La missione Expedition 48 si è conclusa mercoledì 7 settembre con l’atterraggio in Kazakistan alle 7:13 ora locale. A bordo della Soyuz il comandante Jeff Williams, che nel corso della sua quarta missione in orbita ha battuto il record di permanenza di un astronauta statunitense con un totale di 534 giorni, e i cosmonauti russi Alexey Ovchinin e Oleg Skripochka. E’ stato proprio Williams a installare il 19 agosto scorso, durante una impegnativa attività extraveicolare condotta insieme a Kate Rubins, il primo International Docking Adapter che consentirà in futuro l’attracco del CTS-100 Starliner di Boeing e del Crew Dragon di Space-X che sono in fase di sviluppo per consentire capacità di trasferimento in orbita per conto della NASA. A bordo della stazione spaziale internazionali restano il cosmonauta russo Anatoly Ivanishin, comandante, l’astronauta americana Kate Rubins e il giapponese Takuya Onishi, in vista dell’arrivo (previsto nella terza settimana di settembre, dell’equipaggio formato da Shane Kimbrough della Nasa e dai cosmonauti russi Sergey Ryzhikov e Andrey Borisenko (Expedition 49).
Jeff Williams, 58 anni, è diventato così l’americano con il maggior numero di giorni trascorsi in orbita: 534, di cui 172 accumulati nel corso della quarta missione coincisa con un programma di cinque passeggiate spaziali. Il record assoluto di permanenza nello spazio è appannaggio del russo Ghennadi Padalka con 879 giorni. Il lavoro svolto da Jeff Williams all’esterno della stazione spaziale internazionale, con il montaggio dei adattatori, risulta fondamentale per consentire l’approdo dei futuri veicoli spaziali. Come tutti gli equipaggi succedutisi a bordo del complesso orbitale, anche i tre di Expedition 48 hanno condotto una lunga serie di test ed esperimenti, in particolare biotecnologici e fisiologici. Lui stesso ha supervisionato e guidato l’arrivo dei veicoli di rifornimento Cygnus, nel mese di marzo, due Dragon e due Progress in aprile e luglio.