Seleziona una pagina
Completati esperimenti biologici ASI

Completati esperimenti biologici ASI

cytoL’inizio dell’ultimo mese di permanenza di Samantha Cristoforetti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale si caratterizza per l’intenso programma scientifico legato ai due esperimenti di biologia “Nanoparticles and Osteoporosis (NATO)” e “Cell Shape and Expression (CYTOSPACE)”, arrivati sulla Stazione con il cargo SpaceX-6 lanciato dalla base del Kennedy Space Center in Florida. (ISS), dove per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana sta compiendo gli esperimenti previsti per la missione Futura. Gli esperimenti sono due dei nove che Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea e capitano/pilota dell’Aeronautica Militare, ha realizzato e si appresta a completare nell’ambito di Futura, la seconda missione di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana. si tratta di due sperimentazioni fondamentali che avranno importanti ricadute nell’ambito medico scientifico.

Il primo esperimento, guidato dalla Prof. Livia Visai, riguarda la ricerca sulla osteoporosi, una malattia scheletrica multifattoriale che può essere correlata a diversi fattori di rischio. Il progetto è stato realizzato dal Dipartimento di Medicina Molecolare, Unità di Biochimica, Laboratorio di Nanotecnologie, dell’Università degli Studi di Pavia, dal Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, Facoltà di Farmacia, dell’Università degli Studi di Milano, dall’Istituto di Cristallografia del CNR e dalla Kayser Italia  ed ha l’obiettivo di verificare l’efficacia dell’impiego di  alcune nanoparticelle sulle cellule ossee come contromisura per attivare la formazione di tessuto osseo e ridurne il processo di riassorbimento.

spacex_cots2_patch01-lgLa particolare condizione di assenza di peso che si realizza in orbita favorisce l’insorgenza di questa patologia anche in soggetti sani, in forma però reversibile, rendendo la ISS un ambiente ideale per il suo studio. La comprensione della patologia e dei meccanismi biochimici e biomolecolari sottostanti è notevolmente importante per lo sviluppo di nuove strategie sui protocolli terapeutici o farmacologi per la prevenzione e lo sviluppo di contromisure efficaci.

Le ricadute di questo esperimento sono innanzitutto scientifico-tecnologiche, per la ricerca delle misure di contrasto alle problematiche inerenti la riduzione di massa minerale ossea, indotta dalla permanenza nello spazio o per invecchiamento sulla terra. Naturalmente, lo studio di tali contromisure è destinato ad avere sia ricadute sociali, per la riduzione dei costi e il miglioramento della qualità della vita di coloro che invecchiano così come di coloro che lavoreranno nello spazio, sia anche economiche, per i possibili trasferimenti tecnologici alle industrie di settore, che potranno così accrescere la propria competitività a livello internazionale.

Il secondo esperimento ha come responsabili scientifici il Dr. Marco Vukich e il Dr. Alessandro Palombo. È stato realizzato dalla Kayser Italia e dal Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare dell’Università La Sapienza di Roma. L’esperimento ha l’obiettivo di definire un modello in grado di  descrivere l’influenza del fattore fisico microgravità sull’espressione genica, influenza che si esercita attraverso la modificazione della forma cellulare. Il modello microgravitazionale costituisce una opportunità unica per capire  in che modo le forze fisiche siano in grado di determinare il destino dei sistemi biologici complessi. Queste forze, infatti, interferiscono con il citoscheletro della cellula e lo modificano, determinando stravolgimenti di forma e una lunga cascata di reazioni che interessano pressoché tutte le principali funzioni cellulari. Per quanto riguarda le ricadute, è verosimile che il progresso nelle conoscenze di questi meccanismi si possa tradurre in un progresso nella terapia di numerose affezioni in cui il citoscheletro e la forma cellulare sono coinvolti, quali le patologie del connettivo, l’osteoporosi, il cancro.

image003Gli esperimenti sono iniziati sabato 18 aprile quando Samantha Cristoforetti ha prelevato l’hardware da SpaceX-6 e lo ha inserito nell’incubatore spaziale installato nel modulo dell’Agenzia Spaziale Europea Columbus. L’esecuzione degli esperimenti è proseguita in modo autonomo fino alla mattina del 23 aprile, quando l’hardware è stato trasferito nei frigoriferi e congelatori di bordo in attesa del rientro a terra, previsto a maggio.

Le operazioni di bordo sono state seguite in tempo reale dai centri di controllo di terra dell’Agenzia Spaziale Italiana e dall’Agenzia Spaziale Europea. Da Zurigo, gli specialisti di Biotesc hanno condotto da terra le operazioni del Kubik, l’incubatore ESA della Stazione usato per i due esperimenti. Da Livorno, gli specialisti di Kayser Italia, che ha anche realizzato e qualificato l’hardware per i due esperimenti, hanno monitorato e condotto le attività sui due esperimenti dallo “User Operations and Support Center, USOC” dell’Agenzia Spaziale Italiana, allestito nell’azienda livornese sotto il contratto dei servizi di supporto alla utilizzazione nazionale della ISS. Dallo stesso centro, vengono controllati tutti gli esperimenti svolti dall’Agenzia Spaziale Italiana nella missione FUTURA.

Agile: ottavo compleanno in orbita

Agile: ottavo compleanno in orbita

AGILELa sua vita operativa inizialmente prevista era di due anni, ma ha già quadruplicato il tempo attivo trascorso nello spazio. È il satellite scientifico italiano AGILE  (Astrorivelatore Gamma a Immagini Leggero) dell’Agenzia Spaziale Italiana, lanciato il 23 aprile 2007 dalla base di Sriharikota a bordo del vettore indiano PLSV, e inserito in un’orbita bassa – a circa 530 Km – sul piano equatoriale terrestre. Dopo aver fornito e prodotto dati scientifici di particolare rilievo e aver superato tutte le aspettative di vita previste, l’instancabile satellite scientifico dell’ASI festeggia oggi l’ottavo compleanno. In questi anni AGILE ha compiuto più di 41300 orbite attorno alla Terra ed ha effettuato tantissime osservazioni astronomiche del cielo sia ai raggi X che ai raggi γ. Queste osservazioni sono state regolarmente trasmesse a Terra, tramite la stazione di tracking dell’ASI di Malindi (Kenya) e da qui sono state rilanciate verso il ASI Scientific Data Center (ASDC) di Roma, che ha provveduto a renderle disponibili alla comunità scientifica nazionale e internazionale e, successivamente, a gestirne il catalogo.

“AGILE ci ha riservato una lunga serie di unicità dal lancio, con il perfetto funzionamento del lanciatore indiano PSLV, alla capacità di funzionare altrettanto bene nel modo operativo nominale e poi, al termine della missione inizialmente  prevista, in quello ridotto di “spinning”, fino alla parte più importante: le scoperte scientifiche – ha commentato Enrico Flamini, Chief Scientist dell’ASI –  Ricordo che quando la missione fu selezionata le aspettative di tutti erano elevate, ma non penso che nessuno avesse previsto che un piccola missione, con un costo dieci volte minore di una missione media europea, potesse fornirci scoperte come la variabilità della Nebulosa del Granchio o l’esistenza di lampi gamma  terrestri di altissima energia”.

Le scoperte scientifiche effettuate dal satellite AGILE sono state numerosissime: dall’origine dei lampi gamma cosmici, alle sorgenti sul disco galattico non identificate, ai nuclei galattici attivi. Il cuore del satellite è un rivelatore gamma di nuova generazione, naturale conseguenza dell’evoluzione dei rivelatori dedicati a esperimenti di fisica delle particelle elementari, prodotto della collaborazione tra diversi laboratori dedicati ad attività spaziali e di fisica delle particelle (INAF, INFN, CNR). In otto anni di vita, il satellite AGILE ha acquisito la mappa completa del cielo osservato nella radiazione gamma. Inoltre ha esplorato la nostra Galassia, rivelando varie sorgenti galattiche soggette a cambiamenti molto rapidi e frequenti episodi di emissione X provenienti da molte stelle di neutroni e buchi neri.

Il satellite ha poi registrato, il 23 settembre 2010, alcune gigantesche emissioni gamma prodotte intorno alla stella di neutroni in rapida rotazione intorno al proprio asse al centro della Nebulosa del Granchio (Crab), una delle sorgenti più brillanti del cielo nello spettro X e gamma che si pensava fosse costante nel tempo. Per questa scoperta, nel 2012, il prestigiosissimo premio scientifico “Bruno Rossi” è stato assegnato dalla High Energy Astrophisics Division dell’American Astronomical Society (AAS) alla missione AGILE e al suo responsabile scientifico, il Prof. Marco Tavani dell’INAF di Roma. “AGILE in orbita dopo otto anni con grande resa scientifica – ha dichiarato Tavani – è la dimostrazione della collaborazione tra ASI, istituti scientifici e industria che in Italia si è realizzata pienamente. Siamo orgogliosi di tutto questo e soprattutto dei giovani ricercatori e ingegneri che abbiamo formato e che ora costituiscono la base per il futuro della ricerca spaziale italiana”.

Più di recente, l’attività di osservazione scientifica di AGILE è stata anche indirizzata alle osservazioni di alcuni fenomeni di tipo ‘terrestre’, ancor oggi poco studiati. Si tratta dei lampi gamma terrestri (Terrestrial Gamma Flashes – TGF) di brevissima durata – pochi millisecondi – che vengono prodotti a terra in occasioni di violenti temporali e, osservati prevalentemente, nelle zone tropicali e equatoriali del nostro pianeta. Il satellite AGILE è particolarmente adatto allo studio di questi fenomeni sia per la sua orbita bassa equatoriale e sia per la particolare strumentazione scientifica di bordo che si è rivelata assai utile nello studio di questi fenomeni di fisica delle particelle terrestri. L’interesse di studio verso questi fenomeni non è solo di tipo scientifico ma è anche di tipo tecnologico, soprattutto in campo aeronautico per le potenziali implicazioni sulla elettronica di bordo degli aerei.

Dalla Genesi a Dante nello Spazio

Dalla Genesi a Dante nello Spazio

cristoforetti-spockIn occasione dei 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, Samantha Cristoforetti, astronauta italiana dell’Agenzia Spaziale Europea impegnata nella ‘Missione Futura’, ha registrato un video in cui legge il primo canto del Paradiso. E’ una delle iniziative ideate dalla Società Dante Alighieri nell’ambito dell’evento programmato venerdì 24 aprile al Cinema Odeon di Firenza. Uno dei massimi esperti di Dante, Riccardo Buscagli, definisce il capitano e pilota dell’Aeronautica Militare, impegnata nelle attività a bordo della stazione spaziale internazionale “una lettrice attenta e scrupolosa”. Samantha Cristoforetti è una profonda conoscitrice dell’universo «astronomico» dantesco e la sua lettura si accompagna a una serie di suggestive immagini della Terra vista dallo spazio. Prima del contributo dell’astronauta, l’intervento del prof. Piero Boitani, chiamato a illustrare il rapporto tra Dante e le stelle.

Dante nello Spazio è una novità assoluta. Non così il ricorso alla lettura dei grandi classici della storia dell’umanità. Una pagina indimenticabile venne scritta dall’equipaggio di Apollo 8, il primo a raggiungere e circumnavigare la Luna che il 24 dicembre 1968, lesse a turno il I capitolo del libro della Genesi.

La voce di Frank Borman, Jim Lovell e Bill Anders raggiunse la Terra. «Ci stiamo avvicinando all’alba lunare e, per tutte le persone della Terra, l’equipaggio dell’Apollo 8 ha un messaggio: “In principio Dio creò i cieli e la terra”». Gli astronauti iniziarono così a turno la lettura dei primi passi del Libro della Genesi, concludendo «da parte dell’equipaggio dell’Apollo 8 vi auguriamo una buona notte, buona fortuna, un buon Natale. E Dio benedica tutti voi, tutti voi sulla buona Terra».

Samantha Cristoforetti, che ha deciso di cimentarsi nella lettura dantesca con grandi motivazioni e profondo significato, sta scrivendo un “libro” nello spazio: un diario, contenuto nel sito Avamposto42, in cui racconta la sua vita sulla Stazione Spaziale Internazionale, ma che riporta appunti risalenti a 500 giorni prima del lancio, avvenuto il 23 novembre 2014 da Bajkonur, in Kazakhstan. Un diario corredato anche dai contenuti dei profili Twitter, Facebook e Flickr dell’astronauta. Ma la stessa astronauta ha portato con sé in orbita alcuni libri cartacei, parte del bagaglio personale di Samantha: Palomar di Italo Calvino e Pilota di guerra di Antoine de Saint-Exupéry e pubblicazioni in miniatura che raccolgono pagine di Gianni Rodari, in particolare Agente X. 99: storie e versi dallo spazio (edito nel 1996 da Einaudi Ragazzi, con illustrazioni di Altan) e I viaggi di Giovannino Perdigiorno. Cosa sarebbe lo Spazio senza le parole e le emozioni per raccontarlo?

 

DREAMS pronto per Marte

DREAMS pronto per Marte

lander exomarsHa grossomodo le dimensioni di una scatola di scarpe e, batterie incluse, pesa poco più di 4 kg: ma contiene una strumentazione estremamente sofisticata, concepita per eseguire accuratissime misurazioni ‘in situ’ dei parametri atmosferici su Marte. Si tratta di DREAMS (Dust characterization, Risk assessment and Environment Analyzer on the Martian Surface), lo strumento italiano, “cuore” del lander EDM Schiapparelli della missione Exomars 2016, che ha completato la campagna di test e cominciato il suo viaggio verso il pianeta rosso con il trasferimento da Padova alla sede di Thales a Cannes.

Una storia cominciata molti anni fa, quando in seguito alle trattative condotte dall’Agenzia Spaziale Italiana, l’ESA decise di emettere un bando per selezionare la strumentazione scientifica del modulo EDM. E fu proprio lo strumento DREAMS a essere selezionato, grazie al lavoro di un team assolutamente inedito, coordinato dal Program Manager ASI e costituito da CISAS, INAF/OAC e diversi partner internazionali.

La mattina del 16 aprile 2015– quattro anni dopo la selezione ESA – DREAMS ha lasciato il CISAS di Padova, dove è stato sviluppato e realizzato, appunto, in collaborazione con INAF-OAC e ASI, per essere trasferito alla sede di ThalesGroup a Cannes, dove è arrivato in serata. L’apertura di Dreams, come tutte le strutture destinate a volare nello spazio, può avvenire solo in ambiente controllato (‘camera pulita classe’ ISO 7HC).

La delivery formale dello strumento e l’handover da CISAS ad ASI e da ASI ad ESA/TAS, avverrà a valle delle necessarie verifiche: incoming inspection e stand alone test (un test funzionale ridotto dello strumento che assicura del suo corretto funzionamento). Il 4 maggio è in calendario la consegna ufficiale dello strumento. L’integrazione finale di DREAMS FM nell’EDM Schiapparelli avverrà a valle della consegna formale, presumibilmente dopo la metà di maggio.

Trace_Gas_Orbiter“Anche se non si tratta ancora della consegna formale – ha commentato il presidente dell’ASI Roberto Battiston, a margine della lecture ‘Visioni Spaziali’ tenuta lo scorso 9 aprile proprio a Padova all’aula Magna di Palazzo del Bo’ – questo è un passaggio davvero molto importante e delicato del ‘cronoprogramma ExoMars”. Lo stesso Battiston non ha nascosto l’emozione per una lecture tenuta nell’aula in cui insegnava Galileo.

Lo strumento DREAMS

Risale a quattro anni fa l’aggiudicazione della gara dell’ESA per la realizzazione di strumentazione spaziale sofisticata finalizzata a caratterizzare i parametri atmosferici di Marte. Dati come come: pressione, umidità relativa, temperatura, velocità del vento, opacità dell’atmosfera e sue proprietà elettriche.  Il tutto gestito e controllato autonomamente da una sofisticata elettronica e da un software “intelligente” che deve pilotare autonomamente tutte le misurazioni e le analisi preliminari, prima di inviarle a terra: e questo in un ambiente in cui la temperatura varia al suolo da -110 a +27 °C (nell’arco del giorno marziano (ma i test si sono spinti fino a +70 °C).

Ricerca_RenderingDREAMSDREAMS fa parte di ExoMars, programma congiunto ESA-ROSCOMOS. La configurazione del programma prevede due missioni: ExoMars 2016, caratterizzata da un Orbiter ed un Lander (EDM), che, oltre alle attività scientifiche, validerà la capacità tecnologica europea di “atterrare” su un pianeta; ExoMars 2018, caratterizzata da un Rover ESA, per la ricerca di tracce di vita su Marte e per la validazione tecnologica dei sistemi di navigazione, di mobilità superficiale e di accesso al sottosuolo (tramite un trapano (drill), realizzato in Italia, analogo a quello utilizzato sul Lander (Philae) di Rosetta.

E’ una sfida tecnologica in cui l’Italia svolge un ruolo di primo attore grazie al contributo e al supporto dell’ASI, nonché un esempio di collaborazione sinergica tra mondo accademico, della ricerca e dell’impresa (PMI). Ma anche il risultato di una collaborazione internazionale tra l’ASI, che ha finanziato il progetto, CISAS e INAF-Osservatorio Astronomico di Capodimonte, assieme ai partener europei: Latmos (Francia), Finnish Meteorological Insitute (Finlandia), Instituto Nacional de Tecnica Aeroespacial (Spagna), University of Oxford (Inghilterra) e una PMI del centro Italia (TEMIS). Tutto questo ha reso possibile il completamento della strumentazione in tempi estremamente contenuti per un progetto di ricerca spaziale: dal kick-of, a luglio del 2011, alla consegna del modello di volo, aprile 2015.

(fonte: ASI)

 

Futura ISS: in arrivo tre esperimenti ASI

Futura ISS: in arrivo tre esperimenti ASI

dragonlab-orbit-lPiù di due tonnellate di rifornimenti ed esperimenti, tra cui tre dei dieci progetti scientifici selezionati dall’ASI per la missione FUTURA: questo il preziosissimo carico affidato alla capsula Dragon per il trasferimento sulla Stazione Spaziale Internazionale, con partenza dallo Space Launch Complex 40 di Cape Canaveral con il vettore Falcon 9 inizialmente fissata alle 22:33 ora italiana di lunedì 13 aprile e poi rinviata per le condizioni meteorologiche sulla base alle 22:10 di martedì 14 aprile, con aggancio al Nodo 2 “Harmony”.

Con il supporto di Terry Virts della NASA, sarà proprio la nostra Samantha Cristoforetti, astronauta dell’ESA e capitano pilota dell’Aeronautica Militare, ad azionare e manovrare dalla Cupola il braccio robotico di quasi 18 metri della Stazione per raggiungere e “catturare” Dragon. Si tratta del settimo viaggio della capsula verso la ISS: dopo circa 5 settimane sulla Stazione, Dragon tornerà sulla Terra con un carico di materiali dell’equipaggio, hardware ed esperimenti scientifici.

Samantha Dragon

“Questo ultimo carico è particolarmente importante – ha detto il presidente dell’ASI, Roberto Battiston – perché arriva quasi a coronamento della missione FUTURA e porta sulla ISS tre esperimenti molto significativi che confermano il ruolo leader del nostro Paese anche nella ricerca in condizioni di microgravità. Esperimenti – ha sottolineato Battiston – che impegneranno la nostra Samantha Cristoforetti in questo mese di lavoro che ha ancora davanti sulla Stazione prima del rientro a Terra e da cui ci aspettiamo ricadute importanti”.

cytospaceUno dei tre esperimenti italiani a bordo di Dragon è Cell Shape and Expression (Cytospace). Realizzato dalla Kayser Italia S.r.l. e dal Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare dell’Università La Sapienza di Roma, è un esperimento di biologia che ha l’obiettivo di definire un modello in grado di  descrivere l’influenza del fattore fisico microgravità sull’espressione genica, influenza che si esercita attraverso la modificazione della forma cellulare. Il modello microgravitazionale costituisce una opportunità unica per capire  in che modo le forze fisiche siano in grado di determinare il destino dei sistemi biologici complessi. Queste forze, infatti, interferiscono con il citoscheletro della cellula e lo modificano, determinando stravolgimenti di forma e una lunga cascata di reazioni che interessano pressoché tutte le principali funzioni cellulari. Per quanto riguarda le ricadute, è verosimile che il progresso nelle conoscenze di questi meccanismi si possa tradurre in un progresso nella terapia di numerose affezioni in cui il citoscheletro e la forma cellulare sono coinvolti, quali le patologie del connettivo, l’osteoporosi, il cancro.

A bordo di Dragon, anche ISSpresso, un prodotto interamente italiano, realizzato da ARGOTEC con il supporto di Lavazza e in partenariato con l’ASI: non si tratta di una semplice “macchinetta del caffè”, quanto di  un complesso esperimento di fisica dei fluidi che impiega  un dimostratore tecnologico estremamente sofisticato per validare un sistema in grado di garantire la difficile gestione in un ambiente spaziale di liquidi ad alta pressione e alta temperatura.

isspressoISSpresso è una macchina a capsule multifunzione in grado di servire bevande calde, tra le quali anche il tipico “caffè espresso italiano”. L’esperimento consiste in una serie di cicli di erogazione di caffè, espresso o americano, e in un flush di pulizia finale del sistema. Sarà anche possibile preparare tè, tisane e vari tipi di brodo, consentendo la reidratazione degli alimenti. ISSpresso è stato progettato per servire numerose bevande calde e per rimanere a lungo operativo a bordo della Stazione, se, una volta completato il ciclo di dimostrazione tecnologica, dovesse essere acquisito dalla NASA  come sistema di bordo.

L’obiettivo principale è quello di dimostrare la corretta funzionalità di un sistema a capsule in assenza di peso, offrendo allo stesso tempo la possibilità di migliorare il benessere dell’equipaggio. Si tratta di un importante supporto psicologico per gli astronauti, che così possono sentirsi meno “lontani” da casa, avvicinarsi alle abitudini terrestri e affrontare al meglio la loro missione.

Gli obiettivi scientifici previsti si focalizzano principalmente sul miglioramento della conoscenza del comportamento dei fluidi e delle miscele in condizioni di microgravità, raccogliendo anche le opportune evidenze sperimentali sulla formazione della schiuma generata durante la preparazione del caffè. In generale, inoltre, ISSpresso è in grado di arricchire l’apporto nutrizionale degli astronauti che operano a bordo della ISS.

Presso i laboratori di ARGOTEC sono stati effettuati tutti i controlli funzionali e di sicurezza necessari per mandare in orbita ISSpresso mentre Finmeccanica-Selex ES ha collaborato alle attività di qualifica. Il raggiungimento degli obiettivi può portare a nuove importanti conoscenze sulla fluidodinamica e sul comportamento delle schiume nello spazio. I numerosi benefici, tecnici e di supporto psicologico per gli astronauti, sono facilmente applicabili a future missioni di lunga durata. Inoltre, lo studio ha già prodotto alcune innovazioni e brevetti industriali per immediate applicazioni terrestri.

NatoIl terzo esperimento italiano in partenza con Dragon è Nanoparticles and Osteoporosis (NATO) e riguarda la ricerca sulla osteoporosi, una malattia scheletrica multifattoriale che può essere correlata a diversi fattori di rischio. Il progetto è stato realizzato dal Dipartimento di Medicina Molecolare, Unità di Biochimica, Laboratorio di Nanotecnologie, dell’Università degli Studi di Pavia, dal Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, Facoltà di Farmacia, dell’Università degli Studi di Milano, dall’Istituto di Cristallografia del CNR e dalla Kayser Italia S.r.l. ed ha l’obiettivo di verificare l’efficacia dell’impiego di  alcune nanoparticelle sulle cellule ossee come contromisura per attivare la formazione di tessuto osseo e ridurne il processo di riassorbimento.  La particolare condizione di assenza di peso che si realizza in orbita favorisce l’insorgenza di questa patologia anche in soggetti sani, in forma però reversibile, rendendo la ISS un ambiente ideale per il suo studio. La comprensione della patologia e dei meccanismi biochimici e biomolecolari sottostanti è notevolmente importante per lo sviluppo di nuove strategie sui protocolli terapeutici o farmacologi per la prevenzione e lo sviluppo di contromisure efficaci. Le ricadute di questo esperimento sono innanzitutto scientifico-tecnologiche, per la ricerca delle misure di contrasto alle problematiche inerenti la riduzione di massa minerale ossea, indotta dalla permanenza nello spazio o per invecchiamento sulla terra. Naturalmente, lo studio di tali contromisure è destinato ad avere sia ricadute sociali, per la riduzione dei costi e il miglioramento della qualità della vita di coloro che invecchiano così come di coloro che lavoreranno nello spazio, sia anche  economiche, per i possibili trasferimenti tecnologici alle industrie di settore, che potranno così accrescere la propria competitività a livello internazionale.

Dawn a Cerere: inizia la scienza

Dawn a Cerere: inizia la scienza

dawn-cerereIl 10 aprile 2015 è la data che segna l’ingresso della sonda della Nasa Dawn nella prima orbita scientifica attorno a Cerere. Per l’occasione l’INAF ha organizzato a Palermo un evento dedicato alla missione e ai primi risultati su questo intrigante pianetino. Fin dal suo arrivo al pianeta nano Cerere, il 6 marzo 2015, la sonda Dawn della NASA ha funzionato perfettamente, continuando il suo cammino grazie al motore a ioni. La spinta del motore, combinata alla gravità di Cerere, sta gradualmente portando la sonda su un’orbita circolare attorno al pianeta nano. Tutti i sistemi e gli strumenti a bordo della sonda godono di ottima salute.

Dagli inizi di marzo, Dawn ha seguito la traiettoria prevista verso il lato oscuro di Cerere, il lato rivolto dalla parte opposta rispetto al Sole. Dopo l’aggancio gravitazionale, lo slancio della sonda l’ha portata ad una quota più elevata, raggiungendo la distanza massima di 75.400 km il giorno 18 marzo. Nella fase finale del suo avvicinamento Dawn è destinata a passare da una distanza di circa 42.000 km dalla superficie di Cerere, a 13.500 km che è la quota pianificata per la prima orbita scientifica.

Il 10 e il 14 aprile verranno acquisite le immagini ravvicinate realizzate con la camera ottica a bordo della sonda, pubblicate on-line dopo una prima analisi da parte del team scientifico. Nel primo set di immagini il pianeta nano apparirà come una falce sottile, proprio come le immagini scattate il 1° marzo, ma con una risoluzione circa 1.5 volte maggiore. Le immagini del 14 aprile riveleranno una mezzaluna leggermente più grande con dettaglio ancora maggiore. Una volta che Dawn si sarà posizionata lungo la sua prima orbita scientifica, il 23 aprile prende il via la campagna intensiva di raccolta dati.

Verso i primi di maggio le immagini miglioreranno la nostra visione di tutta la superficie, incluse le misteriose macchie luminose che hanno catturato l’attenzione di scienziati e appassionati. Ciò che rappresentano questi riflessi della luce solare è ancora fonte di dibattito, ma una visione ravvicinata potrebbe aiutare a determinare la loro natura. Le regioni che ospitano le macchie luminose probabilmente non saranno visibili per il set di immagini del 10 aprile, e ancora non è chiaro se saranno visibili per il 14 aprile. Il 9 maggio Dawn completerà la prima fase di raccolta dati su Cerere e comincerà a spiraleggiare verso a un’orbita più bassa, che le permetterà di osservare il pianeta nano da più vicino.

Il 10 aprile, in occasione dell’inserimento in orbita della sonda, l’INAF-Osservatorio Astronomico di Palermo e l’INAF-IAPS di Roma, con la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana e della NASA, ha organizzato, a partire dalle 17:30, nel Palazzo dei Normanni a Palermo l’evento “Cerere ieri e oggi: da Piazzi a Dawn”, con la conferenza di Ileana Chinnici dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Palermo e Maria Cristina De Sanctis dell’INAF-IAPS che metterà a confronto le osservazioni storiche con gli ultimi risultati scientifici della missione Dawn.

L’evento si svolge alla presenza di Davide Faraone, sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Giovanni Bignami, presidente dell’INAF, Fabrizio Bocchino, vice Presidente della Commissione Cultura del Senato Fabrizio Bocchino, Barbara Negri, Responsabile ASI Unità Osservazione dell’Universo, Roberto Lagalla, Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Giusi Micela, direttore dell’INAF-OAPa, Pietro Ubertini, direttore dell’INAF-IAPS (Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali).

L’intero congresso sarà trasmesso sul canale INAF tv.

Presentazione video di INAF-TV: httpss://www.youtube.com/watch?v=b9fP557iD8w&list=UL

Nella foto: rappresentazione artistica della sonda Dawn in arrivo verso Cerere. Crediti: NASA/JPL