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Nespoli esperimento ad ARTE

Nespoli esperimento ad ARTE

Giovedì 14 settembre, l’astronauta italiano Paolo Nespoli, protagonista della missione VITA, ha installato e condotto con successo l’esperimento ARTE (Advanced Research for passive Thermal Exchange) a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. ARTE, progetto ideato e interamente realizzato da Argotec con il coordinamento e il finanziamento dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), è un dimostratore tecnologico contenente quattro heat pipe con fluidi a bassa tossicità che consente di testare questi dispositivi di scambio termico passivo in condizioni di microgravità. Il Politecnico di Torino, partner del progetto, ha supportato la creazione del modello di Terra dell’elettronica. L’ASI ha selezionato ARTE a seguito di un bando pubblico per ricerca scientifica e tecnologica in microgravità, e ha organizzato l’implementazione dell’esperimento sulla ISS nel quadro degli accordi vigenti tra NASA e ASI. Data la rilevante componente sperimentale ed innovativa del progetto, lo scorso luglio in occasione dell’annuale “ISS Research and Development Conference” organizzata da NASA a Washington DC, l’American Astronautical Society ha conferito ad ARTE il “2017 Innovation in Technology Development and Demonstration Award”. Il dimostratore tecnologico di Argotec è stato, inoltre, l’unico esperimento europeo premiato durante la cerimonia.Nell’ottica di future missioni spaziali in cui le esplorazioni spingeranno l’uomo sempre più lontano, cresce l’interesse nella ricerca di soluzioni tecnologiche in grado di ridurre il controllo e gli interventi di manutenzione. In questo contesto, le heat pipe si configurano come una valida soluzione per il trasferimento del calore poiché sono sistemi passivi, il cui utilizzo non richiede un intervento umano e consente un considerevole risparmio in termini di manutenzione. Questi dispositivi, infatti, sfruttando il passaggio di fase del fluido contenuto al loro interno, trasferiscono calore da una zona calda ad una zona fredda senza l’uso di pompe o strumenti che che coinvolgono parti in movimento. Attualmente sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) non sono presenti delle heat pipe all’interno degli ambienti abitati, poichè i fluidi utilizzati sono tossici e un loro eventuale rilascio comporterebbe un rischio catastrofico per la crew e la strumentazione di bordo. ARTE rappresenta quindi una svolta poichè la ricerca è stata incentrata su fluidi che garantiscano le prestazioni richieste e al contempo siano caratterizzati da una bassa tossicità. L’applicazione delle heat pipe non si riferisce solo al contesto spaziale ma include numerose possibili ricadute terrestri. La ricerca di Argotec nell’ambito delle soluzioni termiche passive con fluidi a bassa tossicità ha condotto anche ad alcuni brevetti nel campo delle applicazioni industriali, domestiche, aeronautiche e delle energie rinnovabili. “Il successo delle future esplorazioni spaziali sarà sempre più legato a sistemi in grado di ridurre se non annullare l’intervento umano per la loro manutenzione. – ha dichiarato David Avino, Managing Director di Argotec – Argotec da diversi anni studia sistemi termici passivi in grado di rispondere a queste nuove esigenze. I nostri ingegneri hanno curato il progetto ARTE in tutte le sue fasi, partendo dall’idea, nata proprio in azienda, passando alla realizzazione del payload finale per terminare con il supporto in real-time dal Centro di Controllo di Argotec, in collegamento con NASA e con la Stazione Spaziale. Siamo molto fieri di questo esperimento, che lo scorso luglio è stato insignito da NASA di un importante riconoscimento internazionale, poichè rappresenta l’emblema, in termini di ricerca e innovazione, del lavoro svolto in azienda il cui scopo primario è di ottenere soluzioni in grado di migliorare non solo il futuro delle esplorazioni spaziali ma anche le applicazioni coinvolte da potenziali ricadute terrestri.” “La futura esplorazione umana oltre l’orbita bassa – aggiunge Marino Crisconio, Program Manager ASI dell’esperimento – richiede soluzioni tecnologiche innovative; l’ASI, in virtù dei propri diritti di accesso al laboratorio ISS, mantiene il suo ruolo primario accanto alle maggiori agenzie spaziali stimolando e finanziando la ricerca scientifica e tecnologica di eccellenza in microgravità; ARTE è un esempio della qualità e della innovazione tecnologica promossa dall’ASI”. Il progetto ARTE rappresenta il frutto dell’attività di ricerca e sviluppo, svolta nei laboratori termici di Argotec a Torino, durata circa 5 anni e attualmente ancora in corso. L’esperimento è stato installato all’interno della Microgravity Science Glovebox (MSG) collocata all’interno del modulo americano Destiny. La sequenza dell’esperimento, della durata di sei ore, si è svolta in modo nominale e gli ingegneri di Argotec hanno seguito e supportato tutte le operazioni in diretta dal Mission Control Centre aziendale. Il primo run dell’esperimento è stato svolto con successo sulla Stazione Spaziale Internazionale ad aprile dell’anno scorso. L’esperimento odierno, condotto dall’astronauta italiano Paolo Nespoli, consentirà di terminare la qualifica del dispositivo.

(fonte: ASI)

 

Nespoli, passi nel futuro

Nespoli, passi nel futuro

 

Paolo Nespoli sta svolgendo un intenso programma di esperimenti a bordo della stazione spaziale internazionale, soprattutto in chiave di biologia e fisiologia per fornire indicazioni utili a gestire le missioni di durata sempre più lunga che attendono nei prossimi anni gli equipaggi destinati ad arrivare su Marte. Tra i compiti affidati all’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea, alla terza esperienza in orbita con la missione Vita, c’è stato il test che gli ha permesso di teleguidare il robot Justin, situato nel centro Aerospaziale tedesco Dlr a Oberpfaffenhofen all’interno di un’area in cui è stato riprodotto l’ambiente marziano. Avvalendosi di un semplice tablet, Nespoli ha trasmesso a Justin i comandi per eseguire la riparazione di pannelli solari posti al suolo. Obiettibvo del test è stato quello di verificare la capacità di teleguidare un robot da remoto, anche quando le grandi distanze comportano notevoli ritardo nelle comunicazioni. Una situazione che si presume potrà presentarsi quando un astronauta si trova all’interno di una base marziana o su un orbiter intorno al pianeta rosso e ha necessità di avvalersi di un rover che operi in superficie. L’esperimento eseguito da Nespoli fa parte del progetto Meteron dell’Agenzia Spaziale Europea per facilitare l’impiego di robot in ambiente extraterrestre allo scopo di eseguire operazioni complesse, telecomandandole. AstroPaolo ha trasferito al robot Justin i compiti di meccanico ed elettricista, eseguendo una riparazione e acquisendo il risultato dell’intervento. Lo sviluppo della telerobotica spaziale è uno degli obiettivi dell’ESA a supporto delle missioni assegnate ai futuri astronauti.

 

 

AstroPeggy rientro record

AstroPeggy rientro record

Peggy Whitson, prima donna ad aver assunto il comando della stazione spaziale internazionale nel 2008 per poi vederselo riassegnare nel 2017, ha concluso la sua terza esperienza nel complesso orbitale dove è rimasta per ulteriori 288 giorni. Un periodo che ha portato a 655 i giorni trascorsi nello spazio da AstroPeggy. La veterane delle astronaute americane ha lasciato la ISS a bordo della Soyuz alle 23:30 ora italiana di sabato 2 settembre, insieme al comandante Fyodory Yurchikhin e all’ingegnere Jack Fischer della NASA, atterrando alle 3:22 della notte in Kazakistan. Selezionata dalla NASA nel 1996, Peggy Whitson ha esordito in orbita nel 2002, quando trascorse 184 giorni a bordo della stazione, tornandovi nel 2008 da comandante e trascorrendo altri 184 giorni. Un altro suo record è riassunto nelle otto passeggiate spaziali. La sua terza missione di lunga durata è stata estesa di tre mesi, fino a settembre, arrivando così a 288 giorni. Con i suoi 655 giorni di permanenza totale sulla ISS, AstroPeggy ha trascorso in orbita più di qualsiasi astronauta americano, e figura all’ottavo posto nella graduatoria dei tempi di permanenza nel corso delle missioni di lunga durata. A bordo della ISS restano a Randy Bresnik nel ruolo di comandante, l’italiano Paolo Nespoli Nespoli e il russo Sergey Ryazanskiy, in attesa del nuovo equipaggio, in partenza il 12 settembre da Baikonour, composto dagli astronauti americani Mark Vande Hei, al primo volo spaziale, e Joseph Acaba, primo astronauta di origine portoricana, che ha già partecipato a una missione a bordo della ISS compiendo due attività extraveicolari, e dal cosmonauta russo Aleksandr Misurkin, che ha attivo 166 giorni in orbita.

Expedition 52/53 è Docufilm

Expedition 52/53 è Docufilm

L’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea Paolo Nespoli, in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale per la missione VITA, è l’ospite d’eccezione del Festival del Cinema di Venezia in occasione della presentazione del film documentario Expedition, dedicato allo spazio e alla preparazione di una missione spaziale umana. Narratore di questo viaggio dietro le quinte della missione VITA dell’Agenzia Spaziale Italiana è proprio Nespoli, in collegamento da 400 km di quota con la laguna al Lido di Venezia mercoledì 6 settembre alle 17:00 ora italiana. Insieme all’astronauta, al quale è stato dato modo di visionare il filmato durante la sua permanenza nello spazio, coinvolti nel collegamento Alessandra Bonavina, regista e produttrice del documentario, il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, l’astronauta ESA Roberto Vittori, il portavoce dell’Agenzia Spaziale Italiana Andrea Zanini, il Capo del Cabinet dell’Agenzia Spaziale Europea, Elena Grifoni-Winters.

Expedition è un Docufilm che si propone di raccontare le difficoltà, le sfide presenti e future e i retroscena della missione spaziale Expedition 52/53, con vantaggi e ripercussioni sugli aspetti più direttamente legati al benessere futuro dell’uomo. L’astronauta Paolo Nespoli apre le porte di questa casa comune dello spazio per condurci dietro le quinte di “Expedition”. La possibilità di documentare le varie fasi dell’addestramento, dall’esercitazione nei simulatori, l’addestramento aereo, gli esperimenti, il lavori degli addestratori e di tutti i professionisti che contribuiscono all’organizzazione della missione, si sono rivelati utili al fine di ricostruire fedelmente la realtà di quello che c’è dietro una missione spaziale oltre a testimoniare l’importante lavoro e la cooperazione tra le Agenzie Spaziali dei diversi Paesi che hanno permesso all’uomo di andare nello spazio per esplorare, conoscere e imparare cose importanti per migliorare la vita sulla Terra ma è anche un passo avanti verso una sfida più ambiziosa, una missione umana su Marte. Il Docufilm è prodotto da Omnia Gold Studios Production, per la regia di Alessandra Bonavina, con il sostegno e patrocinio delle Agenzie Spaziali Italiana ed Europea, e in collaborazione con NASA e RKA (Agenzia Spaziale Russa)

 (nella foto: Paolo Nespoli con Alessandra Bonavina, regista e produttrice del documentario – credit: Omnia Gold Studios Production)

 

Nespoli conclude Biomission

Nespoli conclude Biomission

Venerdì 24 agosto si sono concluse le operazioni di volo dei quattro esperimenti di biomedicina selezionati dall’ Agenzia Spaziale Italiana per la missione “ASI BIOMISSION”: CORM, MYOGRAVITY, NANOROS e SERISM. Gli esperimenti hanno raggiunto la stazione orbitante con il cargo SPX-12 il 16 Agosto scorso all’interno del BIOKIT, un contenitore di trasporto a temperatura controllata. L’astronauta italiano Paolo Nespoli ha provveduto alla cattura ed all’aggancio della capsula tramite il braccio robotico di bordo. Ed è sempre stato Paolo che subito dopo l’apertura del portellone ha provveduto ad inserire gli esperimenti nell’ incubatore dell’ Agenzia Spaziale Europea “KUBIK”, per l’esecuzione dei protocolli scientifici in condizioni di temperatura controllata. Tutti gli esperimenti sono stati eseguiti mediante equipment scientifico dedicato prodotto da Kayser Italia, seguendo tempi di incubazione differenti. Durante 7 giorni, Paolo Nespoli ha eseguito 5 interventi terminando l’ incubazione e spostando nel “MELFI 3”, il congelatore di bordo della stazione, i 16 campioni sperimentali. Il rientro a terra dei campioni per le analisi è previsto per la metà di settembre con la stessa capsula che li ha portati nello spazio. Come tutti gli esperimenti spaziali, le investigazioni scientifiche dell’ASI Biomission rappresentano una opportunità tanto importante quanto delicata. Per garantire il loro successo sono stati impegnati tre centri di controllo a terra: ICARO, il Payload Operations Centre della Kayser Italia di Livorno responsabile delle operazioni per conto dell’ Agenzia Spaziale Italiana, BIOTESC, il centro svizzero responsabile per le operazioni sul KUBIK ed infine l’ ESA COLUMBUS CONTROL CENTER in Germania per il coordinamento delle operazioni nel modulo europeo della ISS. I tre centri sono rimasti in collegamento audio e video durante l’intera durata delle operazioni, coordinando le operazioni dell’astronauta per il successo della missione.

Via agli esperimenti di VITA

Via agli esperimenti di VITA

Dopo aver agganciato il 16 agosto la capsula Dragon alla Stazione Spaziale Internazionale insieme al collega Randy Bresnik, Paolo Nespoli si è preparato al primo giorno di lavoro con gli esperimenti dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il suo primo incarico riguarda il trasferimento degli esperimenti di biologia (CORM, MYOGRAVITY, NANOROS e SERISM) dai contenitori appositamente studiati e realizzati dalla Kayser Italia per mantenere le cellule in condizioni di temperatura idonee alla loro sopravvivenza nell’incubatore Kubik che l’Agenzia Spaziale Europea ha messo a disposizione di ASI per lo svolgimento di questi esperimenti. Nei giorni successivi, a Nespoli spetta il compito di rimuovere volta per volta gli esperimenti e inserirli in un congelatore, per poi inviarli nuovamente a terra e consentire così ai ricercatori italiani di svolgere i test necessari al completamento dell’attività sperimentale. Questi esperimenti sono stati realizzati con coordinamento di programma e finanziamento dell’Agenzia Spaziale Italiana da quattro gruppi di ricerca coordinati Matteo Lulli dell’Università di Firenze (progetto CORM), da Stefania Fulle dell’Università di Pescara-Chieti (progetto MYOGRAVITY(, da Gianni Ciofani dell’Istituto Italiano di Tecnologia (progetto NANOROS) e da Mauro Maccarrone del Campus Biomedico di Roma (progetto SERISM). Il tutto viene seguito dal centro di controllo ASI attivo presso la Kayser Italia dove Gianluca Neri e Fabrizio Carrai sono in collegamento con la Stazione Spaziale e i team NASA (presso il centro di Huntsville) e ESA (a Lucerna e Monaco) per il monitoraggio delle attività, mentre il Mission Manager della missione VITA, Claudio Sollazzo, coordina le attività dal Johnsons Space Centre della NASA.

L’agenda del 18 Agosto di Paolo Nespoli prevede l’esecuzione della prima sessione sperimentale di IN SITU, un esperimento che permetterà per la prima volta di analizzare a bordo della ISS un campione di saliva e trasferire a terra direttamente i risultati di questa analisi. Questo grazie ad una speciale apparecchiatura concepita dal team del dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna coordinato da Aldo Roda. Il progetto è coordinato da Marino Crisconio, Responsabile di Programma dell’Agenzia Spaziale Italiana. La capsula Dragon ha trasportato a bordo della ISS la maggior parte del materiale scientifico della missione VITA: più di 20 Kg di campioni sperimentali e attrezzature tecnologiche innovative per permettere l’esecuzione di 11 esperimenti nell’ambito della biologia cellulare e vegetale, delle contromisure per la sopravvivenza dell’uomo a missioni prolungate nello spazio, della protezione dalle radiazioni cosmiche, della realtà virtuale, della fisica dei fluidi. Questo materiale era stato in parte spedito nelle settimane precedenti il lancio e consegnato alla NASA per essere integrato nel veicolo spaziale. Per quanto riguarda invece gli esperimenti di biologia, questi sono stati preparati nei laboratori della base che NASA ha messo a disposizione dell’Agenzia Spaziale Italiana. Questi laboratori, nelle due settimane precedenti, sono stati utilizzati da un team di circa 20 ricercatori italiani coordinati da Marco Vukich della Kayser Italia, responsabile delle attività di integrazione, per preparare e mettere a disposizione delle autorità di lancio il materiale sperimentale a poche ore dalla partenza del veicolo per lo spazio. La consegna del materiale è stata effettuata alla presenza del rappresentante dell’ASI, Giovanni Valentini, responsabile di programma dei quattro esperimenti di biologia e responsabile dell’utilizzazione delle risorse ASI a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.