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Anche Tianwen-1 su Marte

Anche Tianwen-1 su Marte

Anche la sonda cinese Tianwen-1 è entrata nell’orbita di Marte, meno di 24 ore dopo quella emiratina Hope. La Cina è così riuscita a raggiungere il Pianeta Rosso al secondo tentativo. La missione Tianwen-1 è composta anche da un lander e un rover che a maggio saranno fatti sbarcare sulla superficie del pianeta per studiarla con il suppprto di 13 strumenti scientifici. La missione Tianwen-1, il cui nome significa “ricerca della verità celeste”, era stata lanciata lo scorso 23 luglio approfittando della finestra temporale in cui Marte si trovava in posizione favorevole rispetto alla Terra (evento che si verifica ogni 26 mesi): per questo motivo Tianwen era partita a pochi giorni di distanza dalla sonda Hope degli Emirati Arabi e dalla missione Mars 2020 della Nasa, attesa sul Pianeta Rosso il 18 febbraio. L’orbiter della missione Tianwen-1dovrebbe rimanere operativo in orbita per circa due anni, mentre il rover a energia solare dovrebbe funzionare per circa 90 giorni.

Hope nell’orbita di Marte

Hope nell’orbita di Marte

La sonda Hope lanciata dagli Emirati Arabi Uniti è entrata nell’orbita di Marte. E’ il quinto paese ad aver immesso un veicolo spaziale intorno al Pianeta Rosso, dopo Stati Uniti e Russia, seguiti dall’Agenzia Spaziale Europea e dall’India che ci è riuscita al primo tentativo, nel 2013 con la sonda Mangalyaan. La manovra di inserimento in orbita di Hope è stata seguita dagli ingegneri del Mohammed bin Rashid Space Centre di Dubai. Durante i 27 minuti di accensione dei motori, servita a rallentare la velocità da 121mila a circa 18mila km/h, la sonda ha bruciato il 50% degli 800 kg di propellente disponibile a bordo. Questo ha permesso alla sonda di rallentare da 121 000 km/h a circa 18 000 km/h. Hope è destinato a diventare il primo satellite meteorologico di Marte perché ne studierà il clima. Nel giro di dieci giorni il Pianeta Rosso sarà raggiunto prima dalla sonda cinese Tianwen-1 e il 18 febbraio toccherà dalla missione della Nasa Mars 2020 con il rover “Perseverance”. Per la missione Exomars dell’ESA si dovrà attendere il 2022.

Asi partner Mars Ice Mapper

Asi partner Mars Ice Mapper

Anche l’Italia prenderà parte alla missione per realizzare la mappa globale delle riserve di acqua e ghiaccio su Marte. Risale al 18 gennaio scorso la dichiarazione d’intenti tra la NASA e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che, insieme all’Agenzia Spaziale Canadese (CSA) e all’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) si impegnano a consolidare il concept di missione robotica di mappatura del ghiaccio marziano nota come Mars Ice Mapper.

Le quattro agenzie spaziali, di comune accordo, si occuperanno di sviluppare un piano di missione per valutare e definire i rispettivi ruoli e responsabilità e le opportunità di partnership con altre agenzie o privati.

Mars Ice Mapper mapperà dall’orbita i depositi sub-superficiali di ghiaccio di alcune regioni marziane, rilevandone la posizione, la profondità, l’estensione e l’abbondanza, a medie latitudini, fino a 10 metri di profondità. La scelta di mappare queste regioni risiede nel fatto che esse potrebbero essere scelte per le future missioni esplorative, incluse quelle con equipaggio.

La sonda fungerà anche da ripetitore orbitale per le comunicazioni delle future missioni marziane. L’orbiter che trasporta il radar potrebbe aiutare ad identificare le proprietà delle polveri, del materiale roccioso sciolto – noto come regolite – e degli strati rocciosi che potrebbero influire sull’atterraggio e sull’accesso al ghiaccio. Inoltre, i dati acquisiti da Mars Ice Mapper sarebbero messi a disposizione della comunità scientifica internazionale, sia per la scienza planetaria che per le future missioni umane su Marte.

“La firma dello Statement of Intent per la missione Mars Ice Mapper – ha dichiarato Raffaele Mugnuolo, capo ufficio Missioni Robotiche di Esplorazione dell’ASI – è il primo passo per l’avvio di una collaborazione innovativa: per la prima volta la realizzazione di una missione di questo genere si basa sull’iniziativa comune di quattro partner come NASA, CSA, JAXA e ASI. La partecipazione alla missione Mars Ice Mapper è un segnale di continuità importante per l’Italia, ed è una opportunità unica per consolidare il nostro ruolo già acquisito in missioni di esplorazione di Marte come ExoMars e Mars Sample Return”.

Mars Ice Mapper, se confermata, sarà la prima missione di questo decennio dedicata ad una ricognizione marziana per rispondere al quesito what we need to know before we go (cosa dobbiamo sapere prima di andare) fondamentale per le future missioni, e potrebbe essere pronta al lancio già dal 2026.

L’identificazione e la caratterizzazione del ghiaccio d’acqua è essenziale per identificare i potenziali siti di atterraggio delle future missioni umane su Marte. L’accesso al ghiaccio d’acqua rappresenta, infatti, un obiettivo chiave per condurre indagini scientifiche, durante le quali i futuri esploratori umani potrebbero scavare, campionare e analizzare il ghiaccio per comprendere il cambiamento climatico e geologico su Marte e il suo potenziale astrobiologico.

Il ghiaccio è anche una risorsa naturale fondamentale che potrebbe fornire idrogeno e ossigeno per il carburante e per il supporto vitale. Il trasporto di acqua dalla Terra allo spazio profondo è estremamente costoso, quindi, una risorsa locale nello spazio è essenziale per un’esplorazione sostenibile.

L’esplorazione robotica e quella umana vanno di pari passo, ma solo grazie alla prima è possibile spianare la strada a missioni umane più sicure nel Sistema Solare. In questo scenario, la cooperazione tra agenzie spaziali è fondamentale per raggiungere questi obiettivi.

 

 

Oxia Planum scolpita dai venti

Oxia Planum scolpita dai venti

Non solo l’acqua, che in passato scorreva copiosa, ha modellato Oxia Planum, la regione del pianeta Marte selezionata per questa sua caratteristica come sito di atterraggio della futura missione ExoMars dell’Agenzia Spaziale Europea e Russa. Un nuovo studio su Oxia Planum guidato da Simone Silvestro, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), mostra evidenze di un cambiamento del regime dei venti avvenuto nell’ultimo periodo geologico del pianeta, l’Amazoniano, vale a dire negli ultimi tre miliardi di anni della storia del Pianeta rosso, i cui effetti sono oggi visibili nelle immagini delle rocce erose e delle sabbie presenti nella zona. Oxia Planum, situata in prossimità dell’equatore marziano, mostra segni geologici e mineralogici di due distinte epoche in cui l’acqua era presente in superficie nella cosiddetta era Noachiana, riconducibile a un intervallo di tempo compreso tra 4,1 e 3,7 miliardi di anni fa. Vista la mancanza di acqua in superficie durante l’Amazoniano, il vento è ed è stato il principale agente di modificazione della superficie. Le ipotesi formulate dal gruppo di ricerca dell’INAF potranno essere testate direttamente dalla missione ExoMars e potranno essere d’aiuto nell’interpretazione della geologia del sito di atterraggio, analogamente a quanto avvenuto per il rover Curiosity della NASA nel cratere Gale. La strumentazione meteorologica a bordo della piattaforma fissa di ExoMars che si poserà sulla superficie del pianeta permetterà di ricostruire in maggior dettaglio l’attuale regime dei venti in quella regione e, di riflesso, aiuterà gli scienziati a comprendere meglio la portata del cambiamento climatico descritto in questo studio.

Tom Cruise sulla ISS a ottobre ‘21

Tom Cruise sulla ISS a ottobre ‘21

Sarà la Axiom Space, una start up con sede a Houston, a traghettare nello spazio l’attore Tom Cruise con la capsula Crew Dragon di SpaceX fino alla stazione spaziale internazionale, per consentirgli di girare alcune scene di una nuova puntata di Mission Impossible. La missione, denominata AX-1, è stata schedulata per il prossimo mese di ottobre. La presenza di Tom Cruise a bordo di un volo spaziale diretto al complesso orbitale era stata annunciata dalla NASA nel maggio dello scorso anno. La società Axiom Space, creata per offrire voli a privati per visitare la ISS, ha stretto un accordo con la SpaceX di Elon Musk. A bordo della Crew Dragon viaggeranno in quattro. Oltre a Tom Cruise, l’astronauta della NASA Michael Lopez-Alegria, nel ruolo di comandante, il pilota di caccia Eytan Stibbe e il produttore cinematografico Doug Liman. Dopo l’attracco della Crew Dragon, l’equipaggio rimarrà a bordo della stazione spaziale per dieci giorni. Il viaggio di Tom Cruise costerà circa 55 milioni di dollari, cifra che corrisponde al valore di ognuno dei posti a bordo della Crew Dragon. In aggiunta i 35mila dollari giornalieri da corrispondere alla NASA per il periodo di permanenza a bordo della ISS.

Chang’e-5 riporta la luna

Chang’e-5 riporta la luna

La sonda cinese Chang’e-5 è rientrata con successo sulla Terra, in un’area disabitata della provincia cinese della Mongolia, alle 19 (ora italiana) di mercoledì 16 dicembre, con a bordo il prezioso carico di rocce lunari (circa 2 kg) prelevato dall’area selenita denominata Mons Rumker nell’Oceano delle Tempeste, poco distante da dove si trova la sonda Chang’e 3 arrivata sulla Luna nel 2013. La sonda Chang’e-5, lanciata lo scorso 23 con un razzo vettore Lunga Marcia 5, era riuscita a fare allunare il modulo di discesa il 1° dicembre, facendo diventare la Cina il terzo Paese a raccogliere materiale lunare, dopo Stati Uniti e l’ex Unione Sovietica, che per ultima, nel lontano 1976, aveva portato a termine la missione della sonda Luna 24. Il 3 dicembre scorso il veicolo di ascesa con a bordo il materiale geologico si è ricongiunto all’orbiter per fare ritorno sulla Terra. Il 2 kg di rocce lunari si aggiungono ai 382 trasportati sul nostro pianeta, in gran parte dagli astronauti del programma Apollo.