da Sorrentino | Lug 3, 2017 | Missioni, Primo Piano, Stazione Spaziale

Rientrata con successo a terra lunedì 3 luglio la capsula Dragon di SpaceX, lanciata il 3 giugno con il vettore Falcon 9 e agganciatasi alla stazione spaziale internazionale circa 36 ore dopo per rifornirla con 2,7 tonnellate di carico utile. La capsula Dragon, già impiegata in una analoga missione di rifornimento portata a termine nel settembre 2014, ha effettuato l’ammaraggio alle 14 ora italiana di lunedì 3 luglio nelle acque dell’oceano Pacifico, diventando il primo veicolo riutilizzato al servizio della ISS. A ciò si aggiunga che lo stesso lancio è avvenuto riutilizzando il primo stadio del razzo Falcon 9, consentendo a SpaceX si raggiungere un doppio obiettivo finalizzato alla progressiva riduzione dei costi delle missioni spaziali.
da Sorrentino | Giu 2, 2017 | Missioni, Primo Piano, Stazione Spaziale
Dopo 196 giorni trascorsi nello spazio, i due membri dell’equipaggio di Expedition 51, Oleg Novitskiy di Roscosmos e il francese Thomas Pesquet dell’Agenzia Spaziale Europea, sono atterrati con la Soyuz MS-03 in Kazakistan, 140 km a sud-est della città di Dzezkazgan, alle 16.10 italiane di venerdì 2 giugno. Gli astronauti sono stati assistiti dalle squadre russe di recupero, che hanno aiutato l’equipaggio a uscire dal veicolo Soyuz e cominciare a riabituarsi alla gravità dopo il loro lungo soggiorno nello spazio. Oleg Novitskiy e Thomas Pesquet erano arrivati sulla Stazione Spaziale Internazionale lo scorso 19 Novembre 2016, insieme a Peggy Whitson della NASA (nuova recordwoman per periodo di permanenza in orbita, numero e ore di attività extraveicolare), che è rimasta sulla Stazione Spaziale Internazionale e tornerà a casa con l’americano Jack Fischer e il russo Fyodor Yurchikhin. Il loro rientro è fissato per il mese di settembre. Giovedì 1 giugno, prima del rientro di Novitskiy e Pesquet, il passaggio di consegne del comando della Stazione Spaziale tra la statunitense Peggy Whitson e il cosmonauta di Roscomos Fyodor Yurchikhin, che ha dato il via alla missione Expedition 52. Insieme all’altro astronauta della NASA, Jack Fischer, l’equipaggio di tre persone gestirà la stazione fino all’arrivo di tre nuovi membri: Randy Bresnik della NASA, Sergey Ryazanskiy di Roscosmos e l’astronauta italiano dell’ESA, Paolo Nespoli, impegnato nella missione VITA, frutto delle opportunità di volo che l’Italia ha ottenuto con la NASA per la fornitura dei moduli logistici MPLM. Il lancio della missione di Paolo Nespoli e dei suoi due compagni di viaggio è fissato per il 28 luglio 2017 dalla base russa di Baikonur, in Kazakistan.
da Sorrentino | Mag 6, 2017 | Eventi, Eventi Scientifici e Culturali, Primo Piano, Stazione Spaziale

Il cibo, per un astronauta, è qualcosa di veramente personale, quasi intimo. Quando uno dei protagonisti delle missioni spaziali è chiamato a parlarne, è tentato inevitabilmente di raccontare le allegorie che accompagnano la somministrazione degli alimenti preparati per essere assunti in assenza di gravità, il più delle volte idratandoli per poi scaldarli nel microonde. Invece l’alimentazione spaziale è una scienza che precorre i tempi e si basa su procedure rigorose che hanno portato a sviluppare, grazie alla NASA già ai tempi del programma Apollo, il protocollo HACCP volto a prevenire ogni possibile contaminazione del cibo e adottato dall’industria di settore e da quella artigianale. In ogni caso gli astronauti, che per il momento si limitano a girare intorno alla Terra, devono adattarsi a pratiche alimentari ormai consolidate con qualche eccezione concessa per ritrovare i sapori di casa. Luca Parmitano, il quale ha trascorso 166 giorni a bordo della stazione spaziale internazionale nel 2013 e primo italiano a effettuare l’attività extraveicolare, è intervenuto al Food & Science Festival di Mantova per spiegare come ci si nutre nelle lunghe missioni in orbita e quali sono le pratiche culinarie giornaliere. “Sulla carta non c’è differenza tra cibo spaziale e quello terrestre, nella sostanza sono completamente diversi. Il cibo conserva le proprietà organolettiche, ma si presenta e si consuma in modo particolare – sottolinea Parmitano – Il cibo disidratato richiede ovviamente l’aggiunta di acqua nella giusta proporzione, perché immetterne poca lo renderebbe immangiabile, troppa ne altererebbe il sapore più di quanto lo stato fisiologico renda difficile percepire i gusti. In assenza di gravità, infatti, i liquidi e il sangue affluiscono nella parte alta del corpo e si avverte la sensazione di naso tappato”. E mostra l’immagine dell’astronauta americana Karen Nyberg inebriata dal profumo di un’arancia fresca trasportata sulla ISS con un veicolo di rifornimento.
Il cibo arriva a bordo della stazione spaziale con i voli cargo automatici già pronto, precotto e confezionato in contenitori termostabilizzati, in modo da poter essere conservato per 18 mesi senza frigorifero. Qualche strappo alla regola è concesso. Gli astronauti europei possono personalizzare il 10% del proprio menu che, essendo made in Italy, viene apprezzato fortemente dagli altri membri d’equipaggio, pronti a condividerlo e spazzolarlo. Paolo Nespoli, prossimo alla sua terza missione spaziale, portò il parmigiano, Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti hanno proposto lasagne, risotti, parmigiana di melanzane, caponata e perfino un tiramisù disidratato, alla fine risultato buono come quello della nonna. Cosa manca di più quando si è in orbita? “La freschezza e la croccantezza del cibo. Tuttavia, il pasto è un momento di aggregazione e ha un valore psicologico fondamentale – sottolinea Parmitano, che aggiunge: sapete qual è la cosa più preziosa che ogni astronauta ha a bordo? Il cucchiaio per mangiare. Un vero e proprio compagno di viaggio”.
Condimenti, così come sale e pepe, rigorosamente in forma liquida. L’acqua, contenuta in sacchetto, viene bevuta con la cannuccia. Quanto è libera forma bolle simili alla gelatina con cui spesso gli astronauti giocano a deglutire. Il ciclo dell’acqua, rigorosamente controllata e filtrata in ogni funzione e processo, prevede che il 95% venga riciclata e arricchita di sali minerali. E a tale proposito, Parmitano spiega come l’acqua utilizzata per preparare il caffè americano provenga da quella rilasciata dagli stessi astronauti nei giorni precedenti, dicendosi certo che risulti più pura di quella contenuta nelle bottiglie di plastica consumate sulla Terra. E osserva che tutta l’acqua presente sul pianeta è riciclata e trasformata da quattro miliardi di anni e probabilmente questo processo ha riguardato anche la pipì dei dinosauri.
da Sorrentino | Apr 24, 2017 | Missioni, Primo Piano, Stazione Spaziale

L’astronauta americana Peggy Whitson festeggia il record di permanenza nello Spazio. Alle 7,27 (ora italiana) del 24 aprile, con 534 giorni, 2 ore, 49 minuti accumulati in orbita, è diventata la nuova veterana superando il collega Jeff Williams. Al raggiungimento del nuovo record, Peggy Whitson ha ricevuto le congratulazioni del presidente Usa Donald Trump durante un collegamento trasmetto in diretta con la Stazione Spaziale Internazionale. Astropeggy si trova a bordo della ISS dal novembre 2016, per la sua terza missione di lunga durata, che nel marzo scorso è stata estesa di tre mesi, fino a settembre 2017. A conclusione di questa esperienza in orbita, avrà accumulato oltre 650 giorni. Peggy non è nuova a record. Nel 2008 è stata la prima donna a comandare la stazione spaziale e il 9 aprile 2017 è diventata la prima donna a comandarla due volte. Inoltre, ha effettuato ben 7 attività extraveicolari, destinare a diventare 8 con quella in programma il 12 maggio. Selezionata dalla Nasa nel 1996, Whitson ha raggiunto per la prima volta la stazione spaziale internazionale nel 2002 per una missione di 184 giorni, facendovi ritorno nel 2008 da comandante e trascorrendovi altri 192 giorni, effettuando le sue prime cinque passeggiate spaziali. Il prolungamento della terza missione, dovuto alla decisione dell’agenzia spaziale russa Roscosmos di ridurre a due il numero dei cosmonauti a bordo della stazione, permetterà a Peggy Whitson di attendere l’arrivo dell’astronauta italiano Paolo Nespoli, la cui missione Vita, della durata di sei mesi, è prevista in partenza il 28 luglio. Whitson e Nespoli si incontreranno per la seconda volta in orbita, avendo già condiviso la permanenza in occasione della prima missione dell’italiano iniziata nell’ottobre 2007 e proseguita nel 2008 per una durata di 174 giorni.
da Sorrentino | Apr 20, 2017 | Lanci, Missioni, Primo Piano, Stazione Spaziale
L’astronauta americano Jack Fischer e il cosmonauta russo Fyodor Yurchikhin, partiti dal cosmodromo di Bajkonur alle 9:13 ora italiana di giovedì 20 aprile a bordo della capsula Soyuz MS-04, hanno raggiunto la stazione spaziale internazionale dopo sei ore e 5 minuti di volo. Si è trattato del primo lancio con due soli uomini a bordo. Fischer and Yurchikhin hanno portato a cinque il numero dei componenti l’equipaggio della ISS, che formano la Expedition 51, affiancando il comandante Peggy Whitson della NASA, l’ingegnere di volo Oleg Novitskiy dell’agenzia spaziale russa Roscosmos e Thomas Pesquet dell’Agenzia Spaziale Europea. I membri di equipaggio di Expedition 51 saranno impegnati nei prossimi quattro mesi in 250 esperimenti nel campo della biologia e fisiologia umana, delle scienze della terra, fisiche e in una serie di ricerche mirate allo sviluppo tecnologico dei materiali.
Novitskiy and Pesquet rimarranno a bordo della stazione spaziale internazionale fino a giugno; Fischer and Yurchikhin sono destinati a restare fino a settembre 2017, insieme alla Whitson, la cui permanenza a bordo della stazione è stata estesa alla Expedition 52 nel quadro di un accordo sottoscritto da NASA e Roscosmos. Nel nuovo kit di esperimenti, trasportato dal cargo Cygnus, ci sono ricerche sugli anticorpi che potrebbero aumentare l’efficacia dei farmaci chemioterapici per il trattamento del cancro e uno habitat vegetale avanzato per lo studio della fisiologia vegetale e la crescita di alimenti freschi nello spazio. Cygnus trasporta anche 38 CubeSats, molti dei quali sviluppati da studenti universitari di tutto il mondo, come parte del programma QB50, e destinati a essere rilasciati gradualmente in orbita nei prossimi mesi.
Fischer and Whitson saranno impegnati nella quinta attività extraveicolare del 2017, prevista il giorno 12 maggio. Il compito principale della coppia di astronauti sarà quello di sostituire una scatola avionica sulla traversa di dritta chiamata Express Logistics Carrier, che ospita apparecchiature elettriche di comando e accumulatori di dati per esperimenti scientifici posizionati all’esterno della stazione.
da Sorrentino | Apr 18, 2017 | Lanci, Missioni, Primo Piano, Stazione Spaziale
Lanciata con successo un’altra navicella Cygnus, ribattezzata col nome di nome di John Glenn, uno degli astronauti della missione Mercury Seven della NASA, primo americano a entrare in orbita intorno alla Terra e scomparso nel dicembre 2016 all’età di 95 anni. La missione di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale è partita dal Kennedy Space Center in Florida, con il razzo vettore ATLAS. Il veicolo Cygnus è costituito dal modulo di servizio e dal modulo cargo pressurizzato (Presurized Cargo Module-PCM) realizzato da Thales Alenia Space, per conto di Orbital ATK. Si tratta della settima missione di Orbital ATK di rifornimento commerciale alla ISS. Il modulo PCM ospita un carico di circa 3000 kg comprendente rifornimenti per l’equipaggio, parti di ricambio e attrezzature scientifiche per esperimenti di astronomia, biologia e crescita dei cristalli. Il modulo trasporta, inoltre, un sistema avanzato per la coltivazione delle piante che aiuterà i ricercatori a comprenderne meglio i meccanismi di crescita nello Spazio. Raggiunta la Stazione Spaziale Internazionale, la navicella Cygnus viene catturata dal braccio robotico e agganciata alla porta Nadir del Nodo 1. Completata la sua permanenza sulla ISS e carica di materiale da distruggere, la navicella Cygnus viene sganciata dal Nodo 1 per iniziare la fase di rientro, disintegrandosi durante l’ingresso in atmosfera. Durante la fase di rientro Cygnus fornirà ancora un’altra opportunità di ricerca: l’esperimento Saffire III offrirà un ambiente unico per studiare la propagazione del fuoco in microgravità.
Thales Alenia Space ha fornito moduli cargo ad Orbital ATK fin dall’inizio del Programma. Dopo il primi 9 moduli consegnati in base al contratto siglato nel 2009, sono in fase di costruzione altri 9 moduli. Sono sette i moduli lanciati, di cui quattro in versione standard e tre in versione enhanced. Realizzati da Thales Alenia Space a Torino utilizzando il nuovo impianto di saldatura (Friction Stir Welding), i nuovi moduli PCM Cygnus prevedono una serie di miglioramenti rispetto agli standard utilizzati nelle precedenti missioni. In particolare, il nuovo design presenta soluzioni più leggere ed efficienti per il trasporto del carico, aumentando la capacità sia in termini di massa che di volume e consentendo l’alloggiamento di borse di forma irregolare. Thales Alenia Space consegnerà i primi due moduli entro il 2017.