 E’ durata sei ore circa la prima, storica passeggiata spaziale di un astronauta italiano. Il tempo di passare quattro volte dal giorno alla notte viaggiando alla velocità di 28mila km orari a 400 km di quota. Luca Parmitano ha eseguito alla perfezione e abbondantemente nei tempi previsti il lavoro programmato all’esterno della stazione spaziale, dove sta svolgendo la missione Volare dell’Agenzia Spaziale Italiana. Accanto a lui l’americano Christopher Cassidy, il primo a uscire dal complesso orbitale. Dopo aver vestito la tuta EMU (Extravehicular Mobility Unit), i due astronauti sono entrati nella camera di depressurizzazione abituandosi a respirare gradualmente ossigeno puro, liberando l’azoto dal proprio organismo. Una volta fuori, vincolato al cavo di sicurezza alla stazione e munito di una serie di attrezzi e utensili per le operazioni di smontaggio e montaggio, Parmitano ha infilato gli scarponi all’estremità del braccio robotico Canadarm, manovrato dall’interno dall’astronauta americana Karen Nyberg, con cui è stato spostato da un punto all’altro della ISS per raggiungere i punti dove eseguire le operazioni di manutenzione di componenti ed esperimenti.
E’ durata sei ore circa la prima, storica passeggiata spaziale di un astronauta italiano. Il tempo di passare quattro volte dal giorno alla notte viaggiando alla velocità di 28mila km orari a 400 km di quota. Luca Parmitano ha eseguito alla perfezione e abbondantemente nei tempi previsti il lavoro programmato all’esterno della stazione spaziale, dove sta svolgendo la missione Volare dell’Agenzia Spaziale Italiana. Accanto a lui l’americano Christopher Cassidy, il primo a uscire dal complesso orbitale. Dopo aver vestito la tuta EMU (Extravehicular Mobility Unit), i due astronauti sono entrati nella camera di depressurizzazione abituandosi a respirare gradualmente ossigeno puro, liberando l’azoto dal proprio organismo. Una volta fuori, vincolato al cavo di sicurezza alla stazione e munito di una serie di attrezzi e utensili per le operazioni di smontaggio e montaggio, Parmitano ha infilato gli scarponi all’estremità del braccio robotico Canadarm, manovrato dall’interno dall’astronauta americana Karen Nyberg, con cui è stato spostato da un punto all’altro della ISS per raggiungere i punti dove eseguire le operazioni di manutenzione di componenti ed esperimenti.
I due astronauti, che hanno indossato la tuta EMU (Extravehicular Mobility Unit), sono entrati nella camera di depressurizzazione quasi cinque ore prima dell’orario di inizio dell’attività extraveicolare, abituandosi a respirare gradualmente ossigeno puro e liberando l’azoto dal proprio organismo. Per la prima volta sulla tuta di un astronauta che passeggia nel vuoto c’è la bandiera italiana e sui guanti il logo delle Agenzie Spaziali Italiana ed Europea.
Il primo intervento ha interessato l’esperimento Misse 8, montato all’esterno per studiare il comportamento di alcuni materiali esposti alla radiazione cosmica. L’astronauta italiano ha estratto due unità dal box dell’esperimento trasferendole all’interno del modulo di depressurizzazione. Parmitano è passato poi alla sezione che ospita l’esperimento Ams (Alpha Magnetic Spectrometer), lo strumento del peso a terra di sette tonnellate concepito per dare la caccia all’antimateria e alla materia oscura. Poi, come un operaio su una gru telescopica, si è spostato per un quarto d’ora lungo il traliccio della stazione spaziale, affiancato dal collega Chris Cassidy, provvedendo a montare nuovi radiatori termici che servono a dissipare l’energia prodotta in eccesso dai panelli solari. Un’operazione ripetuta sul lato opposto, con Parmitano sempre vincolato al braccio robotico e incaricato di rimuovere una videocamera rotta. La prima attività extraveicolare si è conclusa in largo anticipo, un’ora circa, e con il perfetto compimento di tutte le operazioni.
Un successo assoluto, seguito in diretta streaming sui siti web di ASI e NASA, e un sogno realizzato, come ha sottolineato con giustificato entusiasmo l’ing. Enrico Saggese, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. La passeggiata spaziale è il sogno di tutti gli uomini che vanno nello spazio. Parmitano lo ha coronato ed è diventato il 203esimo a vivere questa straordinaria esperienza da quando, nel 1965, il russo Leonov si spinse per la prima volta all’esterno della sua navicella Soyuz, seguito un mese dopo dall’americano White, preso da euforia dopo oltre mezz’ora di fluttuazioni tra la Terra e le stelle. Non è stato così per Luca Parmitano, sorridente e sicuro per tutta la durata dell’attività extraveicolare dalla preparazione al rientro nel modulo. La professionalità e la concentrazione hanno preso il sopravvento sull’emozione. “Abbiamo atteso 21 anni per raggiungere questo prestigioso obiettivo – ha detto Saggese, con chiaro riferimento al debutto in orbita di Franco Malerba, primo astronauta italiano della storia. L’Italia è diventato il decimo Paese a poter vantare un astronauta che abbia compiuto una passeggiata spaziale. Affrontarla significa avere capacità uniche, come quella di mantenersi concentrati per un lungo periodo, superare la stanchezza, eseguire con precisione tutte le operazioni. Per un astronauta – ha concluso Saggese – essere selezionato per una EVA vuol dire aver raggiunto uno standard elevatissimo”. Per Luca Parmitano appuntamento con la seconda attività extraveicolare martedì 16 luglio, sempre in compagnia di Chris Cassidy.
 
					 
												









