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Il secondo Palazzo Celeste

Il secondo Palazzo Celeste

TaikoLa Cina prosegue con successo il suo programma di lunga permanenza in orbita lanciando la sua seconda stazione spaziale Tiangong-2, partita giovedì 15 settembre 2016 dal poligono Jiuquan nel cuore del deserto dei Gobi, all’interno della Mongolia, a bordo del vettore Long March-2F. Tiangong-2, che significa “Palazzo celeste”, è lungo 14,4 metri e largo 4,2, ed è dotato anche di un braccio robotizzato. Ha raggiunto la sua quota operativa a 393 km di altezza e rappresenta il precursore del complesso orbitale che la Cina intende realizzare stabilmente a partire dal 2020. Il primo modulo abitale cinese, Tiangong-1, ha esordito nel 2011 e ospitato una serie di equipaggi, di cui ha fatto parte anche la prima taikonauta, Liu Yang. La stazione orbitale Tiangong-2 sarà raggiunta nel mese di ottobre 2016 dalla capsula Shenzhou-11 con a bordo due taikonauti, che resteranno nello spazio per 30 giorni e dovranno condurre 14 esprimenti, uno dei quali realizzato dall’agenzia spaziale francese Cnes e dedicato allo studio del sistema cardiovascolare in assenza di gravità. A bordo anche un orologio atomico, destinato a misurare le fluttuazioni di microgravità con la massima precisione (perde un solo secondo nell’arco di un miliardo di anni) e uno strumento ad elevata sensibilità per rilevare l’inquinamento atmosferico. Grande interesse anche per il rivelatore di raggi gamma (Polar) sviluppato dal National Space Science Centre, che utilizzerà il Compton Scattering Effect per misurare la polarizzazione dei fotoni in arrivo. Tiangong-2 avrà una vita operativa di 24 mesi e sarà seguita da Tiangong-3, ultimo passo di sviluppo tecnologico verso la stazione orbitale definitiva. Il parallelo prosegue lo sviluppo dei lanciatori più potenti, rappresentati dalle versioni 6 e 7 del vettore Lunga Marcia.

Williams record: 534 giorni

Williams record: 534 giorni

rientroLa missione Expedition 48 si è conclusa mercoledì 7 settembre con l’atterraggio in Kazakistan alle 7:13 ora locale. A bordo della Soyuz il comandante Jeff Williams, che nel corso della sua quarta missione in orbita ha battuto il record di permanenza di un astronauta statunitense con un totale di 534 giorni, e i cosmonauti russi Alexey Ovchinin e Oleg Skripochka. E’ stato proprio Williams a installare il 19 agosto scorso, durante una impegnativa attività extraveicolare condotta insieme a Kate Rubins, il primo International Docking Adapter che consentirà in futuro l’attracco del CTS-100 Starliner di Boeing e del Crew Dragon di Space-X che sono in fase di sviluppo per consentire capacità di trasferimento in orbita per conto della NASA. A bordo della stazione spaziale internazionali restano il cosmonauta russo Anatoly Ivanishin, comandante, l’astronauta americana Kate Rubins e il giapponese Takuya Onishi, in vista dell’arrivo (previsto nella terza settimana di settembre, dell’equipaggio formato da Shane Kimbrough della Nasa e dai cosmonauti russi Sergey Ryzhikov e Andrey Borisenko (Expedition 49).

Jeff Williams, 58 anni, è diventato così l’americano con il maggior numero di giorni trascorsi in orbita: 534, di cui 172 accumulati nel corso della quarta missione coincisa con un programma di cinque passeggiate spaziali. Il record assoluto di permanenza nello spazio è appannaggio del russo Ghennadi Padalka con 879 giorni. Il lavoro svolto da Jeff Williams all’esterno della stazione spaziale internazionale, con il montaggio dei adattatori, risulta fondamentale per consentire l’approdo dei futuri veicoli spaziali. Come tutti gli equipaggi succedutisi a bordo del complesso orbitale, anche i tre di Expedition 48 hanno condotto una lunga serie di test ed esperimenti, in particolare biotecnologici e fisiologici. Lui stesso ha supervisionato e guidato l’arrivo dei veicoli di rifornimento Cygnus, nel mese di marzo, due Dragon e due Progress in aprile e luglio.

Due cargo verso la ISS

Due cargo verso la ISS

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Due navicelle cargo sono partite a distanza di 24 ore per raggiungere e rifornire la stazione spaziale internazionale. Progress MS-3 è decollata su un razzo vettore Soyuz U dal cosmodromo di Baikonur. Dopo circa nove minuti si è separata con successo dall’ultimo stadio del razzo e si è immessa sulla sua rotta che prevede l’aggancio dopo due giorni di viaggio. Rispetto alla rotta veloce, che richiede sei ora di volo, il cargo Progress MS-3 è segue la rotta già utilizzata dai precedenti Progress MS-1 e MS-2 e per la Soyuz MS-01. La missione della navicella spaziale Progress MS-3 fa parte del programma di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale ed è la terza a impiegare la nuova versione del cargo spaziale Progress. L’agenzia spaziale russa Roscosmos ha già applicato i nuovi sistemi anche alla navicella Soyuz per il trasporto di personale con la missione partita il 6 luglio 2016. Il cargo spaziale Progress MS-3 trasporta un totale di circa 2,4 tonnellate di rifornimenti di vario tipo tra cibo, acqua, aria, ossigeno, propellente e altro ancora. Ci sono anche vari esperimenti scientifici, strumenti, hardware vario e una serie di nanosatelliti di classe CubeSat da mettere in orbita. Solitamente i nanosatelliti vengono lanciati dalla Stazione Spaziale Internazionale ma in questa missione verrà usato per la prima volta il nuovo sistema di lancio diretto dal cargo Progress MS-3. Quattro contenitori sono installati sulla parte esterna della navicella con una capacità totale di 24 unità CubeSat di 10 cm di lato.

Lunedì 18 luglio è partita da Cape Canaveral la navetta cargo Dragon, con un carico di 2,2 tonnellate, lanciata da un razzo Falcon 9 della SpaceX. Il razzo è successivamente atterrato a poca distanza dal sito di lancio e sarà riutilizzato. Il cargo contiene rifornimenti per gli astronauti e alcuni strumenti scientifici, come una macchina per la sequenza del Dna. Un’altra navetta, lanciata dalla Russia, dovrebbe arrivare alla Stazione nelle prossime ore. Il razzo Falcon 9 è decollato come previsto alle 6:45 (ora italiana) dalla Florida. Il primo modulo del razzo si è separato 2,3 minuti dopo il decollo prima di tornare nell’atmosfera frenando la sua discesa grazie ai motori sul blocco posteriore, fino a posarsi al suolo a circa tre chilometri di distanza dal luogo del decollo. Si tratta del quinto successo della manovra di atterraggio del razzo, riuscita una volta al suolo e tre volte su una piattaforma marina galleggiante nel corso del 2015.

Nuovi Cygnus per la ISS

Nuovi Cygnus per la ISS

cygnus-arrivedThales Alenia Space ha siglato nell’ambito del Farnborough International Airshow un nuovo contratto con Orbital ATK per la fornitura di altri nove moduli pressurizzati cargo (PCM) di rifornimento alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Il modulo cargo è progettato per trasportare rifornimenti per l’equipaggio ed esperimenti scientifici su navicella spaziale Orbital ATK Cygnus™ in base al contratto di Servizi si Rifornimento Commerciale siglato con la NASA. Recentemente Cygnus ha consegnato circa 3.600 chili di cargo ed esperimenti scientifici agli astronauti a bordo della stazione completando con successo la quinta missione come da contratto. È previsto che Orbital ATK completi 10 missioni CRS-1 alla Stazione Spaziale Internazionale prima di dedicarsi a nuove missioni logistiche di lancio di cargo previste dal contratto CRS-2 nel 2019.

“La firma di questo nuovo contratto rappresenta una rinnovata fiducia alle nostre competenze ingegneristiche e alla nostra abilità nel fornire moduli cargo pressurizzati per il rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale da parte di un cliente prezioso – ha dichiarato Walter Cugno, Responsabile del Dominio Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space – Non solo garantisce continuità al nostro ruolo di leader mondiali nel campo delle infrastrutture spaziali, ma sottolinea anche l’unicità del nostro know-how e delle nostre competenze che continueremo a mettere a disposizione nella realizzazione di future avventure oltre la Stazione Spaziale a supporto dell’esplorazione dello spazio.” “Thales Alenia Space è stata uno dei nostri partner più affidabili e strategici nell’ambito del volo umano nello spazio,” ha dichiarato David Thompson, Presidente e Amministratore Delegato di Orbital ATK: “I moduli pressurizzati sviluppati da Thales Alenia hanno svolto  impeccabilmente la loro funzione  per far sì che Cygnus diventasse un prodotto di punta per le missioni di rifornimento di cargo e come piattaforma di ricerca per gli esperimenti scientifici che permettono l’esplorazione dello spazio profondo. Il modulo cargo pressurizzato potenziato che ha volato nelle nostre ultime due missioni, ha consentito a Cygnus di trasportare il 50% in più di cargo alla NASA, dimostrando per di più la versatilità e la flessibilità che Cygnus è in grado di offrire ai nostri clienti.”

FAI-2016

La navicella Cygnus è formata da due componenti principali: un modulo di servizio (SM), realizzato da Orbital ATK integrato con il Modulo Cargo Pressurizzato (PCM) sviluppato da Thales Alenia Space. Basati sull’esperienza quarantennale nel campo delle infrastrutture e dei sistemi di trasporto, i PCM Cygnus  sviluppati da Thales Alenia Space si fondano sulle competenze e capacità acquisite nell’ambito dei precedenti programmi di sviluppo in ambito della Stazione Spaziale Internazionale, quale il MPLM (Multi-Purpose Logistics Module), realizzato dalla società per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana per la NASA ed ATV (Automated Transfer Vehicle) Cargo Carrier, realizzato da Thales Alenia Space per l’Agenzia Spaziale Europea.

La nuova configurazione incorpora una serie di potenziamenti rispetto al PCM standard utilizzato nelle missioni che hanno preceduto quella attuale. Questi includono una soluzione più leggera ed efficiente per l’alloggiamento del carico all’interno del modulo, aumentando, sia in termini di massa che di volume, la capacità di trasporto del carico che può essere trasportato sul laboratorio orbitante. Il nuovo design, inoltre, ha dato prova di essere in grado di alloggiare borse di forma irregolare e con diversi livelli di rigidità. Il PCM potenziato è in grado di contenere un maggior numero di alloggiamenti, se paragonato al design del modulo esistente, potenziando la capacità di trasporto di esperimenti scientifici.

Principia e fine per Peake

Principia e fine per Peake

peake_uk_iss_exp46_121815_945Sono trascorsi appena cinque giorni tra la fine della missione Principia, condotta dal britannico Tim Peake a bordo della stazione spaziale internazionale, e la Brexit che ne decreta tecnicamente l’uscita dal corpo degli astronauti europei. Peake, sesto astronauta della Gran Bretagna, rischia di passare alla storia come l’unico selezionato dall’Agenzia Spaziale Europea. Uno dei paradossi conseguenti all’esito del referendum che ha decretato l’uscita del Paese d’oltremanica dall’Unione Europea e che coinvolge inevitabilmente anche gli status di collaborazione scientifica e spaziale. Tim Peake, 44 anni, selezionato dall’ESA nel 2009 insieme agli italiani Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, ha trascorso 185 giorni, 22 ore e 12 minuti in orbita, facendo parte dell’equipaggio della spedizione 46-47, partito il 15 dicembre 2015 dal dal cosmodromo di Baikonur in Khazakistan e rientrato a terra alle 11:15 italiane del 18 giugno 2016 con la capsula Soyuz  TMA-19M, di cui hanno fatto parte l’americano Tim Kopra e il russo Yuri Malenchenko. A bordo della ISS sono rimasti l’astronauta americano Jeff Williams e i cosmonauti russi Oleg Skripochka e Alexey Ovchinin, in attesa del nuovo equipaggio di spedizione 48-49, composto dall’americana Kate Rubins, dal russo Anatoly Ivanishin e dal giapponese Takuya Onishi, in partenza il 6 luglio 2016. Malenchenko, con l’ultima missione di lunga durata a bordo della ISS, ha accumulato 827 giorni di permanenza nello spazio, superando Sergej Krikalev, che ne ha trascorsi 803, ed è secondo in assoluto dietro Gennadij Padalka, recordman con 878 giorni in orbita, ma rispetto al quale vanta una maggiore permanenza sulla stazione con 672 giorni contro 609.

Nei giorni della Brexit, stride il commento entusiasta di Tim Peake nel corso della conferenza stampa seguita al rientro a terra e svoltasi nel centro dell’Agenzia Spaziale Europea a Colonia in Germania. L’astronauta britannico ha sottolineato quanto velocemente il corpo umano si adatti a vivere in assenza di gravità e quanto difficile sia riabituarsi alla gravità terrestre, raccontando le prime 72 ore di riabilitazione. Durante i sei mesi di permanenza sulla Iss. Peake ha compiuto anche una missione extraveicolare per svolgere attività di manutenzione ordinaria, diventando il primo cittadino britannico a passeggiare nello Spazio. Più di ogni altra cosa, però, rimarrà nella storia la sua partecipazione virtuale alla Maratona di Londra, correndo a bordo della ISS sul tapis roulant contemporaneamente alla gara a terra, e percorrendo i 42,195 km in tre ore e 35 minuti.

Diretta Facebook con la ISS

Diretta Facebook con la ISS

live-chat-iss-fbI social network sono ormai un capitolo costante dell’esperienza di bordo degli equipaggi della stazione spaziale internazionale. Se Avamposto 42, il blog di Samantha Cristoforetti durante i 200 giorni in orbita, ha spopolato tra gli appassionati di astronautica, il primo giugno 2016 ha segnato una tappa storica per il primo collegamento tra la Terra e la Stazione spaziale internazionale (Iss) attraverso Facebook, condotto atttraverso le domande interattive degli utenti del social network. E’ stato proprio Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, a collegarsi per venti minuti a partire dalle 18,55 ora italiana, parlando con l’equipaggio della stazione orbitale. Il collegamento è stato condiviso dal profilo Facebook della Nasa che ha intitolato l’evento «Join Mark Zuckerberg to Connect with Space Station». Zuckerberg ha dialogato con i tre astronauti che attualmente si trovano a bordo del complesso orbitale: Tim Kopra e Jeff Williams della Nasa e Tim Peake dell’Agenzia spaziale europea. Il fondatore del social network ha sottoposto agli astronauti anche le domande inviate in tempo reale dal pubblico sulla pagina Facebook della Nasa.
La diretta su Facebook è un altro passo in avanti sul fronte della comunicazione social da parte degli astronauti della Stazione spaziale per diffondere a un pubblico sempre più vasto la conoscenza delle operazioni che vengono svolte durante le missioni. La NASA, come pura l’ESA, è convinta della capaciotà di penetrazione dei social soprattutto tra le giovani generazioni. Tuttavia, va riconosciuto all’astronauta italiano Paolo Nespoli il merito di aver raccontato la sua esperienza nello spazio, attraverso il suo profilo Twitter @astro_paolo, durante la missione «Magisstra», condotta tra il 2010 e il 2011.