnus dalla Stazione un campione di materiale di circa 90 x 40 cm sarà acceso con del combustibile e la propagazione del fuoco verrà monitorata tramite video ed altri sensori. I dati raccolti saranno inviati a terra e a questo punto il Cygnus completerà la missione con il rientro in atmosfera. Il modulo PCM di Cygnus conferma la capacità di soddisfare anche le necessità “ last minute” della missione, mantenendo la sua struttura di base e adattando la soluzione di alloggiamento del carico.

 

30 anni fa flyby di Giotto con Halley

30 anni fa flyby di Giotto con Halley

Artist_s_impression_of_Giotto_and_Comet_HalleyL’attesa per la partenza della sonda Exomars ha fatto dimenticare ai più una ricorrenza e coincidenza storica, legata a un’altra importante missione spaziale europea: Giotto. Nella notte tra il 13 e il 14 marzo 1986.la sonda dell’ESA, lanciata il 2 luglio 1985 da Kourou nella Guiana Francese e che prende il nome dal pittore italiano che osservò la cometa di Halley nel 1301 e la raffigurò in una sua opera, effettuò il flyby passando a 596 chilometri di distanza dal nucleo cometario a una velocità di 68 km/s. Poco prima del massimo avvicinamento, un violento urto causato dall’impatto con micrometeoriti produsse uno spostamento dell’assetto della sonda che rese momentaneamente difficoltoso il collegamento con la Terra, poi fortunatamente riportato entro i limiti ammessi dai sistemi di smorzamento delle oscillazioni. Un secondo, successivo impatto distrusse la Halley Multicolor Camera il sistema di realizzazione delle immagini autore degli spettacolari scatti al nucleo e alla chioma di Halley. Tuttavia, Giotto ha inviato più di 2000 immagini della cometa di Halley e ha rilevato per la prima volta la presenza di materiale organico in una cometa. Le osservazioni hanno confermato l’esistenza di un nucleo solido di forma allungata e irregolare (lunghezza 15 km, larghezza 7÷10 km), più scuro del previsto a causa della bassa riflessione della luce solare incidente. halleys-comet-giotto-photoLa composizione della cometa è rimasta sostanzialmente inalterata dall’epoca della sua formazione, avvenuta circa 4,5 miliardi di anni fa, muovendosi (con un periodo orbitale di 76 anni) in regioni fredde del Sistema solare. Le analisi della sonda mostrarono che Halley era composta per l’80% da acqua, per  10% da monossido di carbonio,  e per il 2,5% di metano e ammoniaca, tracce di altri idrocarburi, ferro e sodio. Non una palla di neve sporca, come si è creduto lungamente. Dopo l’incontro con la cometa di Halley, la traiettoria di Giotto è stata modificata per dirigerla verso un’altra cometa, 26/PGrieg-Skjellerup, che il veicolo raggiunse il 10 luglio 1992 raccogliendo ulteriori dati. Il 1° luglio 1999 Giotto si è riavvicinata alla Terra e il 23 luglio dello stesso anno la missione si è conclusa definitivamente.

Gagarin in orbita con Expedition 48

Gagarin in orbita con Expedition 48

Gagarin 55La partenza della Soyuz TMA-20M con a bordo l’equipaggio di Expedition 48 diretto alla Stazione Spaziale Internazionale, coincide con l’inaugurazione dell’anno dedicato a Yuri Gagarin, indetto dall’agenzia russa Roscosmos per celebrare i 55 anni del primo volo umano nello spazio. Il lift-off del 18 marzo dal cosmodromo di Bajkonur, dalla stessa piattaforma da cui partì il primo cosmonauta con la Vostok 1 il 12 aprile 1961, segna l’inizio del semestre di missione dell’americano Jeff Williams e dei russi Alexey Ovchinin e Oleg Skripochka. I tre raggiungono in orbita l’americano Tim Kopra, comandante della ISS, il britannico Tim Peake, dell’Agenzia Spaziale Europea, e il russo Yuri Malenchenko.

Sul razzo Soyuz è stato riportato il logo celebrativo con il ritratto blu e bianco di Gagarin e la scritta in cirillico ПОΕΧΑЛИ! 55 (Vai! In russo) che sono stati condivisi anche dall’equipaggio già a bordo della ISS che ha rilanciato con lo slogan “Gagarin, decollo”. Yuri Malenchenko ha aggiunto il motto Alza la testa! per significare lo sguardo rivolto alle stelle. Expedition 48Il comandante di Spedizione 48 è Jeffrey Williams, da vent’anni nel corpo astronauti della NASA, che ha volato la prima volta nel maggio 2000 con lo shuttle Atlantis in una missione dedicata all’assemblaggio della ISS. Ha già trascorso sei mesi a bordo della stazione. Aleksey Nikolayevich Ovchinin, comandante della Soyuz TMA-20M, è ingegnere di volo come Oleg Skripochka, il quale ha trascorso 159 giorni a bordo della ISS, effettuando tre attività extraveicolari.

 

Comincia il viaggio di ExoMars

Comincia il viaggio di ExoMars

exomars_teaserIl viaggio verso Marte di ExoMars 2016 è cominciato. La missione dell’Agenzia Spaziale europea e a guida scientifica e tecnologica italiana, realizzata in collaborazione con l’agenzia spaziale russa Roscosmos, è stata seguita in diretta streaming dal centro Altec di Torino, da piazza del Popolo a Roma e dal Bergamo Science Center.“E’ un’emozione intensissima vedere questo gigantesco razzo partire, sapendo che porta a bordo 4mila kg di scienza e tecnologia italiani” ha commentato, subito dopo il lancio, il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston, presente al cosmodromo di Bajkonur. “E’ la prima missione in cui l’Europa atterrerà su Marte e l’Italia è leader: non ho parole”. “E’ una grandissima sfida per l’Europa in cui l’Italia ha fatto da apripista” ha aggiunto ancora Battiston. “Sono più di 10 anni che ci battiamo per questa missione, in cui abbiamo anche messo un grande contributo economico, il 32% del totale”. “Exomars è l’Europa che ci piace. E l’Italia di cui siamo orgogliosi” ha twittato proprio al momento del lift-off il presidente del consiglio, Matteo Renzi, il quale a sua volta ha ri-twittato il grido di gioia di Samantha Cristoforetti: “Hurrà! So far so good! #ExoMars“. A Roma resta visibile per tutto il mese di marzo l’istallazione inaugurata dal ministro per l’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini e realizzata a piazza del Popolo dall’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con Thales Alenia Space, Finmeccanica e Telespazio. E proprio il ministro Giannini, ha scritto su twitter al momento del lancio: “Con #ExoMars #ItaliavasuMarte da protagonista. Oggi giorno festa per nostro Paese: si proietta verso futuro dimostrandosi dinamico e vitale“.

Altec lancio exomarsA Torino oltre 600 persone hanno assistito all’evento-Talk show organizzato presso la sede di Altec dall’Agenzia Spaziale Italiana assieme a Thales Alenia Space. Sul palco, davanti allo schermo che trasmetteva le immagini live da Baikonour, sono saliti per ASI il direttore generale Anna Sirica e il responsabile dell’unità esplorazione spaziale Barbara Negri; oltre all’astronauta Roberto Vittori e a Luigi Colangeli di ESA, Stefano Debei di CISAS, Maria Antonietta Perino di Thales Alenia Space e Marco Molina di Finmeccanica. “Il ruolo dell’ASI – ha spiegato la Negri – è il fulcro che raccorda attività che vengono pensate e progettate negli istituti scientifici. Poi c’è l’industria che deve realizzarle. Nel caso di Dreams (lo strumento ‘stazione meteo’, realizzato in Italia e a PI italiano) è stato un successo avere sperimentato un’alternativa”. “Questa – ha commentato Roberto Vittori –  sarà una grande opportunità per capire il nostro vicino di casa, il pianeta rosso”. BGSCI ExomarsStudenti riuniti al Bergamo Science Center e istituti scolastici a loro volta in collegamento streaming hanno saluto con un lungo applauso la partenza del razzo Proton. Coincidenza vuole che la giornata conclusiva della 14edizione di Bergamo Scienza, in programma dal 1 al 16 ottobre 2016, coincida con l’arrivo di Exomars nell’orbita di Marte e la separazione del modulo di discesa dall’orbiter. E nel vivo dell’entusiasmo l’Associazione Bergamo Scienza, che organizza la 14esima edizione del festival scientifico dal 1 al 16 ottobre 2016, ha annunciato una serie di appuntamenti spaziali nei mesi successivi allo sbacro dell’Europa sul pianeta rosso.

Intanto tutte le operazioni post-lancio si sono svolte in modo nominale: otto minuti dopo il lift-off il vettore è entrato nell’orbita di parcheggio e alle 10:43 il direttore di volo ha confermato la separazione di primo, secondo e terzo stadio. Subito dopo sono cominciate le prime operazioni di stabilizzazione, cui ha fatto seguito la prima della sequenza di quattro spinte (burn) programmate. La separazione della sonda dall’ultimo stadio di spinta coincide con il raggiungimento della velocità di fuga dal campo gravitazionale terrestre. Alle 22:28 ora italiana l’acquisizione del segnale di conferma che il viaggio interplanetario di ExoMars 2016 è a tutti gli effetti incominciato.

Europa chiama Marte

Europa chiama Marte

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L’emozione ha preso il volo alle 10:31 ora italiana dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakhistan, quando il razzo russo Proton Breeze M si è sollevato dalla rampa di lancio trasportando nella sua ogiva la sonda europea Exomars e il lander Schiaparelli. E’ iniziata così la missione dell’Agenzia Spaziale Europea, congiunta con Roscosmos, destinata a culminare con l’arrivo nell’orbita del pianeta rosso il 16 ottobre 2016, dopo sette mesi di viaggio lungo 496 milioni di km, e lo sgancio del modulo di “ammartaggio” che toccherà il suolo il 19 ottobre eseguendo una manovra automatica di discesa, a partire da una quota di 120 km, frenata prima dal sistema di paracadute e poi da nove piccoli retrorazzi a idrazina, suddivisi in tre cluster, ma soprattutto guidata dal computer di bordo e dal radar altimetro che rileverà l’altezza, comandando lo spegnimento dei motori a poco meno di due metri dalla superficie. A quel punto lo scudo protettivo, che avrà preservato la preziosa strumentazione del modulo Schiaparelli, farà anche da attenuatore dell’impatto, ridotto anche per effetto della gravità marziana che è un terzo di quella terrestre. L’arrivo sarà nel pieno della stagione delle tempeste di sabbia e la stazione meteolorogica, denominata Dreams e che ha come principal investigator l’italiana Francesca Esposito dell’Istituto di Astrofisica di Capodimonte, permetterà di studiare il vento e le polveri che, interagendo tra loro, provocano scariche elettriche. Un altro strumento, denominato Amelia, rileverà la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera durante la fase di discesa e i dati saranno elaborati dal Cisas di Padova. Alla sonda madre Exomars, che passerà progressivamente, da un’orbita ellittica a una circolare a 400 km di quota, la funzione di analizzare le sorgenti di metano oltre che fungere da ripetitore dei segnali tra il lander e le stazioni di Terra. C’è tanta Italia nella prima tappa dell’avventura europea su Marte, che ha l’obiettivo di studiarne l’atmosfera e dimostrare la fattibilità di diverse tecnologie fondamentali per l’ingresso in atmosfera, discesa e atterraggio sul pianeta. Un programma che coinvolge 300 addetti alla Thales Alenia Space di Torino e in totale 5mila con l’indotto industriale e scientifico.

ExoMarslaunchTecnicamente il successo del lancio e l’inizio del viaggio coincidono con l’avvenuta separazione dell’ultimo stadio del veicolo e l’acquisizione del segnale, alle 22:28 ora italiana. Il programma ExoMars è frutto di una cooperazione internazionale tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Russa (Roscosmos), fortemente sostenuto anche dall’ Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Il programma è sviluppato da un consorzio Europeo guidato da Thales Alenia Space Italia che coinvolge circa 134 aziende spaziali dei Paesi partner dell’ ESA. Thales Alenia Space Italia, prime contractor del programma ExoMars, è responsabile della progettazione di entrambe le missioni 2016 e 2018. Il veicolo che ha iniziato il viaggio verso il Pianeta Rosso è composto dal modulo orbitante, chiamato TGO “Trace Gas Orbiter”, integrato presso lo stabilimento Thales Alenia Space di Cannes e dal modulo di discesa chiamato EDM “Entry descent landing Demonstrator Module”, interamente costruito nelle speciali camere pulite di Thales Alenia Space di Torino, appositamente realizzate per preservarlo da contaminazioni batteriologiche pericolose per la sua delicata missione. Quest’ultimo modulo è chiamato Schiaparelli in onore di Giovanni Virginio Schiaparelli, una delle più grandi figure dell’ astronomia Italiana dell’800, a cui si devono le osservazioni di Marte condotte dal 1866 al 1890 all’Osservatorio di Brera.